"La televisione, quando moltiplica e ingigantisce realtà negative, rischia di rendere la persona insensibile, scettica. Questa mi sembra la cosa più grave: che il bombardamento di cose contradditorie, negative, inaccettabili sciolga la serietà dell'esistenza. Non per questo una persona diventa necessariamente più cattiva, ma corre il pericolo di disinteressarsi di tutto, di diventare svagata, svogliata, di perdere il nerbo. La televisione può snervare la coscienza, questo sì, perché ha, in questo senso, un forte potere distruttivo. La coscienza esposta a miriadi di immagini crudeli, scioccanti può diventare superficiale, come se fosse di fronte alla prova che tutto equivale a tutto."
Carlo Maria Martini: Dialogo con il televisore
Editrice l'Unità, Roma - 1993
pag. 129
catalogazione: libreria di fronte al divano (sopra al televisore)
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