giovedì 31 luglio 2008

a re Idris non resta che abdicare

"La notizia del colpo di Stato militare in Libia raggiunge re Idris mentre sta facendo colazione sulla terrazza del suo albergo a Bursa. Pur avendo deciso, come si ricorderà, di rinunciare al trono, il vecchio sovrano non può tuttavia non avvertire amarezza e sdegno per come gli è stato strappato il potere. Di colpo, ritrova perciò la fierezza e l'ardire di un tempo, e decide di giocare tutte le carte di cui dispone. E mentre si sposta in Grecia, nella stazione termale di Kammena Vourla, per essere più vicino al suo paese, invia d'urgenza a Londra il suo consigliere Omar esh-Shelhi per ricordare al governo di Harold Wilson l'esistenza del trattato di alleanza anglo-libico del 1953. Contemporaneamente fa appello alle tribù della Cirenaica, che crede gli siano rimaste fedeli, perché rovescino il regime dei militari e restaurino la monarchia. Ma entrambi i tentativi falliscono."

Angelo del Boca: Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi
Laterza, Roma - 1991

pag. 463

catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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per me pari sono

"Quando, sei mesi prima, le avevano detto che il suo giovane fidanzato era morto e che al suo posto lei avrebbe sposato il padre, quella notizia non l'aveva rattristata. Il giovane corteggiatore, quell'unica volta che lo aveva visto, le era parso infantile e scialbo; il padre sarebbe stato un marito più autorevole. Ora, alle volte, le era accaduto di pensare al ragazzo morto e di domandarsi se con lui la vita sarebbe stata più lieta. Ma ben presto aveva cancellato la sua immagine, e quelle, per lo sventurato fanciullo, furono le ultime chiamate sul proscenio di questo mondo."

Karen Blixen: Racconti d'inverno
Bompiani, Milano - 1985
traduzione di Adriana Motti
pag. 55


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mercoledì 30 luglio 2008

consulto medico

"José si svegliò che non riusciva a camminare. Gli era venuto un enorme bubbone su uno dei testicoli.
— Lo vedi cosa succede a far tanti salti, a tirar calci al pallone...

La mamma consultò le vicine.
— Bisogna far dire le orazioni. Un brutto affare! Dicono che sinhà Ricardina prega molto bene.

Verso le otto di sera, sinhà Ricardina arrivò con un cespo di crescione in mano. Fece alzare il malato, lo toccò sulla fronte con il crescione, pregò a voce alta e finì con il portarlo fuori della stanza.

— Guarda la luna.

— Non la vedo, c'è di mezzo il tetto.

— Non importa. Guarda in direzione della luna.
E gli fece ripetere:


Benedicimi, nonnina Luna,
Fa un male da morire.

Porta il coso via con te,

Aiutami a guarire.


Ripeterono la preghiera per tre volte.
Sinhà Ricardina avvisò:
— Adesso passate dell'olio sul maledetto bubbone con il crescione. E lasciate a letto il bambino per tre giorni.

Ricevette dieci monete per la preghiera e se ne andò, biascicando giaculatorie."


Jorge Amado: Sudore
Giulio Einaudi editore, Torino - 1999
traduzione di Daniela Ferioli
pag. 103

catalogazione: libreria di fronte al divano

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artisti in maremma

"...Ettorino vuotava il suo bicchiere e dopo un po' attaccava a discorrere di pittura. "Tu dici che Dufy è un grande pittore. E va bene, Dufy è un grande pittore, Manet è un grande pittore, Monet è un grande pittore, Pissarro è un grande pittore, Cezanne è un grande pittore, Van Gogh è un grande pittore, Picasso è un grande pittore. Va bene, e poi? Poi cosa facciamo? Cosa faccio io? Ricominciare da più lontano, dici tu. Va bene, perché Mantegna è un grande pittore, Luini è un grande pittore, Caravaggio è un grande pittore...E poi? Poi cosa facciamo? Cosa faccio io? " E mi guardava, come se la risposta io la sapessi. Invece non la sapevo e lui riattaccava: "Allora, come si diceva, Fattori è un grande pittore, Lega è un grande pittore, Signorini è un grande pittore..."


Luciano Bianciardi: La vita agra
Rizzoli, Milano - 1993
pag. 22
secondo me: magistrale
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martedì 29 luglio 2008

bacio

"Per la terza volta Leroy mostrò loro lo spot, e per la terza volta Chantal provò una lieve ripugnanza nel vedere le due bocche umide che si toccavano. Si ricorda di aver sentito dire che in Cina e in Giappone la cultura erotica non contempla il bacio a bocca aperta: lo scambio delle salive non è quindi una componente imprescindibile dell'erotismo, ma un capriccio, una deviazione, una sudicieria tipicamente occidentale."

Milan Kundera: L'identità
Adelphi edizioni, Milano - 1997

traduzione di Ena Marchi

pag. 62


catalogazione: libreria dietro al computer

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tempo di guerra

"L'unico tempo della vita di Charlotte era quello dell'attesa. Un tempo ('tempo di guerra', scrivevano i giornali) che assomigliava a un grigio pomeriggio domenicale nelle strade deserte di una città di provincia: una folata di vento si alza all'improvviso dall'angolo di una casa, solleva un turbine di polvere, fa muovere silenziosamente un'imposta, e come per incanto l'uomo si perde, confondendosi con quell'aria incolore, sparisce senza ragione. E proprio così sparì lo zio di Charlotte - 'caduto sui campi della gloria', 'morto per la Francia', secondo la formula adottata dai giornali."

Andreï Makine: Il testamento francese
Giulio Einaudi editore, Torino - 2008
pag. 57

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lunedì 28 luglio 2008

quale libertà concedere al nostro pubblico?

