domenica 30 novembre 2008

dovevamo farlo scoprire ai Francesi?

GIANMARIA TESTA- IL VIAGGIO
Dentro l'acqua di questo torrente
così limpida e veloce scenderò
fino a quando la mia montagna
fino a dove questa montagna
si farà pianura
molto lontano da questo cielo
così vicino che lo puoi toccare
fino al punto esatto
fino al punto dove
il fiume accarezza il mare

Ma chissà
dove il fiume incontra il mare

Tutte le stelle di questa montagna
così piccole e vicine saluterò
fino a quando dalla pianura
fino a quando non potranno
più sentire
e sarò lontano da questo cielo
così lontano da non poterci tornare
molto vicino al punto
al punto esatto dove
il fiume accarezza il mare
Molto vicino al punto
molto vicino a dove
il fiume incontra il mare

Ma chissà
dove il fiume incontra il mare


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sabato 29 novembre 2008

ultimo pasto

"Neighbour: Be', questo non è il suo ultimo pasto, se t'interessa. Mangerà ancora stasera e poi c'è la colazione domani mattina, e questa almeno non gliela invidierò di sicuro, con quello stufato di corda che viene dopo, e con il budino alla leva e il trabocchetto per dolce. E poi, non sei mica corso anche tu come tutti gli altri a vedere cosa gli davano?

A.
Se l'ho fatto non è mica perché fossi invidioso.

B.
Naturale, siamo andati tutti a vedere. Tanto per far qualcosa di diverso dal solito, in 'sto dannato buco dove non succede mai niente."

(L'impiccato di domani)

Brendan Behan: L'impiccato di domani / L'ostaggio - Due commedie drammatiche
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1960

traduzione di Gigi Lunari
pag. 71


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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venerdì 28 novembre 2008

stavolta Silvia era incinta davvero!

"Poi anche la storia di Lugli finì. Si seppe ch'era scappato lasciando dei grossi debiti. Ma Silvia stavolta si rivoltò come un gatto. Andò a Canelli alla Casa del fascio; andò dal segretario, andò nelle ville dove avevano goduto e dormito, e tanto fece che riuscì a sapere che doveva essere a Genova. Allora prese il treno per Genova, portandosi dietro l'oro e quei pochi soldi che trovò.

Un mese dopo andò a prenderla a Genova il sor Matteo, dopo che la questura gli ebbe risposto dov'era, poiché Silvia era maggiorenne e spedirla loro a casa non potevano. Faceva la fame sulle panchine di Brignole. Non aveva trovato Lugli, non aveva trovato nessuno, e voleva buttarsi sotto il treno. Il sor Matteo la calmò, le disse ch'era stata una malattia, una disgrazia, come il tifo di sua sorella, e che tutti l'aspettavamo alla Mora. Tornarono, ma stavolta Silvia era incinta davvero."


Cesare Pavese: La luna e i falò
Giulio Einaudi editore, Torino - 1974

pag. 114


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giovedì 27 novembre 2008

spaghetti di riso con astice

"1. Lasciare la pasta in abbondante acqua bollente, fino a quando si ammorbidisce. Scolarla, sgocciolarla bene e sciacquarla con acqua fredda.
2.
Riscaldare nel wok il brodo di astice, il succo di zenzero, la salsa di soia e il pepe limonato. Cuocervi la pasta a fuoco medio per 3-5 minuti.
3. Aggiungere la polpa di astice e riscaldare. Sbattere le uova e incorporarle lentamente alla pasta. Lasciare riposare a fuoco medio per circa 1 minuto e mescolare con cura. Distribuire la zuppa nelle scodelline e servire.

PER 4 PERSONE
150 g di spaghetti di riso
750 ml di brodo di astice (confezionato)

2-3 cucchiai di salsa di soia

un po' di pepe limonato

300 g di astice

2 uova

TEMPO DI PREPARAZIONE
c. 20 minuti 570 kcal/2396 kj"

Wok - Cucina asiatica: ricette per tutti i giorni
Neumann & Göbel Verlagsgesellschaft, Colonia

traduzione dal tedesco a cura di Ariberto S.r.l.

pag 41

catalogazione: libreria dietro il computer

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mercoledì 26 novembre 2008

utili consigli per tutte le donne!

"Una opinione invece erratissima ed assai diffusa nel popolo è che, durante la mestruazione, la donna non possa proceder alla pulizia degli organi genitali perché altrimenti il flusso si arresterebbe e non debba procedere al cambio della biancheria per evitare il ripetersi della emorragia. Al contrario è indispensabile, in quel periodo, una nettezza anche maggiore sia mediante lavaggi con acqua tiepida, sia cambiando la biancheria, badando, per quest'ultima, che non sia eccessivamente fredda nel qual caso effettivamente una impressione troppo viva sulla cute potrebbe stimolare una emorragia, non tanto per effetto della temperatura, quanto per la forza di suggestione.

