mercoledì 30 settembre 2009

il cuore? è nel taschino interno sinistro della giacca

"I soggetti che non hanno nessuna percezione spaziale del cuore possono sentire le pulsazioni in qualsiasi altra parte del corpo e orientarsi in base ad esse. Proseguendo nell'allenamento accade a volte che anche l'esperienza del cuore si verifichi spontaneamente. Ma se questo non succede bisognerà cercare di scoprirla: in posizione supina, si appoggia il gomito sinistro in modo tale che si venga a trovare alla stessa altezza della gabbia toracica. Poi si mette la mano destra sul cuore. Si troverà più o meno nella posizione del taschino interno sinistro della giacca. Il braccio sinistro giace nella posizione abituale. Poi si provocano le esperienze di calma, pesantezza e calore e ci si concentra mentalmente sul punto del torace su cui è appoggiata la mano destra. La pressione esercitata dalla mano è una specie di segnavia. Dopo alcune volte si sentirà il cuore."

Jurgen H. Schultz: Il training autogeno
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano -1982

traduzione di Lucia Cornalba
pagg. 29-30


catalogazione: libreria bianca in soggiorno

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martedì 29 settembre 2009

mangiare la pappa dei gatti

"È atroce nutrirsi di pappa per gatti. Prima di tutto perché è pessima. E poi perché dopo ti odi. Ti guardi allo specchio e dici: 'Questo moccioso ha fatto fuori la sbobba dei gatti.' Sai di essere soggiogato da una forza oscura e detestabile che, nel profondo delle viscere, sghignazza a crepapelle.
- Il diavolo?
- Lo chiami come vuole.
- Per me è indifferente. Non credo in Dio, per cui non credo nel diavolo.
- Io credo nel nemico. Le prove dell'esistenza di Dio sono deboli e bizantine, le prove del suo potere ancora più inconsistenti. Le prove dell'esistenza del nemico interiore sono evidenti e quelle del suo potere schiaccianti. Credo nel nemico perché, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico è quello che dall'interno distrugge tutto ciò che vale. È quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtà. È quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. È quello che, in un giorno perfetto, troverà un'ottima ragione per torturarti. È quello che ti ispirerà il disgusto per te stesso. È quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerà la morte contenuta in tanta bellezza.
- Non è anche quello che, mentre stai leggendo nella sala di attesa di un aeroporto, te lo impedisce con la sua conversazione asfissiante?"

Amélie Nothomb: Cosmetica del nemico
Voland, Roma - 2003
traduzione di Biancamaria Bruno
pag. 25


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lunedì 28 settembre 2009

la Rambla non è mai noiosa

"La via più famosa di tutta la Spagna è il luogo dove dirigersi per un primo contatto con l'atmosfera di Barcellona. Fiancheggiata da stretti controviali in cui circolano le auto, la parte centrale della Rambla è un ampio viale alberato pedonale, sempre affollato fino alle ore piccole, dove s'incontra un variopinto campionario di abitanti di Barcellona e di gente venuta da fuori.

La Rambla non è mai noiosa: è tutta un susseguirsi di caffè, ristoranti, chioschi ed edicole che espongono pile di giornali e riviste internazionali accanto a quelle pornografiche, ed è animata da suonatori ambulanti, artisti da marciapiede, mimi e statue viventi."

Damien Simonis: Barcellona
E.D.T., Torino - 1999
pag. 106

catalogazione: libreria di fronte al divano
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domenica 27 settembre 2009

sex-appeal o stregoneria?

"Sul finire di quello stesso inverno, nel villaggio di Zardino incominciarono anche a manifestarsi alcuni fatti prodigiosi, o strani, o semplicemente curiosi, che però tutti denotavano in modo inequivocabile --così almeno, dissero le persone esperte -- l'esistenza in paese di una strega. Animali che improvvisamente si ammalavano di mali misteriosi, e stramazzavano a terra; bambini e donne che, dalla sera alla mattina, si ritrovavano senza più voce; segni indecifrabili che apparivano tracciati nella neve in alcuni punti dove questa si era conservata intatta, senza impronte umane e senza tracce di animali attorno: lettere dell'alfabeto scritte rovesciate, messe lì a formare parole misteriose, per chissà quale scopo... Queste cose, ed altre ancora di cui poi si fece cenno nel corso del processo, vennero subito collegate dalle comari con il gran parlare che s'era fatto nelle stalle, in quell'inverno appena trascorso, degli artifici diabolici e stregoneschi con cui Antonia accalappiava i suoi morosi; e non furono soltanto le comari a preoccuparsene ma anche i loro uomini. Si domandarono, in molti: "Come abbiamo potuto non pensarci prima? Avevamo una strega tra di noi, e nemmeno ce ne accorgevamo!"

