sabato 31 gennaio 2009

Uomo Vero

"«Se anche l'erba chû-sheng può prolungare la vita,
perché non cerchi di mettere l'Elisir nella tua bocca?
L'oro, per sua natura, non nuoce;
perciò è di tutti gli oggetti il più prezioso.
Quando l'artista (l'alchimista) lo include nella sua dieta
la durata della sua vita diventa eterna...
Quando la polvere dorata entra nelle cinque viscere,
la nebbia è dissipata come le nuvole di pioggia al vento...
I capelli bianchi ridiventano neri;
I denti caduti rinascono al loro posto.
Il vecchio rammollito è di nuovo un giovane pieno di voglie;
La donna vecchia rovinata è di nuovo una giovane.
Colui la cui forma è cambiata e che è sfuggito ai pericoli della vita,
ha per titolo il nome di Uomo Vero.»"

Mircea Eliade: Lo Yoga: immortalità e libertà
Sansoni editore, Firenze - 1982
traduzione di Giorgio Pagliaro
pag. 267

catalogazione: libreria di fronte al divano
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Roma resiste

"Resisteva il popolo, tutto, con una muta, scontrosa, impassibilità. Resisteva ai neofascisti, ai quali non dette la menoma collaborazione. Nessuna città fu meno prona di Roma ai nuovi tirannelli. [...]
Roma, ancora oppressa dai tedeschi e dai fascisti, si sentiva già avulsa dal resto d'Italia, indipendente da quel governo del settentrione. E resisteva ai tedeschi, incurante delle grida che minacciavano di morte chi non si presentasse al servizio del lavoro. Al primo bando si presentò poco più del due per cento dei chiamati; al secondo bando non si presentò, si può dire, nessuno (un ufficiale tedesco, un 'tecnico' dell'occupazione, che era stato in Olanda, in Polonia, in Francia, non se ne capacitava. Dappertutto, diceva, ho visto che al primo bando si presentava il venticinque, il trenta per cento dei chiamati, al secondo si arrivava al quarantacinque, al cinquanta per cento; ma qui da voi è impossibile, non viene nessuno). Era una ribellione muta, paziente, incrollabile. Un giorno il comando tedesco fece sfilare per le vie della città un'intera divisione, carri armati, auto blindate, negli autocarri soldati in perfetta tenuta di guerra, i fucili mitragliatori puntati verso la strada, una perfetta, terribile, macchina di guerra. I romani la lasciarono passare con qualche occhiata distratta, i crocchi si discioglievano al passaggio, gente che aspettava l'autobus si allontanava perché non si credesse che stesse ferma a spettacolo. "


Paolo Monelli: Roma 1943
Einaudi, Torino - 1993
pag. 286

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venerdì 30 gennaio 2009

estasi

"J-P. SARTRE. Vedo che le conseguenze sono abbastanza importanti perché, se ammetteste questo, si potrebbe dire che voi cercate l'essere e non il nulla e che l'estasi è una perdita nell'essere e non nel nulla. È una posizione che bisognerebbe esaminare. Sono le due posizioni possibili: o siamo delle pienezze, e quel che cerchiamo è il nulla, o siamo vuoti, e quel che cerchiamo è l'essere."

G. Bataille, J.-P. Sartre, J. Hyppolite: Dibattito sul peccato
Shakespeare & Co, Brescia - 1980
a cura di Pierre Klossowski
traduzione di Elsa D'Ambrosio
pag. 44

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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adulterio di amicizia

"L'amicizia è rara, molto rara, da qui il suo lato prezioso e importante. Si arriva alla fine della vita e si cerca di contare quelli che si considerano veri amici, quelli la cui infedeltà non ha incrinature, quelli che vi hanno amato per come siete, senza giudicarvi né tentare di cambiarvi. È nelle prove, nei momenti difficili e talvolta decisivi, che l'amicizia si rivela e si consolida, oppure svanisce e cade nell'ordinarietà dell'oblio. L'amicizia è ciò che permette di disarmare la crudeltà e di affrontare il male. Può essere esistita, sincera e forte, annullarsi per non aver rispettato uno dei suoi principi fondamentali, la fedeltà, cioè la costanza nella fiducia, quella presenza che non deve mai mancare. Come scrive Cicerone: 'È nei rovesci di fortuna, che si rivela a colpo sicuro l'amico fedele.' Il tradimento è 'il mancare alla fiducia di qualcuno', è una forma di abbandono intensificata talvolta da una volontà di nuocere o da una partecipazione, attiva o passiva, a un'azione malvagia. Si agisce contro qualcuno al quale si doveva essere fedeli, spesso per interesse, per gelosia, per vendetta, per meschinità. Tutti questi concetti, non soltanto sono estranei all'amicizia ma ne rappresentano la negazione assoluta. Il vescovo anglicano Jeremy Taylor (1613-1667) utilizza l'espressione 'adulterio di amicizia' per parlare di tradimento: 'Il tradimento e la violazione di un segreto sono gli adulteri di amicizia e distruggono l'unione tra amici.' Si potrebbe dire che l'amicizia è: 'un matrimoni tra anime'. Quando si convocano l'infelicità e la bramosia, si rivela la propria sconfitta, la propria incapacità di provare amicizia. L'amicizia, al contrario, è uno stato di grazia sereno e rasserenante."

Tahar Ben Jelloun: L'amicizia e l'ombra del tradimento
Einaudi, Torino - 2003
traduzione di Egi Volterrani
pag. 91

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giovedì 29 gennaio 2009

condotta biasimevole

"Non tornai a casa da Marta. E forse Svea non venne a suonare alla porta chiusa. Sentivo quant'era biasimevole, per la morale comune, la mia condotta. Perché erano state senza dubbio le circostanze a farmi apparire Svea tanto preziosa. Altrove che nella camera di Marta l'avrei desiderata?

Ma non avevo rimorsi. E non fu perché pensavo a Marta che abbandonai la piccola svedese, ma perché avevo succhiato da lei tutto il dolce."

