mercoledì 30 aprile 2008

Il torneo della Barba Assoluta

"A Wimbledon.

Inutile far finta di niente. In tutti i Paesi della Comunità Europea donne coraggiose e uomini spregiudicati hanno ormai scoperto che le vacanze sono un tema di conversazione noiosissimo. Se sui verdi campi di Wimbledon si giocasse un torneo della Barba Assoluta, non c'è dubbio che lo vincerebbero loro.
"Ma va sempre forte anche la differenza tra erotismo e pornografia."
"Figuriamoci! Le vacanze la stracciano come vogliono."
"E il confronto tra intelligenza maschile e intelligenza femminile? Ha un ottimo rovescio, è in forma."
"Sarà, ma le vacanze hanno un gioco più completo. E del resto, per quanto riguarda l'intelligenza, il confronto tra uomini e donne è non solo noioso ma impraticabile. Il più delle volte non c'è niente da confrontare, né da una parte né dall'altra."
"Che mi dici degli accadimenti nel Principato di Monaco? Sono in ripresa, a quel che sento."
"Vincono le vacanze in tre set: 6-0, 6-0, 6-1."
"E la discussione su come si possa metter pace nelle guerre locali senza usare i metodi dei Romani o degli Inglesi?"
"Promette bene, non dico di no. Ma non può farcela con le vacanze, è ancora troppo giovane, senza esperienza."
"E dove me lo metti l'adulterio? Se l'adulterio faccia bene o no al matrimonio?"
"Come tema di conversazione è senz'altro uno dei massimi campioni della noia. Ma secondo me non ha la tenuta e la classe delle vacanze. No, guarda, io sulle vacanze ci punto 25 sterline anche quest'anno."

Fruttero & Lucentini: Breve storia delle vacanze
Arnoldo Mondadori Editore, Milano -1994
pagg. 3-4

catalogazione: G P1

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liberate l'informazione!

"When Gates and Allen invented the idea of selling software, they ran into criticism from both hackers and sober-sided businesspeople. Hackers understood that software was just information and objected to the idea of selling it. These objections were partly moral. The hackers were coming out of the scientific and academic world where it is imperative to make the results of one's work freely available to the public. They were also partly practical; how can you sell something that can be easily copied? Businesspeople, who are polar opposites of hackers in so many ways, had objections of their own. Accustomed to selling toasters and insurance policies, they naturally had a difficult time understanding how a long collection of ones and zeroes could constitute a salable product."

Neal Stephenson: In the beginning was the command line
Avon Books, New York - 1999
pag. 33

catalogazione: libreria in camera da letto

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martedì 29 aprile 2008

luna rossa

"Come sono buffe le cose. L'hotel Mandovi si chiama in questo modo perché è costruito proprio in riva al fiume. Il Mandovi è un fiume ampio, placido, con un lungo estuario orlato di spiagge quasi marine. A sinistra c'è il porto di Panaji, un porto fluviale per piccoli battelli, con chiatte cariche di mercanzie, due pontili sconnessi e una piattaforma arrugginita. E quando io arrivai, come se stesse sbucando dal fiume, proprio dall'orlo della piattaforma, stava sorgendo la luna. Aveva un alone giallo intorno ed era piena e sanguigna. Io pensai: luna rossa, e mi venne istintivamente di fischiare una vecchia canzone. L'idea arrivò come un corto circuito. Pensai a un nome, Roux, e subito quelle parole di Xavier: sono diventato un uccello notturno; e allora tutto mi parve così evidente e perfino stupido, e poi pensai: perché non ci ho pensato prima?"

Antonio Tabucchi: Notturno indiano
Sellerio editore, Palermo - 1984
pag. 90

catalogazione: libreria in ingresso

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scappa, Edith

"Ora per Edith è tempo di correre, correre fra i secolari alberi canadesi. Ma dove sono le colombe oggi? Dov'è il pesce luminoso che sorride? Perché i nascondigli si sono nascosti? Dov'è la Grazia oggi? Perché alla Storia non danno le caramelle? Dov'è la musica latina?
"Aiuto!" Edith scappava nel bosco, a tredici anni, con gli uomini alle calcagna. Indossava un abito fatto con sacchi per la farina.
C'era una certa Ditta di Farine che imballava il prodotto in sacchi con fiori stampati sopra. C'è una ragazzina di tredici anni che corre fra gli aghi di pino. Avete mai visto qualcosa del genere?"

