mercoledì 31 dicembre 2008

gli orrendi comunisti

"Mio nonno era repubblicano, non nel senso antimonarchico o antifranchista del termine, ma semplicemente perché votava per il partito di Ugo La Malfa. Mia nonna, ahimé, era democristiana, ma come per metà delle persone che votavano quel partito la politica non contava: contava solo il crocefisso. Esclusa quindi mia nonna da ogni possibile dialogo, restava mio nonno, il cui moderato laicismo mi faceva sperare in un giudizio abbastanza attendibile su personaggi come i Kropoff, che naturalmente per mia nonna erano solo bravissime persone che gli orrendi comunisti avevano ingiustamente vessato."

Michele Mari: Verderame
Einaudi, Torini - 2007
pag. 95

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martedì 30 dicembre 2008

correggere i capricci della sorte...

"La natura ci ha fatto nascere tutti uguali, Sophie; se la sorte si compiace di sconvolgere l'ordine primo delle leggi universali, tocca a noi correggerne i capricci e riparare grazie alla nostra accortezza alle prepotenze dei più... Mi piace sentirli, i ricchi, i giudici, i magistrati, mi piace vederli predicare a noi la virtù; è difficile proteggersi dal furto allorché si possiede tre volte di più di quanto non serva per vivere; è difficile non concepire mai l'assassinio quando non si è circondati che da adulatori o da schiavi sottomessi; enormemente arduo essere sobri e temperanti quando si è inebriati di voluttà, circondati da piatti succulenti; essi duran fatica a essere franchi, poiché non hanno mai alcun interessa a mentire."

Donatien Alphone F. marquis de Sade: Le sventure della virtù - Justine
Sugar editore, Milano - 1967

traduzione di Emilio Carizzoni

pag. 47


catalogazione: libreria londinese della Titta

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lunedì 29 dicembre 2008

sensi di colpa

"Ebbi una sensazione strana. Perché andavo da Rasumichin? La ragione era questa: se in seguito venissi accusato, interrogato, se mi venisse chiesto perché, pur essendomi sentito male ed essendo perfino svenuto, ero stato fuori tutto il giorno, avrei potito rispondere che, spinto dalla fame, ero andato a chiedere quelche soldo in prestito a un mio compagno che abita molto lontano, nell'isola Vassiliewskii, sulla piccola Neva. Naturalmente il mio compagno avrebbe potuto attestare che ero andato a chiedergli del denaro e allora non vi sarebbe stato nulla di sospetto nella mia lunga assenza da casa."

Fedor Dostoevskij: Diario di Raskolnikov
Longanesi & C., Milano - 1955

traduzione di Vittoria de Gavardo

pagg. 54-55


catalogazione: libreria londinese della Titta

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domenica 28 dicembre 2008

antipoesie...

"Struzzo

A proposito di fucile
Avete visto passare da qui
Uno struzzo con la testa di pollo?
È il fantasma della mia signora madre.


Coro

Non si può condannarci tutti in blocco
La verità è che noi abbiamo fatto

Tutto l'umanamente possibile
per mantenerci fedeli a qualche cosa
Noi non siamo responsabili di niente.


Acta est fabula

Cristo morí di morte naturale

Nessuno pensò mai di crocifiggerlo."

Nicanor Parra: Antipoesie
Giulio Einaudi editore, Torino - 1974
a cura di Hugo García Robles e Umberto Bonetti

pagg. 185-189


catalogazione: libreria londinese della Titta

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sabato 27 dicembre 2008

...lei gli chiese dell'aula 24

"Alla donna della carrozza non pensava più - o s'immaginava di averla dimenticata. Ma per caso un giorno la rivide - ed ebbe paura. Poiché fu come incontrare, fatto vivente, un quadro che si è lasciato in custodia in una data sala di un dato museo, o come incontrare un pensiero dimenticato che riposa in una regione profonda e nascosta della memoria. Non sapeva più chi fosse quando, in un corridoio dell'università, lei gli chiese dell'aula 24. La riconobbe solo quando fu sparita. Come una stella lontana, aveva impiegato alcuni secondi per colpire la sua retina. La seguì. Nell'aula buia qualcuno teneva una lezione su un qualche pittore, qualcuno mostrava una qualche diapositiva e l'oscurità era come una seconda stanza più stretta dentro la sala. Quasi li racchiudeva insieme più vicini l'uno all'altro."

