giovedì 30 aprile 2009

"il suo studio è là fuori, oltre la porta"

"Un viaggiatore una volta chiese alla domestica di Wordsworth di mostrargli lo studio del suo padrone, e lei rispose: 'Questa è la biblioteca, ma il suo studio è là fuori, oltre la porta.'

Vivere molto all'aperto, nel sole e nel vento, può senza dubbio produrre una certa ruvidezza di carattere; può far crescere uno strato di pelle più spessa non solo sul viso e sulle mani, ma anche su alcune delle qualità più squisite della nostra natura, nello stesso modo in cui un lavoro manuale pesante toglie in parte delicatezza di tocco sulle mani. D'altro canto, restare in casa non solo può rendere la pelle sottile, ma può anche produrre quella morbidezza, quella mollezza che si accompagnano a una maggiore sensibilità verso particolari impressioni. Forse dovremmo essere più disponibili ad accogliere ciò che può esercitare un forte ascendente sulla nostra crescita intellettuale e morale, se non ci siamo esposti in misura adeguata alla luce del sole o al soffio del vento; e l'esatta proporzione tra pelle spessa e pelle sottile è senza dubbio un interessante quesito."

Henry D. Thoreau: Camminare
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 2009
traduzione di Maria Antonietta Prina
pag. 22

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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mercoledì 29 aprile 2009

le due Frida Kahlo

sola con la mia gran felicità
e con il ricordo così vivo della
bambina. Son passati 34 anni
da quando ho vissuto quella magica
amicizia e ogni volta che la
ricordo, rivive e cresce,
sempre più dentro
il mio mondo.
PINZON 1950, Frida Kahlo

LE
DUE
FRI
DE

COYOACÀN
ALLENDE 52

Il diario di Frida Kahlo - Autoritratto intimo
Leonardo Arte, Milano - 1995
traduzione di Savino D'Amico
pag. 85



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martedì 28 aprile 2009

una tromba rotta e un bidone di benzina

"Laureatosi in musica con Elliott Carter e vinta una borsa di studio, nel 1964 Alvin Curran partì per Berlino per andare a studiare accanto ad altri giovani compositori (fra gli altri, Bussotti); ma più irrequieto dei compagni, abbandonò presto l'austero ambiente classico, dirigendo su Roma. E qui piantò le tende, anche se ciò significò adattarsi a suonare nei piano-bar per guadagnarsi da vivere. Nel 1965 fece lega con un manipolo di esiliati (fra cui il pianista Rzewsky) e formò il collettivo Musica Elettronica Viva, dedito non solo all'elettronica, ma anche alla musica dodecafonica e al folk tibetano. Due anni dopo si unì a loro il jazzista Steve Lacy e l'esperienza si dilatò a dismisura, culminando in happening pubblici durante le folli notte romane del '68.

In questo periodo Curran suonava con una tromba rotta e un bidone di benzina. Raccoglieva inoltre registrazioni di rumori naturali: scrosci di fontana, passi. chiassate di bambini."

Piero Scaruffi: Guida all'avanguardia e alla New Age
Arcana editrice, Milano - 1991
pag. 76