Leonard Cohen: Beautiful losers
Fandango libri, Roma - 2003
traduzione di Francesca Lamioni
pagg. 78-79

catalogazione: G P3

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lunedì 28 aprile 2008

Cesária Évora: Jardim prometido


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domani mattina mi farò una doccia

"Domani mattina mi farò una doccia
nient'altro è certo che questo.

Un futuro d'acqua e di talco

in cui nulla succederà nulla e nessuno

busserà a questa porta. Il fiume
obliquo correrà tra i vapori ed io
come un eremita siederò

sotto la pioggia tiepida,
ma né miraggi né tentazioni

traverseranno lo specchio opaco.
Immobile e silenzioso, percorso

da infiniti ruscelli,

starò nella corrente
come un tronco o un cavallo morto,
e finirò incagliato nei pensieri

lungo il delta solitario dello spirito

intricato come il sesso di una donna."


Valerio Magrelli: Ora serrata retinae
Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano -1989

pag. 22

catalogazione: libreria in ingresso

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cara mamma

"Giovedì 18 aprile 1974

Cara mamma,
tre anni e mezzo sono passati da quando, a novantun anni, sei morta, e ora soltanto, forse, comincio a capirti. Ho trascorso l'infanzia, l'adolescenza insieme a te, sotto lo stesso tetto, e quando a diciannove anni ti ho lasciata, sono partito per Parigi, eri ancora un'estranea, per me.

Del resto, mai ti ho chiamata mamma, ti chiamavo madre, neanche mio padre l'ho mai chiamato papà. Perché? Che origini aveva quest'abitudine? Non so.

Poi, qualche volta, sono tornato a Liegi, ma per poco, la volta che sono rimasto di più è stata l'ultima, una settimana all'ospedale di Bavière, dove un tempo avevo servito messa. Giorno dopo giorno ho assistito alla tua agonia.

Ma questa parola conviene poco ai giorni che hanno preceduto la tua morte. Eri stesa nel letto, avevi intorno i parenti, o anche gente che non conoscevo. Certi giorni facevo fatica ad avvicinarmi. Ti ho osservata ore e ore. Non soffrivi. Lasciare la vita non ti faceva paura. Non recitavi rosari dalla mattina alla sera, benché ci fosse continuamente una suora vicino a te, vestita di nero, sempre allo stesso posto, immobile sulla stessa sedia.

A volte, spesso anzi, sorridevi. Ma la parola sorriso, con te, ha un senso un po' diverso da quello abituale. Guardavi noi che ti saremmo sopravvissuti, che ti avremmo accompagnato al cimitero, e un'espressione ironica ti stirava le labbra."



Georges Simenon: Lettera a mia madre
Adelphi Edizioni, Milano - 1985
traduzione di Giovanni Mariotti
pag. 9

catalogazione: G P1

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domenica 27 aprile 2008

una coppia di stelle!?!

«Alfray pensava che tu avessi contratto una malattia umana in quell'accampamento di orchi che abbiamo dato alle fiamme» gli disse Stryke. «Ma non penso che questo sia sufficiente a spiegare il tuo comportamento.» «Quale comportamento, Stryke? Non mi hai ancora detto cosa avrei fatto secondo voi.» «Eravamo a Scratch. Hai aggredito Reafdaw e Coilla, e sei fuggito con queste.» Frugò nel sacchetto strappato a Hobrow e gli mostrò la coppia di stelle. A quella vista lo sguardo di Haskeer si fece vitreo. Sussurrò: «Mettile via, Stryke». poi urlò: «Mettile via!».