Sebastiano Vassalli: La chimera
Einaudi Editore, Torino - 1990
pag. 183

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sabato 26 settembre 2009

msmith, a member of the staff group...

"We mentioned at the beginning of this chapter that we would also show some shortcuts for adding users. We'll do that here, but before we do, we need to be aware that using these methods can be unsafe. The reason for this is that using them removes the safety checks built into programs such as useradd. For example, these programs maintain a backup copy of the major files and also perform some error checking, such as making sure the user doesn't already exist and that a unique UID is used.

However, for performing quick changes and things such as root password recovery, the manual method is ideal, and sometimes a necessity.

Let's run through the steps here by creating one of our 'standard' users, msmith, a member of the staff group. We'll begin by checking the group file to ensure the staff group is there (it should be as it's a default group)."


David Rhodes, Dominic Butler: Solaris Operating Environment Boot Camp
Sun Microsystems Press, Mountain View, CA - 2003
pag. 55

catalogazione: libreria in camera da letto
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venerdì 25 settembre 2009

il poeta strangolato

"L'altro amico di Mario, quello che presto doveva rivelarsi suo nemico, era un certo Enrico Gaia, commesso viaggiatore. In gioventù, per un breve periodo, aveva tentato di fare delle poesie, e s'era trovato allora associato a Mario, ma poi in lui il commesso viaggiatore aveva strangolato il poeta, mentre, nell'inerzia del suo impiego, Mario aveva continuato a vivere di letteratura, cioè di sogni e di favole. Non è un mestiere da dilettante, quello del commesso viaggiatore. Prima di tutto, egli passa la vita lontano dal tavolo, l'unico posto ove si possa fare e versi e prosa; ma poi il commesso viaggiatore corre, viaggia e parla, soprattutto parla fino all'esaurimento."

Italo Svevo: Una burla riuscita
Giulio Perrone editore, Roma - 2008
pag. 29

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giovedì 24 settembre 2009

lottare per vivere senza distrazioni

"Henri è invece eminentemente civile e consapevole, e sui modi di sopravvivere in Lager possiede una teoria completa e organica. Non ha che ventidue anni; è intelligentissimo, parla francese, tedesco, inglese e russo, ha un'ottima cultura scientifica e classica.

Suo fratello è morto in Buna nell'ultimo inverno, e da quel giorno Henri ha reciso ogni vincolo di affetti; si è chiuso in sé come in una corazza, e lotta per vivere senza distrarsi, con tutte le risorse che può trarre dal suo intelletto pronto e dalla sua educazione raffinata. Secondo la teoria di Henri, per sfuggire all'annientamento, tre sono i metodi che l'uomo può applicare rimanendo degno del nome di uomo: l'organizzazione, la pietà e il furto.

Lui stesso li pratica tutti e tre."

Primo Levi: Se questo è un uomo
Giulio Einaudi editore, Torino - 1967
pag. 124

catalogazione: libreria sotto la finestra
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mercoledì 23 settembre 2009

