"Ma nei Racconti di animali Tolstoj non ricorre a descrizioni visive, pur descrivendo tutto in modo molto reale.
Ed ecco allora che, prima di mettermi a lavorare, dovetti procurarmi una lepre, una lepre vera, non un coniglio come quello che le varie illustrazioni mi mettevano sotto al naso. Dovunque mi rivolgessi, sempre e solo conigli.
Finalmente trovai una lepre allo zoo, nella voliera dei pavoni, e rimasi stupefatto dalla sua struttura anatomica. Era molto più seria del coniglio.
Cominciai con l'incisione, e devo ammettere che quello che ne venne fuori non mi piacque. Mi era venuta fuori una lepre molto reale, ma c'era qualcosa che non andava. Avevo l'impressione che si potesse dire: il pelo è fatto così, l'anatomia è questa, ma niente di più.
Si poteva sostenere che non avesse caratteristiche negative, ma non era affatto una lepre poetica. A me invece era necessaria una lepre real-poetica, che raccontasse di campi innevati, del gelo, del giovane bosco di tremule, delle notti di freddo intenso."
Biblioteca del Vascello, Roma - 1993
traduzione di Olga Obuchova e Daniela Di Sora
pag. 29
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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