Stan Nicholls: Orchi - Le legioni del tuono
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 2005

traduzione di Riccardo Valla
pag. 147


catalogazione: sul lavandino, poggiatovi dal bip che lo sta leggendo

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autostrada all'alba

"L'autostrada ha questo di bello, per me: puoi guidare senza essere proprio tu a guidare. Voglio dire che, mentre la macchina tira dritto veloce e silenziosa, tu sei distante mille miglia, con la testa immersa in una nuvola di pensieri altrettanto veloci e silenziosi. Solo il tuo corpo rimane presente, i pensieri no: se ne volano via senza rompere le scatole, per una volta.

Era quasi l'alba. O meglio, quell'ora in cui le cose sono mescolate, la notte e il giorno impigliati una nell'altro, senza confini, indecisi. Ricordavo poco di quanto era accaduto. Qua e là rivedevo un particolare, i capelli di Ron, le piastrelle di un bagno, una macchia di sangue, dei suoni, ma tutto era slegato e incomprensibile."


Mario Fortunato: Sangue
Giulio Einaudi editore, Torino - 1992

pag. 65


catalogazione: libreria bianca

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onestamente, Sansone

"Una sera Boulte rincasò e si appoggiò allo stipite del salotto, mordicchiandosi i baffi. La signora Boulte stava sistemando i fiori in un vaso. Perfino a Kashima si adotta una parvenza di urbanità.
"Bambolina - disse Boulte in tono pacato - mi vuoi bene?".
"Immensamente, disse lei, con una risata - "E me lo domandi?".
"Dico sul serio - fece Boulte- mi vuoi veramente bene?".
La signora Boulte lasciò andare i fiori e si girò di scatto."Tu vuoi che ti risponda onestamente?".
"Sììì. È quello che ti ho chiesto".
La signora Boulte parlò in tono sommesso, piatto, per cinque minuti, con estrema chiarezza: non dovevano esserci fraintendimenti. Quando Sansone abbatté le colonne di Gaza, fece una bazzecola, nemmeno lontanamente paragonabile alla prederminata demolizione da parte di una donna della propria casa, che le rovina addosso...Non c'erano piani né propositi dietro le sue parole. Le frasi scaturivano già formate e Boulte ascoltava, appoggiato allo stipite con le mani in tasca.
Quando fu tutto finito e la signora Boulte cominciò a respirare dal naso prima di scoppiare a piangere, lui rise guardando fisso davanti a sé i monti Dosehri. "È tutto? disse. "Grazie, sai, volevo solo sapere".


Rudyard Kipling: La città della tremenda notte
Adelphi Editore, Milano - 2007
traduzione di Ottavio Fatica
pagg. 148-149

catalogazione: S S4 P6

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sabato 26 aprile 2008

Lilek, Lilik, Liliçka, Linoçeka, Lilionok, Lilionoçek, Lisik, Liliatik

"Mosca, 26 ottobre 1921
Mio caro, mio diletto,

mio amato, mio ado
rato Lisik!
Approfitto della venuta di Vinokur per scriverti una vera lettera. Ho desiderio, ho nostalgia di te--ma tanta--che non so trovar pace (oggi particolarmente!) e penso solo a te. Non vado da nessuna parte, gironzolo da un angolo all'altro, guardo nel tuo armadio vuoto, niente può essere più triste della vita senza te. Non dimenticarmi, perdio, io ti amo un milione di volte più di tutti gli altri presi insieme. Non m'interessa vedere nessuno, non ho voglia di parlare con nessuno all'infuori di te. Il giorno più bello della mia vita sarà quello del tuo arrivo. Amami, bambina. Abbi cura di te, cara, riposati, scrivi se hai bisogno di qualcosa. Ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio, ti bacio.
Tuo"



Vladimir V. Majakovskij: Lettere d'amore a Lilja Brik

A
rnoldo Mondadori Editore, Milano - 1972
traduzione di Laura Boffa
pag. 27

catalogazione: libreria di fronte al divano
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attendere, prego

"Scilicet ultima semper expectanda dies homini est dicique beatus ante obitum nemo supremaque funera debet."
Bisogna sempre attendere l'ultimo giorno di un uomo e nessuno può essere detto felice prima della morte e del rito funebre.