guardarsi negli occhi

"Davanti a me vidi un teschio di indio intatto, che i due uccelli dovevano aver dissotterrato. Mi misi a sedere, tenendo il teschio su un ginocchio, e mentre lo contemplavo fumai un'altra sigaretta. Mi chiedevo che tipo d'uomo fosse stato quell'indio scomparso. Me lo immaginavo acquattato sulla spiaggia che scheggiava con attenzione e perizia una pietra per farne una di quelle belle punte di freccia che ora mi cricchiavano e ciangottavano in tasca. Me lo immaginavo, con la bella faccia bruna e gli occhi scuri, i capelli spioventi sulle spalle e il gran mantello di pelle di guanaco stretto intorno alla figura impettita, mentre stava in groppa a un cavallo selvaggio i cui zoccoli non conoscevano ferratura. Fissai lo sguardo nelle orbite vuote e desiderai ardentemente di aver conosciuto l'uomo che aveva prodotto cose belle come quelle punte di freccia. Mi domandai se non dovessi portare quel teschio con me in Inghilterra e metterlo al posto d'onore nel mio studio, circondato dai suoi artistici prodotti. Ma poi mi guardai attorno e scartai l'idea. Il cielo era ormai di un vivido azzurro agonizzante, con ditate di nuvole rosa e verdi, e il vento faceva colare la sabbia in minuscoli rivoletti con un sibilo gentile. Gli strani cespugli dall'aspetto stregonesco scricchiolavano in maniera piacevolmente musicale. Sentivo che all'indio non sarebbe dispiaciuto condividere il luogo dell'estremo riposo con le creature di quella che un tempo era stata la sua terra, i pinguini e gli armadilli. Così scavai una buca nella sabbia, vi misi il teschio e con delicatezza lo coprii. Quando mi rialzai nell'oscurità che stava rapidamente addensandosi, tutto quel luogo mi parve intriso di tristezza, e sentii molto vicina la presenza degli indios scomparsi. Ero quasi convinto che se mi fossi guardato rapidamente alle spalle ne avrei visto uno a cavallo, nero contro il cielo colorato. Scacciai quella sensazione come frutto di pura fantasia, e feci ritorno alla Land Rover."

Gerald Durrell: La terra che sussurra
Adelphi, Milano - 1988
traduzione di Gabriella Luzzani
pag. 75

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martedì 22 settembre 2009

una morbida silenziosa ventata

"Aratov decise che questa volta avrebbe dormito... Ma una nuova sensazione lo invase. Gli parve che qualcuno fosse ritto nel mezzo della stanza, non lontano da lui e di sentirne quasi il respiro. Si voltò e aprì gli occhi... Ma che cosa sarebbe stato possibile vedere in quella impenetrabile oscurità? Si mise a cercare uno zolfanello sul tavolino da notte... e d'un tratto gli parve che una morbida, silenziosa ventata passasse attraverso la stanza, attraverso lui... e la parola 'sono io!' risonò chiaramente alle sue orecchie..."

Ivàn S. Turgenev: Klara Milič
L'Argonauta, Latina - 1984
traduzione di Giacinta De Dominicis Jorio
pagg. 82-83

catalogazione: libreria in ingresso

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lunedì 21 settembre 2009

natura umana

"Sono felice? mormorò in cuor suo provando un impulso improvviso. Strana domanda. Era un lusso che le sorgesse quel dubbio, ora che non avrebbero dovuto esserci insoddisfazioni di sorta, né materiali né spirituali. Ma lei, che di carattere non guardava al rovescio della medaglia ed era relativamente placida, cominciava a percepire una sorta di inquietudine per l'ingranaggio troppo oliato."

Yukio Mishima: Abito da sera
Oscar Mondadori, Milano - 2008
traduzione di Virginia Sica
pag. 63

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domenica 20 settembre 2009

per rendersi liberi, responsabili e creativi ci vuole allenamento

"L'allenamento come situazione piaceva al riformista che c'era in me. Sollevarsi per i capelli è un pensiero rivoluzionario. Crearsi forza lentamente e metodicamente è riformista. Il bodybuilding è la via dei piccoli passi. Corpo e società si costruiscono allo stesso modo: compiendo testardamente e instancabilmente un piccolo sforzo dopo l'altro.

In palestra il riformismo diventa cosa ovvia. Nessun principiante mingherlino crede di poter sollevare duecento chili per 'ispirazione' o 'rivoluzione'. Ognuno è portato a rendersi conto che bisogna cominciare con piccoli pesi e gradatamente allenare la propria capacità. Dopo un certo periodo appare naturale che anche la capacità di essere liberi, responsabili, creativi deve essere raggiunta allo stesso modo: attraverso l'allenamento."

Sven Lindqvist: Il sogno del corpo
Ponte alle Grazie, Milano - 2003

traduzione di Carmen Giorgetti Cima
pagg. 45-46

catalogazione: libreria del Bip vicino al computer

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sabato 19 settembre 2009

occuparsi dei denti e non dell'anima

"Purtroppo, con sorpresa di molti, la psicanalisi non fa sì che le persone si comportino meglio; né rende i pazienti moralmente migliori. Anzi può farli diventare più fastidiosi, più polemici, più esigenti, più consapevoli del loro desiderio e meno propensi ad accettare il dominio degli altri. In questo senso è sovversiva, e consente l'emancipazione. Ci sono poche persone che, da vecchie, desidererebbero aver vissuto un'esistenza più virtuosa. Da quello che posso sentire nella mia stanza, le persone preferirebbero avere peccato di più. Preferirebbero anche essersi prese più cura dei loro denti."