Raymond Radiguet: Il diavolo in corpo
Bompiani, Milano - 1990
traduzione di Maria Ortiz
pag. 94

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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in primi e Antonia

"L'italiano è una lingua farcita di latino. Usiamo nel comune discorso virus, bonus, referendum, facsimile, lavabo e così via. Molto è passato all'italiano familiare-colloquiale e ai dialetti dal curiale avvocatesco e notarile o dal latino della amministrazione giudiziaria. Spesso si tratta anche di lasciti della scuola. L'italiano ottocentesco ne era colmo. Nel Novecento il loro uso è andato man mano scemando. Nel secolo scorso, a Milano (e non solo), apparteneva all'uso dialettale un latinismo come puta (Porta, LVIII, 2)'metti, supponi', per puta caso; il dizionario dialettale mantovano dell'Arrivabene (1882) e piacentino del Foresti (1855) ci attestano l'uso di sircum sirca, circumcirca, per 'a un di presso' (E' un'oretta circumcirca / che con lei girando vo: così già Da Ponte faceva cantare Leporello travestito da Don Giovanni, lui servo che il latino non sa ma che travestito da Don Giovanni per ingannare Donna Elvira deve imitare il linguaggio più elevato del suo signore: Don Giovanni, II,21). Da secoli 'venire al quia è in uso nel senso di venire al punto, a quel che più importa'. E potremmo piluccare qua e là, a man bassa. Ma prendiamo un testo celebre, le rime del Belli. L'impressione che il Belli ci dà del romanesco dell'ottocento è quella di un dialetto fortemente intriso di modi latini (in primi, verbo, ecc.), di concrezioni latinesche e curialesche (in verb'articolo 'in materia di, ecc.). In soli tre versi, 'Lui stenne justa solita la mano,/ippisi fatto poi la passa sotto, / e llì ssan bruto me je dà un cazzotto' (son. 884), riconosci immediatamente tre prelievi dal latino (juxta solito, ipso facto, ex abrupto). Altre forme latine sono meno evidenti, perché lo stravolgimento è più intenso, per esempio in primi e Antonia, deformazione di 'in primis et ante omnia'(son. 235, 408). Anche Porta pescava divertito dal latino di scuola incastonandolo a contrasto parodico nel testo in dialetto: ' Oh che tett! Oh che ciapp plusquam perfett!' (Porta, c, 5)."

Gian Luigi Beccaria: Sicuterat: Il latino di chi non lo sa - Bibbia e liturgia nell'italiano e nei dialetti
Grazanti, Milano - 1999
pag. 9

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mercoledì 28 gennaio 2009

lo Stato chieda perdono

"Il punto che mi preme riguarda lo Stato italiano degli anni in cui si è svolta la nostra vita adulta. Molto sommariamente: lo Stato di cui è provata una lunga e vasta corresponsabilità in programmi eversivi, e nel ricorso a mezzi illegali e delittuosi per interessi di parti politiche e di apparati separati; lo Stato che si è adattato a una simbiosi -un quieto vivere- con la mafia e la grande criminalità, autorizzandole a una specie di extraterritorialità e di secondo Stato; lo Stato che ha largamente confiscato la cosa pubblica trattandola come un patrimonio privato ed esente, e che ha fatto della corruzione un'abitudine capillare e inavvertita. La domanda è: questo Stato doveva e deve chiedere perdono per ciò? Gli Stati non sono -non devono essere- istituzioni etiche, a differenza delle chiese. Il loro modo di chiedere perdono dev'essere meno solenne e consacrato, e anche un po' più tempestivo di quello della chiesa, che può concedersi secoli di riflessioni sui roghi degli hussiti e le stragi di ugonotti: lo Stato deve rendere conto ai suoi cittadini viventi, non alle generazioni eredi. La disgrazia civile dell'Italia si misura su questo punto."

Antonio Tabucchi: La gastrite di Platone
Sellerio, Palermo - 1998
pag. 67

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ditirambo: versi in libertà

"Le tendenze innovatrici del barocco, con il suo virtuosismo metrico e la sua predilezione per il rinnovamento delle forme poetiche dell'antichità classica, portano alla creazione del ditirambo. Il dithyrambos greco (lat. dithyrambus) era un canto corale in onore di Bacco-Dioniso, non legato a un sistema strofico e con successione irregolare di versi di tipo diverso. Nella lirica italiana fu introdotto dal Chiabrera insieme con l'ode pindarica (v. § 103) per effetto della stessa corrente estetica allora di moda (Ditirambo alla maniera dei Greci). Il Chiabrera non imitava direttamente dei modelli antichi, ma il Ronsard e il Baïf, e come loro lasciava che i vari versi seguissero il pensiero in perfetta libertà, senza legami di rime, cercando anche lui inoltre di grecizzare la sua lingua poetica."

W. Th. Elwert: Versificazione italiana dalle origini ai giorni nostri
Felice Le Monnier, Firenze - 1973
pag. 168

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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martedì 27 gennaio 2009

morbosa propensione per le atmosfere sinistre

"Da quel momento la vita al castello non fu più la stessa. Il conte era convinto che uno speciale favore del destino gli avesse condotto in casa la sola fanciulla di tutto il globo terracqueo capace di dargli il massimo dell'umana felicità. Ma la vecchia baronessa si comportava sempre allo stesso modo; continuava a mantenersi silenziosa, seria, chiusa, anche se all'occasione sapeva mostrare un temperamento mansueto e un animo aperto agli innocenti piaceri. Il conte aveva ormai fatto l'abitudine a quel viso scavato, cadaverico, a quella figura spettrale e li attribuiva a cattiva salute nonché a una certa morbosa propensione per le atmosfere sinistre, manifestantesi (lo aveva appreso dalla servitù) in frequenti passeggiate notturne nel parco e al cimitero. Ora si vergognava di esser stato quasi sul punto di cedere ai pregiudizi del padre, alle esortazioni del vecchio zio e d'aver creduto fosse suo dovere reprimere quel sentimento nascente e troncare una relazione destinata (...così diceva lo zio...) a condurlo prima o poi alla rovina."