Publius Ovidius Naso: Le Metamorfosi
Mondadori, Milano - 2002
Vol. 1, pag. 123

catalogazione: S S1 P3

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venerdì 25 aprile 2008

scegliere fra quello che c'è

"... La politica la si esercita per opposizioni, è come quando vai a votare, devi scegliere fra quello che c'è. A me è successo lo stesso, e a un diverso livello mi sono posto anch'io le domande che mi poni tu. Posso addirittura confessarti che non ho trovato tutte le risposte.

- Quel che io non capisco è come puoi metterti in un partito dove ci sono tutti quei gruppi di ladri, e a destra più che si può, puritani e tutto, come quello che mi è toccato di conoscere da vicino per disgrazia."


Manuel Puig: Pube angelicale
Giulio Einaudi Editore, Torino - 1980
traduzione di Angelo Morino

catalogazione: libreria di fronte al divano

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capodanno a Isara

"Capodanno significava [la casa di] Isara. Maiale affumicato, il profumo del fumo di legna, la polvere rossa di una stagione arida, paglia secca. Il Capodanno era vino di palma, ebiripo, ikokore...un tipo più solido, stagionato nella terra, di amore e protezione. Isara era piena di gioie insospettate, come quando il Padre tirava giù un altro minaccioso fagotto dalle travi e questo risultava essere selvaggina affumicata, senza tempo nella sua conservazione. Le nostre donne erano più scure a Isara, molto più scure. Anche buba, scialli e teli erano in quei vari toni di indaco, pure se a volte si incontrava uno scialle bianco, o un copricapo giallo vivo che faceva recedere ancora di più il volto di chi lo portava verso un'ombra antica."

Wole Soyinka: Aké o gli anni dell'infanzia
Jaca Book, Milano - 1984
traduzione dall'inglese di Carla Muschio
pag. 88

catalogazione: S S2 P5

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giovedì 24 aprile 2008

mon petit chou

"Questi problemi sono cruciali per la traduzione di testi lontani nel tempo o nello spazio. Ma per i testi moderni? Una traduzione da un romanzo francese deve dire Riva Sinistra o Rive Gauche? Short (2000: 78) fa il divertente esempio dell'espressione francese mon petit chou, e rileva che a tradurla my little cabbage, ovvero mio cavoletto si otterrebbe solo un effetto comico e tutto sommato offensivo. Egli propone in cambio sweetheart, che corrisponderebbe al nostro tesoro, ma riconosce che così facendo si perderebbe il contrasto affettuoso-umoristico, e lo stesso suono di chou (che non solo è dolce, ma suggerisce il movimento delle labbra che danno un bacio). Sweetheart o tesoro sarebbero buoni esempi di addomesticamento, ma ritengo che meglio sarebbe, visto che l'azione si svolge in Francia, straniare un poco e lasciare l'espressione originale. Forse alcuni lettori non capirebbero il significato dei singoli termini, ma coglierebbero una connotazione di gallicità, e avvertirebbero un dolce sussurro.

Umberto Eco: Dire quasi la stessa cosa
Bompiani, Milano - 2003
pag. 174

catalogazione: libreria bianca


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brivido

"Se vi sono infinite condizioni cosmologiche iniziali ed esse sono sufficientemente casuali, qualunque cosa abbia probabilità non nulla di accadere accadrà da qualche parte; anzi si verificherà un numero infinito di volte."





