"Il signor Saito non mi chiedeva più di scrivere lettere ad Adam Johnson, né a nessun altro. In effetti non mi chiedeva niente, salvo di portargli il caffè. Non c'è niente di più normale, quando si inizia a lavorare in un'azienda nipponica, che cominciare con l'ochakumi: 'l'onorevole cerimonia del tè'. Assunsi quel ruolo con molta serietà, tanto più che era il solo che mi fosse stato affidato. Ben presto conobbi le abitudini di ognuno: per il signor Saito, alle otto e trenta, un caffè nero. Per il signor Unaji un caffellatte, due zollette, alle dieci. Per il signor Misuno una lattina di Coca Cola ogni ora. Per il signor Okada, alle diciassette, un tè inglese con una punta di latte. Per Fabuki un tè verde alle nove, un caffè nero alle dodici, un tè verde alle quindici e un ultimo caffè nero alle diciannove -mi ringraziava ogni volta con garbo incantevole. Quest'umile compito si rivelò il primo strumento della mia caduta."
Amélie Nothomb: Stupore e tremori
Voland, Roma - 2001
traduzione di Biancamaria Bruno
pag. 16
catalogazione: G P3