Joseph Roth: Il profeta muto
Adelphi edizioni, Milano - 1978

traduzione di Laura Terreni

pag. 46


catalogazione: libreria londinese della Titta

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venerdì 26 dicembre 2008

la macchina è il frutto perfetto della mente

"Se si ha l'amore in corpo, non serve giocare a flipper. L'amore esige una tensione tale che non c'è più bisogno di rivaleggiare con una macchina, con la quale del resto non si può che perdere. C'è una donna immobile sotto la pioggia, segno che il suo amante l'ha lasciata. Lei non ce l'ha fatta, ecco il punto, a legarlo a sé. L'amore costa fatica, proprio vero. Si è liberi soltanto nelle limitazioni. E non c'è cosa più terrificante dell'aver paura del terrore. Detto altrimenti: essere lasciati non ti fa piombare nella solitudine come quando si è presi dall'angoscia che sta finendo; perché quell'angoscia evoca un clima in cui tu hai addosso l'angoscia del terrore. Sarebbe bello smonatre la cosa nei suoi particolari, e poi rimontarla come prima. Bisogna sempre partire dalla situazione in cui si è. Non aver utopie è già un'utopia. Sognare un amore vero è proprio un bel sogno, ma le stanze hanno sempre quattro pareti, le strade sono quasi tutte asfaltate e per respirare c'è bisogno dell'ossigeno. Già - la macchina è il frutto perfetto della mente. Io ho deciso di ricominciare a giocare al flipper, e lascio vincer l'aggeggio, che importa, alla fine sono io che vinco."

Rainer Werner Fassbinder: I film liberano la testa
Ubulibri, Milano - 1992

traduzione di Roberto Menin

quarta di copertina


catalogazione: libreria londinese della Titta

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giovedì 25 dicembre 2008

pom poms

"I think pom poms are a great way to trim handmade pieces. You can buy ready-made ones, and you can also buy pom pom-making kits, but it's simple enough to make your own.

Get two pieces of circular cardboard with a central hole cut out of the middle (i.e., something that looks like
a flat doughnut). Hold the pieces together and wrap your yarn around the ring of the 'doughnut', until the whole ring is covered. Cut through the loops of yarn on the outside of the ring (pull the two pieces of cardboard apart and cut the yarn between them). Then take a length of yarn and tie it firmly between the two cardboard pieces. Fasten with a secure knot. Cut out the cardboard pieces, and fluff up the pom pom so it's a nice round shape.

Pom poms make a great finishing touch to a handmade piece, whether made from the same yarn or in some contrast yarn."

Jenny Hill: Two balls or less
David & Charles Ltd., Cincinnati, OH - 2007
pag. 24

catalogazione: appena regalatomi dal Bip per Natale


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mercoledì 24 dicembre 2008

giorni difficili

"Una volta l'alba ci colse sulla riva di un rigagnolo, privo quasi di vegetazione. Passammo un giorno difficile in quella località, in una valle prossima a Las Mercedes, che credo si chiami La Majagua (i nomi sono ora un poco incerti nella mia memoria) e durante la notte giungemmo alla casa del vecchio Emiliano, uno dei tanti contadini che in quell'epoca, vedendoci, si spaventavano sempre enormemente, ma che poi si giocava la vita per noi e contribuiva col suo lavoro allo sviluppo della nostra rivoluzione.

Era un periodo di pioggie continue sulla Sierra e tutte le notti ci infradiciavamo fino all'osso, per cui decidemmo alla fine di rifugiarci nelle case dei contadini, nonostante il pericolo costituito dalle guardie che infestavano la zona.

L'asma era tanto forte che mi rendeva assai faticoso camminare e dovemmo dormire in un piccolo campo di caffè, prossimo a una casa contadina in cui ristorammo le nostre forze."

Ernesto Che Guevara: Sulla Sierra con Fidel
Editori Riuniti, Roma - 1965
traduzione di Ignazio Delogu
pagg. 44-45

catalogazione: libreria londinese della Titta
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auguri!

All-day Cocktails: i Classici

Margarita
Preparazione: nello shaker
Ricetta: 
4 cl di Tequila
2 cl di Cointreau o Triple sec
1 cl di succo di limetta
Bicchiere: coppa da cocktail
Guarnizione: sale sul bordo
Nota: può essere usata tequila bianca o gialla invecchiata


Markus Eichbichler: Cocktails semplici e professionali
Athesia editrice, Bolzano - 1992
traduzione di Roberto Candotti
pag. 34

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martedì 23 dicembre 2008

cocchiere di diligenza

"Uno scrittore americano, Washington Irving, ci ha lasciato una descrizione dell'aspetto tipico del cocchiere inglese: 'Dovunque si veda un cocchiere di diligenza inglese, non può essere scambiata colle persone di qualsiasi altra vocazione o mestiere. Ha di solito una faccia piena e larga, curiosamente pezzata di rosso, come se un vitto eroico avesse forzato il sangue di ogni poro; è gonfiato a dimensioni esuberanti da frequenti libazioni di bevande a base di malto, e la sua corpulenza è ancor più accentuata dalla molteplicità di giacche e cappotti in cui è seppellito come un cavolfiore, l'indumento superiore giungendo fino alle calcagna. Porta un cappello d'ampia falda e cocuzzolo schiacciato, un grande avvolgimento di fazzoletto colorato attorno al collo, sapientemente annodato e infilato nel petto, e d'estate reca un copioso mazzolino di fiori all'occhiello, probabile dono di qualche contadinella innamorata."

