venerdì 13 giugno 2008

aqua

Vitruvio Vlll - 26- 27-28
"Cum haec tanta varietas sit disparibus rebus natura distributa, quod humanum corpus est ex aliqua parte terrenum, in eo autem multa genera sunt umorum, uti sanguinis, lactis, sudoris, urinae, lacrimarum. Ergo si in parva particula terreni tanta discrepantia invenitur saporum, non est mirandum, si tanta in magnitudine terrae innumerabiles sucorum reperientur varietates, per quarum venas aquae vis percurrens tincta pervenit ad fontium egressus, et ita ex eo dispares variique perficiuntur in propriis generibus fontes propter locorum discrepantiam et regionum qualitates terrarumque dissimiles proprietates.

Ex his autem rebus sunt nonnulla, quae ego per me perspexi, cetera in libris graecis scripta inveni, quorum scriptorum hi sunt auctores: Theophrastos, Timaeus, Posidonios, Hegesias, Herodotus, Aristides, Metrodorus, qui magna vigilantia et infinito studio locorum proprietates, regionum qualitates, aquarum virtutes ab inclinatione caeli ita esse distributas scriptis dedicaverunt. Quorum secutus ingressus in hoc libro perscripsi quae satis esse putavi de aquae varietatibus, quo facilius ex his praescriptionibus eligant homines aquae fontes, quibus ad usum salientes possint ad civitates municipiaque perducere.

Nulla enim ex omnibus rebus tantas habere videtur ad usum necessitates, quantas aqua, ideo quod omnium animalium natura, si frumenti fructu privata fuerit, arbustivo aut carne aut piscatu aut etiam qualibet ex his reliquis rebus escarum utendo poterit tueri vitam, sine aqua vero nec corpus animalium nec ulla cibi virtus potest nasci nec tueri nec parari. Quare magna diligentia industriaque quaerendi sunt et eligendi fontes ad humanae vitae salubritatem. Expertiones autem et probationes eorum sic sunt providendae. Si erunt profluentes et aperti, antequam duci incipiantur, aspiciantur animoque advertantur, qua membratura sint qui circa eos fontes habitant homines; et si erunt corporibus valentibus, coloribus nitidis, cruribus non vitiosis, non lippis oculis, erunt probatissimi. Item si fons novus fossus fuerit, et in vas corinthium sive alterius generis, quod erit ex aere bono, ea aqua sparsa maculam non fecerit, optima est. Itemque in aeneo si ea aqua defervefacta et postea requieta et defusa fuerit, neque in eius aenei fundo harena aut limus invenietur, ea aqua erit item probata.
Item si legumina in vas cum ea aqua coniecta ad ignem posita celeriter percocta fuerint, indicabunt aquam esse bonam et salubrem. Non etiam minus ipsa aqua, quae erit in fonte, si fuerit limpida et perlucida, quoque pervenerit aut profluxerit, muscus non nascetur neque iuncus, neque inquinatus ab aliquo inquinamento is locus fuerit, sed puram habuerit speciem, inbitur his signis esse tenuis et summa salubritate."


"Questa così grande varietà è stata assegnata a cose differenti dalla natura, se è vero che il corpo umano è per una certa quantità composto di terra, eppure contiene molti tipi di umori (sangue, latte, sudore urina, lacrime). Se dunque in una minuscola particella di elemento terreno si trovano sapori tanto contrastanti, non c’è da meravigliarsi se nella così grande vastità della terra si ritrovano innumerevoli varietà di succhi. L’acqua scorre attraverso le vene di questi succhi e restandone impregnata giunge al punto di sbocco delle sorgenti, e così, di conseguenza, le fonti risultano differenti e varie ciascuna nel suo genere, in ragione delle diversità dei luoghi, delle caratteristiche delle zone e delle diverse proprietà del terreno.

Di questi fenomeni alcuni ho potuto constatarli io stesso, gli altri li ho trovati trattati in testi greci. Gli autori di questi sono i seguenti: Teofrasto, Timeo, Posidonio, Eresia, Erodono, Aristide, Metrodoro, i quali, con grande attenzione ed infinita cura hanno reso noto con i loro scritti che così sono distribuite le caratteristiche dei luoghi, le proprietà delle acque e, in rapporto al clima, la natura delle zone geografiche. Ed io, seguendo le loro orme, ho annotato con precisione in questo libro quanto ho ritenuto sufficiente circa i vari tipi di acqua, affinché sulla base di queste indicazioni fosse più facile per la gente scegliere le fonti dalle quali poter condurre acque correnti per l’uso nelle città e nei municipi.

Di nessuna cosa, fra tutte, infatti, sembra esserci tanta necessità per l’uso quanta ce n’è dell’acqua, dal momento che tutti gli esseri viventi sia pur privati di frutti del frumento o degli alberi oppure della carne o del pesce, o anche di qualsiasi nutrimento del genere, potranno mantenersi in vita utilizzando altre sostanze alimentari, ma senza acqua né un organismo vivente né alcuna proprietà alimentare può nascere o mantenersi o essere in attività . È per questo che con grande cura e zelo bisogna cercare e scegliere le fonti, avendo come fine la salute dell’umanità. Bisogna poi provvedere a saggiare le fonti sottoponendole a prova nel modo seguente. Se scorreranno all’aperto, prima di dare inizio alla loro conduzione si osservi e si faccia attenzione alla conformazione corporea delle persone che abitano nei pressi di tali fonti. Se avranno un fisico robusto, un colorito florido, le gambe senza difetti, gli occhi privi di infiammazioni, quelle avranno superato egregiamente la prova. Ugualmente, se in seguito ad uno scavo si ha una fonte nuova, e quest’acqua, versata in un vaso di Corinto o di altro tipo purché di una buona qualità di bronzo, non lascerà macchie, sarà eccellente. Ed ancora, se quest’acqua sarà fatta bollire a lungo in un recipiente di bronzo, poi lasciata riposare e versata fuori, senza che nel fondo di tale recipiente siano ritrovati sabbia o fango, quest’acqua sarà ugualmente di provata qualità.

Similmente, se dei legumi, dopo essere stati gettati in una pentola con quest’acqua e posti sul fuoco, giungeranno rapidamente a cottura completa, riveleranno che si tratta di un’acqua buona e salubre. Altrettanto, se la stessa acqua di fonte è limpida e trasparente e là dove arriva o scorre non nascono muschi né giunchi, e se tale zona non è inquinata da alcuna impurità, ma ha un aspetto incontaminato, da questi indizi si ricava che tale acqua è fine e salubre al massimo."

Marco Vitruvio Pollione: De architectura
Giulio Einaudi editore, Torino - 2007
traduzione di A. Corso e E. Romano
tomo II, pag. 1134

catalogazione: libreria LG (biblioteca di Paola dei gatti)


Condividi su Facebook