"Paul Chatwin ed io siamo andati in Patagonia per motivi diversissimi. Ma se mai siamo dei viaggiatori, siamo dei viaggiatori letterari. Un'associazione o un riferimento letterario possono entusiasmarci quanto una pianta o un animale raro. Siamo inoltre entrambi affascinati dagli esuli. Se domani il resto del mondo saltasse in aria, in Patagonia sopravviverebbe un sorprendente campionario di nazionalità, tutte andate alla deriva verso questi 'capi estremi dell'esilio' per nessun'altra ragione apparente se non per il fatto che queste terre esistevano.
In Patagonia, nell'arco di una qualsiasi giornata, il viaggiatore può aspettarsi di incontrare un gallese, un gentiluomo di campagna inglese, un figlio dei fiori di San Francisco, un nazionalista montenegrino, un africander, un missionario persiano della religione Bahai, o l'arcidiacono anglicano di Buenos Aires nel suo giro di battesimi."
Bruce Chatwin e Paul Theroux: Ritorno in Patagonia
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Clara Morena
pag. 10
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