Mario Praz: Fiori freschi
Garzanti editore, Milano - 1982
pag. 151

catalogazione: libreria della Titta a Londra

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lunedì 22 dicembre 2008

impressione temporale

"I ricordi dell'infanzia consistono presso tutti, credo, in una serie di impressioni visive molte delle quali nettissime, prive però di qualsiasi senso cronologico. Fare una 'cronaca' della propria infanzia è, credo, impossibile: pure adoperando la massima buona fede si verrebbe a dare una impressione falsa, spesso basata su spaventevoli anacronismi. Quindi seguirò il metodo di raggruppare gli argomenti, provandomi a dare un'impressione globale nello spazio piuttosto che nella successione temporale. Parlerò degli ambienti della mia infanzia, delle persone che la circondarono; dei miei sentimenti, dei quali non cercherò a 'a priori' di seguire lo sviluppo."

Giuseppe Tomasi di Lampedusa: Racconti
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1961
pag. 97

catalogazione: libreria della Titta, a Londra, dove siamo ospitati
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domenica 21 dicembre 2008

focaccia with pancetta

"Follow the recipe on the previous page, omitting the rosemary and sea salt.
During the first rising, grill the pancetta or bacon, discarding any rind and small pieces of bone. Drain and cool on kitchen paper, then chop finely and sprinkle with coarsely ground black pepper.

Knock back the risen dough and knead in the pancetta or bacon. Roll out the dough to fit the tin, then proceed as in the main recipe, drizzling with olive oil to fill the dimples and sprinking with sea salt and coarsely ground black pepper. Bake, then cool, as in the main recipe."

Linda Collister: Flavored breads
Ryland Peter & Small, London - 1997

Photography by Patrice de Villiers

pag. 16


catalogazione: la libreria in cucina della Titta, della quale siamo ospiti a Londra
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sabato 20 dicembre 2008

né più né meno che terrestri...

"— Ma sono umanoidi? — chiese Donna Isabella.
— Su questo non c'è dubbio. A una distanza di cento metri è difficile distinguerli da un terrestre.

— E ho sentito dire che sono, in un certo senso, artisti — insisté Donna Isabella. — È proprio vero? Voglio dire, capiscono il processo creativo, la sublimazione dei fatti in simboli e l'uso dei simboli per suggerire delle emozioni?

— Perfettamente, benché anche in questo ci sia una grande differenza da tribù a tribù; infatti una delle caratteristiche più curiose della vita su Zade è l'assenza più assoluta di scambi culturali. Ogni tribù è sufficiente a se stessa, e si interessa ai vicini molto raramente, e solo per procurarsi degli schiavi.

Donna Isabella si accigliò.

— Voi pensate dunque che dando delle rappresentazioni per gli abitanti di Zade potremo trovarci in pericolo?"

Jack Vance: L'opera dello spazio
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1983

traduzione di Enrica La Viola
pag. 81


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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venerdì 19 dicembre 2008

una volta c'era...

«Nella scatola di latta sepolta vicino alle pietre del sentiero».

«Quello che la mamma ha tirato su l'anno scorso?».

«No, scemo. Quello che ha tirato su anni fa, quando ha fatto piazza pulita delle serre».


«Quello lungo la siepe di bosso!».


«Quale siepe di bosso?».


«Te la ricorderai, la siepe di bosso! Andava da dove un tempo c'era il liburno a dove ha sradicato la mimosa».


«Ah, sì!». Lo sguardo confuso di Barbara si era illuminato. «Non c'è da così tanto tempo che me n'ero dimenticata. Sì, proprio quel sentiero là. Bene, devi andare dove passava una volta...».


«Dopo quella bellissima panchina di legno?».


«Panchina di legno?».


«Be', adesso ovviamente non c'è più» aveva risposto seccamente William.


«Ah, sì! Dove c'era quella bellissima panchina di legno. E poi devi girare a destra dove una volta c'era il ciliegio in fiore. Lì dovresti trovare una discesa, dove prima c'erano i gradini...»


Anne Fine: Villa Ventosa

Adelphi edizioni, Milano - 2000

traduzione di Olivia Crosio

pag. 87


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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giovedì 18 dicembre 2008

qualcuno somigliante a un eremita

"Il mio compagno arrivò a Dingri prima di me. Chiese al guardiano del caravanserraglio se fosse venuto qualcuno di simile a un eremita. Il guardiano rispose:

«Non è venuto. Ma chi dice eremita dice amante di vino schietto. Nel paese di fronte, c'è una festa. Vacci. Se non hai una coppa, io posso imprestartene una».


E gli prestò una coppa fonda di colore grigio, enorme come la testa del dio della morte. Portando con sé la coppa, il mio compagno andò nella casa dove c'era il festino e, siccome io ero lì, in fondo alla fila dei convitati, venne a mettersi vicino a me. Mi disse:


«Perché non sei venuto all'appuntamento fin da ieri?».
«Ieri ero andato a mendicare. Un cane mi ha morso la gamba e non ho potuto camminare in fretta. Ma non è niente»."