John D. Barrow e Frank J. Tipler: Il principio antropico
Adelphi Editore, Milano - 2002
pag. 31

catalogazione: SU scaletta-studio Ugo

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mercoledì 23 aprile 2008

Bill Evans: Blue in green


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coi ferri ai polsi

"Quella mattina il mare aveva il colore dell'inchiostro, a Palermo. Così.
Il tre dicembre alla Cala, acqua e cielo, cielo e acqua, sembravano volersi accarezzare. Non una pallida luce all'orizzonte. Solo un colore nero. Nero. Troppo nero. Profondo. Come l'inchiostro di un pennino. Certo, era dicembre. Il 3 dicembre 1926.
In Sicilia l'inverno è un capriccio dell'estate, dicono. Ma non quel giorno.
Ha freddo l'uomo dalla grande testa stretto nella sua giacchetta di panno. Se ne sta lì, come un gabbiano, accoccolato sulla bitta del molo sud, quello del vaporetto per Ustica.
Erano gli occhialini a spiccare. Quanto al portamento, ai capelli un po' scompigliati e a tutto il resto, si capiva subito che non era un coatto, un criminale comune. Piuttosto, l'avresti detto professorino, impiegatuccio o uno di quei tipi strampalati, amante di viaggi e avventure. Un continentale, comunque. Coi ferri ai polsi."


Massimiliano Melilli: Punta Galera - Il romanzo di Antonio Gramsci a Ustica
Giunti Editore, Firenze - 2001

catalogazione: C S2 P6

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martedì 22 aprile 2008

attualità

"Verbalismo: Tendenza -presente specialmente nei movimenti e nelle correnti di sinistra e condannata come velleitaria- ad abbondare in parole e a non cimentarsi nel concreto della lotta politica, sì da favorire l'avversario, la destra."




Giovanni Di Capua: Le parole della politica
EBE Edizioni, Roma - 1986
pag. 483

catalogazione: S S1 P10

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lunedì 21 aprile 2008

www.solletico

"Per molti fare o ricevere solletico ha connotazioni sessuali. Nella nostra ricerca non abbiamo fatto domande specifiche sul solletico, ma molti lo hanno menzionato quando abbiamo chiesto di ricordare episodi di risate che erano rimaste nella memoria. Gli adolescenti e i giovani adulti amano particolarmente fare il solletico a una persona del sesso opposto, lo vedono come una possibile apertura ad altri giochi sessuali....La connessione tra solletico e sessualità è confermata anche dalla presenza di siti dedicati al solletico in Internet, reperibili alla voce inglese "tickle". Si va dai siti porno dedicati ai sadomasochisti, a chatline, a video di uomini belli, legati e sottoposti alla tortura del solletico o di donne che fanno solletico a uomini o ad altre donne, fino a storielle sul solletico."

Donata Francescato: Ridere è una cosa seria
Mondadori, Milano - 2002
pag. 84

catalogazione: S S5 P7

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domenica 20 aprile 2008

Tunisi

"1° ferro e ferri dispari, rovescio del lavoro: *filo davanti, 1 maglia passata a rovescio, 1 gettata * terminare con 1 gettata. (In questo ferro le maglie non si lavorano).

2° ferro e ferri pari: * lavorare in una maglia a diritto ritorto la gettata assieme alla maglia passata (con il ferro destro prendere a rovescio la gettata assieme alla maglia passata, ma tenendo il filo dietro, poi far scivolare il ferro sinistro sopra il ferro destro e lavorare le 2 maglie in una maglia a diritto) *.

Maria Rosa Giani: Maglia: ferri e uncinetto 3° tutto punti
Rizzoli editore, Milano - 1967
supplemento al n. 27 di Annabella del 30 giugno 1967
pag. 25

catalogazione: libreria di fronte al divano


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vedere le cose come sono

"The whole approach of Buddhism is to develop trascendental common sense, seeing things as they are, without magnifying what is or dreaming about what we would like to be."









Chö
gyam Trungpa: The myth of freedom and the way of meditation
Shambala Publications, Boston - 1976
pagg. 4-5

catalogazione: una delle librerie in soggiorno (ultimo ripiano)

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Talking Heads - Take me to the river