Mentre nei tempi passati la donna restava molto in casa ed esagerava nella cautele durante le mestruazioni, oggi ostenta, al contrario, una indifferenza che può essere nociva. Non occorre davvero porsi a letto, tanto più che la vita moderna impone alla donna tanti doveri ai quali non è possibile sottrarsi periodicamente tutti i mesi, ma specialmente nei primi due giorni è indispensabile aversi un certo riguardo, è necessario limitare gli sforzi, evitare le fatiche eccessive, le gite, la ginnastica. Il contravvenire a queste norme significa non curarsi di mantenersi giovani e piacenti il più a lungo possibile, perché l'affaticarsi nel periodo mestruale porta, come conseguenza, un rapido avvizzimento, un decadimento che nessuna può desiderare."


John H. Smith: Enciclopedia della vita sessuale
De Carlo Editore, Roma - 1939
traduzione di Antonio Velini
pag. 313

catalogazione: libreria di fronte al divano
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martedì 25 novembre 2008

Sancho e don Chisciotte sono fratelli

"È stato detto da vari commentatori che la follia di don Chisciotte e il buon senso di Sancho sono reciprocamente contagiosi, ed ecco perché, nella seconda parte, don Chisciotte sviluppa un istinto sanchoide, mentre Sancho si fa lunatico come il padrone. Ad esempio, cerca d'indurre la moglie a credere a governatorati su lontane isole, usando gli stessi sforzi che il Don ha usato con lui per convincerlo che i mulini erano giganti e le locande castelli. Mentre un critico abbastanza noto ma pedestre quale Rudolph Schevill sottolinea il contrasto tra l'antiquata generosità dell'hidalgo e la poco romantica praticità del suo scudiero, uno studioso spagnolo sottile e ispirato, Salvador de Madariaga, tende a considerare Sancho come una specie di trasposizione del Don in una chiave diversa. In effetti, i due alla fine del libro sembrano scambiarsi sogni e destini, poiché è Sancho a tornare al villaggio nelle vesti dell'estatico avventuriero, la mente colma di splendori, ed è don Chisciotte a replicare seccamente: «Lascia perdere queste sciocchezze»."

Vladimir Nabokov: Lezioni sul Don Chisciotte
Garzanti editore, Milano - 1989

traduzione dall'inglese di Edoardo Albinati

pagg. 47-48

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lunedì 24 novembre 2008

autentiche nozze morave

"I ragazzi del gruppo mi organizzarono delle autentiche nozze morave. La mattina presto vennero tutti da noi con l'orchestrina e i costumi tradizionali. Il nostro cinquantenne suonatore di cimbalon era il compare più anziano. Toccò a lui fare da paraninfo. Per prima cosa papà offrì a tutti slivovice con pane e pancetta. Poi il paraninfo fece un cenno perché tutti si zittissero e cominciò a recitare con voce sonora:

«Rispettabilissimi giovinetti e fanciulle,
signore e signori!
In questa dimora vi ho convocato,
perché codesto giovane richiesta ha avanzato
che alla casa del padre di Vlasta Netáhalová
[con lui si vada a passo svelto,
avendo egli la di lui nobile figlia per sposa
[scelto...».

Il paraninfo, il più anziano dei compari, è il capo, l'anima, colui che dirige l'intera cerimonia. È sempre stato così. È così da mille anni. Lo sposo non è mai stato il soggetto delle nozze. È sempre stato il loro oggetto. Non si sposava. Lo sposavano."

Milan Kundera: Lo scherzo
Adelphi edizioni, Milano - 1991
traduzione di Giuseppe Dierna [Antonio Barbato]
pag. 175

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domenica 23 novembre 2008

la teoría del criado

"Se levantó a tomar el desayuno.

— ¿Qué tal tiempo hace, Domingo?


— Como siempre, señorito.


— Vamos, sí, ni bueno ni malo.

— ¡Eso!


Era la teoría del criado, quien también se las tenía.


Augusto se lavó, peinó, vistió y avió como quien tiene ya un objetivo en la vida, rebosando íntimo arregosto de vivir. Aunque melancólico."


Miguel de Unamuno: Niebla
Espasa Calpe, S.A., Madrid - 1971

pag. 41


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sabato 22 novembre 2008

centoventi salumieri

"La madre ha detto «Ginnastica e nuotare e prendere il sole. La cucina è ottima perché il cuoco è italiano. Di sera balli sotto questa volta immensa di stelle, sono grandi il doppio che da noi.» Fumava con accanimento, aspirava il fumo fino in fondo ai polmoni, accavallava le gambe nei jeans da ragazzina. E non sembrava ricca da sempre, o per sempre c'era un margine di incredulità o di desiderio di stupire nei suoi racconti, un margine di apprensione.