"L'idea alla base delle licenze Creative Commons è che esistano numerose possibilità intermedie tra il copyright 'pieno' (quello generato dalla normativa attuale) e la distribuzione di un'opera sotto il 'pubblico dominio'. Ovvero che tra l'espressione 'Tutti i diritti riservati' tipica del copyright e l'espressione 'Nessun diritto riservato' esista uno spettro di altri casi intermedi, come 'Alcuni diritti riservati'."

Alberto Mari: Web publishing con Blog e Wiki
Apogeo, Milano - 2004

pag. 173


catalogazione: una delle librerie in soggiorno


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lasciamoci così senza rancor...

"«Stronza! Puttana! Che ti credi, ti ho vista alla televisione! Con quel frocio di Mantovani in mezzo ad una schiera di testadicazzo. Avevi detto che mi avresti raggiunto. E invece hai preferito farti scopare da quel frocio. Puttana! Solo per quello ti ha presa, scema! Lo vedi che non capisci proprio niente. Tu non sei capace di stare davanti a una telecamera, tu sei capace solo di fare bocchini.» Ci fu un attimo di silenzio. Graziano si concesse un sorriso. L'aveva sdraiata. Ma la risposta arrivò violenta come un uragano sui Caraibi. «Brutto figlio di troia che non sei altro. Non so perché sono stata con te. Dovevo essere completamente impazzita. Piuttosto che sposarmi con te mi butto sotto un treno. La vuoi sapere una cosa? Porti sfiga! Appena te ne sei andato ho trovato lavoro. Porti una sfiga bestiale. Tu volevi solo affondarmi, volevi che venissi in quel posto di merda. Mai. Io ti disprezzo, per tutto quello che rappresenti. Per come ti vesti. Per le stronzate che spari con quel tono da sapientone che hai. Tu non hai mai capito un cazzo. Sei solo un vecchio spacciatore fallito. Sparisci dalla mia vita. Se provi a richiamarmi, se provi a farti vedere, lo giuro su Dio, pago qualcuno per farti spaccare la faccia. Sta ricominciando lo spettacolo. Addio. Ah, un'ultima cosa, quel frocio di Mantovani ce l'ha più grosso del tuo.» E chiuse."

Niccolò Ammaniti: Ti prendo e ti porto via
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 2000
pag. 151
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domenica 27 luglio 2008

tu es partout



Tu es partout
écrite et chantée par Edith Piaf
1943

Nous nous aimions bien tendrement
Comme s'aiment tous les amants
Et puis un jour tu m'as quittée
Depuis je suis désespérée
Je te vois partout dans le ciel
Je te vois partout sur la terre
Tu es ma joie et mon soleil
Ma nuit, mes jours, mes aubes claires

Tu es partout car tu es dans mon coeur
Tu es partout car tu es mon bonheur
Toutes les choses qui sont autour de moi
Même la vie ne représente que toi
Des fois je rêve que je suis dans tes bras
Et qu'à l'oreille tu me parles tout bas
Tu dis des choses qui font fermer les yeux
Et moi je trouve ça merveilleux

Peut-être un jour tu reviendras
Je sais que mon coeur t'attendras
Tu ne pourras pas oublier
Les jours que nous avons passés
Mes yeux te cherchent sans arrêt
Ecoute bien mon coeur t'appelle
Nous pourrons si bien nous aimer
Tu verras la vie sera belle...

Tu es partout car tu es dans mon coeur
Tu es partout car tu es mon bonheur
Toutes les choses qui sont autour de moi
Même la vie ne represente que toi
Des fois je rêve que je suis dans tes bras
Et qu'à l'oreille tu me parles tout bas
Tu dis des choses qui font fermer les yeux
Et moi je trouve ça merveilleux...

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infanzia inquietante

"Per evitare una denuncia
la chiameremo Lalla
(o 'quella bimba che ama
sniffare la colla')."







Tim Burton: Morte malinconica del bambino ostrica
Einaudi, Torino - 1998
traduzione di Nico Orengo
pag. 98
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sabato 26 luglio 2008

ho deciso di scriverti, Marcello...

"Nulla di quanto ho fatto è servito a stanarti. Avessi un computer (lo sapessi usare) potrei ancora provare con la ‘posta elettronica’ (si dice così?), ma sono ben certo che il risultato sarebbe il medesimo. Ti basterebbe poco per continuare a schivarmi.

Per questo la carta, Marcello.

Perché tu debba fisicamente stracciarla, se proprio vuoi, con ciò di simbolico che il gesto comporta.

Perché tu abbia comunque la tentazione fisica di leggermi. Magari recuperando la busta già accartocciata nel secchio."

Paolo Scatarzi e Marco Valenti: Un senso alle cose
Boopen editore, Napoli - 2007

pagg. 5-6


catalogazione: nella libreria (e nel computer) di Marco
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filarsela all'inglese

" Stare in piedi.
[...]Nei paesi in cui l'autonomia della persona sembra tanto importante che la si perfeziona e la si accentua in ogni modo, si sta in piedi spesso e più a lungo. In Inghilterra, per esempio, sono prediletti i locali in cui si beve stando in piedi. Il cliente può andarsene in ogni momento e senza molte formalità; un movimento minimo e poco appariscente gli permette di separarsi dagli altri. Egli così si sente più libero che se dovesse alzarsi cerimoniosamente da un tavolino. L'alzarsi equivarrebbe alla comunicazione della sua intenzione di allontanarsi, e quindi limiterebbe la sua libertà. Anche nelle riunioni private gli inglesi amano star in piedi. Già arrivando dicono che non si fermeranno a lungo. Si muovono liberamente e, poiché stanno in piedi, possono passare dall'uno all'altro senza tante cerimonie. In ciò non vi è nulla di strano e nessuno si offende. L'eguaglianza all'interno di un determinato gruppo sociale, una delle più importanti ed utili finzioni della vita inglese, è particolarmente accentuata quando tutti hanno il vantaggio di stare in piedi. "


Elias Canetti: Massa e potere
Adelphi, Milano - 1981
traduzione dal tedesco di Furio Jesi
pag. 471

secondo me: un grande mare di sapere
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artista, non commerciante!