Hanif Kureishi: Ho qualcosa da dirti
Bompiani, Milano - 2008
traduzione di Ivan Cotroneo
pag. 77



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venerdì 18 settembre 2009

capire le ragioni di chi ha torto

"Si stringe nell'mpermeabile ed esce. Se hai un'età compresa fra i quindici e i trent'anni non ti danno più la chiave della toeletta perché quelli che vanno a farsi di eroina nelle toelette dei bar, nelle ritirate dei treni, hanno quell'età. si chiudono dentro, si sparano un buco in una vena e ogni tanto qualcuno muore e resta lì e non è una bella pubblicità per un locale. Allora li mettono fuori uso, i bagni. Soltanto i clienti abituali possono usufruirne. Oppure chi ha più di quarant'anni. Chi ha più di quarant'anni non viene fermato, non viene perquisito. Quelli della sua fascia d'età sono tutti sospettabili. Terroristi, drogati. Pensa: Io non sto né con una tribù né con l'altra. Eppure capisco le ragioni di entrambe. Capisco le ragioni di tutti. Capisco le ragioni anche di quelli che hanno torto. Le capisco, non le approvo, ma che differenza fa? Bisogna non capire, per mettersi in salvo."

Lidia Ravera: La guerra dei figli
Garzanti editore, Milano - 2009

pag. 177

catalogazione: il comodino di Marina Gasparini

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sky burial: a final act of generosity

"Although lamas and monks would be cremated, the most common way to dispose of the dead in Tibet was to take the corpse to a specially designated area outside the town or village, often at the top of a mountain, chop it into pieces and wait for the vultures and other birds of prey to come and eat it. The final religious rites would be performed by monks and relatives before taking the body away. According to Mahayana Buddhist beliefs, consciousness leaves the body about three days after clinical death. From this moment on the corpse is considered as truly lifeless, its purpose fulfilled. The manner of disposal is considered as a final act of generosity, enabling other animals to be nourished by one's remains."

Stephen Batchelor: The Tibet guide
Wisdom Publications, London - 1987
pagg. 64-65

catalogazione: libreria di fronte al divano
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giovedì 17 settembre 2009

vivere sotto i meteoriti

"Strana storia quella della colpa. Pietro non aveva ancora capito bene come funzionava. Dovunque, a scuola, in Italia, nel resto del mondo, se sbagli, se fai fai qualcosa che non si deve fare, una stronzata insomma, hai colpa e vieni punito. La giustizia dovrebbe funzionare che ognuno paga per le colpe che commette. Però a casa sua le cose non andavano esattamente a questo modo. Pietro l'aveva imparato da piccolo. La colpa, a casa sua, piombava giù dal cielo come un meteorite. Alle volte, spesso, ti cadeva addosso, alle volte, per culo, riuscivi a schivarla. Una lotteria insomma. E dipendeva tutto da come giravano i coglioni a papà. Se era di buon umore, potevi aver fatto una cazzata grande come una casa, e non ti succedeva niente, se invece gli giravano (sempre di più nell'ultimo periodo) anche un incidente aereo nelle Barbados o la caduta del governo nel Congo era colpa tua."

Niccolò Ammaniti: Ti prendo e ti porto via
Mondadori, Milano - 2000
pag. 188

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Kodo - Naruto

Yumi Ga Hana (Japanese drums)


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mercoledì 16 settembre 2009

mostrare la punta del naso

"Fu durante queste giornate di pioggia che cominciammo a chiamarci reciprocamente per nome. Questo derivava dall'abitudine che avevamo già di dire 'Hans' e 'Karl', e questo piccolo cambiamento non era un semplice effetto dell'intimità. Se ora ci chiamavamo Judith, Renée (mia moglie), Pierre, Arthur, Ivan, Théodore (il mio nome), c'era in questo, per ognuno di noi, un altro senso. Cominciavamo a spogliarci dei nostri vecchi personaggi. Come lasciavamo sul litorale i nostri ingombranti apparecchi, così, al tempo stesso, ci preparavamo a rigettare l'artista, l'inventore, il medico, l'erudito, il letterato. Sotto i loro travestimenti, degli uomini e delle donne mostravano già la punta del naso. Degli uomini, delle donne e anche ogni specie di animali."