catalogazione: libreria di fianco al divano

dedico questo post al mio amico Alvin

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lunedì 27 aprile 2009

quando suona Paganini

La sala dei concerti era gremita di gente quando Paganini si fece avanti, con il violino in mano, e prese a suonare senza preamboli né cerimonie di sorta, abbandonando l'anima alla libera ispirazione. Paganini non sapeva mai prima cosa e come avrebbe suonato; tanto meno suonava come se volesse o dovesse fare musica per un rispettabile pubblico. No, egli suonava come fosse per se stesso o per nessuno; suonava come in estasi e appena aveva cominciato dimenticava che stava suonando. Anche questa volta era così, anche oggi che in sala sedevano pure principi e principesse venuti ad ascoltarlo, egli non sapeva nemmeno dov'era e suonava come per nessuno.
Ma proprio per questo suonava così bene. Egli suonava come fosse lo schiavo del suo magico suono, e il suono il demonico mago. Non tanto lui era il demone, quanto piuttosto il suono, esso soltanto ed egli, l'artista, era il soggiogato, perciò suonava come fosse la pallida luna d'argento che s'immerge nell'acqua nera e profonda di mezzanotte; come fosse la stella luccicante nel cielo buio e silenzioso; come fosse la parola che l'amante dice all'amato; come fosse un usignolo e non stesse in sé per il piacere di gemere e di trarre fragili sospiri; come fosse il superbo cavallo focoso e galoppasse alla battaglia, come fosse il guerriero ferito nella battaglia e dovesse morire delle sue ferite; come fosse pure la fanciulla sedicenne che sogna l'amore; come fosse il bacio, dato e ricevuto da due bocche palpitanti e febbrili, che si protraesse a lungo, come di due che perdutamente si amano e crudelmente dovessero dirsi addio per sempre, nel lungo spasimo dell'ultimo bacio solenne.
Così suonava e gli ascoltatori avevano lacrime agli occhi." (Robert Walser)

Racconti Musicali
a cura di Carlo Boccadoro
Einaudi, Torino - 2009
pag. 71

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domenica 26 aprile 2009

traduttori allucinati

"Il Medioevo fu fertile di mostri. Uno dei più curiosi è un granchiolino bizzarro rimasto incastonato, come uno di quei fossili che screziano certi minerali, nella famosa Ballade des dames du temps jadis di François Villon. In quel nostalgico elenco di belle donne, tra Flora la bella romana e Taide, si nomina Archipiada, cioè Alcibiade, che si trova così, come Achille tra le figlie di Licomede, a indossar gonnella e a recitare una parte femminile. La colpa dell'abbaglio è dei traduttori e dei commentatori medievali di Boezio. Una versione francese dello scorcio del Dugento rende così un passo del De consolatione philisophiae: 'Quando ne vedessimo le viscere, il corpo di Alcipiades, donna bellissima al di fuori, ci apparirebbe molto brutto.' Il traduttore che, come tutti i traduttori, soffriva occasionalmente di allucinazioni, aggiunse di suo quella femme très belle par dehors."

Mario Praz: Lettrice notturna
Gherardo Casini editore, Roma - 1952
pag. 159

catalogazione: libreria di fianco al divano
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sabato 25 aprile 2009

surreali, ma sì!

“Ho sentito dire questa frase: 'Cogli l’attimo fuggente!' È una parola! Per me è una frase senza senso. Davvero, non si può incitare a cose impossibili. Lo posso dire con assoluta certezza, perché ho verificato tutto ciò io stesso. Ho cercato di cogliere l’attimo fuggente, ma non l’ho preso e sono riuscito solo a rompere l’orologio. Ora so che è impossibile. È impossibile allo stesso modo 'cogliere lo spirito dell’epoca', perché un’epoca è la stessa cosa di un attimo, solo più grande. Altro è dire: 'Fissate ciò che accade in quest’ attimo'. Questo è tutt’un altro affare. Per esempio: uno, due, tre! Non è successo niente! Ecco che ho fissato un attimo in cui non è accaduto nulla. Ne ho parlato a Zabolockj. La cosa gli è piaciuta molto ed è rimasto tutto il giorno seduto a contare: uno, due, tre! E prendeva nota del fatto che non era accaduto niente. Svarc ha trovato Zabolockij intento a questa occupazione. Anche Svarc si è interessato a questo modo originale di fissare ciò che accade nella nostra epoca, poiché un’epoca è fatta di attimi. Ma vorrei attirare l’attenzione sul fatto che l’iniziatore di questo metodo sono ancora una volta io. Ancora io! Sempre io! È semplicemente stupefacente! Ciò che gli altri fanno con fatica a me riesce con facilità! So addirittura volare. Ma di questo non parlerò, perché comunque nessuno ci crederebbe."

