giovedì 31 dicembre 2009

auguri!


Condividi su Facebook

mercoledì 30 dicembre 2009

je suis comme je suis

"Poiché l'io è al tempo stesso attore e giudice delle proprie azioni e il metro con cui le misura è da lui stesso costruito, la probabilità che il giudice-attore sia rigorosamente imparziale è molto modesta. Del resto noi siamo forme che la natura casualmente produce. Una bella canzone che si cantava a Parigi nelle 'caves' frequentate da giovani e da poeti, diceva: 'Je suis comme je suis, je suis faite comme ça'. Non significa assolver tutto. Ma da che cosa poi? Chi non cerca compense ultraterrene aspira soltanto all'innocenza dell'albero della vita. E i frutti di quell'albero, vedi che cosa strana, puoi gustarli soltanto quando sei più prossimo alla morte."

Eugenio Scalfari: L'uomo che non credeva in Dio
Einaudi, Torino - 2008
pag. 150

Condividi su Facebook

martedì 29 dicembre 2009

la strada sbagliata

"I nemici interni dell'Italia nata dal Risorgimento, di cui pure si vantavano a parole di volere completare l'opera, furono i fascisti. Ai ragazzi italiani fu insegnato nelle scuole, e agli italiani adulti ripetuto fino alla noia, che 'gli stranieri' - tutti 'gli stranieri' - erano loro nemici; che dovevano essere fieri e sentirsi onorati di avere tanti nemici nel vasto mondo. Poi furono tolti dal mazzo e additati come amici e naturali alleati i soli stranieri nei confronti dei quali molti italiani nutrissero un pregiudizio sfavorevole che risaliva agli anni della guerra mondiale - i tedeschi - (nel senso di abitanti della Germania, non di parlanti il tedesco) - che pure, durante gli anni del Risorgimento, avevamo avuti in qualche occasione dalla nostra parte, ma che, dopo l'Anschluss ('annessione') dell'Austria nel 1939, facevano un tutt'uno con i nostri più diretti avversari di allora e del '15-'18. Gli si riconosceva il merito di averci seguiti sulla strada sbagliata e senza uscita, nella quale ci eravamo incamminati noi nel 1922. Se era per questo, ci avrebbero presto sopravanzati."

Girolamo Arnaldi: L'Italia e i suoi invasori
editori Laterza, Bari - 2002
pag. 184

Condividi su Facebook

lunedì 28 dicembre 2009

dentro un corpo

"L'originaria e irrimediabile esperienza della nostra finitezza, del limite che ci costituisce come esseri mortali, si dà innanzitutto attraverso la percezione del corpo. Il corpo è l'evidenza che contraddice qualsiasi tentativo di oltrepassamento, lo scomodo testimone che invalida ogni nostra velleità di onnipotenza."

Aldo Carotenuto: Amare Tradire
Bompiani, Milano - 1991
pag. 170

Condividi su Facebook

domenica 27 dicembre 2009

forme di vita biroide

"[...] cominciò a pensare ossessivamente al problema di cosa fosse successo a tutte le biro che aveva comprato negli ultimi anni. Seguì un periodo di coscienziosa ricerca, durante il quale visitò tutti i maggiori centri di perdite di biro della Galassia: alla fine tirò fuori una bizzarra teoria che all'epoca fece colpo sull'immaginazione della gente. Da qualche parte nel Cosmo, sosteneva Voojagig, insieme a tutti i pianeti abitati da umanoidi, rettiloidi, pescioidi, alberoidi ambulanti e sfumature superintelligenti del colore azzurro, c'era anche un pianeta interamente consacrato alla forma di vita biroide. Era proprio quel pianeta la meta delle biro trascurate, le quali, attraverso forellini nel tempo, vi si recavano certe di poter finalmente fruire di uno stile di vita unicamente biroide, che rispondesse a stimoli altamente biro-orientati, e che in generale garantisse l'equivalente biresco di una vita felice. Finché si trattò di teorie tutto andò benissimo, ma quando Veer Voojagig si mise di punto in bianco ad affermare di aver trovato questo pianeta, e di aver lavorato lì come autista di limousine al servizio di una famiglia di biro verdi a scatto di tipo economico, fu immediatamente portato via e internato."

Douglas Adams: Guida galattica per gli autostoppisti
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1999

traduzione di Laura Serra
pagg. 147-148

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato

Condividi su Facebook

sabato 26 dicembre 2009

il Natale di Guareschi

"Forse Margherita ha ragione quando dice che occorre la maniera forte coi bambini: il guaio è che, a poco a poco, usando e abusando della maniera forte, in casa mia si lavora soltanto con le note sopra il rigo.
La tonalità, anche nei più comuni scambi verbali, viene portata ad altezze vertiginose e non si parla più, si urla. Ciò è contrario allo stile del «vero signore», ma quando Margherita mi chiede dalla cucina che ore sono, c'è la comodità che io non debbo disturbarmi a rispondere perché l'inquilino del piano di sopra si affaccia alla finestra e urla che sono le sei o le dieci. Margherita, una sera del mese scorso, stava ripassando la tavola pitagorica ad Albertino e Albertino s'era impuntato sul sette per otto. Sette per otto? - cominciò a chiedere Margherita. E, dopo sei volte che Margherita aveva chiesto quanto faceva sette per otto, sentii suonare alla porta di casa. Andai ad aprire e mi trovai davanti il viso congestionato dell'inquilino del quinto piano (io sto al secondo). Cinquantasei! - esclamò con odio l'inquilino del quinto piano.
Rincasando, un giorno del dicembre scorso, la portinaia si sporse dall'uscio della portineria e mi disse sarcastica: È Natale, è Natale è la festa dei bambini - è un emporio generale - di trastulli e zuccherini!
Ecco, - dissi tra me - Margherita deve aver cominciato a insegnare la poesia di Natale ai bambini.
Arrivato davanti alla porta di casa mia, sentii appunto la voce di Margherita:
«È Natale, è Natale - è la festa dei bambini!...».
È la festa dei cretini! -rispose calma la Pasionaria."