René Daumal: Il monte Analogo
romanzo d'avventure alpine non euclidee e simbolicamente autentiche
Adelphi edizioni, Milano - 2005

a cura di Claudio Rugafiori
pag. 108

catalogazione: nessuna, libro appena acquistato
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martedì 15 settembre 2009

la categoria "popolo"

"L'espressione 'popolo' è ambigua, tant'è che è servita da veicolo per ideologie totalitarie (giacobinismo, nazismo, fascismo, populismo latino-americano). Per questo motivo, nelle scienze sociali non è mai stata tenuta in gran conto, in quanto il suo contenuto obiettivo e analitico appare poco consistente; si preferisce parlare di società e di classi sociali. Nonostante ciò, dobbiamo ricordare la seguente verità: il significato di un'espressione dipende dal suo uso. La parola 'popolo' è largamente usata da coloro i quali si interessano alle sorti delle classi subalterne, e del 'popolo' stesso. In America Latina è stato fatto un considerevole sforzo teorico di spiegazione della categoria 'popolo' e dei suoi vincoli semantici con altre realtà storico-sociali."

Leonardo Boff: La teologia, la Chiesa, i poveri - Una prospettiva di liberazione
Giulio Einaudi editore, Torino - 1992
traduzione di Paolo Collo
pag. 35

catalogazione: libreria sotto la finestra
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lunedì 14 settembre 2009

Intensive Care

"Andò alla scrivania, dove erano accatastati, in una gran confusione, tabulati, fotografie, appunti e messaggi telefonici. C'era una bottiglia di birra da un litro e una piastrella da pavimento con l'impronta sanguinosa di una scarpa, ambedue chiuse in buste di plastica, con il cartellino che le contraddistingueva come prove. Sparsi qua e là c'erano dieci piccoli vasetti di formalina, ognuno contenente una falange umana tagliata anatomicamente alla seconda giuntura. Quando si ha a che fare con corpi non identificati, decomposti oppure consunti dal fuoco, non è sempre possibile ottenere le impronte digitali con i soliti metodi. Incongruo in mezzo a questa confusione macabra, si vedeva un vasetto di lozione Intensive Care."

Patricia D. Cornwell: Postmortem
Arnoldo Mondadori Editore, Milano - 1994
traduzione di Marco Amante
pag. 45

catalogazione: libreria di fianco al tavolo del computer

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domenica 13 settembre 2009

fumare in faccia agli dèi

La sigaretta

Sì, questo mondo è davvero piatto e quanto all'altro, frottole.
Rassegnato, senza speranza io vado alla mia sorte
E per ammazzare il tempo, in attesa della morte,
Fumo in faccia agli dèi le mie fini sigarette.

Su, lottate, o viventi, poveri scheletri futuri.
In quanto a me, l'azzurro meandro che s'attorciglia verso il cielo
Mi tuffa in un'estasi infinita e m'addormenta
Come ai morenti effluvi di mille bruciaprofumi.


Jules Laforgue: Poesie e prose
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1971
traduzione di Ivos Margoni
pag. 123


catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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sabato 12 settembre 2009

e diventerò un grande scienziato...

"a Martha Bernays

Vienna, sabato 20 giugno 1885, di sera

Principessina, mia principessina,

come sarà bello! Vengo con del denaro e rimarrò a lungo e porterò qualcosa di bello per te e poi andrò a Parigi e diventerò un grande scienziato e poi ritornerò a Vienna con un prestigio, grande, grande, e poi ci sposeremo presto, e curerò tutti i malati mentali insanabili, e tu mi conserverai in salute e io ti bacerò finché sarai forte e serena e felice - e se non sono morti, vuol dire che sono ancora vivi."


Sigmund Freud: Lettere 1873-1939
Paolo Boringhieri editore, Torino - 1960
traduzione di Mazzino Montinari
pagg. 132-133

catalogazione: libreria di fronte al divano
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venerdì 11 settembre 2009

brillare di luce

"Il giorno delle nozze la donna delle oasi e delle steppe brilla di tutte le sue luci, ed esibirà i suoi gioielli sino alla nascita del primo figlio. In seguito li indossa solo in occasione delle feste, abbandonandoli progressivamente fino a portare solo degli anelli e un paio di orecchini discreti all'arrivo della menopausa. Giunta sotto il tetto del marito, la giovane sposa karakalpak regala anelli e orecchini alle adolescenti e alle giovani donne della comunità."

