mercoledì 30 giugno 2010

fare quello che non si può fare a meno di fare...

"-Angela, mia cara e dolce Angela, ormai non è possibile altrimenti, devo fare quello che non posso fare a meno di fare. Ma domani, domani le tue preoccupazioni saranno finite. Per l'eterna potenza che ci governa, ti giuro che oggi gioco per l'ultima volta! Sta' tranquilla, bambina mia, dormi, sogna giorni felici, sogna una vita migliore che ti attende, e sarà questo il modo di portarmi fortuna.-
E il cavaliere baciò sua moglie scappando via a precipizio.
Due giri di carte e il cavaliere aveva perduto tutto, tutto!"

E.T.A. Hoffmann: Il giocatore fortunato
Passigli editori, Firenze - 1985
traduzione di Rosina Spaini
pag. 38

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

giovedì 24 giugno 2010

un'acqua tonica dietetica invece di una Sacher?!?

"D.: Ho nel sangue la passione dei dolci e non posso rinunciarvi; che cosa mi suggerisce?

R.: Ecco un altro mito popolare. Un odontoiatra mio amico lo chiama il 'mito della madre'. Beva un'acqua tonica dietetica quando ha voglia di un dolce. Invece di spuntini dolci tenga carote e sedano a portata di mano."

Herman Tarnower e Samm Sinclair Baker: La dieta Scarsdale e il metodo Tarnower per mantenere il pesoforma per tutta la vita
Sperling & Kupfer editori, Milano - 2002
traduzione di Rosanna Pelà
pag. 188

catalogazione: libreria dietro al computer
Condividi su Facebook

mercoledì 23 giugno 2010

the porous world

"One can choose to live in a place as a sort of visitor, or try to become an inhabitant. My family and I decided from early on to try to be here, in the midelevation forests of the Sierra Nevada, as fully as we could. This brave attempt was backed by lack of resources and a lot of dumb bravado. We figured that simplicity would of itself be beautiful, and we had our own extravagant notion of ecological morality. But necessity was the teacher that finally showed us how to live as part of the natural community.

It comes down to how one thinks abouts screens, fences, or dogs. These are often used for keeping the wild at bay. ('Keeping the wild at bay' sounds like fending off hawks and bears, but it is more often a matter of holding back carpenter ants and deer mice.) We came to live a permeable, porous life in our house set among the stands of oak and pine."

Gary Snyder: A Place in Space
Counterpoint Press, Berkley (CA) - 2008
pag. 195

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
Condividi su Facebook

martedì 22 giugno 2010

la metà migliore del mio cuore è in pericolo!

"Il bastone si trasformò immediatamente in un puledro rosso di San Thégonec, strigliato, sellato, imbrigliato con un nastro per orecchio e un pennacchio azzurro sulla fronte.
Bellah balzò in sella senza esitare. Il puledro partì dapprima al passo, poi al trotto, poi al galoppo; e correva così veloce che i fossati, gli alberi, le case, i campanili passavano davanti agli occhi della fanciulla come i bracci di un arcolaio. Ma lei non si lagnava, ben sapendo che ogni passo la portava più vicino al suo caro Houarn: al contrario spronava il cavallo ripetendo:
'Il cavallo va meno veloce della rondine, la rondine meno veloce del vento, il vento meno veloce del lampo; ma tu, mio bel puledrino, se mi vuoi bene, bisogna che corra più veloce di tutti; perché io ho una parte del mio cuore che soffre, la metà migliore del mio cuore che è in pericolo.'"

AA.VV.: Leggende della Bretagna misteriosa
Arcana editrice, Milano - 1986
prefazione di Gwenc'hlan Le Scouëzec
pag. 145

catalogazione: libreria bianca in soggiorno


Condividi su Facebook

lunedì 21 giugno 2010

il giorno di papà

"Mentre si dirigevano verso la macchina, che distava trecento metri, Marcia indulse all'istrionismo per divertire i bambini, barcollando sui tacchi, con grida e respiri affannosi, fingendo di evitare una caduta in montagna.
- Perché ridete? - gridò loro. - Smettetela subito. Vostra madre si sta arrampicando sul Matterhorn e tutto quello che voi sapete fare è sghignazzare, piantatela, ho detto. Vi trasformerò in zucche. Chiamerò Belzebù per farvi mettere nell'olio bollente -. I bambini scoppiarono a ridere e si dimenarono, torcendosi dalle risate. - Venite qui, tornate indietro, aiutatemi. Vostra madre è perduta, iene sghignazzanti, babbuini, sciacalli, scarafaggi, sciagurati!
Entrarono in macchina e, durante il tragitto verso casa, mantennero un silenzio festoso, interrotto solo da qualche leggero sospiro e dal singhiozzo di Jacob. - Sei ubriaco, giovanotto, - disse Marcia, tirando fuori dalla macchina il bambino più piccolo.
- È il giorno di papà, il giorno di papà, il giorno di papà, - e tutti e tre si misero a suonare il campanello un centinaio di volte.
- Siete scatenati, - disse il padre. - Stamane date i numeri -. I bambini gli colmarono le braccia di fiori.
- Sono stato su un asinello.
- Ho bevuto una Coca Cola.
- La mamma si è arrampicata sulla montagna."