Giovanni Guareschi: La favola di Natale
Rizzoli, Milano - 2004
pag. 7

Condividi su Facebook

venerdì 25 dicembre 2009

dall'orrido dell'Infernaccio alla ridente alta valle

"L'escursione è di quelle che danno sensazioni 'forti': subito lo stretto e suggestivo canyon dove l'acqua si cerca rumorosamente la strada, poi le faggete attraverso le quali si intravedono le altissime pareti calcaree della Sibilla e della Priora, poi, con ancora il rombo del Tenna nelle orecchie, l'arrivo a Capotenna dove l'ambiente si apre e si può godere del colpo d'occhio complessivo della valle e delle cime che la circondano."

Alberico Alesi e Maurizio Calibani: Parco Nazionale Monti Sibillini
SER Società Editrice Ricerche, Folignano (AP) - 2009
pag. 94

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
Condividi su Facebook

giovedì 24 dicembre 2009

la maschilità del linguaggio

"Da queste riflessioni [delle donne] emergono due fatti solo apparentemente contraddittori: la maschilità del linguaggio e l'esistenza di 'un parlare da donne' differenziato da quello degli uomini. Accenno solo per inciso al primo punto. Il linguaggio è al maschile. La lingua, anche quella parlata dalle donne, è maschile. Le costruzioni grammaticali e semantiche sono asimmetriche: per alcuni termini il femminile non esiste, ad esempio per i nomi di professioni; per altre, il femminile assume connotazioni peggiorative, dispregiative, ironiche, tanto che il linguaggio riferito alle donne è stato definito da Marina Yaguello 'lingua del disprezzo'. Termini maschili vengono usati per il tutto, il plurale indicativo di collettività di uomini e di donne è al maschile, 'uomo' indica appartenente al genere umano. Il generico, l'ipotetico, l'esempio è al maschile. L'aggettivo e il sostantivo femminile 'si formano', secondo Robin Lakoff, su un maschile 'che esiste'.
Ma la questione va molto al di là del rilievo delle caratteristiche grammaticali del linguaggio. La donna, si dice, non parla, 'è parlata'. Oggetto del discorso dell'uomo, 'sesso oggettivato a segno culturale', 'parola delle parole', 'segno o simbolo della comunicazione tra gli uomini, contesto fonte di tutte le parole', la donna, oggetto di divieto della parola nei secoli, è 'segno significante che pone la possibilità di un linguaggio comune attraverso un valore che è identico, e, dunque, comprensibile a tutti.' Nel linguaggio, come nella sessualità, la donna viene definita e costruita in riferimento alla 'legge del medesimo' - dice Irigaray in
Speculum, alla logica di un'unica identità (maschile), metro di misurazione da cui la differenza-donna rappresenta solo uno scarto relativo."

Marina Mizzau: Eco e Narciso
Bollati Boringhieri, Torino -1988
pag. 53

Condividi su Facebook

mercoledì 23 dicembre 2009

la formula del sentimento d'amore

"Freud alla sua fidanzata: "Mi fa soffrire l'essere impotente a testimoniarti il mio amore." E Gide: "Tutto, nel suo comportamento pareva dire: dato che non mi ama più, non m'importa più niente. Orbene, io l'amavo ancora, e anzi, non l'avevo mai amata tanto; ma non mi era più possibile dargliene la prova. E questa era la cosa più terribile."

I segni non sono delle prove, dal momento che chiunque può produrne di falsi o di ambigui. Ecco quindi che, paradossalmente, ripiego sull'onnipotenza del linguaggio: poiché niente rende sicuro il linguaggio, io farò del linguaggio la sola e ultima certezza:
non crederò più all'interpretazione. Dal mio altro, accoglierò ogni parola come un segno di verità; e, quando a parlare sarò io, non metterò in dubbio che egli prenda per vero ciò che dirò. Di qui, l'importanza delle dichiarazioni; io voglio incessantemente carpire all'altro la formula del suo sentimento e, da parte mia, incessantemente gli dico che lo amo: niente è lasciato alla suggestione, alla divinazione: perché una cosa sia saputa, bisogna che sia detta; ma anche appena detta, essa è, molto provvisoriamente, vera."

Roland Barthes: Frammenti di un discorso amoroso
Einaudi, Torino - 1979
traduzione di Renzo Guidieri
pag. 187

Condividi su Facebook

martedì 22 dicembre 2009

dal Senegal con amore

"BEVANDA ALLO ZENZERO-
Ingredienti per 6 persone:
100 gr. di radice di zenzero fresca
1 L di acqua
2 pompelmi
1-2 limoni
zucchero a piacere

Sbucciare e grattugiare la radice di zenzero. Aggiungerla all'acqua e frullarla. Poi filtrare con un colino a maglie fitte.

Al filtrato aggiungere il succo dei pompelmi e dei limoni; zuccherare a piacere, servire ghiacciato."


Variante di Marina: sostituire i pompelmi, per il mio gusto troppo amari, con due aranci. Di zucchero ne servirà pochissimo, solo per stemperare un po' l'aspro del limone. Io addirittura lo ometto.

Aisha Fall: Sapori d'Africa
Bandecchi & Vivaldi editore - 2005
pag. 132

Condividi su Facebook

lunedì 21 dicembre 2009

le spoglie di Giacomo

"La legge è legge, signori miei. E la legge affermava che, finché a Napoli fosse durato il colera, non ci sarebbe stata sepoltura se non nella fossa comune. Morti a carrettate, una cristiana benedizione collegialmente impartita e poi giù calce viva a mangiarsi il contagio. Giù calce per ammazzare le mosche malvagie, appesantire le loro ali avvelenate, impastoiare a dovere antenne e zampe malefiche. Calce viva, questo ci voleva per i morti. E pietra del Vesuvio, nera e spessa, per chiudere la fossa e non pensarci più. Ora, in mezzo a tanto disastro, che differenza volete facesse un cadavere in più o in meno? Per il momento avrebbero fatto conto che il corpo di Giacomo fosse stato preso in consegna dalla pubblica carità per farne ciò che andava fatto: fossa comune, benedizione, calce viva, pietra vesuviana e tutto il resto."

Alessandro Zaccuri: Il signor figlio
Mondadori, Milano - 2007
pag. 197

Condividi su Facebook

domenica 20 dicembre 2009

romane al trucco

Ovidio - Ars Amatoria – lll, 219- 246







220
quae nunc nomen habent operosi signa Myronis
pondus iners quondam duraque massa fuit
anulus ut fiat, primo conliditur aurum
quas geritis vestis, sordida lana fuit
cum fieret, lapis asper erat nunc, nobile signum,
nuda Venus madidas exprimit imbre comas.

