"«Chiedo scusa», lo interruppe Schwonder. «Siamo venuti a parlarle proprio della sala da pranzo e dell'ambulatorio. L'Assemblea Generale la prega di rinunciare alla sala da pranzo: spontaneamente, per disciplina proletaria. A Mosca nessuno ha la sala da pranzo.»
«Neanche Isadora Duncan», gridò la donna con voce squillante.
Filìpp Filìppovič subì una leggera trasformazione. Divenne paonazzo e rimase in attesa del seguito senza emettere un suono.
«E per quanto riguarda l'ambulatorio», continuava Schwonder, «lei può benissimo mettere ambulatorio e studio nella stessa stanza.»
«Uhm,» fece Filìpp Filìppovič con una voce strana, «e dove dovrei consumare i pasti?»
«In camera da letto», risposero tutti e quattro in coro.
Il colorito paonazzo di Filìpp Filìppovič prese una sfumatura un po' grigiastra.
«Consumare i pasti in camera da letto», cominciò con voce leggermente strozzata, «leggere in ambulatorio, vestirsi in sala d'aspetto, operare nella camera della servitù e visitare in sala da pranzo. È possibilissimo che Isadora Duncan faccia proprio così. Può darsi che pranzi nello studio e vivisezioni i conigli in bagno. Può benissimo darsi. Ma io non sono Isadora Duncan!...»"
Michail Bulgakov: Cuore di cane
Newton Compton editori, Roma - 1975
traduzione di Viveka Melander
pagg. 44 -45
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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