E.T.A. Hoffmann: Vampirismo
Il Melangolo, Genova - 1981
traduzione di Carlo Pinelli
illustrazioni di Luca Crippa
con un saggio di Michael David
pagg. 17-18

catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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lunedì 26 gennaio 2009

la filosofia non è un sapere

"La filosofia non è un sapere, non è un modo di impadronirsi del mondo e di scoprirlo. Non è certo un sapere costituito in maniera analoga a quello delle scienze, cioè sotto forma di conoscenza organizzata e 'vera' nel senso di un linguaggio corrispondente al suo oggetto e capace di afferrarlo nella presa solida di un concetto. Il punto di partenza, oggi abbastanza scontato, da cui bisogna ragionare, è che ci sono diverse definizioni di verità per i diversi campi di applicazioni, le regole che la definiscono cambiano a seconda dei giochi linguistici che adottiamo.

Per usare la terminologia che ho appena sviluppato, i vari sguardi si portano dietro i loro mondi e richiedono quindi diversi criteri di verifica. Una banconota è vera non tanto perché corrisponde al suo oggetto, quanto perché è stata legittimamente riprodotta. Una formula è vera se si applica al mondo reale, cioè se soddisfa il suo campo di applicazione. Un pensiero può essere vero se apre uno spazio di comprensione, anche quando sia difficile definire un oggetto esterno che ne sarebbe descritto."

Ugo Volli: Apologia del silenzio imperfetto
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1991
pagg. 46-47

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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domenica 25 gennaio 2009

Do not search for him. He will find you.

"'Your seventh house of relationships is affected by Saturn - so you are having problems finding a partner. After seventeenth of February this year you will find. Do not search for him. He will find you. He is in yoga and spiritual things. He is not like you - he is older or not from your caste or not English. Late marriage. Love marriage. Good marriage.' What a relief. There then followed a warning. Mrs P looked at me sternly. 'You are worried someone will boss you but you must curb your tendency to stubbornness for a harmonious married life. You must reduce your fixed views.' What stubbornness?"

Lucy Edge: Yoga school dropout
The Random House Group Ltd., Great Britain - 2006
pag. 177

catalogazione: il comodino del Bip
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Pronto, Commissione stragi.

"Si capisce che quando, nel 1988, fu istituita la 'Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi', si sentisse il bisogno di un'abbreviazione. E si capisce che l'abbreviazione si riducesse alle due parole 'Commissione stragi'. Presto tutti fecero l'orecchio a quella incredibile denominazione."




Adriano Sofri: La notte che Pinelli
Sellerio, Palermo - 2009
pag. 14

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sabato 24 gennaio 2009

due matte inguaribili

"Quando ci vedemmo la prima volta, mi osservò con attenzione come se, più che giudicare i miei pregi e difetti, volesse accertarsi del mio valore.

Mi aprì la porta in accappatoio. Io avevo i jeans e un giubbotto di pelle e siccome non sapevo quanto sarei rimasta avevo portato con me un grosso borsone. È un borsone verde di pelle di Vuitton a cui sono affezionata ancora oggi. Ricordo ancora che l'avevo appena comprato e non vedevo l'ora di usarlo.

Fu un soggiorno molto più bello di quanto avessi immaginato.

Eravamo due matte inguaribili.

A lei piaceva cucinare ma era negata, così ci metteva ore per preparare delle specie di strani antipastini. Era quel tipo di persona, non insolito nel suo ambiente, che dell'esperienza lesbica più che il sesso in sé apprezza la particolare atmosfera di un incontro tra donne. Era tanto intelligente quanto bella."

Banana Yoshimoto: Lucertola
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1995
traduzione di Giorgio Amitrano
pag. 91

catalogazione: libreria di fianco al divano
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venerdì 23 gennaio 2009

«Allah ha creato il tempo, della fretta non ha parlato»

"Affannarsi significa tradire se stessi. «Allah ha creato il tempo, della fretta non ha parlato», dice un proverbio egiziano, e in Egitto affannarsi è considerato poco dignitoso. Degno di biasimo è colui che non fa attenzione a se stesso, in questo caso al proprio ritmo. Chi si agita, corre dietro alle cose, e chi corre, ha paura: paura di perdere o dimenticare qualcosa; paura di essere giudicata ritardataria, poco scrupolosa, incapace e inefficiente."

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a tavola con Goethe

"Salsa verde di Francoforte
Tritate finemente 2 manciate di erbe fresche: tarassaco, ortica, crescione, acetosella, borragine, prezzemolo, erba cipollina, aneto, sedano montano. Unite 2 uova sode tagliate a dadini e 1 cipolla tritata. Aggiungete delicatamente la seguente salsa: 1 bicchiere di yogurt, insaporito a piacere con sale, pepe, succo e scorza di mezzo limone.
Servite con patate appena lessate (nella buccia), o con manzo lesso o pesce.
Era il piatto preferito di Goethe.
Ai tempi di Goethe, invece dello yogurt si usava una salsa a base di senape."

Walther Schoenenberger: Sani con succhi di piante
Sperling & Kupfer editori, Milano - 1979
traduzione di Dagmar Ettorre
pag. 114

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giovedì 22 gennaio 2009

la belva della letteratura

"Possibile che la letteratura—orso che si succhia la zampa—sia un sonno pesante, dopo il lavoro, sul divano dello studio?

Andavo da lui a svegliare la belva della letteratura. A sentirla ruggire e vedere come si rigirava: andavo a casa del professore di 'lingua russa' . Tutto il sale consisteva proprio in quell'andare 'a casa', e ora mi riesce difficile liberarmi dall'impressione che andassi a casa della letteratura stessa. Mai più dopo di allora la letteratura è stata una casa, un appartamento, una famiglia, dove dormono affiancati dei bambini fulvi nei lettini a rete.

Cominciando da Radiščev e da Novikov, V.V. aveva ormai stretto un legame personale con gli scrittori russi, una conoscenza iraconda e amorosa con la nobile invidia, con la gelosia, con l'irriverenza scherzosa, con l'ingiustizia patente, come si usa in famiglia."