225
tu quoque dum coleris, nos te dormire putemus
aptius a summa conspiciere manu.
cur mihi nota tuo causa est candoris in ore?
claude forem thalami! Quid rude cogis opus?
multa viros nescire decet pars maxima rerum

230
offendat, si non interiora tegas.
aurea quae splendent ornato signa theatro,
inspice, contemnes brattea ligna tegit
sed neque ad illa licet populo, nisi facta, venire,
nec nisi summotis forma paranda viris.

235
at non pectendos coram praebere capillos,
ut iaceant fusi per tua terga, veto.
illo praecipue ne sis morosa caveto
tempore, nec lapsas saepe resolve comas.
tuta sit ornatrix odi quae sauciat ora

240
unguibus et rapta brachia figit acu.
devovet, ut tangit, dominae caput illa, simulque
plorat in invisas sanguinolenta comas.
quae male crinita est, custodem in limine ponat,
orneturve Bonae semper in aede deae.

245
dictus eram subito cuidam venisse puellae:
turbida perversas induit illa comas.



Quelle che ora hanno il nome di statue dell’operoso Mirone un tempo fu(rono) peso inerte e solida massa, perché diventi anello prima si consuma l’oro, quelle vesti che portate furono lana sporca, ora una splendida statua mentre diventava (statua) era ruvida pietra, Venere spreme l’acqua dalle chiome madide

noi pensiamo che tu dorma mentre anche tu ti agghindi, in maniera più appropriata sarai guardata dopo l’ultima mano. Perché mi è nota la causa del candore del tuo viso? Chiudi la porta del talamo, quale rude lavoro esegui? E meglio che gli uomini ignorino molte cose.

La gran parte delle cose disturberebbe se non coprissi le cose più intime. guarda le statue dorate che splendono nel teatro ornato, non ne terrai conto (tieni presente che) la lamina d’oro copre il legno ma al pubblico non è concesso avvicinarsi ad esse se non (sono) finite né l’aspetto approntato se non sono stati allontanati gli uomini

Ma non proibisco di offrire alla vista i capelli da pettinare perché si allarghino sparsi lungo la tua schiena però soprattutto allora eviterai di essere noiosa e non sciogliere spesso i capelli scomposti. Sia sicura l’ancella che ti veste detesto quella che graffia la faccia con le unghie i visi e trafigge con uno spillone la braccia ghermite.

Quella maledice, mentre lo tocca, il capo della padrona ed insieme piange mentre sanguina, sulle odiate chiome. Quella che è mal fornita di capelli ponga una custode alla porta e si orni sempre nel tempio della dea Bona; ero stato annunciato improvvisamente come arrivato ad una ragazza: turbata si calzò la parrucca al contrario!

Ovidio: Ars amatoria
Einaudi, Torino - 1969

catalogazione: biblioteca di Paola

Condividi su Facebook

sabato 19 dicembre 2009

ossa che parlano

"Al loro primo colloquio lui la ricevette nel salone rivestito di boiserie. «Si rende conto, vero, che sono totalmente cieco? Sono cieco da più di vent'anni.» «Sì. Il dottor James me lo ha detto.» Aveva lavorato per un dottore a Londra.
Armitage le tese la mano ma lei non la prese subito. Non era sua abitudine stringere la mano alla gente; ora, come sempre, quando cedette voltò la testa dall'altra parte. Lui le tenne la mano a lungo e Mrs. Johnson comprese che le stava tastando le ossa. Aveva sentito dire che così fanno i ciechi, e trattenne il respiro, come per impedire che le sue ossa o la sua pelle rivelassero qualcosa di lei. Ma sentì la propria mano asciutta prender vita e la ritrasse. Fu sorpresa che, al contatto, il nervosismo fosse sparito."


Victor Sawdon Pritchett: Amore cieco
Adelphi, Milano - 1998
traduzione di Paolo Dilonardo
pag. 16

Condividi su Facebook

venerdì 18 dicembre 2009

il caso Leroy

"È tornata a casa dal bar. Mi ha visto, truccato come lei, con indosso il baby doll bianco che Jackson le ha comprato da Victoria's Secret, in piedi su una sedia pieghevole di metallo rossa, che lavavo le mutandine bianche intonate sporche di sangue. È andata a cercare Jackson e l'ha trovato addormentato sul letto, accanto ad una macchia umida e rossa sul copriletto bitorzoluto che ci siamo presi all'Holiday Inn. Ha strillato così forte che anche Jackson si è svegliato urlando. Gli ha urlato contro per averle messo le corna. Gli ha urlato contro per essersi scopato quella maledetta puttanella [di suo figlio] alle spalle. Gli ha urlato contro per avermi lasciato mettere le cose speciali che aveva comprato per lei da Victoria's Secret e che adesso sono rovinate!
Ha visto che avevo rovinato tutto, e stavolta cazzo mi avrebbe ammazzato.
Ma ci sono cose peggiori che finire ammazzati."


J.T.Leroy: Ingannevole è il cuore più di ogni cosa
Fazi editore, Roma - 2002
traduzione di Martina Testa
pag. 143

Condividi su Facebook

giovedì 17 dicembre 2009

24 ore di orrore per Katherine

"Soffriva di due mali opposti: il male della tenebra e il male della luce. Quasi ogni sera, quando erano le undici e l'oscurità lambiva le cieche finestre, cominciava ad augurarsi che fossero le undici del giorno dopo. Camminava su e giù per la camera, guardava il letto, guardava nello specchio, spaventata da quella ragazza con gli occhi febbrili, si domandava se la candela le sarebbe bastata fino alla luce, e poi si sedeva fissando il tappeto - così a lungo, che soltanto per caso rialzava gli occhi. Si stendeva tra le coperte, mentre Ida Baker dormiva su un sofà nella stanza per proteggerla dall'orrore del buio; e la mattina le pareva di essere stata sferzata attraverso cento letti senza aver trovato dove acciambellarsi. Se la tenebra era l'orrore, anche la luce poteva esserle nemica. La luce brutale entrava dalle finestre, la feriva, l'accecava, la raggiungeva in ogni angolo, come se in tutto il mondo posseduto dal sole non ci fosse luogo dove nascondersi."

