"Più di recente, alla vigilia della campagna d'Africa contro Giuba, re di Mauritania e alleato di Pompeo, una moltitudine di veterani stanziati in Campania ha opposto un rifiuto all'ordine di trasferirsi in Sicilia, tenendosi pronta all'imbarco. Stanchi di guerra, minacciosi e tumultuanti, chiedevano il congedo ed il premio finale: si sono messi in marcia giungendo fino alle porte di Roma. Sono andato loro incontro, solo e senza armi. Mi hanno visto, si sono acquietati, ho concesso loro il congedo, rinviando il premio, ma con fermezza. E li ho chiamati non "commilitoni", ma "Quiriti". La loro ira si è acquietata, e di lì a poco si sono imbarcati per l'Africa, dove hanno vittoriosamente combattuto a Tapso. Il condottiero esperto e amato dai suoi soldati non sarà né troppo indulgente né ottusamente severo. Io lasciavo che i soldato gozzovigliassero in tempo di pace, ma pretendevo che in battaglia essi obbedissero rigorosamente agli ordini, pena il disonore e la morte."
Luca Canali: Ventitré colpi di pugnale
Edizioni Piemme, Casale Monferrato - 2008
pag. 77
catalogazione: C S4 P6
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