"Autoproduzione o autodafé?
Il libro è, di per sé, oggetto niente affatto innocuo; ma che cosa c'è di più inquietante di una comunità di libri, di una biblioteca? Pochi sono disposti a considerare il lato compromettente di una serie di scaffali pieni di volumi. Essi sembrano in nostro pieno dominio, come il genio nell'ampolla; possiamo evocarne, quando crediamo, una parte del sapere che contengono, per poi farlo ripiegare, a piacimento, fra le loro ali di carta pressante.
In realtà, una volta costituitasi, una biblioteca è una entità indipendente, che vive di vita propria ed ha un potere che ci condiziona, prima ancora di aprire una sola pagina.
Essa è un luogo dove ragione e pazzia stanno benissimo fianco a fianco. Difatti Don Chisciotte diventa pazzo, ossia diventa Don Chisciotte, per effetto della sua biblioteca, e il curato e il barbiere faranno ripulisti dei suoi libri nell'illusione di nettargli il cervello da tutte le malattie della testa. Dopo la lettura di certe opere, il mondo non è più, sia pure impercettibilmente, ciò che era prima. Circondarsi di una biblioteca significa scommettere sulla possibilità che tutto vada fuori sesto. Con i libri non c'è via di mezzo: o bruciarli, come il Califfo Omar e l'eroe di Auto da fé di Canetti, o lasciarsene bruciare." Giuliano Gramigna
Bandinelli, Lussu, Jacobelli: Farsi un libro
Stampa Alternativa, Roma - 1990
pag. 43
catalogazione: veranda P3