Pietro Citati: Vita breve di Katherine Mansfield
Rizzoli, Milano - 1980
pag. 64

Condividi su Facebook

mercoledì 16 dicembre 2009

dio ne scampi dagli evangelisti!

"Di lei è stato detto che cerca di elevare ogni sua nuova passione (per il tennis, per le verdure crude, per Amnesty International) al rango di principio morale valido per la specie, di legge universale, e che questa sua tendenza risulta a volte leggermente seccante."


Joice Carol Oates: Un'educazione sentimentale
edizioni e/o, Roma - 2001
traduzione di Claudia Valeria Letizia
pag. 77





Condividi su Facebook

martedì 15 dicembre 2009

com'è bella l'angoscia altrui!

"Non c'è dubbio che esista un'angoscia come consapevolezza, progresso; e una mancanza d'angoscia come reificazione, stasi. Si fanno belli di questo tutti i simpatizzanti e lodatori dell'angoscia, di solito simpatizzanti e lodatori dell'angoscia altrui, i quali sostenendo che le alienazioni consapevoli sono molto meno gravi di quelle inconsapevoli, si augurano l'angoscia e soprattutto la augurano agli altri."

Ottiero Ottieri: L'irrealtà quotidiana
Guanda editore, Parma - 2004-
pg 37

Condividi su Facebook

lunedì 14 dicembre 2009

Ernest Renan et Rome

"Renan apparaît comme un médiateur, car il garde des liens constants avec l'Italie, grâce à ses voyages et à sa correspondance. Les critiques des périodiques romains suivent ses publications avec une attention remarquable. Il fait figure de guide intellectuelle, ou plûtot moral. Les Romains discernent, en effet, chez lui un mode de pensée spécifique, avec le quel ils se sentent en accord. Enrico Panzacchi note combien le philosophe est plein de foi dans l'avenir des Italiens. Il ecrit: 'Ernest Renan fut vraiment toute sa vie un ami de l'Italie...'. Il faut dire que c'est une véritable révélation de la poesie, de la couleur, de la religiosité qu'a eprouvé Renan à Rome, en 1849, comme l'expose Abel Lefranc qui lui consacre un essai. Gaspare Vallette déclare même, plus tard: "Renan a vu ce que Taine n'a pas su voir, car il a senti Rome en poète et non en logicien." L'influence considérable du séjour romain, du 28 octobre 1849 au 23 avril 1850, se lit dans les lettres qu'adresse Renan à sa soeur. Ainsi, en novembre 1849: 'Depuis mon séjour à Rome, ma bien-aimée, un immense changement s'est opéré dans toute ma manière de sentir[...]cette ville est une enchanteresse...'"

AAVV: La France et l'Italie - Polémiques et dialogues
Université de Caen - 1988
pag. 37

Condividi su Facebook

domenica 13 dicembre 2009

la promessa della sera

"Sono le sette di sera e lui è seduto sul balcone di casa al terzo piano. Guarda il giorno che muore e aspetta: chissà che cosa promette l'ultima luce, che cosa ha in serbo. Ha davanti il cortile deserto con la sua striscia di erba, qualche oleandro, una panchina e un pergolato di buganvillea abbandonato a se stesso. Il cortile finisce con un muro di pietra su cui si delinea il profilo di una porta successivamente murata. Le pietre nel buco della porta sono più chiare, adesso gli sembrano persino un po' meno pesanti delle altre. Oltre il muro si ergono due cipressi. Nella luce della sera, hanno un colore che è nero, non verde. Oltre si dispiegano colline desolate: laggiù c'è il deserto. Laggiù un mulinello grigio s'alza a tratti, freme un istante, si contorce, corre, cala. Torna in qualche altrove."

Amos Oz: Non dire notte
Feltrinelli, Milano - 2007
traduzione di Elena Loewenthal
pag. 7

Condividi su Facebook

sabato 12 dicembre 2009

ci stiamo dentro

"Ciò che il narratore scopre nel sud dell'Italia è che questa terra rappresenta oggi la sede della degradazione umana e civile, dove ancora qualcuno e qualcosa riesce a resistere, ma in cui corruzione e delinquenza, assenza dello stato e immondizia sono diventate dimensioni di vita: il rovescio della ricchezza invisibile e che pure c'è. Il rovescio della storia della cosiddetta civiltà occidentale -aggiungo io- che ha sempre mostrato a se stessa e al mondo fede e bellezza, arte e terre fortunate, intraprendenza e rigore, libertà e magnificenza, giuste leggi e saggezza del vivere; occultando lo zoccolo duro di dolore e malvagità, sfruttamento e miseria, pirateria e violenza su cui basava il proprio dominio e la sua supremazia sul mondo. Tutto ciò, ora, qui, nella sua culla e nella sua oasi di rinascenza, è capovolto e ci stiamo dentro, noi."

Armando Gnisci: Il rovescio del gioco
Carucci editore, Roma - 1992
pag. 55

Condividi su Facebook

venerdì 11 dicembre 2009

c'est évident

"Le linguistes ont généralement traité le genre en termes d'ordre grammatical, immotivé et arbitraire, indépendamment de toute forme d'attribution de valeur. Contre cette position mon intention est de soutenir que, au moins dans le cas du genre, la catégorie grammaticale s'appuie sur une base sémantique, ou, en d'autres termes, qu'elle existe parce qu'elle a une signification qui renvoie à un ordre déterminé, motivé et lié aux bases de notre experience corporelle. Le langage, loin d'être un système puremente abstrait, organisé selon la forme logique d'un code, est, dès sa structure grammaticale, conditionné, sujet à des déterminations d'autre nature. Il inscrit en lui-même certaines dimensions essentielles de notre expèrience, comme la difference sexuelle."
(Patrizia Violi)

Luce Irigaray: Le sexe linguistique
Langages édition Larousse, Paris - 1985

Condividi su Facebook

giovedì 10 dicembre 2009

la filosofia dei cèssi secondo Ceronetti

"In fatto di cagòdromi, da filobritannico divento filoturco. Il gabinetto all'inglese ha peggiorato il carattere di questi poveri civilizzati. C'è anche un motivo più profondo per preferire quello alla turca: il suo grandissimo uso esorcistico (Nordafrica, arabi, ebrei d'Oriente)."