Ho detto «Che bello»; pensavo alla faccia del suo ex marito, cercavo di immaginarmi dov'era.


«Sì,» ha detto lei. «Però dopo la prima settimana per mia somma sventura sono arrivati centoventi salumieri italiani che avevano vinto il premio vendite di un'industria di prosciutti.»"


Andrea De Carlo: Arcodamore
Bompiani editore, Milano - 1996

pagg. 80-81


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venerdì 21 novembre 2008

Fury said to a mouse...







Lewis Carroll: Alice's adventures in Wonderland
Penguin Books Ltd, London - 1994
pag. 37

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giovedì 20 novembre 2008

amore a lunga conservazione

"Quando ho aperto gli occhi mi sono mangiato i cornetti, tutti meno uno che ho lasciato sulla bicicletta di Mara insieme al mezzo litro di latte a lunga conservazione, come il mio amore. Giravano già i camion della nettezza urbana, i cassoni dei rifiuti schiarivano nell'alba. Anche i miei pensieri si facevano più chiari. Ora che l'hai conosciuta, ordinavo a me stesso salendo le scale di casa mia, non la perderai più, la difenderai contro ogni cattiveria brutta, e lei sarà orgogliosa di te. Anche correndo attorno al campo d'allenamento, e durante le flessioni e il sudore, e piegato sotto la doccia più bassa di me, e sempre in quel giorno lì, pensavo a lei e a come potevano farle del male se non le stavo appiccicato, perché lei era una bambina sperduta e indifesa nel mondo bestia, e ogni momento poteva arrivare uno e farle una cattiveria brutta se io non stavo in guardia, pronto a dargli una testata sul setto, dove fa più male."

Marco Lodoli: Grande Raccordo
Bompiani, Milano - 2000

pag. 126

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mercoledì 19 novembre 2008

l'essenziale è colpir le immaginazioni

"Il giorno della sua visita, il caldo era a Parma opprimente; il trovare lassù l'aria un po' mossa le gradì tanto che vi si trattenne qualche ora. Naturalmente, si affrettarono ad aprirle le sale della Torre Farnese, sulla cui piattaforma s'incontrò con un povero liberale carcerato che vi godeva la mezz'ora di passeggiata concessagli ogni tre giorni. Ritornata a Parma, non ancora assuefatta alla discretezza necessaria in una Corte di monarca assoluto, parlò e riparlò di quell'uomo che le aveva raccontato la sua storia. Il partito della marchesa fece tesoro di quei discorsi e li divulgò quanto più poté con la speranza che il principe, conosciutili, se ne adirerebbe: Ernesto IV soleva infatti ripetere che l'essenziale è colpir le immaginazioni. Sempre è una gran parola, diceva, e in Italia anche più terribile che altrove: perciò in vita sua non aveva mai accordato una grazia."

Stendhal (pseudonimo di Henri-Marie Beyle):
La Certosa di Parma

Arnoldo Mondadori editore, Verona - 1930
traduzione di Ferdinando Martini
pag. 163

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martedì 18 novembre 2008

distruggere ciò che non possiamo foggiare

"Tu puoi accendere le stufe con la torba, e le rimesse costruirle in pietra. Va bene, lo ammetto, abbatti foreste, se è necessario, ma perché sterminarle? Le foreste russe scricchiolano sotto l'ascia, periscono miliardi di alberi, sono devastati i rifugi delle bestie e degli uccelli, si insabbiano e seccano i fiumi, scompaiono senza rimedio meravigliosi paesaggi, e tutto questo perché all'uomo indolente manca il buon senso di ricavare dalla terra il combustibile. (A Elèna Andrèevna) Non è vero, signora? Bisogna essere barbari sconsiderati, per ardere nella stufa questa bellezza, per distruggere ciò che noi non possiamo foggiare. L'uomo è dotato d'intelligenza e di forza creativa per moltiplicare ciò che gli è dato, sinora però egli non ha creato, ma distrutto. Le foreste si fanno sempre più rade, i fiumi si seccano, la selvaggina si è estinta, il clima è guastato, e di giorno in giorno la terra diventa sempre più povera e più brutta."

Anton Čechov: Zio Vanja
Giulio Einaudi editore, Torino - 1970

introduzione e traduzione di Angelo Maria Ripellino
pag. 28


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lunedì 17 novembre 2008

tutte le cattive qualità delle donne

"Così fummo di nuovo buoni amici.