"Ils lui apprennent à boire, à fumer et à séduire. Mais plus important encore, ils l'aident à donner corps à son désir profond d'être un artiste photographe et non un petit commerçant ayant un studio de portraits."




Terence Pitts: Edward Weston
Taschen, Köln - 2001

pag. 119


catalogazione: libreria bianca in soggiorno


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venerdì 25 luglio 2008

sconsigliabile sposare Lutero

"Negli intervalli tra i momenti in cui mi guardavo intorno e quelli in cui ero felice leggevo una Vita di Lutero che mi aveva imprestato il nostro pastore. Se n'era venuto un giorno con il libro e mi aveva chiesto di leggerlo, avendo scoperto che il mio interesse per Lutero non era così vivo come avrebbe dovuto essere; così me lo sono portato fuori con me, perché il libro più tedioso assume una certa grazia che lo redime se letto in giardino; proprio come il pane e burro, privo di fascino in soggiorno, diventa ambrosia mangiato sotto un albero. Ho letto Lutero tutto il pomeriggio, con delle pause per lanciare sguardi ristoratori al giardino e al cielo, e molta gratitudine nel cuore. Le sue lotte con i diavoli mi hanno riempita di stupore; e mi sono chiesta se una giornata come questa, piena di grazia e di remissione dei peccati, non lo abbia mai colpito come qualcosa che lo portasse ad addolcirsi perfino nei confronti dei diavoli. Apparentemente non si è mai concesso di essere soltanto felice. Era un uomo meraviglioso, ma sono contenta di non essere stata sua moglie."

Elizabeth von Arnim: Il giardino di Elizabeth
Bollati Boringhieri, Torino - 2002
traduzione dall'inglese di Graziella Bianchi Baldizzone
pag. 70

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un rabadan mai sentito

"Ma poi, a un certo punto della notte, si è cominciato a sentire un rumore diverso, e quello sì che mi ha fatto venire paura senza più nessun quasi, paura secca, tanto che io mi sono messo le scarpe e ho fatto per andare fuori a vedere cosa c'era, ma con così poca convinzione che quando la ragazza mi ha detto in un soffio 'no no, lascia stare che prendi freddo' ho subito fatto marcia indietro e mi sono rimesso sotto la coperta. Sembrava una sega, ma una sega coi denti radi e spuntati, che cercasse di segare la lamiera del bivacco, e il bivacco faceva da cassa armonica e ne veniva fuori un rabadan mai sentito. Raschiava alla stracca, uno o due colpi e poi silenzio e poi di nuovo un colpo o due; fra una raschiata e l'altra si sentiva dei sbuffi e come dei colpi di tosse. Morale della favola, con la scusa del freddo siamo rimasti chiusi lì dentro fino a quando si è visto un filino di luce tutto intorno alla porta: anche perché quel rumore di sega non si sentiva più, soltanto i soffi e sempre più piano. Sono uscito fuori, e c'era uno stambecco stravaccato contro la parete del bivacco: era grosso ma sembrava malato, era brutto, tutto spelacchiato, perdeva la bava e tossiva. Forse stava per morire, e ci ha fatto pena pensare che avesse voluto svegliarci perché lo aiutassimo, o che avesse voluto venire a morire vicino a noi."

Primo Levi: La chiave a stella
Giulio Einaudi editore, Torino - 1978

pag. 139


catalogazione: libreria di fronte al divano

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giovedì 24 luglio 2008

credo di non credere

"Quando dico che non credo alla seconda vita o a quante altre se ne possano immaginare dopo questa (secondo la credenza nella reincarnazione), non intendo affermare nulla di perentorio. Voglio dire soltanto che mi sono sempre parse più convincenti le ragioni del dubbio che non quelle della certezza. Nessuno può essere certo di un evento di cui non vi sono prove. Anche coloro che credono, credono di credere, per riprendere il titolo di un recente libro di Gianni Vattimo. Io credo di non credere."

Norberto Bobbio: De senectute
Einaudi editore, Torino - 1996
pag. 36
secondo me: una lezione
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chi l'ha uccisa?

«Crede che l'abbia uccisa lui?... Chi l'avrebbe pensato, eh, ieri sera, mentre ce ne stavamo qua tutti e tre a chiacchierare tranquillamente?... Perché non me l'ha detto che era la figlia di Marthe?... Siamo andate a scuola insieme... Non per molto...».

«Conosce la cameriera della signora Bellamy?».

«Jeanne? Eccome se la conosco, anche se lei non mi conosce più. L'ho vista girare a piedi nudi per strada. La madre lavora alla fabbrica di sardine. Ce l'avevano messa anche lei, a tredici anni, ma poi è andata a servizio. E da quando fa la cameriera in casa del dottore non guarda in faccia nessuno. Lo chieda a Francis..."

Georges Simenon: Le vacanze di Maigret
Adelphi edizioni, Milano - 2004
traduzione di Laura Frausin Guarino
pagg. 94-95

catalogazione: libreria di fronte al divano


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parola di Dio?


"Una pagina del Codex Vaticanus del IV secolo, con una nota a margine (fra la prima e la seconda colonna) in cui uno scriba medievale apostrofa un predecessore per avere alterato il testo: «Sciocco e canaglia, lascia stare la lezione antica, non modificarla!» (Per gentile concessione di Bart Ehrman)"

Bart D. Ehrman: Gesù non l'ha mai detto - Millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei Vangeli
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 2008
pag. 54


catalogazione: non ancora attribuita da Simonetta, che lo sta leggendo

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mercoledì 23 luglio 2008

il pericolo dell'ordine senza disordine

"Se ci si proponesse di perfezionare lo stile del funambolo, afferrandone l'asta e impedendo quei disordinati aggiustamenti, egli perderebbe subito l'equilibrio e precipiterebbe. Abbastanza ovvio, non è vero? Sì, ma solo nel caso dei funamboli e dei ciclisti. In tutti gli altri ambiti di vita siamo ben lontani dal capire che l'ordine senza una componente di disordine diviene pericoloso, poiché soffoca ogni possibilità di ulteriore evoluzione. Ogni moderno studioso di problemi aziendali, dal quale ci si attende la realizzazione di un ordine perfetto, avrebbe molto da dire circa l'efficacia di una simile ipersoluzione. Con ciò non voglio dire che il disordine sia in ogni caso un bene, ma solo che il nuovo ha bisogno, per manifestarsi, della qualità emergente e questa a sua volta nasce da un certo grado di disordine. Certo è, che è molto più facile stigmatizzare i mali del disordine che non quelli dell'ordine..."