Guido Ceronetti: Pensieri del tè
Adelphi, Milano - 1987
pag. 76
Condividi su Facebook

mercoledì 9 dicembre 2009

sottotitolo: "danza obbligata con la morte"

"Il tempo non passava mai. Qualcuno giocava con gli orologi, e non solo con gli orologi elettrici ma anche con quelli a carica. La seconda lancetta del mio orologio ebbe uno scatto, e passò un anno, e poi ebbe un altro scatto. Non potevo farci nulla. Come abitante della terra dovevo credere a tutto quello che dicevano gli orologi e i calendari."

Kurt Vonnegut, jr.: Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini
Oscar Mondadori, Milano - 1989
traduzione di Luigi Brioschi
pag. 37

Condividi su Facebook

martedì 8 dicembre 2009

aprite le finestre

"Tutta d'un tratto arrivò quell'anno la primavera. Nelle stanze ristagnavano ancora il freddo e l'umida penombra dei giorni d'inverno. Si aprivano le finestre. Le case facevano pensare a sepolcri arieggiati e le persone che si affacciavano alle finestre a gialli, amichevoli cadaveri. Il suono dei risorti organetti che tutt'a un tratto passavano a frotte di cortile in cortile, come se fossero arrivati dal sud assieme agli uccelli migratori, accresceva anche negli scettici la voglia di vivere. Sempre più frequenti si facevano le manifestazioni di piazza dei radicali.
Le fedi politiche sbocciavano nel fulgore amico del giovane sole e sotto la feconda pioggia primaverile delle notti miti dolcemente velate."


Joseph Roth: Destra e sinistra
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Elisabetta dell'Anna Ciancia
pag. 111

Condividi su Facebook

lunedì 7 dicembre 2009

una saggezza virile

"Le due sorelle erano estremamente diverse, sebbene ciascuna avesse avuto da ragazza i suoi corteggiatori. Scorreva nelle vene di Lady Bothwell un po' del sangue dell'antico lignaggio di King's Copland. Era audace, ma non temeraria; ambiziosa e desiderosa di elevare la sua casata e la sua famiglia. Fu, come è stato detto, un considerevole sprone per mio nonno che, d'altro canto, era un uomo pigro; il quale, però, a meno che non fossero calunnie, si trovò coinvolto a causa dei consigli di sua moglie in alcune faccende politiche che sarebbe stato più saggio lasciar perdere. Era tuttavia una donna di alti principi e possedeva una saggezza virile, come testimoniano alcune delle sue lettere che ho ancora nel mio stipo a muro."

Walter Scott: Il racconto dello specchio misterioso
L'Unità/Theoria, Roma - 1994
traduzione di Daniela Ruotolo
pagg. 34-35

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

domenica 6 dicembre 2009

in punta di dita


Condividi su Facebook

sabato 5 dicembre 2009

imparare a sfidare i propri limiti

"POSIZIONI CAPOVOLTE

L'apprensione è l'ostacolo maggiore che l'allievo deve affrontare durante l'esecuzione di queste asana. Essendo molto impegnative, è necessario sfruttare al massimo le potenzialità del corpo, ma senza farsi male. È così che si impara a 'sfidare i propri limiti'. In tutte le posizioni presentate nelle pagine che seguono è fondamentale muoversi con attenzione e mantenere la concentrazione."

Kia Meaux: Yoga dinamico
Tecniche Nuove, Milano - 2004
traduzione di Silvia Punzo
pag. 131

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

venerdì 4 dicembre 2009

una pace sfilacciata

"Henri-Maximilien Ligre poursuivait par petites étapes sa route vers Paris.

Des querelles opposant le Roi à l'Empereur, il ignorait tout. Il savait seulement que la paix vieille de quelques mois s'effilochait déjà comme un vêtement trop longtemps porté. "

Marguerite Yourcenar: L'Œuvre au Noir
Éditions Gallimard, Paris - 1968
pag. 11 (incipit)

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

giovedì 3 dicembre 2009

Alfred si è cacciato nei guai

"Il signor Carr non nascose un certo imbarazzo di fronte alla risolutezza e alla semplicità della donna, e non seppe cosa aggiungere, così fu lei a chiedere,Alfred si è cacciato nei guai?
Sì. Ruba in negozio. L'ho pescato con le mani nel sacco. Piccole cose come portacipria, dentifricio e rossetti. Roba che può smerciare facilmente,disse il padrone.
Mentre ascoltava, la signora Higgins di tanto in tanto guardava Alfred annuendo con tristezza e quando Sam Carr ebbe finito, disse gravemente:È così, Alfred?
Sì.
Perché lo fai?
Mi servono soldi, credo.
Per cosa?
Per andarmene in giro con gli altri, credo,disse Alfred."

Morley Callaghan: Aprile è arrivato
Editoriale La Repubblica, Roma - 1997
traduzione di Giovanna Albio
pagg. 15-16

catalogazione: libreria sotto la finestra

Condividi su Facebook

mercoledì 2 dicembre 2009

quello sì che è un cane, credi a me!

"«Se entri nella prima stanza vedrai in mezzo al pavimento un cassone con sopra seduto un cane: i suoi occhi sono grandi come tazze da tè, ma non dovrai badarci. Ti darò il mio grembiule a quadretti bianchi e turchini da stender sul pavimento. Avanza poi rapidamente verso il cane, afferralo, posalo sul grembiule steso, apri la cassa e prendi tutti i soldi che vuoi. Sono tutti di rame, ma se li preferisci d'argento non hai che da andare nell'altra stanza. Lì c'è un cane dagli occhi grandi come macine da mulino, ma non badarci, posalo sul mio grembiule e prendi fuori quel che vuoi! Se preferisci invece dell'oro, nella terza stanza puoi averne quanto ne puoi portare. Il cane che sta accovacciato sul cassone delle monete d'oro ha due occhi grandi come la Torre Rotonda di Copenaghen: quello sì che è un cane, credi a me! Ma non ci devi badare affatto: posalo pure sul mio grembiule e non ti farà nulla, e tu potrai togliere dal cassone quanto oro vuoi.»

«Non andrebbe male!», disse il soldato. «Ma io che cosa dovrò darti, vecchia strega? Perché qualcosa vorrai pure che ti porti, questo è certo.»"