Poi, di punto in bianco, egli si mise a parlare male delle donne. Restai a bocca aperta! Ora che lo conosco meglio, so che egli si lancia a un discorrere abbondante in qualsiasi direzione quando si crede sicuro di piacere al suo interlocutore. Io, poco prima, avevo parlato del lusso delle signorine Malfenti, ed egli ricominciò a parlare di quello per finire col dire di tutte le altre cattive qualità delle donne. La mia stanchezza m'impediva d'interromperlo e mi limitavo a continui segni d'assenso ch'erano già troppo faticosi per me. Altrimenti, certo, avrei protestato. Io sapevo ch'io avevo ogni ragione per dire male delle donne rappresentate per me da Ada, Augusta e dalla mia futura suocera; ma lui non aveva alcuna ragione di prendersela col sesso rappresentato per lui dalla sola Ada che l'amava."


Italo Svevo: La coscienza di Zeno
dall'Oglio editore, Milano - 1938

pag. 169

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domenica 16 novembre 2008

a Museum without Walls

"Nowadays an art student can examine color reproductions of most of the world's great paintings, can make acquaintance with a host of second-rank pictures, archaic arts, Indian, Chinese and Pre-Columbian sculpture of the best periods, Romanesque frescoes, Negro and 'folk' art, a fair quantity of Byzantine art. How many statues could be seen in reproduction in 1850? Whereas the modern art-book has been preeminently successful with sculpture (which lends itself better than pictures to reproduction in black-and-white). Hitherto the connoisseur duly visited the Louvre and some subsidiary galleries, and memorized what he saw, as best he could. We, however, have far more great works available to refresh our memories than those which even the greatest of museums could bring together. For a 'Museum without Walls' is coming into being, and (now that the plastic arts have invented their own printing-press) it will carry infinitely farther that revelation of the world of art, limited perforce, which the 'real' museums offer us within their walls."

André Malraux: The Voices of Silence:
Man and his Art

Doubleday & Co., Inc., Garden City, NY - 1953

traduzione dal francese di Stuart Gilbert

catalogazione: una delle librerie di Susan
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le precauzioni non valgono

"La sua avventura con Elena Muti era ormai notissima come, o prima o poi, o più o meno, nella società elegante di Roma e in ogni altra società son note tutte le avventure e tutte le flirtations. Le precauzioni non valgono. Ciascuno ivi è così buon conoscitore della mimica erotica, che gli basta sorprendere un gesto o un'attitudine o uno sguardo per avere un sicuro indizio, mentre gli amanti, o coloro che sono per divenire tali, non sospettano. Inoltre, ci sono in ogni società alcuni curiosi che fan professione di scoprire e che vanno su le vestigia degli amori altrui con non minor perseveranza de' segugi in traccia di selvaggina."

Gabriele D'Annunzio: Il piacere
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1974

pagg. 172-173


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sabato 15 novembre 2008

come bere dall'otre: istruzioni per l'uso

"Si voltò e offrì l'otre a Bill. Bill gli porse una delle nostre bottiglie. Il basco gli fece segno di no con un dito e gli restituì la bottiglia, schiacciando il tappo col palmo della mano. Poi sollevò il suo otre.

«
Arriba! Arriba!» disse. «Lo tiri su.»

Bill alzò l'otre e, con la testa piegata indietro, lasciò che il getto del vino gli zampillasse in bocca. Quando finì di bere e raddrizzò il recipiente, gli colò qualche goccia sul mento.


«No! No!» dissero parecchi baschi. «Non così.»


Uno di loro strappò di mano l'otre al suo proprietario, che s'accingeva a fornire una dimostrazione. Era giovane e teneva l'otre con il braccio teso e lo sollevò in alto, strizzando il sacco di cuoio con la mano in modo da far sprizzare direttamente in bocca il getto del vino. Era così che lo teneva e il vino descriveva una netta e precisa traettoria dall'otre alla bocca, e lui continuava a inghiottire, a un ritmo uniforme e regolare."

Ernest Hemingway: Fiesta
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1995
traduzione di Ettore Capriolo

pagg. 106-107

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venerdì 14 novembre 2008

morire senza darsi per vinti!

"La moglie la vedeva molto raramente. Ella stava sempre in camera sua. Ne usciva solo in rare occasioni, col capo proteso in avanti, e con quella voce bassa da invasata gli domandava come stava. E lui, con la consuetudine più che trentennale che c'era tra loro, le rispondeva: —Be', non mi sembra di star peggio, cara —. Ma aveva paura di lei, sotto quell'usbergo della consuetudine, una paura da morire.