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sabato 19 aprile 2008

nuovi governanti

"Papà Ubu: Prima di tutto devo riformare la giustizia, dopo di che procederemo con le finanze.
Molti Magistrati: Noi ci opponiamo ad ogni cambiamento.
Papà Ubu: Merde! Innanzi tutto i magistrati non saranno più pagati.
Quattro Magistrati: E di che vivremo? Siamo poveri, noi.
Papà Ubu: Avrete le multe che comminerete e gli averi dei condannati a morte.
Un Magistrato: Che cosa orribile!
Secondo: Infame.
Terzo: Scandalosa.
Quarto: Indegna.
Tutti: Ci rifiutiamo di giudicare in simili condizioni.
Papà Ubu: Alla botola, i magistrati!
(Si dibattono invano.)
Mamma Ubu: Eh! Che fai, Papà Ubu? Chi farà giustizia?
Papà Ubu: Tò! io. Vedrai come funzionerà.
Mamma Ubu: Sì, meravigliosamente
Papà Ubu: Avanti, statti zitta, pappona. Ed ora noi, signori, andiamo ad occuparci delle finanze.
Phinanzieri: Non c'è niente da cambiare.
Papà Ubu: Come! Voglio cambiar tutto, io. Prima di tutto voglio tenermi la metà delle imposte.

Alfred Jarry: Tutto il teatro
Newton Compton editori, Roma - 1982
traduzioni di L. Barletta, L. Chiavarelli, L. Crepax, O. Vavrà

pagg. 150-151


catalogazione: libreria in ingresso


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venerdì 18 aprile 2008

une lettre impertinente

"Faudra-t-il attendre une réponse? me demanda Joseph (mon domestique s'appelait Joseph, comme tous les domestique).
-Si l'on vous demande s'il y a une réponse, vous direz que vous n'en savez rien et vous attendrez."
Je me rattachais à cette espérance qu'elle allait me répondre.
Pauvres et faibles que nous sommes!
Tout le temps que mon domestique resta dehors, je fus dans une agitation extrême. Tantôt me rappelant comment Marguerite s'était donnée à moi, je me demandais de quel droit je lui écrivais une lettre impertinente, quand elle pouvait me répondre que ce n'était pas M. de G. qui me trompait, mais moi qui trompais M. de G; raisonnement qui permet à bien des femmes d'avoir plusieurs amants."


Alexandre Dumas fils: La dame aux camélias
Calmann-Levy, Paris - 1900
pag. 136

catalogazione: S sopra anfora
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giovedì 17 aprile 2008

al trucco

"La vede come se fosse adesso, seduta davanti allo specchio, che si osserva attentamente mentre si mette il rossetto sulle labbra, contraendole insieme, uno sguardo intento come se lo stesse assaporando. Poi, alzandosi per indossare il sari, la sua mano sinistra abilmente compone le pieghe, trattiene il respiro per ripiegarle, le appiattisce, le alliscia. Il sari che indossa deve essere di Kalyani; Gopal capisce che l'ha stirato da sé e in fretta perché sono rimaste delle grinze."

Shashi Deshpande: Questione di tempo
Theoria, Città di Castello - 1999
traduzione dall'inglese di Serena Betti
pag. 124

catalogazione: G P2

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mercoledì 16 aprile 2008

la voce

"Il lavoro del cantante non è, come invece lo è quello degli altri artisti, avvolto nel mistero.

Si svolge davanti a un pubblico, è spiato da quelle stesse persone cui viene destinato, da quegli stessi individui che deve sedurre, sbalordire e affascinare. Il cantante maneggia davanti a tutti la materia di cui si serve; la plasma e l'esibisce nel medesimo tempo, istantaneamente.

È l'unico artista che si sottomette a questa regola. Il pittore, il musicista, lo scrittore, tutti gli artisti, operano in solitudine, nel silenzio e nella serenità del tempo tutto libero e loro.

Possono correggere, possono rifare, possono anche rivedere e ritoccare l'opera che stanno compiendo...Non è la stessa cosa per il cantante: è quando lo si ascolta, è nell'istante in cui lo si giudica che egli crea dal nulla sia la materia che la forma della sua arte... Il cantante non può concedersi esitazioni o pentimenti, nessuna rettifica. In un attimo fuggente e solo grazie ad un lavoro istintivo, prodigiosamente rapido, nel quale vanno coordinati molti atti fisiologici distinti, egli deve dare alla sua materia non solo la bellezza plastica -c'è molta modellazione "plastica" nel canto- non solo deve dotarla, quella materia vocale, di una bellezza sonora, deve anche caricarla d'emozioni, di idee, di poesia."