Hans Christian Andersen: Fiabe
Giulio Einaudi editore, Torino - 1954

traduzione di Alda Manghi e Marcella Rinaldi
illustrate da bambini di tutto il mondo

pagg. 3-4


catalogazione: libreria di fronte al divano


Condividi su Facebook

martedì 1 dicembre 2009

the importance of a good foundation

"Every builder knows how important it is to have a good foundation. In shooting accurately it is important to have a good base of support that allows the upper body to maintain T-alignment. Beginning archers often think that taking a stance is so simple that it is not important to check it carefully. Yet, many deviations from T-alignment can be traced back to the stance."

Kathleen M. Haywood, Catherine F. Lewis: Archery - Steps to success
Leisure Press, Champaign (IL) - 1989
pag. 91

catalogazione: libreria in ingresso
Condividi su Facebook

lunedì 30 novembre 2009

un permesso speciale

"Dormi solo quattro ore per notte. Vai a letto alle undici e ti alzi alle tre quando tutto è luminoso come un cristallo. Allora cominci la tua giornata; bevi un caffè, leggi un libro per un'ora, ascolti la debole, lontana, irreale trasmissione radiofonica notturna, e forse esci anche per una passeggiata, dopo esserti accertato di avere il permesso speciale della polizia con te. Sei già stato fermato in quelle ore così insolite ed è stata una seccatura, così ti sei fatto rilasciare un permesso speciale. Ora puoi passeggiare e fischiettare dove vuoi, le mani in tasca, i tacchi che battono il tempo, con calma e tranquillità, sul marciapiede."

Ray Bradbury: Omicidi di annata
Editrice L'Unità, Roma - 1993
traduzione di Marzio Tosello
pag. 29

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

domenica 29 novembre 2009

la vita spiegata a chi ha la vista

"...e dopo che costoro ebbero mostrato di non tenere in nessuna considerazione i suoi miseri sforzi di spiegar loro la vista, considerandoli balbettamenti di un essere appena formato che descriveva come portenti le sue sensazioni slegate, egli si rassegnò, un poco mortificato, ad ascoltare le loro istruzioni. Il più anziano dei ciechi gli spiegò la vita, la filosofia, la religione; gli disse che il mondo (cioè la loro valle) era stato dapprima un buco vuoto tra le rocce, e poi erano venute cose senz'anima e senza il dono del tatto, poi i lama e alcune altre creature di scarso intelletto, poi ancora gli uomini, e infine gli angeli, che si udivano cantare e far rumori che battevano dolcemente l'aria, ma che non si riuscivano mai a toccare. Ciò lasciò Nunez molto perplesso, finché non pensò agli uccelli."

Herbert George Wells: Il paese dei ciechi
Editoriale La Repubblica, Roma - 1997
traduzione di Renato Prinzhofer
pagg. 22-23

catalogazione: libreria sotto la finestra
Condividi su Facebook

sabato 28 novembre 2009

l'illusione della perfezione

"Siete tra quelle persone che vogliono sempre fare tutto in modo perfetto? Quelli che si sentono bene solo quando le posate si trovano esattamente perpendicolari al bordo del tavolo? Lasciatevi dire una cosa: non sarà questo il motivo per cui qualcuno vi preferirà agli altri. Al contrario, le persone con l'illusione della perfezione stressano se stesse e chi sta loro intorno. Fate allora una sfida con voi stessi: proponetevi di non fare per una settimana assolutamente niente di perfetto. Vedrete quanto risulterà rilassante questo esercizio."

Bettina Wenzel:
Walking & Co.
edizioni Mediterranee, Roma - 2008
traduzione di Lorenzo Triolo
pag. 156

catalogazione: libro sparso per casa
Condividi su Facebook

venerdì 27 novembre 2009

creature velenose

"Don't underestimate their power!

Stings fron marine animals vary from annoying to life-threatening. Cone shells, sea wasps, Portugese man-o-war, sea snakes, and other venomous creatures have killed swimmers and divers. Whether a sting can be lethal depends on the organism, the severity of the wound and the victim's individual reaction."

Drew Richardson: Rescue Diver Manual
International PADI Inc., Santa Margarita (CA) - 2004
pag. 95

catalogazione: libreria di fianco al computer
Condividi su Facebook

giovedì 26 novembre 2009

venerare le forze della Natura

"Ma esistono anche rappresentazioni rupestri della stessa età, ispirate a motivi di fecondità agricola, quali l'albero, l'aratro, il fallo e in alcuni casi la nave, che prefigura un pensiero di espansione possibile già rivolto verso i grandi spazi marini. Spesso tali pitture o incisioni rupestri sono sormontate dal benefico disco solare, fonte, evidentemente, di ogni energia. Tale fonte di energia è talora raffigurata nell'atto cultuale di accoppiamento con la Terra--la Madre, come per gli antichi abitatori del Mediterraneo--per dare origine alla grande famiglia delle genti del Nord. Perciò, gli antichi Nordici ritenevano che la società degli uomini dovesse essere governata dalle stesse leggi che governavano i ritmi della Natura, nei loro aspetti di vita, di morte, di rinascita."

Roberto Bosi: I miti dei Vichinghi
Convivio/Nardini editore, Firenze - 1993
pag. 76

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

mercoledì 25 novembre 2009

battersi in difesa delle Belle Lettere

"È successo stamattina, subito prima della telefonata di Louna. Uscivo da Lehmann, e avevo appena fatto un giro alla libreria del primo piano per verificare uno di quei dettagli apparentemente insignificanti, ma che fanno fare un bel balzo in avanti alle inchieste e permettono di economizzare le pagine.
Volevo giusto chiedere al vecchio signor Risson da quanti anni lavorasse al Grande Magazzino.
-- Quest'anno fanno quarantasette anni! Quarantasette anni a battersi, signore, in difesa delle Belle Lettere per poi vendere giusto quel che capita. Ma, grazie a Dio, sono sempre riuscito a mantenere un settore letteratura!
Quarantasette anni di bottega! Non gli ho chiesto a che età avesse cominciato, ho continuato a rovistare, a sfogliare, insomma a legittimare il suo orgoglio."