Jacques Bacot (a cura di): Vita di Milarepa
Adelphi edizioni, Milano - 1984
traduzione di Anna Devoto

pag. 41

catalogazione: libreria a fianco del divano

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mercoledì 17 dicembre 2008

la regina ha bisogno di spazio!

"Presentando la regina, l'abbiamo descritta come una forza attaccante, che inizia le offensive, le coordina e le porta a termine. Tuttavia una regina in campo non è l'unico guerriero! Fino a che l'offensiva non è stata preparata come si deve, non affrettatevi a introdurre nel gioco (a sviluppare) la regina.

Questo è il primo precetto di inizio partita. Alla regina, come alla torre, occorrono un profondo canale d'accesso e linee aperte, spazio; e in apertura di gioco, nel pigia-pigia, nei bassi fondali, è meglio non fare avanzare pezzi potenti e preziosi, perché non finiscano nelle secche."


J. Averbach - M. Bejlin: Lezione di scacchi
Rizzoli, Milano - 1990

traduzione di Orazio Reggio

pag. 154


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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martedì 16 dicembre 2008

una vita profondamente positiva

"Yoga è un'arte raffinata e come ogni altra arte raffinata, cerca di esprimere l'abilità dell'artista al livello massimo raggiungibile, - ma con una differenza. Gli artisti hanno bisogno di un violino o di un pennello, per esprimere la loro arte. Gli unici strumenti dello Yogi sono il corpo e la mente. Yoga è una scienza per la quale sono state elaborate alte tecniche, basate su principii ben sperimentati. È la scienza che insegna come unire corpo, mente e spirito. Esso stabilisce una elevata, intelligente comunicazione, o - meglio - la perfetta comunione fra il corpo e la mente e fra la mente e l'anima. Quindi esso porta ad una perfetta comprensione della natura, cosicché si vive una vita profondamente positiva. Così un individuo è in pace con se stesso e con i suoi simili."

B.K.S. Iyengar: Lo yoga la mia vita
Il Mutamento Pubblicazioni, Orvieto- 1984
traduzione della Comunità Neoindiana che dimora in Realpa, Terra d'Umbria

pag. 126


catalogazione: libreria in camera da letto

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lunedì 15 dicembre 2008

approcci traduttivi

"She leant back in her chair. How terrible old age was, she thought; shearing off all one's faculties, one by one, but leaving something alive in the centre: leaving—she swept up the press cuttings—a game of chess, a drive in the park, and a visit from old General Arbuthnot in the evening.

Due diverse traduzioni del testo, indicate con TA1 (Garzanti, Milano 1981, trad di G. De Angelis, ristampa di Mondadori, Milano, 1955) e TA2 (Newton Compton, Roma 1994, trad. di P. Faini) dimostrano come il diverso approccio traduttivo produca risultati diversi.


TA1

Si appoggiò allo schienale della sedia. È terribile la vecchiaia; ti ottunde le facoltà, a una a una, lasciando pur sempre qualcosa di vivo al centro dell'essere; ti lascia la partita a scacchi; la giratina nel parco e la visita del vecchio generale Arbuthnot. Eleanor raccolse i ritagli di giornale.


TA2

Si appoggiò allo schienale. Che cosa terribile è la vecchiaia, pensò; ottenebra tutte le facoltà, una a una, ma ti lascia qualcosa di vivo nel fondo; ti lascia—e raccolse i ritagli—una partita a scacchi; una passeggiata nel parco, una visita del vecchio generale Arbuthnot, la sera."


Paola Faini: Tradurre
Carocci editore, Roma - 2004

pag. 167


catalogazione: libreria di fianco al computer

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domenica 14 dicembre 2008

wash on Monday...

"Any woman who wants to have time for special activities and hobbies must have a working schedule. Otherwise she will be continually at loose ends and her work never finished. Hit-or-miss housekeeping results in frazzled nerves, ineffective work, wasted time, cross children and unpleasant husbands.

On the other hand, don't make your schedule do detailed and exact that you are hard pressed to follow it. Block in the main things. Should your schedule hopelessly elude you, do not attempt to catch up with it. Sit tight for a few days and let it come round to you.

The old jingle, incidentally, goes: Wash on Monday, iron on Tuesday, mend on Wednesday, upstairs on Thursday, downstairs Friday, bake on Saturday, church on Sunday. Turn it around any way you want, but do have a plan."

