"Una parte di me voleva ucciderlo e squartarlo, cosa che probabilmente avrei potuto fare senza essere arrestato, ma la maggior parte di me gli diede un asciugamano e lo trattò con garbo finché non se ne fu andato.
Dopodiché mi stesi sul letto e col pensiero gliene feci di tutti i colori. Gli strappavo il corpo come un sacchetto di carta e tiravo fuori manciate di vene, organi, muscoli e tube sgocciolanti. Gli misi una voce ultraterrena come quella che per me da piccolo avevano le sirene della difesa civile. Gli bevevo il sangue, la piscia, il vomito. Gli ficcavo una mano giù per la gola e una su per il culo e al centro del suo corpo mi davo la mano, che sembra buffo, ma non lo era."
Dennis Cooper: Frisk
Giulio Einaudi editore, Torino - 1997
traduzione di Giovanna Granato
pag. 45
catalogazione: libreria in ingresso