Daniel Pennac: Il paradiso degli orchi
edizione speciale per la Repubblica, Roma - 2004
traduzione di Yasmina Melaouah
pag. 136

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

martedì 24 novembre 2009

prima notte

"Trovò Pietro solo soletto nella camera nuziale, appena preparata dalla pronuba, in un'ala che non aveva uno strato di terra sopra il soffitto di legno (dimodoché gli sposini non andassero a letto come in una tomba). Pietro portava una veste regale destinata ad occasioni di poca importanza. In mano teneva ancora il fazzoletto di seta che gli avevano dato quando era uscito incontro alla pronuba. Il fazzoletto era stato tutto strappato coi denti. Pietro guardò di sfuggita Aleksaska e arrossì:
- Bello l'arredamento, - esclamò
Aleksaska, quasi cantando. - Sembra fatto per gli angeli, in paradiso...
Pietro disserrò i denti e rise controvoglia. Indicò il letto:
- Che sciocchezza!...
- Se la giovane sposa sarà bella e ardente, altro che sciocchezza!... Che mi possano accecare se non dico il vero, myn Herz, ma non c'è cosa al mondo più soave...
- Conti sempre frottole...
- Io ne so qualcosa da quando avevo quattordici anni... E pensa che mi capitavano delle ragazze brutte come la fame... La tua invece, dicono, è una donna di sette bellezze..."

Aleksej N. Tolstoj: Pietro il Grande
Edizioni e/o, Roma - 1986
traduzione dal russo di Renzo Oliva
pag. 130

catalogazione: libreria in camera da letto


Condividi su Facebook

lunedì 23 novembre 2009

Cervelle au Beurre noir

“Cervelle au Beurre noir. - Escaloper les cervelle, les dresser en turban sur un plan rond et disposer au milieu les amourettes tronçonnées. Assaisonner de sel et de poivre; couvrir avec 150 grammes de Beurre noir additionné de 25 grammes de feuilles de persil jetées dans le beurre au dernier moment; completer par un filet de vinaigre passé dans la poêle brûlante.”

Auguste Escoffier: Le Guide culinaire
Flammarion, Paris - 1993
pag. 417

catalogazione: scaffale dietro il computer


Condividi su Facebook

domenica 22 novembre 2009

imbonimento

"Ha un cesto di rugiada
il ciarlatano del cielo


[V. 19]"

Giuseppe Ungaretti
Vita d'un uomo - Poesie III
Poesie disperse
con l'apparato critico delle varianti di tutte le poesie e uno studio di Giuseppe De Robertis
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1945
(edizione provvisoria)

pag. 47

catalogazione: libreria di fianco al divano
Condividi su Facebook

sabato 21 novembre 2009

in Italia, il disprezzo e l'opinione pubblica non significano nulla

"È anche soltanto in Italia che si vedono giovani milionari eleganti mantenere magnificamente delle danzatrici del gran teatro, alla vista e alla conoscenza di tutta una città, passando loro trenta soldi al giorno. I fratelli..., bei giovani sempre a caccia, sempre a cavallo, sono gelosi di uno straniero. Invece di andare da lui e fargli le proprie lagnanze, diffondono sordamente tra la gente delle voci sfavorevoli a quel poveretto. In Francia, l'opinione pubblica forzerebbe questa gente a provare quel che dice o a render ragione allo straniero. Qui l'opinione pubblica e il disprezzo non significano nulla. La ricchezza è sempre sicura di essere ben ricevuta ovunque. Un milionario disonorato e cacciato dappertutto a Parigi, può andare tranquillo a Roma; vi sarà considerato giusto proporzionalmente ai suoi scudi."

Stendhal: Dell'amore
Garzanti editore, Milano - 1982
traduzione di Maddalena Bertelà
pag. 123

catalogazione: libreria sotto la finestra
Condividi su Facebook

venerdì 20 novembre 2009

parata a festa

"Lenehan rimase qualche minuto a guardarli. poi prese a camminare in fretta lungo le catenelle e quindi attraversò obliquamente la strada. Mentre si avvicinava all'angolo di Hume Street sentì nell'aria un profumo molto forte, e scrutò la ragazza con una rapida occhiata ansiosa. Era tutta parata a festa: aveva una gonna gabardine azzurra, stretta alla vita da una cintura di pelle nera con una grossa fibbia d'argento che sembrava comprimerle lo stomaco, stringendole come in una morsa la stoffa leggera della camicetta bianca. Aveva poi un giubbetto nero con i bottoni di madreperla e un boa nero piuttosto malandato. Aveva gualcito accuratamente le pieghe del collarino di tulle, e si era appuntata sul petto un grosso mazzo di fiori rossi, con il gambo all'insù."

James Joyce: Gente di Dublino
Garzanti editore, Milano - 1991
traduzione di Marco Papi e Emilio Tadini
pag. 49

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

giovedì 19 novembre 2009

la folla dei Progetti

"La macchina di Lucas era una distesa incredibile di vernice nera punteggiata d'oro e finiture in ottone lucido come uno specchio, con ua collezione di aggeggi barocchi la cui funzione Bobby poteva solo immaginarla. Uno era un'antenna a disco, decise, ma assomigliava più a un calendario atzeco a ruota. Poi si trovò dentro, mentre Lucas si lasciava chiudere dolcemente la portiera alle spalle. I finestrini erano così scuri che fuori sembrava quasi notte, un incubo indaffarato dove la folla dei Progetti si aggirava intenta ai suoi affari mattutini. L'interno del veicolo era un unico grande spazio con tappeti dai colori vivaci e cuscini di pelle, e non sembrava esserci un posto particolare dove sedersi. E neppure un volante; il cruscotto era un pannello di pelle privo di qualsiasi comando. Bobby guardò Lucas, che si stava slacciando la cravatta nera. 'Come si fa a guidarla?'"

William Gibson: Giù nel ciberspazio
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1990
traduzione di Delio Zinoni
pag. 115

catalogazione: tirato fuori dal Bip non so da dove
Condividi su Facebook

mercoledì 18 novembre 2009

una propria particolare voce

"«Gli altri animali non si servono della parola, o padre?» «No, figlio, non della parola, ma della voce solamente. La parola differisce completamente dalla voce. La parola infatti è comune a tutti gli uomini, mentre ciascun genere di esseri viventi possiede una propria particolare voce.»"



Discorsi di Ermete Trismegisto - Corpo ermetico e Asclepio
Editori Associati, Milano - 1991
Introduzione di Giovanni Filoramo
pag. 86

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

martedì 17 novembre 2009

non avrebbe dovuto nemmeno ucciderlo?