Daniil Charms: Casi
Adelphi, Milano - 2009
traduzione di Rosanna Giaquinta
n. 4, pag. 184

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venerdì 24 aprile 2009

di me la miglior parte or langue...

"Io vedea ne' tuoi bruni occhi cervieri
due di questo mio volto immaginette.
Scorgeane un'altra in tue sembianze elette,
e in quel viso a me piacqui, ed in que' neri.

Ma i lumi, ov'mi specchiai sì volentieri,
oggi ahi morte ferì di sue saette:
svenner le guance, e in loro le due pozzette;
né questo, o figlio, è il bel profil di ieri.

Anzi di me la miglior parte or langue;
che il più teco ne venne, ed io qui resto
poco men che nud'ombra e corpo esangue.

Se dunque rechi entro l'avel funesto
l'amor del padre, e le fattezze e il sangue
deh, figlio, omai, ché non ti porti il resto?"

Pier Jacopo Martello: Rime per la morte del figlio
Giulio Einaudi editore, Torino - 1972
pag. 43

catalogazione: libreria in ingresso
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giovedì 23 aprile 2009

quando soffia il vento

"La signora Saeki mi osserva per qualche istante. Il sorriso è scomparso.
- Immagina un uccello posato su un ramo sottile, - dice. Il ramo ondeggia al vento che soffia forte. E il campo visivo dell'uccello che è lì sopra ondeggia insieme al ramo. Mi segui?
Annuisco.
- Come pensi che possa fare, quell'uccello, a stabilizzare il suo campo visivo?
Scuoto la testa.
- Non lo so.
- Muove anche lui la testa su e giù cercando di sintonizzarsi abilmente con l'ondeggiare del ramo. Prova, in un giorno di vento forte, a osservare bene gli uccelli. Io li vedo spesso da questa finestra. Non pensi che debba essere terribilmente stancante una vita così? Sempre ad agitarsi la testa cercando di adattarsi all'ondeggiare del ramo su cui si è posati?
- Sì, lo penso.
- Ma gli uccelli ci sono abituati. Per loro è una cosa molto naturale, che riescono a fare senza nemmeno esserne consapevoli. Perciò non si stancano quanto noi potremmo immaginare. Però io sono un essere umano, quindi a volte mi prende la stanchezza.
- Anche lei è ferma su qualche ramo?
- In un certo senso, - risponde. - E a volte il vento è molto forte."

Murakami Haruki: Kafka sulla spiaggia
Einaudi, Torino - 2008
traduzione di Giorgio Amitrano
pag. 292

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mercoledì 22 aprile 2009

ignoranza e paranoia

"Viene senz'altro la tentazione di vedere in siffatta testimonianza una conferma alla tesi che la serie di errori disastrosi commessi dagli artefici della politica statunitense sarebbe dovuta a ignoranza, mitomania e stupidità istituzionalizzata. Se solo si fossero resi conto che Stalin era poco favorevole se non addirittura contrario alla linea di Mao e dei guerriglieri greci; che non c'era alcun 'evidente... piano di conquista comunista' in Guatemala nel 1954; che i vietnamiti conducevano autonomamente la propria lotta per la liberazione nazionale! Se solo William Bundy avesse seguito un corso di storia vietnamita a Yale! Ma purtroppo ignoranza e paranoia hanno stravolto la realtà dei fatti."