Arnold Wesker: Sei domeniche di gennaio
Giulio Einaudi editore, Torino - 1974
traduzione di Betty Foà
pagg. 116-117

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

domenica 20 giugno 2010

la locanda

"Oltre alla posizione vantaggiosa, la locanda in questione aveva numerosi pregi: un'acqua eccellente in due pozzi profondi con le ruote cigolanti e i secchi di ferro alle catene; un ampio cortile circondato da tettoie di legno che poggiavano su grossi pilastri; scorte abbondanti di ottima avena nella cantina; un'isba calda con un'immensa stufa russa dalla quale sporgevano, come spalle di un gigante, lunghe canne fumarie e, infine, due stanzette abbastanza pulite rivestite di una carta rossastra un po' strappata in basso, un divano di legno dipinto, sedie uguali e due vasi di geranio alle finestre che, del resto, non si aprivano mai ed erano scure per la polvere pluriennale. La locanda offriva altre comodità ancora: il maniscalco era vicino, il mulino si trovava praticamente a due passi; infine ci si poteva mangiar bene grazie alla cuoca paffuta e rubiconda che preparava piatti grassi ed appetitosi senza risparmiare sul condimento; la bettola più vicina distava soltanto mezza versta e il tabacco da fiuto venduto dal padrone, anche se mescolato con la cenere, era straordinariamente forte e pizzicava gradevolmente il naso."

Ivan S. Turgenev: Opere 1
Primo amore e altri racconti 1847-1883
Editori Riuniti, Roma - 1988
traduzione di Giuseppina Cavallo
pagg. 95-96

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

sabato 19 giugno 2010

noi siamo una struttura!

"Il corpo umano è una struttura costituita da elementi collegati e interdipendenti. La sua 'impalcatura' di base è composta dalle ossa, le cartilagini, i legamenti, i tendini e i muscoli. È una struttura flessibile, dinamica e sottoposta alle leggi della meccanica. Elemento essenziale della struttura del corpo umano sono le sue articolazioni e dalla loro integrità dipende il benessere strutturale. Se le articolazioni sono rigide, occorre scioglierle; se i movimenti sono limitati, occorre favorirli; se gli elementi della struttura sono contratti, occorre allungarli e, viceversa, se sono troppo lunghi, occorre accorciarli. Solo quando la struttura del corpo sarà stata 'liberata' e riequilibrata in tutte le sue articolazioni, la potremo considerare strutturalmente e meccanicamente adeguata."

John L. Stirk: Stretching strutturale
Red./Studio Redazionale, Como - 1991
traduzione di Giovanna Nobile
pag. 15

catalogazione: libreria in ingresso
Condividi su Facebook

giovedì 17 giugno 2010

non chiederci la parola che squadri da ogni lato...

"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.


Ah l'uomo che se ne va sicuro,

agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che
non siamo, ciò che non vogliamo."

Eugenio Montale
presentazione di Vittorio Spinazzola
a cura di Sandro Onofri
editrice l'Unità, Roma - 1993
pag. 21

catalogazione: libreria in ingresso

Condividi su Facebook

mercoledì 16 giugno 2010

tutto ritorna...

"Anche questo ho imparato dal fiume: tutto ritorna!"

Hermann Hesse: Siddharta
Adelphi edizioni, Milano - 1975
traduzione di Massimo Mila
pag. 73

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

martedì 15 giugno 2010

era sicuro... non aveva mai ucciso nessuno!

"«A proposito,» aggiunse, evidentemente all'improvviso «che ne dici dello scandalo Rolf?».

«Scandalo Rolf?». Robert trasalì. Che significa 'scandalo Rolf'? Era forse qualcosa che lo riguardava? Era implicato in qualche cosa senza saperlo? Paula? Sono partite ieri, sia la madre che la figlia. Era del tutto escluso che avesse ucciso Paula. Contegno, calma! Che significava di nuovo tutto questo?! Non aveva mai ucciso nessuno. Era sicuro, lo sapeva... mai. «Di che scandalo si tratta?» domandò con calma."