Paul Watzlawick: Di bene in peggio - Istruzioni per un successo catastrofico
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2001

traduzione di Enrico Ganni
pagg. 67-68


catalogazione: libreria dietro il computer

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martedì 22 luglio 2008

sarà qualch'ospite...


"Once upon a midnight dreary, while I pondered, weak and weary,
over many a quaint and curious volume of forgotten lore—

while I nodded, nearly napping, suddendly there came a tapping,

as of some one gently rapping, rapping at my chamber door.

«'Tis some visitor,» I muttered, «tapping at my chamber door—

only this and nothing more.»


Una mezzanotte grave, meditavo affranto e frale

su volumi strani e rari di dottrina ch'or s'ignora:

in sopor quasi ero assorto, quando giunse un sùbito urto,
come s'un picchiasse sordo l'uscio della mia dimora.

Mormorai: «Sarà qualch'ospite, ch'urta l'uscio alla dimora:

questo sol: null'altro ancora»."



Edgar Allan Poe: Il corvo
Biblioteca Universale Rizzoli, Milano - 1974
traduzione di Mario Praz
illustrazioni di Gustave Doré
pagg. 24-25

catalogazione: libreria di fronte al divano

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caricate, pronti, fuoco!

"Di fronte al palazzo del popolo c'era un grande affollamento di turisti, semicerchi di persone tutte rivolte verso un signore con un cartello in mano. Le guide nominavano Ceausescu ogni pochi secondi, e ogni volta che pronunciavano il suo nome indicavano il palazzo principesco. Christian mi ha detto Vedi?, e mi ha indicato i capannelli di turisti, quasi tutti con occhiali da sole e cappelli in testa. Ceausescu, ha detto, come per dire Vengono tutti qui per lui. Le guide parlavano e i turisti le seguivano con apprensione, con uno sguardo a metà tra l'indignato e l'addolorato. Le guide dicevano Dittatore sanguinario megalomane, dicevano Paura, dicevano Comunista, dicevano Migliaia di morti, dicevano Terrore, e più aumentava il quoziente di atrocità più i turisti caricavano le macchine, puntavano e fotografavano."

Andrea Bajani: Se consideri le colpe
Giulio Einaudi editore, Torino - 2008
pag. 42

catalogazione: S S2 P6

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lunedì 21 luglio 2008

sono arrivati i briganti

"Il 13 settembre 1862 a Serra Fulminante arrivarono i briganti e così ultimarono lo scatafascio. Si sistemarono dentro la casa patronale che era stata del padre di donna Nina e fecero baldoria per intere settimane saccheggiando i magazzini e ingozzandosi di provoloni, di vino, di galline e di capretti. Si ubriacavano di sangue, ballavano, si avvolgevano nei tessuti damascati delle tende, con un'allegria funesta da condannati a morte. Dopo il loro passaggio non restava più nulla, perché si accanivano su tutto ciò che trovavano, come se si stessero vendicando non tanto dei padroni quanto delle cose, perché fino al giorno prima la loro vita valeva meno di una roncola, e ancora meno valeva dopo."

Mariolina Venezia: Mille anni che sto qui
Einaudi Editore, Torino - 2008
pag. 38

catalogazione: C S1 P8

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creature disgraziate

"Ah, di tutti gli esseri che hanno un'anima e hanno intelligenza, noi donne siamo le creature più disgraziate. Ecco, prima dobbiamo con un mucchio enorme di roba comperarci un marito e pigliarcelo come padrone del nostro corpo: e questo, credete, è un malanno ancor più penoso dell'altro."

Euripide: Ippolito - Medea - Le Troiane
brano da "Medea"

Garzanti editore, Milano - 1983

traduzione dal greco di Giuseppe Tonna

pag. 13


catalogazione: libreria di fronte al divano; libro scelto da Alessandro

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domenica 20 luglio 2008

caramelle dagli sconosciuti

"L'hascisc è una miscela di elleboro, foglie di canapa, oppio, aromi e zuccheri. Si prende sotto forma di caramella o di marmellata. I suoi effetti agiscono sul cervello, poco o niente sui sensi. A seconda della sensibilità dei soggetti può causare strane allucinazioni. Naturalmente apatici, gli orientali cadono in un torpore estatico, di cui godono in solitudine e forse senza rendersi conto. Al contrario può provocare una specie di follia sul cervello vivace degli europei, fino a provocare convulsioni che si calmano facilmente, del resto, dando come antidoto succo di limone concentrato e caffè."

Suzanne Voilquin: Memorie di una figlia del popolo. La sansimoniana in Egitto
Giunti Barbera, Firenze - 1989

traduzione di Ginevra Conti Odorisio
pagg. 144-145

catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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sabato 19 luglio 2008

frühstück

"Le prime colazioni tedesche sono molto abbondanti e di solito consistono in panini bianchi e integrali, fette di diversi tipi di pane, marmellata, affettati (prosciutto, salame, mortadella, ecc.), formaggi e uova (di solito sode), il tutto innaffiato con caffè, tè o cioccolata. Se pernottate in uno di quegli alberghi che prevede la prima colazione con buffet, ebbene abbuffatevi! In questo modo potrete tranquillamente galoppare fino a pomeriggio inoltrato senza che vi venga fame. Potete anche provare uno dei tanti caffè berlinesi che a volte servono la prima colazione fino alle 17 per venire incontro al foltissimo popolo della notte di questa città. Di domenica molti hanno anche l'abitudine di andare a fare colazione in un caffè."