Alma Chesnut Moore: How to clean everything
Simon and Schuster, New York - 1968

pag. 152

catalogazione: preso in prestito dalla libreria di Susan (era troppo attraente per non tirarlo fuori da lì)
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sabato 13 dicembre 2008

il dolore delle donne

"Fra tutti quanti sono animati ed hanno intelletto noi donne siamo la specie più sventurata; per prima cosa dobbiamo, con gran dispendio di beni, comprarci uno sposo e prenderci un padrone del nostro corpo; questo è un male ancor più doloroso dell'altro. E in questo c'è un rischio gravissimo: se il marito lo si prende cattivo oppure buono. Per noi donne, infatti, la separazione è un disonore, né si può ripudiare lo sposo. Giunta, poi, tra nuovi costumi e nuove leggi, la donna deve essere un'indovina per sapere - a casa sua non può averlo appreso - di che natura sia il compagno di letto con il quale dover al meglio trattare. E se noi riusciamo a conseguire bene tale intento e il marito convive con noi sopportando il giogo senza sforzo, allora la vita è invidiabile; altrimenti bisogna morire. Un uomo, quando sente fastidio di stare in casa con i suoi familiari, esce fuori e solleva il cuore dalla noia. Per noi, invece, è destino volgere lo sguardo verso una sola persona. E dicono di noi che viviamo in casa una vita senza pericolo, mentre loro combattono in guerra; ma ragionano male. Giacché preferirei stare tre volte presso lo scudo piuttosto che partorire una volta sola!"

Euripide: Medea Bur, Milano - 1997
introduzione di Vincenzo di Benedetto
traduzione di Ester Cerbo

pagg. 127-129


catalogazione: la libreria di Sara
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indizi certi

"È consuetudine dello spirito umano, quando in esso è affiorata un'immagine, cercare e trovare diligentemente i colori per dipingerla a tinte sempre più vive, e questo accadde anche alla Scuderi, la quale, esaminando il comportamento di Madelon e ogni circostanza del fatto nei minimi particolari, trovò di che alimentare quel sospetto. Così quel che finora aveva considerato prove d'innocenza e d'integrità le parvero indizi certi di empia malvagità e di studiata ipocrisia."

Ernst Theodor Amadeus Hoffmann: La Signorina Scuderi
l'Unità/Theoria, Roma - 1994
traduzione di Maria Paola Arena
pag. 53


catalogazione: libreria in ingresso

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venerdì 12 dicembre 2008

infezione

"Poiché, dopo che i reni hanno infettato il cuore, il cuore immediatamente restituisce l'infezione e la trasmette ai polmoni, dove essa si manifesta con brividi e febbre; e ne deriverà la morte dopo tre anni. In questo modo le malattie colpiscono gli organi che si succedono nell'ordine. Ma queste malattie che terminano bruscamente dopo essersi diffuse non necessariamente devono essere state curate. O, forse, quando si sono diffuse e sottoposte a cambiamenti, non v'erano più organi secondari. E quando non ci sono più organi secondari nei quali penetrare, allora (le cinque emozioni): tristezza, paura, pietà, gioia ed ira non possono più mutarsi in quelle ad esse secondarie e perciò provocano nell'uomo una malattia grave."

Huang Ti Nei Ching Su Wen: Canone di medicina interna dell'Imperatore Giallo
Edizioni Mediterranee, Roma - 1987
traduzione di Ferro Ledvinka
pag. 211


catalogazione: libreria in ingresso
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giovedì 11 dicembre 2008

morte di una macchina

"Il colpo partì, così secco e brutale che a Grange, steso contro il cannone, parve di sentire l'impatto ammaccargli la spalla.Un cupo singhiozzo scosse la macchina, che vomitò di colpo dall'arma una rosa di lunghi filamenti di carta, simili a serpentelli, poi il cofano deviò verso la banchina di destra, andando giù a capofitto, e, sbandando senza tuttavia ribaltarsi, s'immobilizzò definitivamente contro il ceduo.

«Béccati questo!» ringhiò Gourcuff, a denti stretti, e con il crepitio sussultante, furibondo, d'una motocicletta che parte in un garage angusto, svuotò sul relitto mezzo caricatore.


Nel cerchio del binocolo, dietro il parabrezza in briciole, il sedile pareva vuoto, ma i rami che spuntavano dal ceduo impedivano di vederlo distintamente. Una delle ruote anteriori era forata. Del resto, già la prima occhiata fugava ogni dubbio: la macchina era morta come può essere morto un uomo, già sposata alle erbacce, cancellata, consunta da un pallido scolorimento, dato probabilmente dalla polvere del parabrezza in frantumi; pareva avvolta nelle ragnatele. "


Julien Gracq: Una finestra sul bosco
Serra e Riva editori, Milano - 1990

traduzione di Giuseppe Lucchesi
pagg. 160-161


catalogazione: libreria dietro il computer

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mercoledì 10 dicembre 2008

morale oggettiva e morale soggettiva

"Bogačevsky mi esortava spesso a non adottare nessuna delle convenzioni in uso nell'ambiente nel quale vivevo, e neanche quelle di nessun altro ambiente.

Egli diceva:


«Sono le convenzioni di cui siamo imbottiti che costituiscono la morale soggettiva. Ma una vita vera esige la morale oggettiva, che può venire soltanto dalla coscienza.


«La coscienza è la stessa dovunque: qui è come a Pietroburgo, come in America, nella Kamčatka o nelle isole di Salomone. Oggi sei qui, ma domani puoi essere in America. Se hai una vera coscienza, e se ad essa adegui la tua vita, dovunque tu sia, tutto andrà bene.