Osip Ėmil'evič Mandel'štam: Il rumore del tempo
Giulio Einaudi, Torino - 1970
traduzione di Giuliana Raspi
pag. 85

catalogazione: libreria di fronte al divano

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il culmine del vuoto

"A volte quando mi alzo, quando mi desto dal sopore, mi fa male l'intera stanza, mi fa male tutta la mia camera, mi fa male guardare dalla finestra, i bambini vanno a scuola, la gente va a fare la spesa, hanno tutti un posto dove andare, solo io non so proprio dove andare, intontito mi vesto, barcollo, saltello su una gamba dei pantaloni mentre me li infilo, e vado a farmi la barba col rasoio, quanti anni ormai che lo faccio, mentre mi rado non mi guardo allo specchio, mi rado al buio o dietro l'angolo, sto seduto su una sedia nel corridoio, mentre la spina è nel bagno, ormai mi guardo malvolentieri, nel bagno ho paura del mio sguardo, anche il mio stesso sguardo ormai mi fa male, negli occhi scorgo l'ubriachezza del giorno prima, non faccio più neanche colazione, semmai prendo un caffè con una sigaretta e sto seduto al tavolo, magari mi si piegano le braccia e mi ripeto alcune volte Hrabal, Hrabal, Bohumil Hrabal, dunque hai vinto te stesso, hai raggiunto il culmine del vuoto, come insegna il mio Lao Tse, ho raggiunto il vuoto e ogni cosa mi fa male, mi fa male anche il percorso fino all'autobus, abbasso gli occhi colpevoli, ho paura di guardare la gente negli occhi, certe volte incrocio le palme delle mani e tendo i polsi, offro le mani perché la gente mi arresti e mi conduca alla polizia, perché mi sento in colpa anche per la mia solitudine, che non è neanche più rumorosa, perché mi fa male la scala mobile che mi porta giù agli inferi, non solo, mi fanno male anche gli sguardi della gente che sale, hanno tutti un posto dove andare, mentre io ho raggiunto il culmine del vuoto e non saprei proprio dove andare."

AAVV: Dall'Est -Bohumil Hrabal
e/o edizioni, Roma - 1990
traduzione di Annalisa Cosentino
pag. 7

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mercoledì 21 gennaio 2009

diventerò onda nell'acqua...

"Allora io vado, vado!
Al mattino a braccia vuote,
quando chiamerai il bambino
dirò: «Non c'è, non c'è il bambino!»
Mamma mia, vado!

Il vento si rincorre!
Mamma vado, fuori dal tuo petto:
non potrai prendermi tra le braccia.
Diventerò onda nell'acqua:
nessuno mi riconoscerà
e al tempo del bagno
giocherò con te.

Quando cade fitta la pioggia,
a notte nel riposo pensa a me:
con gli scrosci della pioggia,
nella foresta canterò.
Dalle nubi, attraverso la finestra
come un lampo a vederti verrò.
Al tuo cuore
il mio sorriso arriverà.
..."

Rabindranath Tagore: Sissu
Ugo Guanda editore, Milano - 1979
a cura di P. Marino Rigon
pag. 79

catalogazione: libreria di fronte al divano
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la regina cantante

"Certamente il fatto che Margherita di Savoia, regina d'Italia, avesse studiato pianoforte ed in seguito anche il mandolino, il liuto e la lira diede stimolo a molte donne italiane di avvicinarsi ad uno strumento. [...] Oltre che suonare molti strumenti Margherita cantava benissimo e quando divenne regina invitò al Quirinale molti famosi cantanti di passaggio nella capitale per cantare, sia come solisti, sia in duetti con lei. Non c'è dubbio che molte delle attività musicali a Roma debbono gran parte della loro riuscita al suo interessamento."

Patricia Adkins Chiti: Donne in musica
Armando editore, Roma - 1996
pag. 167

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martedì 20 gennaio 2009

the hidden notebook

"For years I have kept a notebooknot strictly a diary, its entries were erratic and haphazardly writtenwhose contents I would not have particularly liked to be scrutinized by eyes other than my own. I had hidden it well out of sight in my house. I imply no scandalousness; the observations were far less rauncy, or wicked, or self revealing, than my desire to keep the notebook private might indicate. Nonetheless, the small volume was one that I fully intended to make use of professionally and then destroy before the distant day when the specter of the nursing home came too near. So as my illness worsened I rather queasily realized that if I once decided to get rid of the notebook that moment would necessarily coincide with my decision to put an end to myself. And one evening during early December this moment came."

William Styron: Darkness visible - A memoir of madness
Gallimard, Paris - 2000
pag. 160

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elezione della Sciarpista Imperiale

"«Niente male», commentò il Governatore, e tradusse in kgovjniano. «Devo dirvi adesso», riprese, «ciò che sua Splendidezza richiede da voi prima di lasciarvi partire. Il concorso annuale per la carica di Sciarpista Imperiale è appena finito; e voi siete i giudici. Terrete conto della rapidità del lavoro, della leggerezza delle sciarpe e del loro calore. Di solito le concorrenti differiscono per una sola di queste qualità. Per esempio, l'anno scorso Fifi e Gogo hanno fatto lo stesso numero di sciarpe nella settimana di gara, ed erano tutte della stessa leggerezza; ma quelle di Fifi erano due volte più calde di quelle di Gogo, e quindi la prima è stata giudicata due volte più buona. Ma quest'anno, me sciagurato!, come giudicare? Ci sono tre concorrenti, e differiscono su tutti i punti! Mentre voi stabilirete qual è la vincitrice, sarete alloggiati, a quel che mi comunica sua Splendidezza, a titolo gratuito — nella migliore delle celle, e nutriti largamente del miglior pane e della migliore acqua».

Il vecchio diede un gemito. «Tutto è perduto!», esclamò senza alcun ritegno. Ma Norman non gli fece caso; aveva preso il taccuino, e stava annotando tranquillamente i particolari.

«Si tratta di tre concorrenti», continuò il Governatore, «Lolo, Mimi e Zuzu. Lolo fa 5 sciarpe mentre Mimi ne fa 2; ma Zuzu ne fa 4 mentre Lolo ne fa 3! Per di più, il lavoro di Zuzu è così delicato, che 5 delle sue sciarpe non pesano più di una di quelle di Lolo; ma Mimi ha la mano ancora più leggera, perché 5 delle sue sciarpe arrivano esattamente al peso di 3 di quelle di Zuzu. Quanto al calore, una di quelle di Mimi è eguale a 4 di quelle di Zuzu; ma una sciarpa di Lolo tiene caldo come 3 sciarpe di Mimi!»."