Arthur Schnitzler: Fuga nelle tenebre
Adelphi edizioni, Milano - 1981
traduzione di Giuseppe Farese
pag. 67

catalogazione: libreria bianca in soggiorno
Condividi su Facebook

lunedì 14 giugno 2010

i cassetti del Palazzo di Giustizia

"«Io sono convinto, e me ne assumo tutte le responsabilità, che nei cassetti del Palazzo di Giustizia ce n'è abbastanza per fare chiarezza sui delitti politici.» Leoluca Orlando scatenò da Samarcanda una tempesta che coinvolse i più alti vertici istituzionali del nostro Paese, a cominciare dal Presidente della Repubblica.

Furono in tanti a scandalizzarsi, furono in tanti a puntare, contro l'ex sindaco, l'indice accusatore: «Tira fuori le prove di quello che dici; oppure stai zitto.»"

Michele Santoro: Oltre Samarcanda
editrice l'Unità, Roma - 1974
pag. 107

catalogazione: libreria in ingresso
Condividi su Facebook

domenica 13 giugno 2010

il ritratto

"Era un ritratto a mezzo busto di giovane donna, che fissava il riguardante; un olio alquanto annerito, ma non tanto che non si distinguessero i particolari. La donna era vestita secondo la moda degli ultimi anni del secolo passato o dei primi di questo, con tutto il collo chiuso in un'alta benda di pizzo; di pizzo era anche la veste, dalle maniche sboffate; sul petto ella recava un grande e complicato pendantif o breloque (come allora si diceva) di topazi bruciati, sorretto da nastri di seta marezzata; sulle spalle un amoerro, ricadente in larghe e convolte pieghe. La massa dei capelli bruni era pettinata in conseguenza, cioè in un ampio cercine o cannuolo attorno alla fronte, in mezzo al quale spiccava un minuscolo diadema."

Tommaso Landolfi: Racconto d'autunno
Rizzoli editore, Milano - 1975
pag. 51

catalogazione: libreria sotto la finestra
Condividi su Facebook

sabato 12 giugno 2010

San Franco e o' miracolo...

"Il rifugio Panepuzzi Alessandri è stato ricavato dal CAI nel 1979 in un capannone che aveva ospitato operai della società Insud, intenzionata a scempiare quest'angolo del Gran Sasso con la costruzione di residence e impianti sciistici; il progetto si è miracolosamente fermato (intercessione di San Franco?) per decisione della stessa società."

Alberto Osti Guerrazzi: I 2000 dell'Appennino
edizioni Il Lupo, Sulmona (AQ) - 2010
pag. 91

catalogazione: libreria "della montagna" del Bip
Condividi su Facebook

giovedì 10 giugno 2010

il paesaggio della mente

"Mentre affrettava il passo, si invitò a prestare attenzione a quanto aveva davanti, vale a dire alla natura. Se si guardava senza vedere la passeggiata si riduceva alla solita cosa: alla solita soggettività. Il suo vantaggio, a parte fare del moto, era la possibilità di modificare il paesaggio della mente"

Bernard Malamud: Le vite di Dubin
Minimum fax, Roma - 2009
traduzione di Bruno Oddera e Giovanni Garbellini
pag. 32

Condividi su Facebook

mercoledì 9 giugno 2010

tirare a indovinare... ma con metodo!

"If I am not sure of the answer, should I guess?

If you are not sure of the answer, you should guess. The number of incorrect answers is not subtracted from your score. Your score is based upon the number of correct answers only. Do not mark more than one answer for each question. Do not leave any questions blank on your answer sheet.

How should I guess?

First, eliminate all of the possibilities which you know are not correct. Then, if you are almost sure of an answer, guess that one. If you have no idea of the correct answer for a question, choose one letter and use it for your 'guess' answer throughout the entire examination. By using the same letter each time that you guess, you will probably answer correctly 25 percent of the time. This percentage is usually better than the percentage of correct answers obtained by random guessing."

Pamela J. Sharpe: Basic tips on the Test of English as a foreign language, TOEFL
Barron's Educational Series Inc., Hauppage (NY) - 1982
pag. 9

catalogazione: libreria di fianco al computer
Condividi su Facebook

martedì 8 giugno 2010

comunicare accuratamente

"Krishnamurti suggerisce come definizione della parola relazione: 'comunicare accuratamente'. Se comunichiamo con un'altra persona a seconda dell'immagine che abbiamo di lei, non comunichiamo accuratamente, il che significa con attenzione, con comprensione, con amore. E quando le persone comunicano l'un l'altra con noncuranza, secondo l'immagine formata sulla base delle esperienze passate di piacere, dolore, desiderio, impazienza, paura, disgusto, disappunto o qualche altra cosa, non esiste in realtà nessuna relazione, c'è l'isolamento; e nell'isolamento non c'è vita."

