"Come si vedrà nell'ultimo capitolo, recenti ricerche hanno dimostrato che il rapporto tra le pulci e la sessualità di coloro che, sia pur malvolentieri, le ospitano, è assai più stretto di quel che pensassimo. Le pulci infatti si amano tra loro in sincronia con gli amori degli animali sui quali vivono; e si riproducono più rapidamente quando gli ospiti sono sessualmente appagati.
Oso pensare che sia stata questa intuizione, che con mia grande invidia mostra che i poeti anticipano sempre gli scienziati, a rendere così frequente, nella storia universale della letteratura, l'accoppiata pulce-sesso. Non mi risulta, per esempio, che Ovidio abbia mai raccontato di uomini che siano metamorfosati in pidocchi, in cimici, in zanzare o in vermi per introdursi in un vietato talamo. Ha scelto nel suo racconto la trasformazione in pulce, anche se (non riesco, evidentemente, a staccarmi da un gretto materialismo) ha dovuto scegliere una metamorfosi piuttosto complicata dal punto vista anatomo-fisiologico, essendo le pulci l'esatto rovescio degli uomini. Le femmine di questi insetti sono più grandi dei maschi, lo scheletro è esterno al corpo, il cervello è una corda nervosa posta sotto lo stomaco, la respirazione avviene attraverso spiracoli aperti sul torace e sull'addome, il cuore sta nella parte posteriore del corpo, i denti sono 800 piccolissime spine collocate all'interno dello stomaco, un vero tritatutto per i globuli bianchi e rossi."
Giovanni Berlinguer: Le miepulci
Editori Riuniti, Roma - 1988
pag. 68
catalogazione: libreria bianca in soggiorno