Tutta la vita era stato così fermo, non aveva ceduto mai: anche ora, sarebbe morto senza darsi per vinto, senza sapere quali fossero i suoi veri sentimenti verso di lei. Tutta la vita, aveva detto: «Povera Christiana, ha un carattere così impulsivo!» Con volontà irremovibile, aveva mantenuto questa posizione riguardo a lei, aveva messo la pietà al posto di tutta l'ostilità, la pietà era stata il suo scudo e la sua salvaguardia, la sua arma infallibile. E ancora oggi, quando era cosciente, si dispiaceva per lei, per quella sua natura tanto violenta, tanto impaziente."


David Herbert Lawrence: Donne innamorate
Giulio Einaudi editore, Torino - 1957

traduzione di Lidia Storoni Mazzolani

pagg. 253-254


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giovedì 13 novembre 2008

paura primordiale

"I miti della bisessualità, pur non preparandoci adeguatamente ad accettare questo fatto, ci ricordano che, dietro la domanda che viene fatta ogni volta che nasce un bambino: «È maschio o femmina?» se ne annidano altre più profonde e di solito inespresse: «È vivo o morto? È umano o mostro?» Con esse vogliamo rassicurarci che la vita non cesserà su questa terra, né sarà così profondamente alterata da farci preferire che fosse cessata. Ma come ci sono bambini che nascono morti o con due teste o con un occhio solo, così ce ne sono che nascono fenotipicamente così ambigui che levatrici o sciamani non riescono ad individuarne il sesso. «Mostri!» strillano generalmente gli ingenui, girandosi dall'altra parte inorriditi. E i nomi inventati dai più colti, come «androgeni», «ermafroditi» o «intersessi» servono poco a placare questa paura primordiale, in quanto fanno ancora intendere che si tratti di ibridi «innaturali» dei due sessi «normali», il maschio e la femmina."

Leslie Fiedler: Freaks - Miti e immagini dell'io segreto
Garzanti editore, Milano - 1981

traduzione di Ettore Capriolo
pagg. 194-195

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mercoledì 12 novembre 2008

un essere più perfetto del mio

"Dei pensieri riguardanti le molte e varie cose fuori di me, come il cielo, la terra, la luce, il calore e mille altre, non mi preoccupavo molto di sapere donde mi fossero venuti, perché, non notando in essi nulla che sembrasse renderli superiori a me, potevo ritenere che, se veri, dipendessero da me in quanto la mia natura aveva qualche perfezione; se falsi, mi venissero dal nulla, ossia fossero in me per quel che in me era di manchevole. Ma lo stesso non poteva essere dell'idea di un essere più perfetto del mio, poiché derivarla dal nulla era cosa manifestatamente impossibile; e, d'altra parte, poiché a voler far dipendere il più perfetto dal meno perfetto non v'è minore difficoltà che dal nulla ricavar qualcosa, io non la potevo derivare neppure da me stesso. Essa doveva, dunque, essere stata messa in me da una natura realmente più perfetta di me, e tale, anzi, che avesse in sé tutte le perfezioni di cui io potevo avere qualche idea, cioè, per dirla con una parola sola, che fosse Dio."

René Descartes: Discorso sul metodo
Editori Laterza, Bari - 1990

pagg. 86-87


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martedì 11 novembre 2008

un metodo comodo???

"Queste funzioni hanno il compito di trasformare il risultato della query in un formato gestibile da Php. Php infatti non prevede un tipo di dato tabella ed è pertanto necessario esprimere il risultato della query ricorrendo ai tipi di dati conosciuti dal linguaggio.

Un metodo comodo è di vedere ogni riga della tabella come un array associativo i cui indici sono chiamati come l'intestazione della tabella. La funzione che si occupa di questo è pg_fetch_array ($id-query,$riga,PGSQL_ASSOC) che ritorna naturalmente l'array associativo relativo alla riga specificata. Se invece si preferisce l'uso dell'indice numerico dell'array si utilizza pg_fetch_array ($id-query,$riga,PGSQL_NUM); il comando pg_fetch_array ($id-query,$riga,PGSQL_BOTH) consente l'uso di entrambi i metodi di accesso dell'array."

Luca Cattaneo: PHP4
Tecniche Nuove, Milano - 2001

pag. 106


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lunedì 10 novembre 2008

il lupo

"C'era una volta un vecchietto e una vecchietta, che avevano una gattina-lavapiatti, una cagnetta-latra-a-vuoto, una pecorella e una mucca. Il lupo venne a sapere che il vecchietto aveva molto bestiame; andò a chiedere. Arriva e dice: — Dammi la vecchia! — Al vecchio spiaceva dar via la vecchietta; al suo posto consegnò la gattina-lavapiatti. Al lupo non bastò, se la divorò e andò daccapo dal vecchio. — Dammi la vecchietta! — Al vecchio spiaceva dar via la vecchina; al suo posto consegnò la cagnetta-latra-a-vuoto. Il lupo la mangiò, e di nuovo va a chiedere la vecchia. Il vecchietto non la consegnò: al suo posto diede la pecorella, e poi anche la mucca. Ma la vecchietta la tenne per sé; e insieme vissero felici e contenti, fra mille godimenti."