Lewis Carroll: Una storia ingarbugliata
Astrolabio-Ubaldini editore, Roma - 1969
traduzione di Duccio Valori
pagg. 44-45

catalogazione: libreria di fronte al computer
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lunedì 19 gennaio 2009

vedovanza

"Il giorno dopo i funerali Sonija cadde malata e per due settimane dovette rimanere a letto con forte febbre, una tosse ostinata e violente nevralgie. Arrivarono oltre duemilacinquecento telegrammi e un numero illimitato di lettere. Ma né le sofferenze fisiche né la simpatia potevano calmare la sua angoscia e il tormentoso rimorso che la sopraffacevano. Disperazione. Sgomento. Si recò barcollando e stracciandosi gli abiti alla tomba del marito. 'A che somiglierà la mia solitudine?' si chiedeva nel diario. 'Atroce! E non c'è futuro.' Perché era ancora viva, lei, la semplice corda dalla quale il grande nibbio era scappato, fuggito? '29 novembre - Insopportabile tormento; coscienza che rimorde: e compassione per mio marito. Quanto ho sofferto alla fine! Non posso vivere.' '7 dicembre - Disperazione insopportabile per tutta la giornata. Non riesco a dormire la notte e ho pianto tutta la mattina.' Tre giorni più tardi: 'Non ho dormito affatto. Oh queste notti atroci con i miei pensieri, coi rimorsi di coscienza. Oscurità delle notti invernali e tenebre della mia anima!'
L'insonnia si fece insopportabile. Il veronal che le somministravano la lasciava istupidita durante la giornata... 'Meglio così: la sofferenza diventa meno acuta. Il corpo perde una parte della sua capacità di soffrire. Ma, allora, dov'è l'anima?'"

Cynthia Asquith: Sposata a Tolstoj
casa editrice Valentino Bompiani, Milano - 1963
traduzione di Giorgio Ronano
pag. 338

catalogazione: libreria di fronte al divano
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descrivere l'angoscia

"Immobile. Bisognava che il mondo si fermasse. Avevo bisogno di quella fissità, per fermare il montare della paura. La donna lottava per evitare la presa dell'angoscia che le si incollava addosso, all'improvviso, senza che avesse potuto prevederne l'aggressione. La donna si agitava, pensava: 'Non è niente, non è niente adesso passa.' E intanto il sudore ricopriva il suo corpo, e il cuore batteva forte. Bastava fermare tutto, accosciarsi, per terra, in un posto buio, liscio, silenzioso. Scacciare tutto, sopprimere tutto. Perché l'angoscia si aggrappava a qualsiasi cosa, alle particelle di luce in un raggio di sole, al cinguettio degli uccelli nell'albero della piazza, lontani, al rumore metallico del secchio che depositano da basso, nel cortile. S'aggrappava anche a me, al tipo di luce che indicava l'ora, all'aria che si infiltrava sotto la porta e che faceva capire com'era il tempo fuori, all'odore del vuoto, fra oggetti pieni di vita. Quale vita? Perché, forse questo vuol dire vivere?"

Marie Cardinal: In altri termini
Bompiani, Milano - 1977
traduzione di Laura Bruno Ventre
pag. 44

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domenica 18 gennaio 2009

soupe piquante au poulet et au maïs

"Pour 6 personnes.

Préparation 10 minutes - cuisson 20 minutes

2 c. s. d'huile d'olive
340 g de blancs de poulet
1 oignon rouge moyen (170 g), finement haché
1 c. s. de farine
1,5 l de bouillon de volaille
500 ml de jus de tomate
420 g de maïs en boîte, égoutté
2 piments rouges, épépinés et finement hachés
¼ de tasse de coriandre

1. Faites chauffer la moitié de l'huile dans une grande casserole. Faites ensuites cuire le poulet jusqu'à ce qu'il soit bien cuit. Une fois le poulet refroidi, coupez-le en petits dés.

2. Dans la même casserole, faites chauffer le reste d'huile et faites revenir l'oignon, en remuant, jusqu'à ce qu'il soit tendre. Ajoutez la farine et remuez jusqu'à ce que le mélange fasse des petits bouillons et épaississe. Versez progressivement le bouillon et le jus de tomate. Poursuivez la cuisson, en remuant, jusqu'à ce que la soupe épaississe.

3. Ajoutez le poulet, le maïs et les piments. Remuez sur le feu jusqu'à ce que la soupe soit bien chaude. Au moment de servir, ajoutez le coriandre."

Soupes
Marabout Chefs, Paris - 2001
traduzione dall'inglese di Francine Rey e Élisabeth Boyer
pag. 70

catalogazione: libreria dietro al computer
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pace?!?!

"Non sarà il razionalismo a sconfiggere i fanatici religiosi, bensì l'abitudine allo shopping con tutti i suoi annessi - posti di lavoro, per cominciare, e pace, e un certo impegno verso i piaceri possibili, la promessa di appetiti saziati in questo mondo, senza bisogno di aspettare l'altro. Consumare, non pregare."

Ian McEwan: Sabato
Einaudi, Torino - 2005
traduzione di Susanna Basso
pag. 132

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sabato 17 gennaio 2009

paura di crescere

"Martirio: È preferibile non veder mai la faccia d'un uomo. Io ne ho avuto paura fin da bambina. Li vedevo aggiogare i buoi o sollevare sacchi di grano, vociando e con le scarpe che rintronavano nel cortile, e ho avuto sempre una paura di crescere, per timore di trovarmi improvvisamente stretta fra le loro braccia. Dio mi ha fatta debole e brutta, e li ha allontanati definitivamente da me.

Amelia: Questo non devi dirlo. Enrico Humanas ti stava dietro e gli piacevi.

Martirio: Chiacchere della gente! Una volta restai in camicia dietro la finestra finché non fece giorno, perché m'aveva mandato a dire con la figlia del suo colono che sarebbe venuto, invece non ci venne. Poi s'è sposato con un'altra che aveva più danaro di me.

Amelia: E brutta come il diavolo."

