"Al tempo dei Cesari il trucco si fece più complicato: ai belletti bianchi e al rossetto per le guance, si aggiunse del nero, per tingere o addirittura per simulare le ciglia e le sopracciglia, e del blu per disegnarsi una leggera rete di sottili vene. Lucilio in un epigramma scrive: "Voi avete comperato delle ciocche di capelli ben arricciati, del belletto, della pomata, della cera, dei denti...una maschera vi sarebbe costata meno". E Marziale, negli Epigrammi, rincalza, dicendo a Galla: "Si arricciano i tuoi capelli presso un parrucchiere della via Sburrana, che ogni mattina ti porta le tue ciglia. Ogni sera ti levi i tuoi denti come la tua veste. Le tue attrattive sono contenute in cento diversi vasetti, e il tuo viso non va a coricarsi con te."
"I due terzi di Messalina - scrive ancora l'implacabile satirico - si trova chiusa nei tuoi bussoletti. La sua tavola di toilette è composta da un centinaio di menzogne e quando essa vive a Roma, i suoi capelli diventano rossi in riva al Reno: un uomo non è in stato di dirle che l'ama perché quello che ama in lei non è lei, e quello che essa è non si può amare."
Rosita Levi Pisetzky: Il costume e la moda nella società italiana
Einaudi Editore, Torino - 1978
pag. 113
catalogazione: S S4 P7