AA.VV.: Antiche fiabe russe
raccolte da Alekasndr N. Afanasjev
prefazione di Franco Venturi

traduzione di Gigliola Venturi

Giulio Einaudi editore, Torino - 1953

pag. 764


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domenica 9 novembre 2008

uno scavezzacollo del Texas

"Moody. Da giovane era stato uno scavezzacollo del Texas, uno che compiva marachelle nella zona di Harlingen, Brownsville e McAllen. Poi per un certo periodo, assieme a una piccola ghenga, si era trasferito sulla baia di Mobile, a spargere apprensione in quelle contrade, da Mertz giù giù fino a Magazine, ma, ben presto, era tornato ai patri lidi, a offrire a tutte le signore orchidee di Dauphin Island tenute in fresco insieme con la birra in una tinozza da ghiaccio sul pianale del camion, e aveva ripreso l'andazzo di prima, il che comportava: guidare a velocità pazzesca, esplodere colpi d'arma da fuoco a casaccio e passare in giro cocaina, finché un vicesceriffo amico di famiglia gli offrì una scelta fra l'esercito subito o il carcere più in là. Della guerra allora imminente non si fece parola, ma: «E quanto a sparare?» domandò Moody.
«Armi di ogni sorta, di ogni calibro.»
«No, volevo dire
a chi dovrò sparare?»
«Te lo diranno loro, a chi. Ciò che la cosa ha di interessante, secondo me, è che non avrai problemi legali di sorta.»

Thomas Pynchon: Vineland
Rizzoli editore, Milano - 1991

traduzione di Pier Francesco Paolini
pag. 141

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un viaggio impegnativo

"….Lentamente mi accorsi che il cancro era diventato una sorta di scudo dietro il quale mi proteggevo, una difesa contro tutto quel che prima mi aggrediva, una sorta di baluardo contro la banalità del quotidiano, gli impegni sociali, contro il fare conversazione. Col cancro mi ero conquistato il diritto di non sentirmi più in dovere di nulla, di non avere più sensi di colpa. Finalmente ero libero. Totalmente libero. Parrà strano, e a volte pareva stranissimo anche a me, ma ero felice. "Possibile che bisogna proprio avere il cancro per godere della vita?" mi scrisse un vecchio amico inglese. Aveva sentito dire del mio essere scomparso e per e-mail mi aveva chiesto notizie. Gli avevo risposto che quella notizia era il mio scoop e che sì, dal mio punto di vista quello era, se non proprio il più bello, certo il più coinvolgente periodo della mia esistenza. Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo preparato carte geografiche, per il quale non mi ero in nessun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso. Tutto quello che succedeva mi toccava direttamente. Gli scrissi che godesse di non avere il cancro, ma che, se voleva fare un esercizio interessante, immaginasse per un giorno di averlo e riflettesse su come non solo la vita, ma le persone e le cose che ci stanno attorno improvvisamente appaiono in una luce diversa. Forse una luce più giusta. Nella vecchia Cina molti tenevano in casa la loro bara per ricordarsi della propria mortalità; alcuni ci si mettevano dentro quando dovevano prendere decisioni importanti, come per avere una miglior prospettiva aulla transitorietà del tutto. Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati - come in verità si hanno comunque - per rendersi conto di quanto preziosi sono quei giorni?"

Tiziano Terzani: Un altro giro di giostra
Edizioni Longanesi, Milano - 2006
pag. 14


catalogazione: libreria di Giovanna
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sabato 8 novembre 2008

Mauthausen

"Scorrono lentissime le ore. Ancora una notte, e poi un eterno giorno, e poi una notte ancora.

Cosa è avvenuto in tutte queste ore? Mi sono alzato molte volte per leccare la crostina di ghiaccio sulla porta gelata, fino a quando un sapore dolciastro non mi avverte che la lingua sanguina. Rocca mi si è buttato sulle ginocchia, sfinito. Non ha più nemmeno la forza di alzarsi per evacuare nel mucchio vicino alla porta, e si fa tutto addosso. Un silenzio tragico s'è fatto nel carro. Anche i ragazzi tacciono esausti.


Viene l'alba. Il treno si ferma, le porte si aprono. Scendere. La sferzata di aria gelida ci rianima.