Federico Garcia Lorca: Il teatro
Einaudi editore, Torino - 1961
traduzione di Vittorio Bodini
pag. 537

catalogazione: libreria in ingresso
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l'uomo è una scimmia o un angelo?

"Ciò che dovrebbe inquietarci risiede in un inganno più sottile, cioè nell'idea che le esigenze morali non nascano dal basso, dalle naturali e concrete necessità di convivenza degli esseri umani, ma calino invece dall'empireo delle ispirazioni 'elevate' dove si coltivano i 'valori spirituali'.
Con felice concisione Dennet indica l'essenza della questione: Noi materialisti siamo la banda cattiva (the bad guys), dice, 'mentre tutti coloro che credono nel soprannaturale, per quanto nel fare questo si debbano affidare a credenze sciocche e maldestre, hanno almeno un vantaggio: di 'stare dalla parte degli angeli'.
Dennet si riferisce ad una frase pronunziata da Benjamin Disraeli nella sua polemica contro Darwin, nel 1864. 'La domanda è la seguente: l'uomo è una scimmia o un angelo? Mio Dio, io sto dalla parte degli angeli!'. Non si potrebbe essere più chiari."

Giovanni Jervis: Pensare dritto, pensare storto - Introduzione alle illusioni sociali
Bollati Boringhieri, Torino - 2007
pag. 197


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venerdì 16 gennaio 2009

colpire e parare

"La dialettica non deve avventurarsi nella verità: alla stessa stregua del maestro di scherma, che non considera chi abbia effettivamente ragione nella contesa che ha dato origine al duello: colpire e parare, questo è quello che conta. Lo stesso vale anche nella dialettica che è una scherma spirituale; solo se intesa in modo così puro, può essere costituita come una disciplina propria: infatti, se ci poniamo come fine la pura verità oggettiva, ritorniamo alla mera logica; se invece poniamo come fine l'affermazione di tesi false, abbiamo la mera sofistica."

Arthur Schopenhauer: L'arte di ottenere ragione - esposta in 38 stratagemmi
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Franco Volpi
pag. 25

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pesci che entrano ed escono

"Private pond A body of water wholly on the lands of a single owner, or of a single group of joint owners or tenants in common, which did not have any such connection with any public waters that fish could pass from one to the other. At common law, if pond was so connected with public waters that at time of high water, fish could go in and out, it was not 'private pond' from which defendants could seine fish whether fish might go out same day or next season.

G. Privatweiher m.
S. laguna f privada.
F. étang m privé.
I. stagno m privato."

West's Law & Commercial Dictionary
Zanichelli/West, Bologna - 1988
pag. 1233

catalogazione: libreria di fianco al computer
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giovedì 15 gennaio 2009

la terra non è giusta senza gli alberi

"«Signorina, è bello qui, non è vero?». L'aveva vista in terrazza, era salito per le scale silenzioso, e ora volgeva lo sguardo, seguendo quello di lei, verso il mare lontano e il verde, tanto, in mezzo. «Sì, Candeloro, è molto bello, qui. Forse sembra così a noi perché ci siamo nati». «Lo sa, signorina Milena? quando l'anno scorso m'è andato nel petto il veleno che stavo dando al giardino, e m'hanno portato all'ospedale, quello nuovo, qui vicino, mi sentivo morire. Lo sa? E sa come lo capivo? Tenevo gli occhi chiusi, e cogli occhi chiusi vedevo tanta terra, tanta, senza alberi e senza erba. Io quando mai ho vista la terra senz'alberi? magari qualche volta alla televisione, e forse non sarà vera. Appena sono tornato, subito qua sono voluto venire. A lei glielo posso dire: più di mia moglie, più dei miei figli volevo vedere questi alberi. Che male non m'hanno fatto mai. La terra non è giusta senza gli alberi»."

Maria Teresa Giuffrè: L'occhio sinistro del cielo
Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1988
pagg. 243-244

catalogazione: libreria dietro il computer
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mercoledì 14 gennaio 2009

no alla tesi 'sentimentalista'

"Ma il Combarieu rifuta pure la teoria romantica che vede nella musica il linguaggio dei sentimenti, la loro più genuina e diretta espressione. Questa teoria è equivoca e lo si avverte nel momento in cui si cerca di precisare il contenuto di queste espressioni: 'esprimere emozioni', 'linguaggio dei sentimenti', 'rivelazione', 'rappresentazione', e di tutti gli altri termini analoghi usati per indicare questo concetto vago e indeterminato. Il sentimento è sí all'origine del fatto musicale, ma è del tutto insufficiente a spiegarlo. Il linguaggio verbale esprime altrettanto bene i sentimenti pur non essendo né musica né arte. La tesi 'sentimentalista' deve quindi essere respinta, perché altrettanto incompleta che la tesi 'fisiologica'."

Enrico Fubini: L'estetica musicale dal settecento a oggi
Giulio Einaudi editore, Torino - 1964
pag. 157

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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galanteria zen

"Una volta Tanzan e Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in chimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada. 'Vieni ragazza' disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere. Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. 'Noi monaci non avviciniamo le donne' disse a Tanzan 'e meno che meno quelle giovani e carine. È pericoloso. Perché l'hai fatto?'. 'Io quella ragazza l'ho lasciata laggiù' disse Tanzan. 'Tu la stai ancora portando con te?'."

a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps: 101 storie zen
Adelphi, Milano - 2008
traduzione di Adriana Motti
pag. 29

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martedì 13 gennaio 2009

quando dire è fare!

"Uno degli esempi considerati è stato l'enunciato «Sì (prendo questa donna come mia legittima consorte)», pronunciato nel corso di una cerimonia nuziale. Diremo allora che nel pronunziare queste parole noi stiamo facendo qualche cosa, cioè ci stiamo sposando; non riferiamo qualcosa, ci stiamo sposando. E l'atto dello sposarsi, come dello scommettere, è perlomeno preferibile (sebbene non in misura autentica) che sia descritto come pronunzia di certe parole (per quanto questa non sia ancora una descrizione accurata), piuttosto che come esecuzione di un differente, interiore atto spirituale, di cui queste parole sono soltanto il segno esteriore e percepibile. Che effettivamente sia così, difficilmente può provarsi, ma in ogni caso vorrei asserire che è un fatto."

