"Invece sono rimasta inebetita sul divano color latte a fissare una fotografia di lei bambina posata sul pianoforte.
Quella bambina la conosco, mi dico, ma dove l'ho vista? E poi, frugando nella memoria, ritrovo un'altra fotografia del tutto simile, di una bambina con l'aria persa e il sorriso doloroso. La stessa fronte nuda e come indolenzita da un pensiero inesprimibile, gli stessi occhi che guardano il mondo con apprensione, la stessa bocca contratta che tende a un sorriso pesto e propiziatorio, l'atteggiamento di chi chiede scusa di essere nata e spera, con la resa ai voleri altrui, di smontare il temibile congegno della seduzione e del possesso. Alla fine capisco: quella bambina sono io, in una fotografia fattami da mio padre quando avevo suppergiù la stessa età."
Dacia Maraini: Voci
Rizzoli editore, Milano - 1994
pag. 114
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