«Sei ancora molto giovane; non sei ancora neppure entrato nella vita. Pazienza se di te si dice che sei maleducato: poco importa che tu non sappia fare l'inchino, né parlare delle cose come si usa parlarne, purché nell'età adulta, quando comincerai realmente a vivere, tu abbia una vera coscienza, cioè la base stessa di una morale oggettiva."


Georges I. Gurdjieff: Incontri con uomini straordinari
Bompiani, Milano - 1986

traduzione di Gisèle Bartoli

pagg. 112-113

catalogazione: libreria in camera da letto

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martedì 9 dicembre 2008

a lezione da Caligola: non si possono mettere il Tesoro e la vita sullo stesso piano

ATTO I - SCENA VI ***
Intendente (con voce incerta) Noi... noi ti cercavamo, Cesare.

Caligola (secco e deciso) Lo vedo.

Intendente Noi... cioè...

Caligola (duro) Che volete?

Intendente. Eravamo preoccupati, Cesare.

Caligola (furioso, andandogli incontro) Con che diritto?

Intendente Beh, insomma...
(Colto da improvvisa ispirazione, tutto d'un fiato) Sì, tutto sommato, sai che ci sono da sistemare certi problemi che riguardano le finanze pubbliche, il Tesoro.

Caligola (scoppiando a ridere) Il Tesoro? Ma certo, è vero, il Tesoro! È d'importanza capitale il Tesoro!

Intendente (soddisfatto) Ma certo Cesare, certo.

Caligola (continuando a ridere, a Cesania sua quarta moglie) Non è vero, cara? Non è vero che il Tesoro è fondamentale?

Cesonia (dolcemente) No, Caligola. Non fino a questo punto.

Caligola Non capisci niente. Il Tesoro è di un interesse estremo. È tutto così importante: le finanze, la morale pubblica, la politica estera, le spese militari, le leggi agrarie! Tutto fondamentale, te lo dico io. Tutto sullo stesso piano, la grandezza di Roma e la tua artrite. Ma ora ci penso io. Sentite un po'.

Intendente Ti ascoltiamo.

Caligola si siede accanto a Cesania e le cinge la vita.
Caligola Sentimi bene. Primo tempo: tutti i senatori, tutti i sudditi dell'Impero che dispongono di qualche ricchezza - piccola o grande, fa lo stesso - devono diseredare i propri figli e fare immediatamente testamento a favore dello stato.

Intendente Ma Cesare...

Caligola Zitto, non ti ho ancora data la parola.
A seconda delle nostre necessità, metteremo a morte questa gente seguendo l'ordine di una lista buttata giù a caso. Di volta in volta potremo modificare quest'ordine - sempre a caso. Ed erediteremo.


Cesonia (svincolandosi) Ma che stai dicendo?

Caligola (imperturbabile) L'ordine delle esecuzioni, in effetti, non ha nessuna importanza. O meglio, hanno tutte la medesima importanza, quindi non ne hanno affatto. D'altro canto, sono tutti egualmente colpevoli, gli uni come gli altri. (all'Intendente) Eseguirai questi ordini immediatamente. I testamenti dovranno essere firmati in serata da tutti gli abitanti di Roma, entro un mese, al massimo, da quelli delle province. Manda i corrieri.

Intendente (sempre più stupito) Ma Cesare, non ti rendi conto...

Caligola No, sei tu che non ti rendi conto. (Con rabbia) Sentitemi bene. Se il Tesoro è fondamentale, la vita umana non lo è. Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica. Il potere ce l'ho io. Eliminerò chi mi contraddice, e anche le contraddizioni. Comincerò da te, se necessario. La tua prima parola per salutare il mio ritorno è stata il Tesoro. Te lo ripeto, non si possono mettere il Tesoro e la vita sulla stesso piano. Incrementare l'uno è svalutare l'altra. Tu hai già fatto la tua scelta. E io accetto il tuo gioco. Gioco con le tue carte.
(Pausa. Con calma) Del resto, il mio piano nella sua semplicità, è geniale. Hai tre secondi per sparire. Sto contando: uno...

L'intendente sparisce."

***nota: Caligola era scomparso per tre giorni all'annuncio della morte della sorella-amante Drusilla

Albert Camus: Caligola
Bompiani, Milano - 1983
traduzione di Franco Cuolo
pag. 9

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il corpo si fa carne

"Nel desiderio dell'altro è infatti segretamente custodita la possibilità per il mio corpo di trascendersi. Allora il corpo si fa carne, ma non con la freddezza di chi si sta appropriando della carne dell'altro, ma con l'esitazione di chi sente la sua identità in pericolo. Se trascendersi è valicare la propria solitudine, non mi è dato di sapere ciò che sarò nella carne dell'altro, ma certamente non sarò più ciò che sono. La mia identità in pericolo rende il mio corpo esitante, maldestro, insicuro, non per imperizia ma per la vertigine che accompagna la scoperta di quegli aspetti di me che solo l'altro può svelarmi. Nella mia esitazione c'è il dramma di ogni trascendenza che consiste nel sapere qualcosa di sé per dono dell'altro."