Andrea Schulte-Peevers e David Peevers: Berlino
Guide EDT, Torino - 1999

traduzione di Gisella Fornaca
pag. 204


catalogazione: libreria di fronte al divano

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svestita e raggiante

"C'era qualcosa di strano. Era incredibile che a casa fosse sempre così buona, così tremendamente buona, e ne avesse soltanto sofferenze; là si dedicava interamente agli altri ed era vittima di malesseri di ogni sorta: fitte, dolori e momenti di sconforto. E ora che si era spogliata di tutta la sua bontà e l'aveva lasciata alle spalle come un mucchio di vestiti inzuppati di pioggia, non provava che gioia. Denudata della bontà, godeva nel ritrovarsi nuda. Era svestita e raggiante."

Elizabeth von Armin: Un incantevole aprile
Bollati Boringhieri, Milano - 2007
traduzione di Luisa Balacco
pag. 58

secondo me: scrittura elegante e ironia leggera

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venerdì 18 luglio 2008

questo naufragio non m'impressiona

"Quell'intrepido uomo di mare, quantunque non ignorasse che la tolda da un momento all'altro poteva mancargli sotto i piedi, conservava anche in quel terribile frangente una calma ammirabile ed impartiva i comandi con voce calma e limpida.

Solo i suoi sguardi tradivano una profonda emozione, quando si fissavano su Jolanda, quantunque la fanciulla non dimostrasse alcuna ansietà, né alcuna apprensione e avesse già tre volte detto:

«Non preoccupatevi per me, signor Morgan. Questo naufragio non m'impressiona.»"

Emilio Salgari: Jolanda la figlia del Corsaro Nero
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1999

pag. 164


catalogazione: libreria dietro il computer

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nuotare nel Tevere

"Non c'era nessuno, tra gli antichi Romani, che non sapesse nuotare, un po' per piacere, un po' per necessità: la vita di Roma è sempre dipesa profondamente dalle condizioni del Tevere. E ancora non c'era nessuno, tra i cittadini più in vista e più ricchi dell'Urbe, che non fosse mai stato al Lido di Baia (Baiae, arum), presso Napoli, il centro estivo più frequentato e affollato del mondo romano. "


Davide Astòri: Io parlo latino
Vallardi editore, Milano - 1995
pag. 89

catalogazione: S S1 P4

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giovedì 17 luglio 2008

margine di sicurezza

"Il fatto che, nelle epoche passate, si usassero gli inabili congeniti come oggetti di divertimento non costituisce motivo di vanto per le consuetudini dei nostri ascendenti. In ogni modo, le classi elevate effettivamente dimostravano una costernante indifferenza nei confronti degli essere umani ai quali era toccata la disgrazia di nascere con difetti fisici. Carlo IX di Francia 'collezionò' nove nani, doni del re di Polonia e dell'imperatore di Germania. Evidentemente, concentrare nel proprio ambiente domestico e mettere in vista le sofferenze umane era stimato simbolo di raffinatezza estrema. Testimoniava l'appartenenza a un rango elevato il poter intrattenere gli ospiti conducendoli in visita a un reparto privato di teratologia. In confronto a una simile usanza, che ci colpisce oggi quale cruda barbarie, i costumi contemporanei sono davvero altamente civili. Ma si potrebbe anche sostenere che fosse allora in atto un meccanismo mentale che rendeva i nostri progenitori particolarmente insensibili alle avversità dei loro simili. Forse essi nei deformi non vedevano affatto degli esseri umani; poiché un impulso oscuro, irrazionale, ci forza a interporre un abisso tra noi e il mostruoso. Questa barriera concede un margine di sicurezza alla nostra esistenza, oltre il quale allignano l'inimmaginabile, il caos, la minacciosa anomalia."

Frank Gonzalez-Crussi: Note di un anatomopatologo
Adelphi edizioni, Milano - 1991

traduzione di Gabriele Castellari

pagg. 149-150


catalogazione: libreria dietro il computer

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tema: la persona a cui vuoi più bene di tutti

"La persona a cui voglio più bene di tutti è una suora. Si chiama Lulla, è vestita di bianco e anche di nero e quando cammina trascina i piedi e poi è anche grassa e quando cammina, grassa com'è, assomiglia tanto a un orso e a me mi viene da ridere a vedere come cammina, ma non posso ridere, se no mi picchia qui dietro la testa e mi fa scendere il sangue dalle orecchie, e allora non rido; vorrei almeno piangere, ma non posso piangere se no mi dice di non piangere e poi se piango viene da me con uno straccetto umido e ruvido, e mi asciuga le lacrime strofinando forte finché da sotto gli occhi viene giù il sangue e io allora non piango perché fa molto male piangere. La guardo e basta, ma non troppo fissamente, se no mi lega un braccio al letto e mi mette la coperta sulla faccia e mi fa stare al buio. Lei dice che è la mamma di tutti, e perciò è anche la mia, di mamma; dice anche che alla mamma bisogna volere bene, molto bene, ed ecco perché è la persona a cui io voglio più bene di tutti."

Bruno Brancher: Disamori vecchi e nuovi
Giangiacomo Feltrinelli, Milano - 1995
pag. 49

catalogazione: S S3 P4

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mercoledì 16 luglio 2008

asma

"Quando hai un attacco d’asma, ti manca il respiro. Quando ti manca il respiro, fai fatica a parlare. La frase ti rimane bloccata in gola a causa della quantità d’aria limitata che riesci ad espellere dai polmoni. Non riesci a dire molto, tra le tre e le sei parole. Questo ti porta a provare rispetto per la parola. Te ne vengono in mente un sacco, di parole. Scegli le più importanti, ma anche pronunciare quelle ti costa molto. Non è come per la gente sana che butta lì tutto quello che le viene in mente come se fosse spazzatura. Quando qualcuno ti dice 'ti amo' durante un attacco d’asma, la cosa è ben diversa. C’è una bella differenza. La differenza di una parola. E una parola è moltissimo perché quella potrebbe essere 'sedersi', 'ventolin' o persino 'ambulanza'."