Noam Chomsky: Per ragioni di stato - Ideologie coercitive e forze rivoluzionarie
Giulio Einaudi editore, Torino - 1977
traduzione di Vittorio De Tassis e Settimio Severo Caruso
pag. 63

catalogazione: libreria di fianco al divano
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martedì 21 aprile 2009

il Garda invernale

"A un passo dall’acqua si era girato verso est e qui il debole sole di febbraio lo aveva abbagliato, invitandolo a rivolgere lo sguardo verso le rocce semisommerse, poste a difesa della riva ghiaiosa. Un gesto semplice, istintivo, ma per Saverio, alla ricerca del senso della vita, ricco d’implicazioni. Qui, nell’acqua cristallina del Garda invernale, vide ciò che non avrebbe voluto vedere. Si girò verso la parte opposta e vomitò macchiato e cornetto.
Il corpo era quasi sommerso. Solo l’avambraccio sinistro s’era infilato tra due pietre, spinto dall’acqua, come se avesse voluto in extremis aggrapparsi al molo e alla vita. Ma la scientifica avrebbe accertato più tardi che no, così non era successo. Il cadavere era stato cullato dal lago per alcune ore, prima di finire lì."


Antonio Umberto Riccò: Biscotti al cardamomo
Ed. Alpha & Beta, Merano - 2009

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lunedì 20 aprile 2009

"unghie yeti", unghie che prendono piede!

"Quando penso, mi piace camminare e così decido di passare il pomeriggio guardando statue. Era una giornata luminosa e l'aria fresca avrebbe rinvigorito il mio spirito abbattuto. C'erano due statue in particolare che volevo vedere, in tutto due brevi viaggi.

Presi la linea Yamanote fino a Ueno. Nel vagone, di fronte a me sedeva un'adolescente vestita in modo bizzarro. Le adolescenti vestite in modo bizzarro sono uno spettacolo comune a Tokyo, ma stavolta non riuscivo a smettere di guardarle le mani. Aveva delle unghie molto strane: lunghe e ovviamente artificiali, erano ricoperte di pelliccia nera. Un amico a cui chiesi lumi mi disse che si chiamavano 'unghie yeti', venivano dalla Francia e avevano preso piede anche in Giappone."

Christopher Ross: La spada di Mishima
Ugo Guanda editore, Parma - 2008
traduzione di Stefano Beretta
pag. 71

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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domenica 19 aprile 2009

nonno tacchino

"Per raggiungere il gusto compiuto del tacchino farcito i Malaspina impiegarono quattro generazioni, nelle quali l'abitudine di sposarsi e risposarsi tra loro, se non portò un tocco di originalità negli inveterati valori - posizione prestigio famiglia -, immise una folata di innovazioni se non altro nella pancia disossata del tacchino. Al principio del suo iter il tacchino, se pur farcito, non era ancora disossato; anzi più che farcito era -come dire? - incinto di un piccioncino in umido lasciato a metà cottura e poggiato su un nido di salsicce e formaggio pecorino. Farcito o gravido che fosse, veniva arrostito con tutte le ossa e arrivava in tavola con le cosce tese, le ali aperte e brustolite, la montatura del codrione tronfio delle penne a raggiera, le zampe mancanti dei soli artigli: una concreta animalità con la restante grazia - e meno male - di essere privo dell'orrenda testa che con tutta evidenza l'avrebbe fatto somigliare al nonno. "

Alda Bruno: Tacchino farcito
Sellerio, Palermo - 2008
pag. 11

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sabato 18 aprile 2009

credere in niente

"Ho scoperto che è necessario, assolutamente necessario, credere in niente. Ossia, dobbiamo credere in qualcosa che non abbia né forma né colore--qualcosa che esiste prima che appaiano tutte le forme e tutti i colori. Ecco un punto molto importante. Indipendentemente dal dio o dalla dottrina in cui credete, se vi ci attaccate, il vostro credo si baserà più o meno su un'idea di tipo egocentrico. Vi sforzate di raggiungere una fede perfetta per salvare voi stessi. Ma ci vorrà molto tempo per raggiungere una fede così perfetta. Finirete per invischiarvi in una pratica di tipo idealistico. Cercando senza tregua di realizzare il vostro ideale, non avrete tempo per la calma. Ma se siete sempre pronti ad accogliere tutto ciò che si vede come qualcosa che scaturisce dal nulla, sapendo che esiste una ragione per cui appare una determinata esistenza fenomenica di tale forma e tale colore, allora, in quel momento, avrete una calma perfetta."