Umberto Galimberti: Il corpo
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1998
pag. 128

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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lunedì 8 dicembre 2008

l'utilità della mosca

"Dapprima, ripetendo l'errore commesso in gioventù, scrisse di animali che conosceva poco, e le sue favole risonarono di ruggiti e barriti. Poi si fece più umano, se così si può dire, scrivendo degli animali che credeva di conoscere. Così la mosca gli regalò una gran quantità di favole dimostrandosi un animale più utile di quanto si creda. In una di quelle favole ammirava la velocità del dittero, velocità sprecata perché non gli serviva né a raggiungere la preda né a garantire la sua incolumità. Qui faceva la morale a una testuggine. Un'altra favola esaltava la mosca che distruggeva le cose sozze da essa tanto amate. Una terza si meravigliava che la mosca, l'animale più ricco d'occhi, veda tanto imperfettamente. Infine una raccontava di un uomo che, dopo aver schiacciato una mosca noiosa, le gridò: - Ti ho beneficata; ecco che non sei più una mosca. - Con tale sistema era facile di avere ogni giorno la favola pronta col caffè della mattina."

Italo Svevo: Una burla riuscita
Giulio Perrone editore, Roma - 2005

pag. 13


catalogazione: nessuna, appena ricevuto in dono dalla casa editrice Perrone, presente con uno stand alla fiera "Più libri, più liberi"
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domenica 7 dicembre 2008

Inghilterra vs. Galles

"I rapporti fra gallesi ed inglesi sono basati sulla fiducia e la comprensione. Loro non si fidano di noi e noi non li capiamo.
Dudley Wood, ex segretario della 'Rugby Football Union' inglese

Guardate cosa gli hanno fatto, quei bastardi, al Galles. Si sono presi il nostro carbone. Comprano case, da noi, dove abitano soltanto per un paio di settimane all'anno. Che cosa ci hanno dato in cambio? Assolutamente nulla. Siamo stati sfruttati, violentati, controllati e puniti dagli Inglesi - ed è contro di loro che giocate, voi, stasera.

Phil Bennett, asso del rugby gallese, in un discorsetto che tenne alla squadra che stava per scendere in campo contro la nazionale inglese"


Richard Benson: Il lato buffo del rugby - Frizzi e facezie per i patiti della palla ovale
Robin edizioni, Roma - 2008

traduzione di Pier Francesco Paolini

pagg. 58-59


catalogazione: nessuna; appena acquistato alla fiera "Più libri, più liberi" per farne dono al Bip

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sabato 6 dicembre 2008

Nemmeno Cassandra sapeva come sarebbe finita

"Ululavo. Mi voltolavo nella mia sporcizia. Mi graffiavo il viso, non permettevo a nessuno di avvicinarsi. Avevo la forza di tre uomini - inimmaginabile quale forza contraria essa aveva compresso in precedenza. Arrancavo contro le pareti fredde della mia stanza, che, all'infuori di un mucchio di rami secchi, era stata svuotata. Quando mangiavo qualcosa, mandavo giù animalescamente, con le mani. Avevo i capelli arruffati e sozzi. Nessuno, nemmeno io, sapeva come sarebbe finita. Oh, ero ostinata.

Investii con urla anche la figura che entrò un giorno. Si rannicchiò in un angolo e rimase lì, più a lungo di quanto riuscì a resisterle la mia voce. Ero ammutolita da un bel po', quando la sentii dire: non è così che li punisci, questi. Furono le prime parole umane dopo tanto tempo. E ci misi un'eternità prima di capirne il significato. Allora ricominciai a urlare."


Christa Wolf: Cassandra

edizioni e/o, Roma - 2008

traduzione di Anita Raja
pagg. 77-78


catalogazione: nessuna; libro appena regalatomi dalla mia amica Marina mentre eravamo alla fiera "Più libri, più liberi"

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venerdì 5 dicembre 2008

dedicato a chi so io...

"Una persona onesta vive in pace e non si avventa sulle cose. Una persona di poco valore non trova pace, ma ovunque vada crea problemi ed è in conflitto con tutto. (II, 104)







Yamamoto Tsunetomo: Hagakure - Il libro segreto dei samurai
Arnoldo Mondadori, Milano - 2001

traduzione di Maki Kasano

pag. 141

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giovedì 4 dicembre 2008

Mosca è un magico accampamento

Mosca
(per Aleksèj Rèmizov)


Trascinandosi nell'azzurro, le nubi

si fanno più pesanti dall'umido languore.

Betulle avvizzite biancheggiano,

e in basso si stende il fiume.

E la città-miraggio, contornata

in lontananza da un arco specchiante,
come i soli di cento fulgidi vessilli

ha acceso le candele di cento calde cupole.


L'estrema luce dall'ombra verde

scintilla di oro fluido;

e la città divampa e non si strugge,

cullando il suo vermiglio sfolgorío.


