"Continuò così, una giornata afosa dopo l'altra; perfino la luna sembrava emanasse calore. Le due navi fecero tutto ciò che l'ingegno umano, la capacità, il mestiere e la malevolenza potevano fare per distruggersi a vicenda, ma nessuna delle due ottenne un vantaggio decisivo pur infliggendo ferite al nemico, ben lungi dall'essere mortale. Alla fine il vento li abbandonò e li lasciò alla misera ombra offerta dalle vele vuote a osservare la galea che metteva in azione i remi, diretta a ovest, verso quella che avrebbe potuto definirsi una nuvola all'orizzonte, se quel cielo impietoso avesse tollerato una sola nube."
Patrick O'Brian: I cento giorni
Longanesi, Milano - 1998
traduzione di Paola Merla
pag. 255
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