Shunryu Suzuki: Mente zen - Mente di principiante
Astrolabio-Ubaldini editore, Roma -1976
traduzione di Mauro Bergonzi
pag. 95

catalogazione: in giro per casa
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venerdì 17 aprile 2009

rimescolìo

"E nel centro di quel tramonto di una bellezza da levare il respiro, di colpo fui assalito dal ricordo di Hatsumi.
Fu solo in quel momento che capii cos'era quel rimescolio nel cuore che mi procurava la sua presenza. Era una fantasia d'amore infantile, mai appagata e forse inappagabile per l'eternità. Quella pura, infiammata passione l'avevo relegata nell'oblio ormai da tempo immemorabile, e fino a quel momento ne avevo completamente cancellato l'esistenza."


Murakami Haruni: Norwegian wood - Tokio blues
Einaudi editore, Torino - 2006
traduzione dal giapponese di Giorgio Amitrano
pag. 273



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giovedì 16 aprile 2009

silenzio e bugie

"Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo, e anche se non dovremmo stupirci quando scopriamo che non è vero, ci si spezza il cuore lo stesso. È la scoperta più difficile, non tanto sull'altro, quanto su noi stessi. Vedere che la nostra vita è una nostra invenzione; l'abbiamo scritta noi e ci abbiamo creduto. Silenzio e bugie. La sensazione che ho provato quella sera - non conoscevo il mio Holland, non conoscevo me stessa, forse era impossibile conoscere chiunque - è stata di tremenda solitudine."

Andrew Sean Greer: La storia di un matrimonio
Adelphi editore, Milano - 2008
traduzione di Giuseppina Oneto
pag. 52

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mercoledì 15 aprile 2009

marca Kramer, colore rosa, qualità Caramba

"La seconda sera, alle dieci, la mia scorta di lana era esaurita. Davanti a me giaceva un coso lungo un metro e mezzo e largo quaranta centimetri, alla cui vista io per prima, come chiunque, mi sono chiesta in preda allo stupore, che cosa mai potesse 'rappresentare'. (La sua vera funzione l'aveva comunque già da tempo assolta.) In quel momento, in cui l'ultimissimo resto di lana era stata trasformato in 'un dritto, un rovescio', quello che mi interessava era solo e soltanto la sconvolgente questione se sarei mai riuscita a procurarmi in tempo una nuova scorta di lana, e che cosa avrei fatto nel caso che il ben noto cesto di gomitoli al supermercato fosse stato saccheggiato da altre sferruzzatrici più leste di me. Mi sono alzata e sono andata a letto."

Claudia Keller: Pappe, pentole e pazzie - Diario di un'emancipazione mancata
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1992
traduzione di Margherita Belardetti
pag. 87

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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martedì 14 aprile 2009

UNO!!!

The bookshow festeggia oggi il suo primo anno di vita!
Per festeggiarlo abbiamo scelto un brano che parla dell'amicizia perché questo blog è nato dall'amicizia tra Mariateresa e Marina.


"L'amicizia è una religione senza Dio né Giudizio finale. E non c'è neppure il diavolo. Una religione che non è estranea all'amore. Ma un amore dove la guerra e l'odio sono proscritti, dove il silenzio è possibile. Potrebbe essere lo stato ideale dell'esistenza. Uno stato tranquillo."

Tahar Ben Jelloun: L'amicizia e l'ombra del tradimento
Einaudi, Torino - 2004
traduzione di Egi Volterrani
pag. 5

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lunedì 13 aprile 2009

parus caeruleus - cinciarella

Taglia: appena 11,5 cm.

Descrizione: dorso verde-giallo, ventre giallo, ali, coda, nuca e cappuccio di colore azzurro, guance bianche; becco piccolo, affusolato e di colore grigio.