Etgar Keret: Pizzeria kamikaze

Edizioni e/o, Roma - 2004

traduzione di Alessandra Shomroni

pag. 9


catalogazione: libro ramingo di Simonetta

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Yahoo Café

"Da Otemachi presi la linea del metrò per Chiyoda e sette fermate più avanti, a Omotesando, scesi. Tornato in superficie, camminai per un breve tratto fino allo Yahoo Café, un locale dotato di postazioni per il collegamento a Internet. Entrai, pagai il dovuto e mi collegai alla Rete da uno dei terminali disponibili. Grazie alla linea T1 del locale mi ci vollero pochi secondi per accedere al file speditomi da Benny, che comprendeva alcune foto pubblicitarie passate allo scanner, l'indirizzo privato di Midori, un programma dei suoi concerti (incluso lo spettacolo previsto per quella sera al Blue Note) ed elementi in codice secondo cui la morte doveva apparire naturale."

Barry Eisler: Pioggia nera su Tokyo
Garzanti editore, Milano - 2004
traduzione di Gianni Pannofino

pag. 112

catalogazione: appena acquistato

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martedì 15 luglio 2008

a che fare fare?

"Il giorno dopo, Oblòmov s'era appena svegliato alle dieci, quando Zachàr, dandogli il tè, gli disse che, andando dal fornaio, aveva incontrato la signorina.

— Che signorina? — domandò Oblòmov.

— La signorina Iljìnskaja, Olga Serghjéevna.

— Ebbene? — domandò impaziente Oblòmov.

— Mi ha detto di salutarvi e ha domandato se state bene e che cosa fate.

— E tu che le hai detto?
— Le ho detto che state bene, e quanto al fare, che dovreste fare?... — rispose Zachàr.

— Perché aggiungi le tue stupide considerazioni? — notò Oblòmov. — «Che dovreste fare?» Che ne sai tu di quel che io debbo fare?"

Ivàn Gonciaròv: Oblòmov
Giulio Einaudi editore, Torino - 1955

traduzione di Ettore Lo Gatto

pagg. 223-224

catalogazione: libreria di fronte al divano

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lunedì 14 luglio 2008

buon senso

"Se si vogliono esaminare spassionatamente le credenze degli uomini, si rimane molto meravigliati nel constatare che, anche riguardo ai problemi che essi considerano come i più essenziali, niente capita più di rado che di vederli far uso del buon senso, cioè di quella parte della capacità di giudizio che è sufficiente per conoscere le verità più semplici, per rifiutare le assurdità più manifeste, per rimanere colpiti da contraddizioni evidenti."

Paul Thiry d’Holbach: Il buon senso
Garzanti Libri, Milano - 2005
traduzione di Sebastiano Timpanaro
pag. 3


catalogazione: libro (di Simonetta) senza fissa dimora
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elegie romane: VIII

"Cara, se tu mi dici che da piccola
non sei piaciuta alla gente, e che tua madre ti spregiava,
finché non ti sei fatta più grande e adagio sviluppata,
lo credo: mi piace pensarti come una strana fanciulla.
Manca forma e colore anche al fior della vite,
mentre, maturo, l'acino affascina uomini e dèi.

Wenn du mir sagst, du habest als Kind, Geliebte, den Menschen
Nicht gefallen, und dich habe die Mutter verschmäht,
Bis du grösser geworden und still dich entwickelt, ich glaub es:
Gerne denk ich mir dich als ein besonderes Kind.
Fehlet Bildung und Farbe doch auch der Blüte des Weinstocks,
Wenn die Beere, gereift, Menschen und Götter entzückt."

Johann Wolfgang Goethe: Poesie
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1974

traduzione di Giorgio Orelli

pag. 85


catalogazione: libreria accanto al divano

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ridateci il caso!

"«Noi diciamo, nel linguaggio comune, che, quando lanciamo i dadi, dipende dal caso quale faccia resterà di sopra; ma se potessimo osservare con precisione la loro posizione nel bicchiere prima di scuoterlo, la direzione della forza applicata, la sua quantità, il numero di rotazioni impresse al bicchiere e la curva lungo la quale il moto fu fatto, il modo di fermare il moto e la linea in cui i dadi furono gettati, le facce che resteranno di sopra potrebbero essere oggetto di una predizione certa.» (Charles Bell)"


Stephen J. Gould: Quando i cavalli avevano le dita
Giangiacomo Feltrinelli, Milano - 1984
traduzione di Libero Sosio
pag. 344

catalogazione: S S2 P4

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domenica 13 luglio 2008

ovoviviparità

"Le specie appartenenti a questa famiglia si distinguono non solo per la loro straordinaria robustezza dalla maggioranza degli altri pesci tropicali dell'acquario, ma soprattutto per il fatto di partorire avannotti vivi. In questo particolare modo di riproduzione — chiamato ovoviviparità — la femmina porta le uova, fecondate dal maschio dall'esterno con l'aiuto del gonopodio, nel ventre fino al termine del loro sviluppo. Quando le uova cominciano a schiudersi, la femmina le espelle e ciò avviene in modo tale che nascono degli avannotti completamente sviluppati e pronti per nuotare liberamente."

