"Certo, fossi stato sicuro di non lasciarmi dietro a ogni passo le mie lumacature e polluzioni d'untore, non sarei rimasto a covare nel pagliericcio la febbre come una cimice, ma sarei sceso a consumarmi fra la gente, in fretta, ero troppo vigliacco per morire a rate. Questo nei primi mesi, poi alla esistenza smozzicata degli altri finii con l'assuefarmi, e dal loro consorzio non volli più disertare. Con essi ho spartito, all'ombra della stessa bandiera gialla, ogni elemosina dell'ora, tutti gli inganni e i disinganni delle loro carriere, benché non la fine repentina che le concluse. Ma se di tanti io solo, premio o pena che sia, sono scampato e respiro ancora, è maggiore il rimorso che non il sollievo, d'avere tradito a loro insaputa il silenzioso patto di non sopravviverci."
Gesualdo Bufalino: Diceria dell'untore
Bompiani, Milano - 2001
catalogazione: libreria di Sara
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