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martedì 2 marzo 2010

c'è chi ha le voci e chi le noci...

"SMER. Questa è una cosa che non so capire. Veder una ragazza che si vuol ammazzare, e star lì a guardarla, come se vedeste rappresentare una scena di commedia.
SILV. Pazza che sei! Credi tu ch'ella volesse uccider davvero?
SMER. Non so altro io; so che, se non arrivavo a tempo, la poverina sarebbe ita.
SILV. Vi voleva ancor tato prima che la spada giungesse al petto.
SMER. Sentite che bugiardo! Se stava lì lì per entrare.
SILV. Tutte finzioni di voi altre donne.
SMER. Sì, se fossimo come voi. Dirò, come dice il proverbio: noi abbiam le voci, e voi altri avete le noci. Le donne hanno la fama di essere infedeli, e gli uomini commettono le infedeltà a più non posso. Delle donne si parla, e degli uomini non si dice nulla. Noi siamo criticate, e a voi altri si passa tutto. Sapete perché? Perché le leggi le hanno fatte gli uomini; che se le avessero fatte le donne, si sentirebbe tutto il contrario. S'io comandassi, vorrei che tutti gli uomini infedeli portassero un ramo d'albero in mano, e so che tutte le città diventerebbero boschi."

Carlo Goldoni: Il servitore di due padroni
editrice l'Unità, Roma - 1993
pagg. 43-44

catalogazione: libreria in ingresso
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domenica 4 ottobre 2009

polenta, ma a casa soa!

"Pasqualino: El paron me voria maridar.

Menego: Via, sporco! Maridarte! Come! Con che fondamento? Co la protezion del paron? Sì ben, ghe ne xe tanti e tanti che se marida co la dota de la protezion, ma po cossa succede? El protetor se stuffa; la dota va in fumo; la muggier la xe mal usada, e el mario patisse el dolor de testa. Tra de nu no se fa sta sorte de matrimoni. Le nostre muggier le xe poverete, ma da ben; polenta, ma a casa soa; sfadigarse, ma viver con reputazion; portar la bareta rossa, ma col fronte scoverto, senza che gnente ne fazza ombra. Abbi giudizio: no far che te senta mai più a dirme che ti te vol maridar. Parechiete a montar in pope d'una gondola o d'un batelo, o a rampegarte su le scale de corda a piantar la bandiera sul papafigo (parte).

Pasqualino: Che vol dire, in bon venezian, andar per mozzo su una nave. Pazienza."

Carlo Goldoni: Commedie (4 volumi)
1° volume
Giulio Einaudi editore, Torino - 1952
a cura di Elio Vittorini
pag. 323

catalogazione: libreria di fianco al divano
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giovedì 16 luglio 2009

gli uomini spiritosi sono i più pericolosi

"LADRO A dir la verità, anch'io preferirei prenderla come amante, la signora, invece che per moglie... sempreché suo marito non avesse niente in contrario... del resto è lui che deve decidere... è lui che ci ha sposati!

ANNA (scoppiando a ridere divertita) Ah, ah... spiritoso, spiritoso davvero; adesso capisco perché sua moglie ha paura delle altre donne... Gli uomini spiritosi sono i più pericolosi... soprattutto se hanno gusti volgari!

LADRO (alla Donna) Mi ha detto volgare un'altra volta!

DONNA (con affettuoso traporto, accarezzandolo) Ah sì, è davvero pericoloso... lei non immagina quanto!

UOMO (seccato) Be', adesso non esageriamo... (correggendosi) Tutti gli uomini, chi più chi meno, sono pericolosi!"

Dario Fo: Teatro comico
Aldo Garzanti editore, Milano - 1962
pag. 122

catalogazione: libreria in ingresso
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mercoledì 11 febbraio 2009

sono dell'Ariete

"MARCO Buongiorno.
ILARIA Buongiorno. Lei chi è?
MARCO Sono Marco Rozzi. Sono dell'Ariete.
ILARIA Io della Bilancia.
MARCO L'Ariete è un settimanale. È un settimanale che facciamo io e un mio amico.. Non è il mio segno zodiacale, l'Ariete. Il mio segno è un altro.
ILARIA Cerca qualcuno?
MARCO Cerco Gianni Tiraboschi. Gli ho parlato al telefono ieri. Mi ha detto di venire stamattina. Devo fargli un'intervista.
ILARIA Non c'è.
MARCO Non c'è?
ILARIA È partito.
MARCO No. È partito? Io sono venuto da Roma apposta. Ho fatto tre ore di macchina.
ILARIA Che macchina ha?
MARCO Una centoventisette. Ma cosa importa che macchina ho?
ILARIA Niente. Domandavo."

Natalia Ginzburg: L'intervista
Giulio Einaudi editore, Torino - 1989
pag. 5

catalogazione: libreria dietro il computer
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lunedì 23 giugno 2008

tutto mio

"GERTRUDA Per spiattellarci davanti la verità tutta e intrèga, ce dirò che me sono permettuta... Permettuta? Permettuta, un corno! Sono o sono no la reina? È o è no mia l'interità totale de questo regname? Sì? E 'lora è mia anca la stanza dove el mio suadisante filiuolo ha istabilito che lei aresse da dormire.

IL FRANZESE Oi forse diciuto, reina, il contrario?

GERTRUDA Inzomma, me sono ciappata el deritto d'entrare indidentro della stanza sua de lei, che è poi mia de me, como tutte le stanze de qui, como tutti i prati e le pratarie, le foreste e le forestarie. In del resto, quel deritto me lo sarei ciappato anca se aressi savuto che lei se trovava qui belle che nudo o, al massemo, cont in de sù gli slip. Anzi, a dirci la verità, è domaggio che non sia incosì. Ne tu dì rienno?"

Giovanni Testori: L'Ambleto
Rizzoli editore, Milano - 1972

pag. 37


catalogazione: libreria dietro il computer
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