venerdì 26 settembre 2008

punti di vista

"Il mio più lontano ricordo risale a prima dei due anni, ed è quello di un cavallo enorme e pericoloso che torreggia in alto, sempre più in alto, e su quel cavallo c'è mio padre che è più alto ancora, con la testa e le spalle che si perdono nel cielo. Se ne sta seduto lassù, con la gamba di legno sempre ficcata nei pantaloni, un oggetto duro, enorme, scivoloso, nascosto. Io mi sforzo di non piangere, mentre vengo tirata su da mani dure, che mi stringono, e vengo sistemata davanti al corpo di mio padre, mi viene detto di tenermi stretta alla parte anteriore della sella, che è un bordo ruvido e sporgente, per afferrare il quale sono costretta ad allungare al massimo le dita. Sono immersa nel calore del cavallo, nell'odore del cavallo, nell'odore di mio padre, tutti odori caldi e pungenti. Quando il cavallo si muove è un movimento tutto scatti e sobbalzi, e io mi appoggio all'indietro con la testa e le spalle contro lo stomaco di mio padre, e lì sento le cinghie rigide dell'imbracatura della gamba di legno. Ho lo stomaco sottosopra per tutto quel sobbalzare su e giù da terra, che adesso è così lontana sotto di me. Ecco, questo è un vero ricordo, violento, puzzolente: fisico.
"Papà ti metteva a sedere davanti a lui quando prendeva il cavallo per andare in banca. Ti piaceva moltissimo."


Doris Lessing: Sotto la pelle - La mia autobiografia
Feltrinelli, Milano - 1997
traduzione di Maria Antonietta Saracino
pag. 31

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