Una infinita distesa di neve, risalente a tratti, a tratti ondeggiante e a ridosso di una altura il fabbricato modesto di una piccola stazione, sul fronte del quale spicca una parola a caratteri gotici: Mauthausen."

Piero Caleffi: Si fa presto a dire fame
Edizioni del Gallo, Milano - 1965

pag. 115

catalogazione: libreria dietro il computer
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venerdì 7 novembre 2008

nessuna speranza di risorgere

"Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita.

Ogni cosa rappresenta una minaccia per il giovane: l'amore, le idee, la perdita della famiglia, l'ingresso tra i grandi. È duro imparare la propria parte nel mondo.

Ma a che rassomiglia il nostro mondo? Pareva il caos che i Greci collocano all'origine dell'universo fra le nebbie della creazione, con la sola differenza che noi credevamo di scorgervi il principio della fine, di una vera fine, e non di quella che prelude al principio di un principio. Dinanzi a quelle estenuanti metamorfosi delle quali un infimo numero di testimoni si sforzava di trovare la chiave, si poteva soltanto osservare che la confusione portava alla morte naturale di quanto esisteva. Tutto assomigliava a quel disordine che conclude le malattie; già prima della morte, che s'incarica di rendere invisibili tutti i corpi, l'unità della carne si fraziona, e ogni parte di questa moltiplicazione tira per il suo verso: la cosa finisce con la putrefazione che non ammette speranza di risorgere."

Paul Nizan: Aden Arabie
Edizioni Fahrenheit 451, Roma - 1994
prefazione di Jean-Paul Sartre
traduzione di Daria Menicanti
pag. 65

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giovedì 6 novembre 2008

corpi in moto e corpi in equilibrio

"Dunque lo sgombero della neve:
durante e dopo la nevicata, assicurata
la resistenza dei tetti, sgomberati


balconi e davanzali, non recando
molestia ai passanti, dalle 7

alle 19 tenuto sgombro

il marciapiede, raccolto sul bordo
da non invadere la carreggiata e
da non ostruire i pozzetti stradali,


in caso di gelo cosparsa
sugli spazi suddetti segatura,

sabbia o altro materiale

per impedire ai passanti di

sdrucciolare e durante lo sgelo

tenute sgombre le bocchette di scarico


(impossibile anche sapere quanti
siano stati uccisi per l'abitudine
di portare via i cadaveri).


Nanni Balestrini: Poesie pratiche
Giulio Einaudi editore, Torino - 1976
pag. 25

catalogazione: libreria dietro il computer

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mercoledì 5 novembre 2008

due carcasse

"Le cornacchie tingevano di nero, carbonizzandoli, i verdi pendii a settentrione. I fischioni alzavano la voce nel secco ticchettio delle squallide canne di palude, un suono allegro ed esplosivo, che solo la nebbia e la distanza possono contrastare o affievolire. Un chiurlo morto giaceva intatto sull'argine, a pancia in su, col collo spezzato. Le frastagliate estremità dell'osso avevano bucato la pelle. Quando ho sollevato quel corpo molle e bagnato, le lunghe ali si sono aperte come due ventagli. I corvi non gli avevano ancora tolto dagli occhi il luccicchio del fiume. L'ho rimesso dov'era. Il pellegrino che l'aveva ucciso avrebbe potuto tornare a mangiarlo quando me ne fossi andato, e la sua morte non sarebbe stata inutile. In mezzo all'acquitrino un cigno - colpito al petto da una schioppettata - era stato lasciato là a marcire. Era untuoso, pesante da sollevare e puzzava. Il ritrovamento di queste due carcasse ha lasciato un segno sullo splendore della giornata, che è finita in una muta desolazione di nubi mentre il vento cadeva e il sole tramontava."

J.A. Baker: Il falco pellegrino
Franco Muzzio editore, Padova - 2006

traduzione di Vincenzo Mantovani
pag. 71

catalogazione: libreria di fianco al divano
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martedì 4 novembre 2008

non ci sono più le mezze stagioni...

"La stagione era balzana; quell'anno le stagioni si confondevano l'una con l'altra: dopo venti e nebbie, cieli incandescenti come lamiere si levarono sull'orizzonte. In due giorni, senza alcuna transizione, al freddo umido delle brume, ai torrenti di pioggia, succedette un caldo torrido, un'atmosfera pesante fino a soffocare. Il sole, come riscaldato da furiosi attizzatoi, si aprì al pari di una gola da forno dardeggiando una luce quasi bianca che bruciava gli occhi; un polverio di fiamme si levò dalle strade calcinate, ardendo gli alberi secchi, strinando le erbe ingiallite; il riverbero delle mura tinte di calce, il fuoco acceso sullo zinco dei tetti e sui vetri delle finestre accecò. Una temperatura da fonderia in piena attività si abbatté sulla casa di Des Esseintes."