"— Non andare! — disse egli a Mara, come don Alfonso la chiamava perché venisse a ballare con gli altri. Non andare, Mara!
— Perché?
Non voglio che tu vada. Non andare!
— Lo senti che mi chiamano?
Egli non disse altro, fattosi brutto come la malanuova, mentre stava curvo sulle pecore che tosava. Mara si strinse nelle spalle, e se andò a ballare. Ella era rossa ed allegra, cogli occhi neri che sembravano due stelle, e rideva che le si vedevano i denti bianchi, e tutto l'oro che aveva indosso le sbatteva e le scintillava sulle guance e sul petto che pareva la Madonna tale e quale. Jeli a un tratto si rizzò sulla vita, colla lunga forbice in pugno, così bianco in viso, così bianco come era una volta suo padre il vaccajo, quando tremava dalla febbre accanto al fuoco, nel casolare. Guardò don Alfonso, colla bella barba ricciuta, e la giacchetta di velluto e la catenella d'oro sul panciotto, che prendeva Mara per la mano e l'invitava a ballare; lo vide che allungava il braccio, quasi per stringerla al petto, e lei che lo lasciava fare — allora, Signore perdonategli, non ci vide più, e gli tagliò la gola di un sol colpo, proprio come un capretto.
Più tardi, mentre lo conducevano dinanzi al giudice, legato, disfatto, senza che avesse osato opporre la menoma resistenza.
— Come! — diceva — Non dovevo ucciderlo nemmeno? ... Se mi aveva preso la Mara!..."

Giovanni Verga: Vita dei campi
editrice L'Unità, Roma - 1993
introduzione di Marco Lodoli
pagg. 58-59

catalogazione: libreria in ingresso
Condividi su Facebook

lunedì 16 novembre 2009

melanzane a funghetto

"Adoperate una grossa melanzana per persona. Tagliare a cubetti, metterla in terrina, cospargerla di sale grosso. Lasciare per un'ora, lavare poi a grand'acqua, fare asciugare e friggere in poco olio. Aggiungere prezzemolo tritato, sale, pepe e gocce di limone e servire. Ottimo condimento per preparazione di varie pietanze."

Gennaro Ciaburri: Cucina vegetariana
Biblioteca Universale Rizzoli, Milano - 1987
pagg. 91-92

catalogazione: libreria di fronte al computer
Condividi su Facebook

domenica 15 novembre 2009

if it ain't complicated up enough, it ain't right

"In almost sll of Faulkner's stories, time is treated in a special way. He uses the 'continuous present' style of writing, which was invented by Gertrude Stein (perhaps Faulkner learned this from Sherwood Anderson, who was greatly influenced by Stein). Past, present and future events are mixed: 'Yesterday and tomorrow are Is: Indivisible:One.' Everything--including events from a century before--seems to happen at the same time. Everything is part of the 'now' of the novel. Because of these techniques it is usually hard work to read a Faulkner novel. But the rewards are worth the effort. As Ratcliff, a character in The Hamlet, says: '... if it ain't complicated up enough, it ain't right'."

Peter B. High: An Outline of American Literature
Longman Group Ltd., Essex (UK) - 1986
pag. 154

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

sabato 14 novembre 2009

la presenza del sublime

"To go into solitude, a man needs to retire as much from his chamber as from society. I am not solitary whilst I read and write, though obody is with me. But if a man would be alone, let him look at the stars. The rays that come from those heavenly worlds will separate between him and what he touches. One might think the atmosphere was made transparent with this design, to give man, in the heavenly bodies, the perpetual presence of the sublime."

Ralph Waldo Emerson: Emerson
Penguin Books, Middlesex (USA) - 1982
pag. 37

catalogazione: sul comodino del Bip
Condividi su Facebook

venerdì 13 novembre 2009

la vita in un'immagine

"Oui. C'est bien ainsi ce soir. A un certain degré de dénuement, plus rien ne conduit à plus rien, ni l'espoir ni le désespoir ne paraissent fondés, et la vie tout entière se résume dans une image."

Albert Camus: L'envers et l'endroit
Éditions Gallimard, Paris - 1970
pag. 67

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
Condividi su Facebook

giovedì 12 novembre 2009

il fioretto preferito

"«Qual è il suo fioretto preferito?» domandò socchiudendo gli occhi, abbagliato dalla luce che sembrava abbracciarla con voluttà. «Francese, spagnolo o italiano?»

«Francese. Mi piace sentire le dita libere.» Con un lieve cenno del capo il maestro segnalò una compiaciuta approvazione. Anche lui preferiva il fioretto di tipo francese, senza gavigliani, con l'impugnatura libera fino alla coccia. Si avvicinò ad una delle panoplie della parete e studiò pensieroso le armi. Calcolando l'altezza della giovane e la lunghezza delle braccia, scelse il fioretto adatto, un'eccellente arma con la lama di Toledo, flessibile come un giunco. Adela de Otero la prese, e la osservò con la massima attenzione; chiuse la mano destra intorno all'impugnatura, soppesò il fioretto per valutarlo e poi, voltandosi verso la parete, ne provò la lama, spingendola affinché si curvasse fino a far avvicinare la punta a circa mezzo metro dalla coccia."

Arturo Perez-Reverte: Il maestro di scherma
Il Saggiatore, Milano - 2004
traduzione di Paola Tomasinelli
pagg. 74-75

catalogazione: libreria sotto la finestra
Condividi su Facebook

mercoledì 11 novembre 2009

i quatrein i manda l'aqua d'isnò

"Fiabesco il matrimonio nel '63 tra Pier Paolo Amati e Franca Magnani. Nascono due figli ma quando la seconda, Francesca, ha sei mesi, Pier Paolo va a stare con una bella signora in attesa di divorzio e desiderosa di sposarlo. Dopo un po' anche Franca si sceglie un nuovo compagno, ed è Franco Zavatta, l'altro giovane leone dell'economia riminese. Ricchissimo, naturalmente, perché, come dicono a Rimini, 'i sald i ciama i sald' (i soldi chiamano i soldi) e 'i quatrein i manda l'aqua d'isnò' (i quattrini mandano l'acqua all'insù). Naturalmente uno dei figli è conteso, ed è il maggiore, cui il padre regala jeep e barca, ma resta comunque fifty fifty ai genitori."

Camilla Cederna: Casa nostra - Viaggio nei misteri d'Italia
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1983
pag. 83

catalogazione: libreria sotto la finestra
Condividi su Facebook