Reynaldo Hahn: Lezioni di canto
Marsilio Editore, Venezia - 1990
traduzione dal francese di Giovanni Morelli
pag. 29


catalogazione: C S1 P7
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martedì 15 aprile 2008

invidia

"“Io ero uno sguattero, Maestà”. “Be’ , adesso non lo è più. Lei è il mio factotum”.
Norman cercò la parola sul dizionario che adesso la regina teneva sempre sullo scrittoio. 'Persona che svolge varie mansioni godendo della piena fiducia del datore di lavoro'.

Il nuovo factotum aveva una sedia in corridoio, vicino all’ufficio di Sua Maestà, e quando non era di servizio o in giro per commissioni, passava il tempo a leggere. Il che lo mise in cattiva luce con gli altri paggi, che lo consideravano uno scansafatiche non abbastanza bello per quel ruolo così ambito."


Alan Bennett: La sovrana lettrice
Adelphi Edizioni, Milano - 2007
traduzione di Monica Pavani
pag. 25

catalogazione: comodino

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lunedì 14 aprile 2008

mal di denti?

“I midolli dei denti erano una sorta di nervetti con cui il baco alimentava le sue larve e fabbricava i suoi bozzoli, e per questo motivo occorreva bruciacchiarli con cauteri o sminuzzarli meticolosamente con gli scarnatoi. Utrilla però aveva scoperto che le spine delle tunas o dei fichi d’India erano più sottili e allungate di qualsiasi ago, e prima di bruciare i midolli frugava con quelle nelle cavità più fonde dei denti, pungendo fino alle gengive attraverso quegli orifizi perforati dai vermi. Il signor inquisitore sì che era un paziente tollerante: incassava senza batter ciglio ciascuna delle spine che coscienziosamente gli infilava nei denti.”

Fernando Iwasaki: Il tarlo dei denti
Bollati Boringhieri, Torino - 2005
traduzione dallo spagnolo di Anna Maria Farinato
pag. 72

catalogazione: comodino

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conquistatori

“Forse, come tutti i soldati conquistatori di questo mondo, presumevo di conoscere la psicologia dei conquistati. Mi sentivo troppo diverso da loro, per ammettere che avessero altri pensieri oltre quelli suggeriti dalla più elementare natura. Forse reputavo quegli esseri troppo semplici… Perché non capivo quella gente? Erano tristi animali, invecchiati in una terra senza uscita, erano grandi camminatori, grandi conoscitori di scorciatoie, forse saggi, ma antichi e incolti. Nessuno di loro si faceva la barba ascoltando le prime notizie, né le loro colazioni erano rese più eccitanti dai fogli ancora freschi di inchiostro. Potevano vivere conoscendo soltanto cento parole. Da una parte il Bello e il Buono, dall’altra parte il Brutto e il Cattivo. Avevano dimenticato tutto delle loro epoche splendide e soltanto una fede superstiziosa dava alle loro anime ormai elementari la forza di resistere in un mondo pieno di sorprese.”

Ennio Flaiano: Tempo di uccidere
Rizzoli, Milano - 1989
pag. 26

secondo me: un gran libro

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Acquaragia Drom: Traden Roma


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domenica 13 aprile 2008

tentatrici

“Temo per quello che gli uomini di Chiesa un giorno potranno arrivare a fare con le donne come me. Non solo perché siamo donne: così Dio ci ha creato. Ma perché tentiamo voi che siete uomini. Tu ritieni che Dio prediliga gli eunuchi e i castrati agli uomini che amano una donna. Sii cauto nel lodare la creazione divina, perché Dio non ha creato l’uomo affinché si castrasse.”

Jostein Gaarder: Vita brevis
traduzione dal norvegese di Roberto Bacci
Longanesi & C., Milano - 1998
pagg. 161-162

secondo me: limpido

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