"Da allora in poi feci il possibile pur di sfuggire alla mia immagine riflessa. Tenersi alla larga dagli specchi era facile, ma con le vetrine e le coppe degli pneumatici era tutta un'altra faccenda. Ogniqualvolta mi capitava di intravedervi un qualche riflesso della mia figura, ne ero inorridito, come se avessi visto un mostro. E non appena mi rendevo conto che quel mostro non era altri che me, non posso dirvi l'afflizione che provavo. Così m'inventai un piccolo stratagemma: tutte le volte che mi capitava di vedermi riflesso, invece di dire: «Quello sono io», scoppiando in lacrime, dicevo: «Quello è lui», e fuggivo via."
Sam Savage: Firmino
Giulio Einaudi Editore, Torino - 2008
traduzione di Evelina Santangelo
pag. 51
catalogazione: sul comodino del Bip (appena acquistato)