Hansmartin de Jong, Werther Paccagnella: Tutto acquario
Primaris, Milano - 1984

pag. 170

catalogazione: libreria in ingresso


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ironia in musica nel 1781




Donne vaghe i studi nostri
son le grazie sono i vezzi
far che piaccia e che s'apprezzi
un bel labbro di rubin

Acquistar d'un vecchio il core
con la scuola del bel sesso
procurar io voglio adesso
d'attirarlo al mio goder
sì adesso

donne vaghe vaghe vaghe donne
vaghe donne donne donne vaghe
i studi nostri
son le grazie i vezzi
i vezzi le grazie
le grazie i vezzi

G. Paisiello (1740-1816) da: La serva padrona
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diplomificio

"Per molto tempo, arrivando a scuola, mi sono domandato: oggi, di cosa parlerò? E a chi? Sul registro ho classi folte di quaranta allievi, ma sono per lo più astratti cognomi di gente che vive addirittura in altre città e che si farà vedere solo verso la fine dell'anno, per sostenere gli esami di due, tre, quattro anni in uno. Intanto pagano e bisogna segnarli presenti, e ogni mese riempire con qualche voto le loro mute caselle: un sette, un sei e mezzo, così.
Una volta alla settimana il gestore Carapace mi catechizza sul da farsi:
«Tutti promossi, mi raccomando. Altrimenti qui si sbaracca in due minuti, capito? Chiuso finito, tutti a spasso, io, lei, i suoi colleghi, la segretaria, la preside, tutti con una mano davanti ed una di dietro, e questi poveri ragazzi persi nella droga, nella malavita, nella cronaca nera, nerissima. Sono stato chiaro o c'è qualche domanda del cazzo?»"

Marco Lodoli: I principianti
Giulio Einaudi, Torino - 1994
pag. 111

catalogazione: C S4 P2

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sabato 12 luglio 2008

prosperità

"La gente sa procurarsi l'utile senza sdegnare il dilettevole. Ciascuno cerca di soddisfare le proprie necessità in maniera civile e piacevole. Il mercante vi si trova bene e vi è onorato. Le arti e i mestieri vi si accrescono e ingentiliscono, al diligente il lavoro sembra più lieve, poiché gli procura diversi vantaggi ed egli è sicuro, quando intraprende una monotona fatica, di godere poi il ricco frutto delle diverse e remunerative attività. Denaro, lavoro e mercanzia si producono vicendevolmente, s'espandono in rapidi cerchi, e la campagna e le città prosperano. Con quanto più fervore si lavora il giorno, tanto più esclusivamente la sera è dedicata agli attraenti piaceri delle arti belle e del commercio amichevole."

Novalis: Enrico di Ofterdingen
Ugo Guanda editore, Milano - 1978

traduzione di Tommaso Landolfi
pagg. 38-39


catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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baldanzosa settantenne

"Un'altra febbre, oltre a quella del denaro, consumava mia suocera nel suo inaccettabile declino: gli uomini. È probabile che, come sosteneva mia moglie, questa fosse più devastante della prima, perché si era vista costretta a tenerla imbrigliata negli anni di matrimonio; senza dubbio era più vistosa. Poco dopo la morte del padre, Luisa aveva dovuto accettare, con un misto di dolore e di sollievo, il fatto che sua madre non si chiudesse nel grigiore della vedova affranta, bensì uscisse occasionalmente con amici vecchi e nuovi; però quell'iniziale soddisfazione si tramutò prima in perplessità e più tardi in sconcerto, quando i cortesi cavalieri dignitosamente in declino che la frequentavano, lasciarono il posto ad ambigui quarantenni dall'aspetto impeccabile e persino a qualche adolescente con il giubbotto di pelle e la chioma al vento, che alla fine indussero Luisa ad accettare l'ingrata evidenza che sua madre spendeva buona parte delle entrate per procurarsi gli amanti che le sue carni avvizzite non le consentivano più di adescare."

Javier Cercas: La donna del ritratto
Ugo Guanda editore, Parma - 2008
traduzione di Pino Cacucci
pag. 65

secondo me: veramente noioso

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venerdì 11 luglio 2008

buono ma non fesso

"Non gioire delle pene altrui cosicché gli altri non gioiscano delle tue, accorda giustizia acciocché tu possa riceverla e pronuncia parole gentili affinché tu possa udirne. Però, come non devi seminare su un acquitrino salato perché questo non ti darà mai frutto e sarebbe fatica del tutto vana, così non elargire beni a chi non ne sia degno, ma abbonda in gentilezza unicamente con coloro che la meritano."

Kay Ka'us ibn Iskandar: Il libro dei consigli
Adelphi editore, Milano - 1981
traduzione di Riccardo Zipoli
pag. 39

catalogazione: S S 4 P6

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giovedì 10 luglio 2008

Morta!

"La signorina Lenox era la vecchia che abitava dall'altra parte della strada. Una zitella stramba, piccola, sgusciante, con in capo un berretto scozzese, e le guance rosse e il viso scontroso. Rovistava ai cantoni come un sorcio e si portava a casa bottiglie e scatole e roba del genere.

Andai in cucina e scorsi la vecchia stesa sul pavimento, morta. Proprio durante il mio attacco di bile il suo cuore s'era arrestato. Le uova ancora bollivano, sbattevano contro i fianchi della pentola, come fanno appunto le uova quando manca l'acqua. Spensi il gas. Morta!"


Saul Bellow: Il re della pioggia
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1995

traduzione di Luciano Bianciardi

pag. 35


catalogazione: libreria in ingresso

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ho bevuto mezzo litro

"metonìmia - Traslato per il quale si usa un nome invece di un altro, secondo i seguenti rapporti: a) la causa per l'effetto (es. essere colpito dal dolore di un amico); b) l'effetto per la causa (es. il sudore della fronte); c) il contenente per il contenuto (es. ho bevuto mezzo litro); d) l'astratto per il concreto (es. Povera Italia, cioè poveri italiani); e) il mezzo per la cosa prodotta (es. lingua perfida); f) il possessore per la cosa posseduta (es. le camicie nere, cioè i fascisti che le indossavano); g) l'autore per la sua opera (es. un Picasso, cioè un quadro di Picasso); h) il segno per la cosa significata (es. ognuno ha la sua croce, cioè il dolore che deriva dalla croce)."