Anne van Cutsem: Orecchini etnici
Skira editore, Milano - 2001
traduzione di Anna Albano
fotografie di Mauro Magliani
pag. 63

catalogazione: libreria di fronte al divano
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giovedì 10 settembre 2009

volontà di strafare

"C'era un millepiedi e aveva esattamente mille piedi o giù di lì; correva svelto, e la tartaruga l'invidiava.
La tartaruga disse al millepiedi:
- Come sei saggio! Come fai a indovinarle tutte, e come fa a bastarti il comprendonio per sapere quale posizione deve occupare il tuo novecentosettantottesimo piede quando porti avanti il quinto?
Il millepiedi dapprima si rallegrò e insuperbì, ma poi cominciò davvero a chiedersi dove si trovasse ogni suo piede, mise su la centralizzazione, la cancelleria, la burocrazia, e finì che non poté muoverne nemmeno uno.
Allora disse:
- Aveva ragione Viktor Šklovskij quando diceva: la più grande disgrazia del nostro tempo è che regolamentiamo l'arte senza sapere che cosa sia. La più grande disgrazia dell'arte russa è che la trascuriamo come le glumelle del riso. E invece l'arte non è affatto uno dei tanti mezzi di propaganda; anche le vitamine che devono essere contenute nel cibo, oltre agli idrati e ai grassi, non sono né idrati né grassi, ma senza le vitamine non è possibile la vita.
La più grande disgrazia dell'arte russa è che non le si permette di muoversi organicamente come fa il cuore nel petto dell'uomo: viene regolamentata come il movimento dei treni.
- Cittadine e compagni, - disse il millepiedi - guardate me e vedrete dove conduce la volontà di strafare! Compagni di rivoluzione, compagni di guerra, lasciate libertà all'arte, non in nome dell'arte ma perché non si può regolamentare ciò che non si conosce!'"
(da "Il rotolo" di Viktor Šklovskij)

V. Šklovskij, J. Grudzev, L. Lunc, V. Ivanov, K. Fedin, N. Nikitin, V. Kaverin, M. Slonimskij, E. Zamjatin, M. Zoscenko, N. Tichonov: I fratelli di Serapione
De Donato, Bari - 1967
traduzione di Maria Olsufieva
pag. 85

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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tecnologia e pastorizia

"La chiesa, per evitare equivoci, ha ricostruito al computer un volto di Padre Pio senza barba. Ma il risultato era identico a Johnny Dorelli, e per evitare di alimentare un culto di Johnny Dorelli le autorità ecclesiastiche hanno tenuti nascosti i risultati dell'esperimento. Ancora una volta, di fronte alla fede popolare, la chiesa è in difficoltà. Come distinguere la credulità del primo babbeo di passaggio da quella del secondo babbeo di passaggio? E come spiegare che quasi tutti gli avvistamenti sono a tutt'oggi opera di pastorelle, pur essendo la pastorizia estinta da più di un secolo?"

Michele Serra: Breviario comico
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2008
pag. 8



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mercoledì 9 settembre 2009

quella pazza voglia di scrivere

"[...] il problema di avere una superficie su cui scrivere. Quel problema era nato con la scrittura; e l'invenzione dell'alfabeto, mettendo la scrittura alla portata di un maggior numero di persone, lo aveva reso più assillante. Ma non era di così facile soluzione come a qualcuno potrebbe sembrare. Scrivere, va bene; ma dove? E sino dai primi tempi, e per un pezzo, gli uomini continuarono a scrivere un po' dappertutto: sui muri, sulle tavole di legno, sulle porte, sulla pelle di vari animali, soprattutto cartapecora e cuoio, ma anche pelle di rettili e di cani, sulle foglie, sulle bucce dei frutti, su tessuti di seta o di lino, su lamine di piombo.
Di piombo si avevano anche dei volumi, nei quali si conservavano atti pubblici. Come sostituto del papiro qualcuno usava il tiglio. Chi studiava geometria tracciava figure su una tavoletta cosparsa di sabbia. Scrive Plutarco che quando Platone si recò in Sicilia alla corte di Dionigi il tiranno, tutti furono presi da un così grande amore per la geometria, che nella reggia c'era sempre un gran polverone."