Habitat: risiede nei boschi, ma anche nelle siepi e nei giardini cittadini; visita spesso le piante dei balconi dove trova afidi e altri parassiti di cui è ghiotta.

Alimentazione: cerca il cibo negli alberi e nelle siepi intorno alle case; si nutre principalmente di insetti e di semi; quando ha i piccoli da sfamare predilige grossi bruchi; per trovare gli insetti arriva anche a strappare le gemme.

Riproduzione: questo uccellino arriva anche a depositare fino a 14 uova per covata; il nido viene costruito nei buchi degli alberi, nei muri o nelle fessure oppure utilizza strani oggetti, quali cassette per la posta, vasi per i fiori, ecc.; il periodo della riproduzione va da marzo a giugno e vengono portate a termine una o due covate all'anno; dopo 14 giorni di incubazione nascono i piccoli che usciranno dal nido a 18 giorni di vita; altre 4 settimane sono necessarie per renderli indipendenti."

Elisabetta Gismondi: Birdwatching alla finestra e in giardino
Giovanni De Vecchi editore, Milano - 2006
pag. 106

catalogazione: libreria di fianco al divano
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domenica 12 aprile 2009

fioritura

"Era sbocciata dalla sera alla mattina, con le labbra rosse come ciliegie, i capelli ancora liberi che le ballavano sulle spalle e il corpo rotondo e minuto, scuro e tornito come un chicco d'uva, coi seni che sembrava gli stessero fiorendo sotto gli occhi. Non che non l'avesse mai vista, non era possibile in un paese dove tutti se non erano parenti erano perlomeno compari e commari, vincolo che in qualche modo valeva più del sangue. Piuttosto certe ragazze si sviluppavano da un giorno all'altro, come le rose che si aprono in una sola notte e il giorno dopo sono già sfiorite. Restò a guardare incantato quel miracolo, lacerato dal desiderio di scendere giù e mescolarsi ai cafoni festanti, come aveva sempre fatto prima che arrivasse donna Nina, di mescolare la sua carne a quella della bambina che stava diventando donna, di sentire la vita che si faceva strada dentro di lei combattere con la morte che si faceva strada dentro di lui."

Mariolina Venezia: Mille anni che sto qui
Einaudi Editore, Torino - 2006
pag. 18



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sabato 11 aprile 2009

il becco nel becco

"Sapete come fanno all'amore i falchi? Si abbracciano a un'enorme altezza e cadono stretti il becco nel becco, tuffandosi: un'estasi incontenibile. Mentre noi dobbiamo assumere ogni sorta di luridi atteggiamenti, sentire il nostro stesso sudore. Il falco spezza il suo abbraccio e sfreccia via, orgoglioso e solo, mentre un uomo deve alzarsi, prendere il cappello e uscire."

William Faulkner: La paga del soldato
Aldo Garzanti editore, Milano - 1965
traduzione di Massimo Alvaro
pag. 212

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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venerdì 10 aprile 2009

in scena!

"Sovvengati che tu non sei qui altro che attore di un dramma, il quale o breve o lungo, secondo la volontà del poeta si svolgerà."



Epitteto: Manuale
versione dal greco di Giacomo Leopardi
casa editrice Giuseppe Principato, Milano - 1942
pag. 43



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giovedì 9 aprile 2009

l'amore ha le ali

"In un paio di occasioni, Malika ci disse anche che l'amore era un affare tutt'altro che semplice, ed io con grande attenzione, l'ascoltai tratteggiare le varie complicazioni, chiedendomi tutto il tempo perché mai non mi facesse fretta sulla questione dei biscotti. Disse che la cosa più difficile di tutta la faccenda non era far innamorare qualcuno, ma far sì che l'amore durasse. Perché l'amore ha le ali - viene e va. Decisi allora che, per il momento, avrei semplificato le cose concentrandomi sulla seduzione iniziale; del problema di far durare l'amore per sempre, mi sarei occupata in un secondo tempo."