Ludovico De Cesari: Dizionario degli errori e dei dubbi grammaticali
Newton & Compton editori, Roma - 1996

pag. 61


catalogazione: libreria vicino al computer

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mercoledì 9 luglio 2008

the antiseptic American

"One day the umbilical cord between me and my antiseptic mother snapped with a twang that would have delighted Philip Wylie. I was sitting quietly in my own compound drinking boiled water when I was bitten by a rabid dog. The dog was the pet of American neighbors and had had all his rabies shots, but he died in two days and when they opened up his head the proof was there. Bangkok was full of the most unfortunate, scrofulous, mangy, starving dogs I have ever seen. They run around freely because it is against Buddhist principle to kill them. Many of them become rabid.

Everyday, for fourteen days, I went down to the local Pasteur Institute and sat in a large room amid twenty or thirty Siamese in various stages of dog bite. The first awful day I watched with misgiving as the Thai doctor lifted a needle from a rusty white hospital dish which sat faintly bubbling over an aged Bunsen burner. He plunged the needle into my upper abdomen while the Siamese hissed in compassion. Thirteen days and thirteen shots later my previous philosophy of sanitation had been completely junked."



Carol Hollinger: Mai pen rai means never mind
Asia Books Co., Bangkok -1993

pagg. 67-68


catalogazione: libreria in ingresso
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martedì 8 luglio 2008

Shakespeare

"Per rispondere ora a una domanda ovvia, questo libro è stato scritto non tanto perché il mondo avesse bisogno di un altro volume su Shakespeare, quanto perché ne aveva bisogno il mio Editore. L'idea è semplice: vedere cosa possiamo sapere, sapere per davvero, di Shakespeare grazie ai dati in nostro possesso. Il che, ovviamente, è uno dei motivi della snellezza di questo volume."


Bill Bryson: Il mondo è un teatro

Ugo Guanda editore, Milano - 2008

traduzione di Stefano Bortolussi
pag. 33


catalogazione: libro (di Simonetta) attualmente senza fissa dimora

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nodo piatto

"Partenza: seduti con la gamba allungata in avanti; portare il tallone destro a contatto con la natica destra (piegando il ginocchio).

Realizzazione
: circondare la gamba destra con il braccio destro che viene girato indietro e passare il braccio sinistro dietro la schiena sino a unire le due mani (verso il basso). Tenendo le mani unite raddrizzare ed allungare bene il busto e fare da 3 a 7 ampie e lente respirazioni indi, espirando, portare la fronte verso il ginocchio sinistro tenendo la gamba sinistra diritta; mantenere per alcuni secondi la tensione, sistemando eventualmente le braccia nel migliore dei modi, poi rilassare il corpo, esclusa la gamba allungata e le mani."


Maurizio Morelli: Asana - Tutte le posizioni dell'Hatha Yoga
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1984
pag. 230

catalogazione: una delle librerie in soggiorno

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lunedì 7 luglio 2008

snack

"CiocoSnack:

Farina tipo 0, uova, cacao, latte,
zucchero, nocciole.

Non disperdere nell'ambiente."




Corrado Guzzanti: Il libro de Kipli
Baldini & Castoldi, Milano - 1982
pag. 78


catalogazione: libreria dietro il computer


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domenica 6 luglio 2008

tutti sono "la tua gente"

"Nel mio primo viaggio in Darfur, con i giornalisti africani, qualcuno mi aveva chiesto perché corressi quel rischio. Avevo risposto, cercando di non essere troppo enfatico, che io non sarei stato al sicuro finché la mia gente non fosse stata al sicuro. Come puoi essere al sicuro se la tua gente non lo è? Ma chi è la tua gente? Forse tutti, tutti sono la tua gente."


Daoud Hari: Il traduttore del silenzio
Edizioni Piemme, Casale Monferrato - 2008

traduzione di Annalisa Carena

pag. 187


catalogazione: in giro (appena acquistato)
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sabato 5 luglio 2008

aprile del '39

"Nell'aprile del 1939 James fu richiamato alle armi, come tutti quelli che avevano fra i venti e i ventun anni. Suo padre disse: «È giusto, i giovani sono fatti per questo». E alzandosi impetuosamente se ne andò al pub.

Era stato richiamato anche Donald, e James andò a fargli visita: trovò quella casa chiassosa perfino più risonante di discussioni del solito. I due fratelli maggiori davano per scontato che presto sarebbe toccata a loro. Le due figlie erano in lacrime perché i fidanzati avevano la stessa età di Donalde James.

«Non è possibile che scoppi una guerra, sarebbe davvero orribile» dicevano la madre pacifista e una delle figlie. «Dobbiamo fermare Hitler» dicevano il padre, i ragazzi e l'altra figlia. Erano gli stessi punti di vista che si sentivano alla radio, si leggevano sui giornali, che la gente si scambiava dappertutto. «Con le armi che ci sono adesso, nessuno può essere tanto stupido da dichiarare una guerra.»"

Doris Lessing: Le nonne
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2004

traduzione di E. dal Pra, F. Francis, M. Pareschi
pag. 140


catalogazione: libreria dietro il computer

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venerdì 4 luglio 2008

voglie di testa

"La zia Saretta veniva da una famiglia nobile calabrese e aveva sposato il figlio di un fratello del nonno Enrico. Aveva, anzi, ha una sorella, che si è sposata con un altro zio Alliata. Quindi due fratelli sposati a due sorelle. La prima non ha avuto figli, la seconda ha avuto una figlia che poi, crescendo, ha mostrato curiosità e voglie di testa; ora scrive libri coraggiosi e appassionati sul mondo arabo. Ma pochi o quasi nessuno i figli maschi. Come se la grande famiglia ricca di figli maschi e femmine, solo poche generazioni fa, fosse ora posseduta da una notturna volontà di estinzione."

Dacia Maraini: Bagheria
Rizzoli editore, Milano - 1993
pag. 82

catalogazione: libreria in ingresso

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