Stuart Holroyd: L'antiguru
Astrolabio-Ubaldini editore, Roma - 1981
traduzione di Rossella Battisti
pag. 78

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

lunedì 7 giugno 2010

non si può tener lontana la luce della Stampa!

"Ci sono da fare mille cose che ancora non sono state fatte e io le farò. Le notizie mondane da ogni angolo della terra, fornite dagli stessi membri più eminenti (oh, loro si possono convincere... vedrete!) di giorno in giorno, di ora in ora, servite a colazione su ogni tavolo degli Stati Uniti... ecco cosa vuole il popolo americano, ed ecco ciò che il popolo americano avrà. Questo non lo rivelerei a tutti, ma non mi spiace dirlo a voi: credo di avere intuito più di chiunque altro ciò che in futuro ci chiederà il pubblico americano. Andrò alla ricerca dei segreti, le chroniques intimes, come dicono qui; la gente vuole proprio ciò che non si dice e io ho intenzione di darglielo."

Henry James: Il Riflettore
Giulio Einaudi editore, Torino - 1976
traduzione di Mario Manzari
pag. 59

catalogazione: libreria bianca in soggiorno
Condividi su Facebook

domenica 6 giugno 2010

Karras non era Steve!

"Gli diede un colpetto sul petto. Karras aveva una corporatura impeccabile per essere un uomo di quasi cinquant'anni. Al contrario di Steve, che era sempre stato un po' troppo robusto di costituzione. Lei lo chiamava 'l'Orso', perché sembrava davvero enorme quando le dormiva accanto. Le piaceva stare con un uomo un po' in carne. Karras aveva un bel viso, la schiena dritta, e il ventre piatto. Anche alla sua età, era il tipo d'uomo che per la strada le donne notavano e su cui si interrogavano. Ma Karras era sempre triste. Non aveva il sorriso di Steve, quel sorriso che esprimeva l'apprezzamento per il momento presente e per le persone con cui lo condivideva. No, Karras non era Steve. Ma lei si stava abituando ad averlo intorno."

George Pelecanos: Vendetta
la biblioteca di Repubblica, Roma - 2004
traduzione di Stefano Tettamanti
pag. 73

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

venerdì 4 giugno 2010

dans le noir profond

"Nous nous sommes embrassés...

Et puis, et puis, et puis, comme, il y a longtemps, dans les granges de notre adolescence, dans les chambres de bonne, sur le sable des bains de minuit. Sans se voir. Pas les yeux fermés. Comme les premières fois. Non. Dans le noir profond.

Parce qu'ailleurs, tout autour de nous, c'était la nuit."

Jean-Bernard Pouy: Train perdu, wagon mort
Éditions La Vie du Rail/Points, Paris - 2008
pag. 72

catalogazione: libreria di fronte al divano
Condividi su Facebook

giovedì 3 giugno 2010

il Sebastiani

"Piacevole ed accessibile a tutti, la salita al Rifugio Sebastiani dal versante di Pezza è l'itinerario più frequentato dell'intero massiccio. Lo merita. Uno dopo l'altro, si traversano infatti tutti gli ambienti più caratteristici del Sirente-Velino: gli altopiani, la faggeta, l'ambiente roccioso e severo del vallone che conduce al rifugio. Distrutto al'inizio del 1975 da un incendio probabilmente doloso, il Sebastiani è da qualche anno gestito in maniera spartana ma piacevole, ed è da sempre una mèta assai cara ai villeggianti di Ovindoli, Rocca di Mezzo e dei centri vicini. È d'uso concludere la gita con la ripida ma breve salita al Costone."

Stefano Ardito: A piedi sul Sirente-Velino
edizioni Iter, Subiaco (RM) - 2004
pag. 85

catalogazione: il comodino del Bip
Condividi su Facebook

mercoledì 2 giugno 2010

zingari non si nasce ma si diventa!

"Questa sera Elisabetta mi ha messo in guardia contro gli zingari che vendono merci rubate al mercato di piazza Vittorio. Mi ha detto che gli animali sono più civili degli zingari sotto tutti i punti di vista. Dopo un lungo giro di parole è andata al sodo: «Non aprire la porta della tua casa a quello zingaro ubriaco che, con il pretesto di dare il mangime ai piccioni, spaccia la droga.» Ho capito che si riferiva al povero Parviz. «Non è zingaro, è iraniano» le ho ricordato, e lei mi ha risposto con molta convinzione: «Non importa se è iraniano o americano o svizzero o altro. L'importante è che si comporta esattamente come uno zingaro, e per questo dico che zingari non si nasce ma si diventa». L'ho salutata senza commentare."

Amara Lakhous: Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio
edizioni e/o, Roma - 2010
pag. 85

catalogazione: nessuna, libro preso in prestito da Maura
Condividi su Facebook