Fatima Mernissi: La terrazza proibita - Vita nell'harem
Giunti gruppo editoriale, Firenze - 1996
traduzione di Rosa Rita D'Acquarica
pagg. 167-168

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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mercoledì 8 aprile 2009

guerra civile

"Se le varie mafie hanno provocato in dieci anni diecimila morti, allora forse non è improprio parlare di "guerra civile". Per numero di vittime è sicuramente una guerra: che si combatte tra cittadini italiani, coinvolge e divide nuclei familiari, investe settori sociali disparati[...]. Da parte dello Stato non sono mai state attuate forme di contrasto, quali quelle che avevano caratterizzato la repressione del terrorismo[...]. Di fatto la guerra civile è stata semplicemente osservata dallo Stato.[...]

Se ci volgiamo all'Italia di oggi, a quel che ancora accade in alcune province del nostro Mezzogiorno, dobbiamo amaramente riconoscere che non c'è più vera democrazia là dove vige il coprifuoco imposto dalla mafia, dove non esiste neppure una libertà di impresa. Quale diritto alla libertà d'iniziativa economica lo Stato ha assicurato a Libero Grassi? Quali sono i diritti costituzionali che noi abbiamo garantito ai diecimila morti ammazzati di cui ci parla Deaglio?"

Alessandro Galante Garrone: Il mite giacobino
Donzelli Editore, Roma - 1994
pagg. 108-109

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martedì 7 aprile 2009

i benefici dell'abbraccio

"Il meccanismo fisiologico che spiega perché l'abbraccio ha un effetto così potente può essere solo immaginato. Forse c'è una stimolazione del flusso sanguigno, che aiuta il metabolismo, ma altri meccanismi sono più importanti, come si evince dalla straordinaria immediatezza dei benefici offerti dall'abbraccio. La stimolazione sensoriale diretta della pelle e della muscolatura produce un immediato effetto vivificante. (Ciò potrebbe corrispondere ad un aumentato input al sistema reticolare ascendente e all'ipotalamo con conseguente aumento della stimolazione e della carica dei centri cerebrali e dei centri motori dei gangli basali, e relativo aumento della risposta muscolare dell'individuo in quel momento. Tuttavia, se questo fosse il meccanismo principale, allora semplicemente strofinando a lungo la pelle e i muscoli si faciliterebbe la scarica, come avviene con l'abbraccio. Ma strofinando non si producono gli stessi effetti dell'abbraccio.)"

David Boadella, Jerome Liss: La psicoterapia del corpo - Le nuove frontiere tra corpo e mente
casa editrice Astrolabio, Roma - 1986
traduzione di Maddalena Di Francesco
pag. 149

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lunedì 6 aprile 2009

anteprima dell'inferno

"Questa politica di un paziente per letto era nuova. Fino all'instaurazione della Repubblica, non era insolito che fossero ammassati sotto le stesse lenzuola anche quattro, cinque o perfino sei persone di entrambi i sessi. Ciò significava, ovviamente, che nei periodi di pestilenza un paziente appena arrivato aveva buone probabilità di svegliarsi nel buio della notte stretto tra cadaveri ormai rigidi. Era una varietà di orrori che avrebbe costituito il paradiso di un necrofilo, ma per tutti gli altri era un'anteprima dell'inferno."

Sherwin B. Nuland: I figli di Ippocrate
Storia della medicina, dagli antichi greci ai trapianti d'organo
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1992
traduzione di Paola Frezza
pag. 202

catalogazione: libreria di fianco al divano
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domenica 5 aprile 2009

pane amore e fantasia

"PANE CON LE CASTAGNE
300 gr. di farina
300 gr. di castagne cotte e sbucciate
100 gr. di latte
200 gr. di acqua
30 gr. di lievito
sale q.b.