Ugo Enrico Paoli: Urbs - Urbs. Aspetti di vita romana antica
Felice Le Monnier, Firenze - 1942
pag. 89



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martedì 8 settembre 2009

un romanziere inimitabile

"Or, la vie est le plus grand de tous les romanciers, mais c'est un romancier inimitable. On ne peut prendre les pages qu'elle écrit si magnifiquement et les démarquer. Ce qui est remarquable chez elle, c'est qu'elle ne nous livre jamais du travail tout fait. Tel épisode de la vie réelle, transféré sans modifications dans un roman, peut paraître absolument faux; c'est là un fait qui n'a jamais suffisement retenu l'attention des hommes du métier et qui, pour ma part, ne cessera jamais de me surprendre, car il semble illogique."


Julien Green: L'Apprenti psychiatre Suivi de Écrits américains
Le Livre de Poche, Paris - 1977
traduzione dall'inglese verso il francese di Eric Jourdan
pag. 77

catalogazione: libreria di fronte al divano
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lunedì 7 settembre 2009

la fabbrica psichiatrica

"D. Lei usa la parola schizofrenico. Ha per lei un qualche significato o validità?

R. Uso questo termine fra virgolette, 'diagnosticato schizofrenico.' Deve averlo sempre in mente. Questo termine ha per me validità scientifica solo come etichetta sociale, non ha alcuna validità dimostrata come etichetta clinica. Mi dice qualcosa a proposito dei problemi sociali della persona, cioè che è passata attraverso la fabbrica psichiatrica, che ha ricevuto questa etichetta e che questa identità le è stata attribuita da uno psichiatra."

(intervista con Aaron Esterson)

Laura Forti (a cura di): L'altra pazzia
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1976
traduzioni dal francese e dall'inglese di Laura Forti e Andrea Sabbadini

catalogazione: libreria bianca in soggiorno
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domenica 6 settembre 2009

un fascio di ravani piuttosto che muscolosi nudi

"337. Com'è necessario al pittore sapere la notomia.

Necessaria cosa è al pittore, per essere buon membrificatore nelle attitudini e gesti che fare si possono per i nudi, di sapere la notomia di nervi, ossa, muscoli e lacerti, per sapere ne' diversi movimenti e forze qual nervo o muscolo è di tal movimento cagione; e solo far quelli evidenti e questi ingrossati e non altri per tutto come molti fanno che per parere gran disegnatore fanno i loro nudi legnosi e senza grazia che paiono a vederli un sacco di noci più che superficie umana ovvero un fascio di ravani piuttosto che muscolosi nudi."

Leonardo da Vinci: Trattato della pittura
Le Bibliophile, Neuchâtel - 1950(?)
dal Codice Urbinate Vaticano
pag. 150

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sabato 5 settembre 2009

polibibita

"Quanto ai miscugli, essi trovano una aperta ostilità presso i buongustai: 'È con vero disgusto che si vedono alcuni individui sorbire, prima dei pasti, un cocktail'. Eppure il 'blocchetto di ghiaccio purissimo' figura in tutte le promozioni, nelle avvertenze agli utenti, nelle pagine consacrate alla casa ideale. Fa pure un'apparizione nei ricettari senza che si possa stabilire se è stato acquistato o prodotto in casa. Un capitolo del Talismano della felicità e del Quattrova illustrato e di tutti i libri in cui si insegna a ricevere ospiti, è riservato ad esso e agli aperitivi. Nei sogni, nella casa che si vorrebbe avere, esiste persino un angolo arredato, l'american-bar casalingo, e, in mancanza, un mobile con ruote pieno di bicchieri e flaconi. Il cocktail come il cubetto evoca l'America, le sue contraddizioni (il proibizionismo viene abrogato nel 1933-34) e le sue diavolerie. L'Accademia d'Italia, allarmata dal suo successo, propone di sostituirlo con arlecchino, Filippo Tommaso Marinetti con polibibita."