John L. Austin: Quando dire è fare
Marietti editori, Torino - 1974

traduzione di Margherita Gentile e Marina Sbisà
pagg. 55-56

catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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lunedì 12 gennaio 2009

what a lark! what a plunge!

"Mrs. Dalloway said she would buy the flowers herself.
For Lucy had her work cut out for her. The doors would be taken off their hinges; Rumpelmayer's men were coming. And then, thought Clarissa Dalloway, what a morningfresh as if issued to children on a beach.
What a lark! What a plunge! For so it had always seemed to her, when, with a little squeak of the hinges, which she could hear now, she had burst open the French windows and plunged at Bourton into the open air."

Virginia Woolf: Mrs Dalloway
Penguin Books, London - 1996
pag. 5

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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tutti esuli in Patagonia

"Paul Chatwin ed io siamo andati in Patagonia per motivi diversissimi. Ma se mai siamo dei viaggiatori, siamo dei viaggiatori letterari. Un'associazione o un riferimento letterario possono entusiasmarci quanto una pianta o un animale raro. Siamo inoltre entrambi affascinati dagli esuli. Se domani il resto del mondo saltasse in aria, in Patagonia sopravviverebbe un sorprendente campionario di nazionalità, tutte andate alla deriva verso questi 'capi estremi dell'esilio' per nessun'altra ragione apparente se non per il fatto che queste terre esistevano.
In Patagonia, nell'arco di una qualsiasi giornata, il viaggiatore può aspettarsi di incontrare un gallese, un gentiluomo di campagna inglese, un figlio dei fiori di San Francisco, un nazionalista montenegrino, un africander, un missionario persiano della religione Bahai, o l'arcidiacono anglicano di Buenos Aires nel suo giro di battesimi."


Bruce Chatwin e Paul Theroux: Ritorno in Patagonia
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Clara Morena
pag. 10

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domenica 11 gennaio 2009

pollo fritto = cibo per chi ha bisogno di compagnia

"Ma dire pollo fritto, lo so per certo, è dire poco. Dalle valanghe di cosce dorate del Kentucky Fried Chicken, fino ai grossi e scuri pezzi di pollo della cucina toscana e fino ai tanti pezzettini gialli della cucina cinese, il pollo fritto non somiglia mai a se stesso. Più di ogni altra pietanza, questo piatto internazionale subisce infinite variazioni di ricetta, offrendosi ogni volta diverso a chi, viaggiando, ne ha accettato ogni volta l'invito. Grosso, ossuto e di color marroncino; dosossato e avvolto in grandi cortecce di pangrattato; a pezzi minutissimi in pastella dorata; avvolto di maizena e di semplice chiara d'uovo; fritto senza nulla, e condito in salsa di ostriche; passato e ripassato in uovo in uovo, farina e ancora uovo; immerso in salsa tartara, nel solo limone, nella maionese, e perfino (ahimé) nel ketchup. Queste alcune delle più conosciute fogge del pollo fritto, che varia a seconda delle latitudini e delle razze, come gli abiti o i copricapi, mantenendo intatta la sua natura di cibo appetitoso, non semplice da preparare, perfetto per chi ha bisogno di compagnia."

Simone Perotti: Zenzero e nuvole
edizioni Theoria, Roma/Napoli - 1995

pagg. 74-75


catalogazione: libreria dietro al computer

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senza accompagnamento

"Cara Margarida,
è stata una breve storia la nostra, ma la generosità del tuo sincero amore la porterò con me in America e non la scorderò. Mi imbarco all'alba. Quando leggerai queste mie parole sarò già partito. Se puoi, perdonami. Tuo Carlos.
[...]

Qualsiasi altra donna un biglietto così lo avrebbe fatto in mille pezzi. Margarida invece non aveva mai avuto nulla, nemmeno dei ricordi, e così, pure nel dolore, quelle poche parole le vide subito come la prima prova di una vita vera. Restò con quel pezzo di carta in mano davanti alla finestra aperta, un po' lo leggeva e un po' guardava il fiume da dove era partita la nave che le aveva portato via per sempre l'uomo che per poco tempo aveva creduto suo. Pensò ai tanti progetti che aveva fatto, alla vita che s'era proprio sognata da sola, senza accompagnamento. Ma non si sentì tradita, e nemmeno offesa. La vita non era altro che le tante cose che accadevano. 'È così per tutti' pensò tra sé, e solo all'idea di essere come gli altri, si sentì piena di un orgoglio mai provato prima. Aveva avuto un vero amore, era rimasta incinta, e quell'amore le aveva detto addio. Questa era la sua vita. Ora ne aveva finalmente una."

Romana Petri: Ovunque tu sia
Cavallo di ferro, Roma - 2008
pag. 89

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sabato 10 gennaio 2009

le mani non mentono

"Un mese dopo che ci eravamo conosciuti ricevetti da Kurt e Silke un invito a una passeggiata lungo l'Elba. Avremmo fatto un picnic, buon prosciutto di Westfalia, vino del Reno e pane ai cinque cereali infornato dai panettieri della riva. Vari amici della coppia si unirono a noi e, al calar della sera, Silke mi propose di allontanarci per osservare una colonia di cormorani. Camminavamo sulla spiaggia di ciottoli, a un certo punto la vidi perdere l'equilibrio e le afferrai la mano. Proseguimmo così. I cormorani aprivano le loro ali al sole del tramonto e io sentivo la fragilità delle sue dita.

«Le mani sono l'unica parte del corpo che non mente. Calore, sudore, tremito e forza. È quello il linguaggio delle mani» disse senza staccare lo sguardo dagli uccelli.


Le aprii le dita e vi intrecciai le mie. Sentii il calore, il sudore, il tremito e la forza.

«Ora dillo in Platt» le chiesi.


E lei lo fece, mentre le sue dita cercavano e decidevano come accomodarsi meglio tra le mie."