Joris-Karl Huysmans: A ritroso
Rizzoli editore, Milano - 1982
traduzione di Ugo Dèttore

pag. 192


catalogazione: libreria di fronte al divano

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lunedì 3 novembre 2008

il neonato guarda ma non si vede

"Il bambino, se tutto va bene, nel guardare il volto materno vede il Sé nella faccia della madre; ma se il volto della madre riflette il proprio stato d'animo o, peggio, la rigidità delle sue difese, il neonato guarda, ma non si vede. Winnicott sottolinea che se ciò accade, è probabile che la capacità creativa del bambino comincerà ad atrofizzarsi e che egli cercherà, in qualche modo, nell'ambiente circostante qualcosa di sé, qualcosa che lo rifletta. Se, a poco a poco, il bambino si abitua al fatto che ciò che vede è la faccia della madre, la percezione prende il posto di uno scambio significativo con il mondo in cui l'arricchimento di sé si alterna con la scoperta di un significato nel mondo delle cose viste. Se il volto della madre è poco responsivo, allora uno specchio sarà una cosa da guardare, non una cosa in cui guardare."
(Adele Nunziante Cesaro)

AA.VV.: La nascita del sé
a cura di Massimo Ammaniti

Laterza, Bari - 1989

pag. 154


catalogazione: libreria di fronte al divano

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domenica 2 novembre 2008

Hezekiah is ready to eat

"Hezekiah is anxious to help.
Hezekiah is difficult to help.

To someone who knows English, these sentences are radically different In the first one, Hezekiah is planning to do the helping, and in the other, he is the one liable to be helped. Yet, the 'slot' pattern of both is identical:


NP V ADJ INF

Hezekiah is anxious to help
Hezekiah is difficult to help

A similar problem occurs with the sentence:


Hezekiah is ready to eat.

Any English speaker could (with a bit of thought) interpret this sentence in two ways: Hezekiah was hungry, and wanted to have his dinner. Or, Hezekiah had perhaps fallen into the hands of cannibals, and had been trussed up and seasoned ready for consumption."


Jean Aitchison: Linguistics
Hodder & Stoughton Educational, Sevenoaks - 1978

pagg. 101-102


catalogazione: libreria bianca in soggiorno
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le cortine del letto di Ugo Foscolo

"Ad Antonietta Fagnani Arese

Giovedì, ore 4
Sono passato oggi spesse volte dalla tua casa; ma non ho veduto alla finestra né la tua cameriera né persona vivente. Oh come io sono restato colpito, vedendoti passare! Io stava parlando col Greco de' miei antichi amori in Toscana; ed egli mi parlava de' suoi... Mi pare di ottimo cuore. Io gli sono divenuto amico, perché mi avvicino a tutti coloro che ti vedono sovente; mi pare che abbiano qualche cosa del tuo: e rimango qualche volta immobile e silenzioso, come se la loro presenza mi fosse sacra. Ma tu bada di non confidare né al Greco né ad anima vivente alcuna sillaba. Imprudente! tu ti sei confidata; e a chi?... non voglio arrossire... oh mia amica! io non amo per ambizione. La dolce necessità di amare e di essere amato mi ha tratto a' tuoi piedi, né cangerei un tuo bacio secreto con mille favori palesi. Oserò confessarlo. Anche le poche volte ch'io ho amato per capriccio,
il mistero ha sempre aperte e chiuse le cortine del letto dell'amore. Gli amori non possono essere eterni: questo favore se lo sono riserbato i numi... ma quando le rose dell'amore si sono appassite, la divina amicizia le deve raccogliere, e respirarne la fragranza...; né io so come si possa tradire la riputazione di una persona che ci ha fatto dimenticare per qualche tempo i dolori della vita. Amiamoci. Ma se l'odio e il disprezzo devono succedere al nostro amore, cessiamo piuttosto d'amarci sino da questo momento."

a cura di Guido Davico Bonino: Come una carezza - Lettere d'amore dell'Ottocento italiano
Einaudi, Torino - 2004
pag. 5

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sabato 1 novembre 2008

il Prater è bello

"Tutta la magia della vita fantastica, tutto lo scintillio delle favole si tessono intorno a una città piena di tassametri. Uno squallido spirito da caserma ci costringe a riconoscere almeno una volta al giorno che il Prater è bello."


Karl Kraus: Detti e contraddetti

Adelphi edizioni, Milano - 1992

a cura di Roberto Calasso
pag. 156


catalogazione: libreria bianca in soggiorno

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