Passare le castagne ma non finissimamente. Aggiungere gli altri ingredienti mescolandoli e assemblandoli. Fare una palla liscia e metterla a lievitare per un'ora coperta da uno tovagliolo.
Suddividere l'impasto in 8 porzioni. Lavorare ogni porzione formando dei panini rotondi e lasciarli lievitare ancora un'ora. Cuocere in forno a 180/200 gradi per 30 minuti circa.Il pane di castagne si adatta al dolce e al salato: è buono con patè casalinghi o, in alternativa, in cioccolate calde.

AAVV: Il buon profumo del pane
edito da Bimby - Worwerk - 2000
pag. 36

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sabato 4 aprile 2009

armi improprie

"Tutto quello che ho per difendermi è l'alfabeto. È quanto mi hanno dato al posto del fucile."


Philip Roth: Operazione Shylock
Einaudi, Torino - 1998
traduzione di Vincenzo Mantovani
pag. 370

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venerdì 3 aprile 2009

bevi vodka e impasticcati

"Cosa ci insegna il dolore cronico? Esci dal banco e vieni a scrivere la risposta sulla lavagna. Il dolore cronico ci insegna: primo, cos'è il benessere; secondo, cos'è la codardia; un po' di quello che significa essere condannati ai lavori forzati. Il dolore è lavoro. Che altro Nathan, cosa soprattutto? Ci insegna chi è il padrone. Esatto. Ora elenca tutti i modi di affrontare un dolore cronico. Puoi subirlo. Puoi lottare contro di esso. Puoi odiarlo. Puoi cercare di capirlo. Puoi tentare di scappare. E se nessuna di queste tecniche ti dà un po' di sollievo? Percodan, disse Zuckerman. Se nient'altro funziona, allora al diavolo la coscienza come valore supremo: bevi vodka e impasticcati. Attribuire tanta importanza alla coscienza, ecco quale può essere stato il mio primo errore. C'è molto da dire in difesa dell'irresponsabile torpore. Che è una cosa alla quale non ho mai creduto e che sono ancora restio ad ammettere. Ma è vero: a lungo andare il dolore nobilita, ne sono certo, ma anche una dose di stordimento non guasta. Lo stordimento non può fare di te un eroe come può fare la sofferenza, ma è sicuramente dolce e pietoso."

Philip Roth: La lezione di anatomia
Einaudi, Torino - 2006
pag. 203
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giovedì 2 aprile 2009

chi dice donna dice danno...

"Dai tempi di Adamo, in questo mondo, non è stato commesso un danno senza che alla sua origine non ci fosse una donna. Sin dalle origini della nostra famiglia (in tempi che dovevano essere molto vicini a quelli di Adamo, tanto nobili, antichi, illustri sono i Barry, come ognuno sa), le donne hanno avuto una parte estremamente importante nei destini della stirpe.
Penso che non ci sia una persona in Europa che non abbia sentito parlare dei Barry di Barryogue, del regno di Irlanda; un più famoso nome non si potrà trovare in Gwillim o D'Hozier..."

William Makepeace Thackerey: Le avventure di Barry Lyndon
Garzanti editore, Milano - 1976
traduzione di Mario Fanoli
incipit


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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mercoledì 1 aprile 2009

turbine alimentate a paura

"Sabbath, da quel che gli avevano raccontato, si era perso la trasformazione di New York in un luogo completamente avverso alla buona salute e al viver civile, una città che all'inizio degli anni novanta aveva portato alla perfezione l'arte di uccidere l'anima. Se si aveva un'anima (cosa che Sabbath non si attribuiva più) qui poteva morire di mille modi diversi ad ogni ora del giorno e della notte. E senza parlare della morte fuor di metafora, dei cittadini come prede, oppure di come tutti, dagli anziani ai bambini dell'asilo, fossero contaminati dalla paura e niente, nell'intera città, neppure le turbine della Con Ed, fosse potente e galvanizzante come la paura."

Philip Roth: Il teatro di Sabbath
Einaudi, Torino - 2006
traduzione di Stefania Bertola
pag. 205

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