"A volte quando mi alzo, quando mi desto dal sopore, mi fa male l'intera stanza, mi fa male tutta la mia camera, mi fa male guardare dalla finestra, i bambini vanno a scuola, la gente va a fare la spesa, hanno tutti un posto dove andare, solo io non so proprio dove andare, intontito mi vesto, barcollo, saltello su una gamba dei pantaloni mentre me li infilo, e vado a farmi la barba col rasoio, quanti anni ormai che lo faccio, mentre mi rado non mi guardo allo specchio, mi rado al buio o dietro l'angolo, sto seduto su una sedia nel corridoio, mentre la spina è nel bagno, ormai mi guardo malvolentieri, nel bagno ho paura del mio sguardo, anche il mio stesso sguardo ormai mi fa male, negli occhi scorgo l'ubriachezza del giorno prima, non faccio più neanche colazione, semmai prendo un caffè con una sigaretta e sto seduto al tavolo, magari mi si piegano le braccia e mi ripeto alcune volte Hrabal, Hrabal, Bohumil Hrabal, dunque hai vinto te stesso, hai raggiunto il culmine del vuoto, come insegna il mio Lao Tse, ho raggiunto il vuoto e ogni cosa mi fa male, mi fa male anche il percorso fino all'autobus, abbasso gli occhi colpevoli, ho paura di guardare la gente negli occhi, certe volte incrocio le palme delle mani e tendo i polsi, offro le mani perché la gente mi arresti e mi conduca alla polizia, perché mi sento in colpa anche per la mia solitudine, che non è neanche più rumorosa, perché mi fa male la scala mobile che mi porta giù agli inferi, non solo, mi fanno male anche gli sguardi della gente che sale, hanno tutti un posto dove andare, mentre io ho raggiunto il culmine del vuoto e non saprei proprio dove andare."
AAVV: Dall'Est -Bohumil Hrabal
e/o edizioni, Roma - 1990
traduzione di Annalisa Cosentino
pag. 7
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