Alberto Capatti e Massimo Montanari: La cucina italiana
editori Laterza, Roma-Bari - 2005
pag. 310

catalogazione: libreria di fronte al computer
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venerdì 4 settembre 2009

mare improvviso e stupefacente

"Uscirono da quella astratta stazione nell'aperta, rincuorante campagna, sotto un bianco cielo già invernale. Il mare apparve improvviso e stupefacente, una levigatissima superficie cromata, quasi senza linea di demarcazione dal cielo affine, ma, così sconfinato e agermanico, invasò Johnny del desiderio, esplosivo nella sua insfogabilità, di trovarsi fuori di quel treno, lungo quella spiaggia lunare. L'impossibilità cavava dal suo corpo essiccato lacrime rade e lentissime, con una estrazione mineraria, atroce. Nel vagone erano nati e crescevano lamenti e preghiere, insulti e bestemmie, per lo spazio, per la pressione, per l'egoismo, per la caduta di qualcuno fra e sotto i piedi di molti. Cominciò la sfilza delle gallerie, tra l'una e l'altra il mare saettava come una baionettata; dopo il frastuono del treno nel tunnel, nei tratti apreti riprendeva l'alterco generale, sbavagliato."

Beppe Fenoglio: Primavera di bellezza
Aldo Garzanti editore, Milano - 1969
pagg. 161-163

catalogazione: libreria di fianco al divano
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giovedì 3 settembre 2009

un mistero che preme per svelarsi

"Era snervante, nauseante, ascoltare discorsi sul problema dell'essere e del conoscere, quando tutto intorno a noi era un mistero che premeva per svelarsi: il legno vetusto dei banchi, la sfera del sole di là dai vetri e dai tetti, il volo vano dei pappi nell'aria di giugno. Ecco: tutti i filosofi e tutti gli eserciti del mondo sarebbero stati capaci di costruire questo moscerino? No, e neppure di comprenderlo: questa era una vergogna e un abominio, bisognava trovare un'altra strada.

Saremmo stati chimici, Enrico ed io. Avremmo dragato il ventre del mistero con le nostre forze, col nostro ingegno: avremmo stretto Proteo alla gola, avremmo troncato le sue metamorfosi inconcludenti, da Platone ad Agostino, da Agostino a Tommaso, da Tommaso a Hegel, da Hegel a Croce. Lo avremmo costretto a parlare."

Primo Levi: Il sistema periodico
Giulio Einaudi editore, Torino - 2009
pag. 24

catalogazione: nessuna, libro appena finito di leggere
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mercoledì 2 settembre 2009

il baco del calo del malo

"Poi, una mattina, a Mario, la luna gli era passata. Entrava in salotto, si sedeva in poltrona, e si accarezzava le guance con un sorriso assorto, con gli occhi socchiusi. Cominciava a dire: - Il baco del calo del malo -. Era un suo scherzettino e gli piaceva molto, lo ripeteva insaziabilmente. - Il baco del calo del malo. Il beco del chelo del melo. Il bico del chilo del milo. - Mario! - urlava mio padre. - Non dir parolacce!
- Il baco del calo del malo, - riprendeva Mario, appena mio padre era uscito."

Natalia Ginzburg: Lessico famigliare
Oscar Mondadori, Milano - 1974
pag. 37

catalogazione: libreria di fianco al divano
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martedì 1 settembre 2009

avere carattere

"Bigfoot aveva capito, come finii per capire anch'io, che il carattere è molto più importante delle tecniche o del curriculum professionale. E sapeva riconoscere il carattere--bello o brutto che fosse--a colpo d'occhio. Aveva capito, e mi insegnò, che uno che si presenta ogni giorno puntuale, non si mette mai in malattia e fa quello che dice che farà, è meno probabile che ti pianti in asso di un tipo con un curriculum incredibile, ma inaffidabile per quanto riguarda la puntualità. La tecnica si può insegnare. Il carattere o ce l'hai o non ce l'hai. Bigfoot aveva capito che ci sono due tipi di persone al mondo: quelli che fanno ciò che dicono che faranno, e tutti gli altri. Aveva tolto dalla fogna degli ex drogati e li aveva trasformati in uomini di fiducia, che si sarebbero uccisi piuttosto che appropriarsi di un solo decimo di dollaro delle sue entrate. Aveva preso dei messicani appena scesi dalle barche, e li aveva trasformati in cittadini rispettabili, con permesso di soggiorno, stipendi decenti e un lavoro fisso. Ma se Bigfoot li chiamava alle quattro del mattino, e voleva che gli costruissero un tetto a terrazza, dovevano essere pronti a saltare giù dal letto e mettersi a estrarre pietra calcarea."

Anthony Bourdain: Kitchen confidential
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2003
traduzione di C. Lavelli, F. Vitaliano e C. Veronese
pagg. 99-100

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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