Con una folla compatta di torri

si profila come un magico accampamento

fra le radure offuscate di nebbia

e la glauca, sbiadita lontananza.


Come se, sagrestana di meraviglie terrestri,

con tutta una fortezza turrita di esorcismi
difendesse dai contrapposti eserciti

un talismano dei cieli.

(Vjàčeslav Ivànov
)

Angelo Maria Ripellino: Poesia russa del 900
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1960

versioni, saggio introduttivo, profili
bibliografici e note a cura di A.M. Ripellino

pagg. 148-149


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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mercoledì 3 dicembre 2008

orgoglio maschile

«Sposarsi con me è una sventura? Non mi sembra. Sono devoto alla mia famiglia da dieci anni, mia moglie può confermarlo».

«Sei anche sposato!» dice ironicamente Banda.


«Certo, ho anche due figlie».


«Secondo me una moglie ti basta e t'avanza, non hai né i mezzi né il carisma di un poligamo», afferma Banda seccamente, nella speranza di zittirlo.


«Se anche tu fossi l'uomo perfetto, io non ti amo né ti stimo abbastanza per poterti sposare! Fammi scendere per piacere!»


Toccata nell'orgoglio, Banda risponde senza mezzi termini. La sua voce è carica d'indignazione. Come si può permettere uno sconosciuto di farle delle avance così audaci! Ma l'autista non si dà per vinto, la sua uscita voleva essere una battuta senza seguito, ma le reazioni che ha suscitato hanno risvegliato il suo orgoglio maschile: chiedere la mano di una donna è un diritto per gli uomini della sua cultura e la differenza sociale non è tale da provocare una reazione indignata; con la carta che sancisce l'emancipazione della donna, lui si pulisce il sedere. La sua reazione provocatoria e vendicativa non tarda quindi ad arrivare."


Mbacke Gadji: Kelefa - La prova del pozzo
Edizioni dell'Arco - Marna - Barzago (LC) - 2003

pag. 50


catalogazione: libreria dietro il computer


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martedì 2 dicembre 2008

«Diamine, cara, sei stupida come un ciuco»

"Prima dell'invenzione dei confini e dei nomi, per esempio, se Adamo voleva dire a Eva che la riteneva sciocca come un asino, doveva afferrare Eva, girare finché non avesse trovato un asino, indicare poi l'asino, quindi Eva, saltare su e giù, ragliare e fare delle smorfie stupide. Ora, invece, grazie alla magia delle parole, Adamo avrebbe solo dovuto alzare lo sguardo e dire: «Diamine, cara, sei stupida come un ciuco». Eva, che tra parentesi era molto più saggia di Adamo, di solito teneva la lingua a freno, cioè si rifiutava di contraccambiare con la magia delle parole, perché sapeva in cuor suo che le parole sono un'arma a doppio taglio, e chi di lama ferisce di lama perisce."

Ken Wilber: Oltre i confini - La dimensione transpersonale in psicologia
Cittadella editrice, Assisi - 1985

traduzione di Antonella Ferroni

pag. 33

catalogazione: sulla mia scrivania
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lunedì 1 dicembre 2008

amare i propri simili ma non desiderarli

"Io sono stata messa in manicomio perché ero colpevole di adulterio: amavo l'arte più della mia famiglia, ma non potevo dire che ero un'adultera sacrificale.

Il manicomio mi liberò da questo tormento. Diciamo che il manicomio è stata una grande educazione sentimentale, ho imparato ad amare i miei simili ma non desiderarli.

Imparai ad educarli, salvai molte vite dalla disperazione, nessuno in manicomio sapeva che io ero poeta e mi guardavano come una donna che soffriva e basta.

Avevo un numero, il 47, il numero della casa dove abito."


Alda Merini: Antenate bestie da manicomio
Manni editori, S. Cesario di Lecce - 2008

pag.
48

catalogazione: la libreria di Guccia/Sara

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EMERGENCY SURGICAL CENTRE FOR WAR VICTIMS

"Kabul, ce l'abbiamo fatta, sono le quattro del pomeriggio. Sono felice, finalmente ci siamo, guardo dal finestrino strade ed edifici squarciati che ben conosco, perché anche gli occhi si convincano che è proprio Kabul.

È l'8 novembre.

Quanto tempo è passato, un'eternità dalla partenza da Milano. Quanta fatica, quante incazzature, quanti rischi, quanto lavoro di tanta gente, per mesi e mesi, per riaprire questo ospedale.


«Sei contento?» chiede Kate con un sorriso.


«Sì, sono felice.» Per tutti quelli di Emergency, per il nostro staff, per coloro che in questo momento saranno nella sede di Milano, tesi e preoccupati in attesa di notizie. Ci saranno anche Teresa e Cecilia.


Tra cinque minuti riceveranno la mia telefonata.


Ecco il grande cartello EMERGENCY SURGICAL CENTRE FOR WAR VICTIMS, siamo davanti al cancello dell'ospedale."


Gino Strada: Buskashì - Viaggio dentro la guerra
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2003

pagg. 108-109


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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