Luis Sepúlveda: La lampada di Aladino
Ugo Guanda editore, Parma - 2008
traduzione di Ilide Carmignani

pag. 73

catalogazione: nessuna, libro appena regalatomi dai medici dell'AMG

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una donna privilegiata

"La bambina che arriva al Mont-Noir è socialmente una privilegiata; tale resterà. Non ha conosciuto, almeno fino al momento in cui scrivo, l'esperienza del freddo e della fame; almeno fin qui, non ha subito torture; salvo per sette o otto anni al massimo, non si è 'guadagnato il pane' nel significato monotono e quotidiano dl termine; non ha dovuto assoggettarsi, come milioni di esseri del suo tempo, agli orrori dei campi di concentramento, né è stata messa, come milioni di altri, che si credono liberi, al servizio di macchine che sfornano in serie una produzione inutile o nefasta, paccottiglia o armamenti. Non sarà intralciata, come tante oggi ancora lo sono, dalla sua condizione di donna, forse perché non le è mai venuta l'idea di sentirsene intralciata."

Marguerite Yourcenar: Archivi del Nord
Einaudi, Torino - 1982
traduzione di Graziella Cillario
pag. 260

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venerdì 9 gennaio 2009

silenzio verde

"IPALLAGE: Figura sintattica e semantica che consiste nell'attribuire a un oggetto l'atto o l'idea confacentesi all'oggetto vicino (Morier, 1975). Nel famoso verso del Carducci, il divin del pian silenzio verde, il determinante cromatico si riferisce sintatticamente a silenzio ma idealmente (semanticamente) a pian.
Nella retorica antica si identifica con l'enallage.
Etimologia: da hypallassein = scambiare, porre sotto un altro."

Angelo Marchese: Dizionario di retorica e di stilistica
Mondadori, Milano - 1979
pag. 75

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il piatto scappa col cucchiaio?

"Peter Piper picked a peck of pickled pepper;
A peck of pickled pepper Peter Piper picked;

If Peter Piper picked a peck of pickled pepper;

Where's the peck of pickled pepper Peter Piper picked?



Hey! Diddle, diddle,

The cat and the fiddle,

The cow jumped over the moon;
The little dog laughed

To see such sport,

And the dish ran away with the spoon.


Baa, baa, black sheep,
Have you any wool?
'Yes, sir, yes, sir,

Three bags full:

One for my master,

And one for my dame,

And one for the little boy

Who lives in the lane.'


Tweedle-Dum and Tweedle-dee

Resolved to have a battle

For Tweedle-Dum said Tweedle-dee

Had spoiled his nice new rattle.

Just then flew by a monstrous crow

As big as a tar-barrel,

Which frightened both the heros so

They quite forgot their quarrel."


Mother Goose - The old nursery rhymes
illustrato da Arthur Rackam
William Heinemann, London - 1958

pagg. 38, 46, 59, 108


catalogazione: libreria di fronte al divano

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giovedì 8 gennaio 2009

«Fuma?»

"Sul taxi non aprì bocca e Maigret, da parte sua, evitò di fargli domande. Caricò la pipa e la porse all'uomo.
«Fuma?»

«No.»

«Nemmeno le sigarette?»

«Non fumo.»

Maigret gli fece allora una domanda che, apparentemente, non aveva alcun rapporto con la morte di Calas.

«E nemmeno beve?»

«No.»
Ecco un'altra stranezza, e Maigret faceva fatica a conciliarla col resto. La signora Calas era alcolizzata, erano anni che beveva, presumibilmente da prima di conoscere Pape. Ora, è raro che qualcuno che beve sopporti la presenza di una persona sobria."


Georges Simenon: Il corpo senza testa
editrice l'Unità, Roma - 1993

traduzione di Marianna Basile

pag. 137


catalogazione: libreria di fronte al divano

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mercoledì 7 gennaio 2009

due orologi

"A tutte le età sembra che nel nostro corpo non ci sia un solo orologio ma due. I ricercatori ne hanno individuato uno neurologico collocato nel cervello, come un nucleo di cellule vicino a dove si uniscono i nervi ottici, che può essere influenzato dalla luce. L'altro orologio sembra essere fatto di un picco seguito dal crollo di una certa sostanza chimica che viene utilizzata durante il giorno e poi viene recuperata quando dormiamo. Le diverse funzioni del corpo sono governate dai due orologi. Il ritmo della nostra temperatura sembra essere guidato dall'orologio neurologico (oltre che dall'ambiente); il comportamento sonno-veglia e molte altre cose sono guidate dall'orologio che funziona per incremento-decremento. Il problema è che questi due orologi non procedono secondo lo stesso ritmo."

Peter Hauri, Shirley Linde: Vincere l'insonnia
Bollati Boringhieri editore, Torino - 1992

traduzione di Simona Rivolta

pag. 158

catalogazione: libreria dietro il computer
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grandi sciocchezze senza pretese

"Nessuno è esente dal dire sciocchezze. Il male è dirle con pretensione.

'Vere iste magno conatu magnas nugas dixerit'
Certo costui farà grandi sforzi per dirmi grandi sciocchezze.
Terenzio: Heautontimorumenos

Questo non mi riguarda. Le mie mi scappano con tutta l'indifferenza che meritano."

Michel de Montaigne: Saggi
Adelphi, Milano - 2007
traduzione di Fausta Garavini
vol. II, pag. 1047


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martedì 6 gennaio 2009

brain-storming? no, grazie

"Il brain-storming è un modo controproducente di trascorrere il tempo. Di solito la gente escogita nuove idee più per conto proprio che in gruppo. Gli psicologi parlano di 'illusione della produttività di gruppo'. Secondo i dati di un metastudio, in diciotto confronti su venti risultava che l'individuo è meno produttivo in gruppo. Inoltre, più è grande il gruppo, maggiore è la perdita di produttività. Sappiamo tutti che in queste situazioni ci sono persone che fanno troppo spesso affidamento sul lavoro degli altri e diventano delle 'sanguisughe'. Eppure, per quanto strano, continuiamo ad avere un'opinione elevata del dibattito di gruppo. Più dell'ottanta per cento degli intervistati ritiene che il brain-storming produca risultati migliori della riflessione individuale."

Tyler Cowen: No Crac -
Scopri l'economista che è in te

Cooper editore, Roma - 2008

traduzione di Fabio Bernabei
pag. 118


catalogazione: libreria di fronte al divano

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