"Beata quella casa che cià la chirica rasa. Beata quella famiglia che ha un prelato tra i suoi componenti. La chierica era la rasura tonda che veniva imposta a chi prendeva il voto sacerdotale. Il detto ha una sua storica ragione di essere, in quanto molte famiglie aristocratiche romane (o anche di umile estrazione) dovettero la loro ascesa e fortuna ad un papa o a un cardinale.
Bonanotte ar secchio!
Esclamazione di rammarico, che si accompagna ad un evento negativo ormai irreparabile e che rievoca un tonfo sordo nella profonda cisterna. La metafora è tolta dall'esperienza quotidiana, quando per rifornirsi d'acqua si doveva andare al pozzo. Ogni tanto succedeva che, per il logorìo e per il peso, la corda che doveva tirare su il secchio si spezzasse. La frase fa eco al tonfo e alla delusione.
Bona notte Gesù, che l'ojo è caro!
Il Santissimo Sacramento doveva sempre essere onorato da un lume acceso, anche di notte, nel buio freddo delle navate. Un sagrestano in vena di fare risparmi, inventò certo la frase, per mettersi a posto con la coscienza. Il proverbio viene oggi usato ogni volta che si è costretti, per necessità, a rinunciare al superfluo o quando si spegne la luce per mancanza di corrente o ancora quando ci si ritrova in un locale buio e non c'è subito il modo di far luce. L'olio delle lampade sacre veniva risparmiato anche per rifornirne le chiese dei più lontani paesi, che lo pagavano profumatamente, come reliquia delle tombe dei martiri! Persino San Gregorio aveva lasciato scritto che bastava toccare l'olio di queste lampade per ottenerne miracoli. Insomma è facile pensare che i sagrestani lo risparmiassero per farselo poi pagare a peso d'oro. Il Gregorovius cita un documento datato attorno all'anno 600 che contiene un catalogo degli olii dei santi martiri delle chiese romane."
Lino Cascioli: Proverbi e detti romaneschi
Newton Compton Editori, Roma - 1990
pag. 38
catalogazione: S S3 P8