"«Con questo nastro,» spiegò, «possiamo chiedere al computer di fornirci qualsiasi informazione desideriamo sul suo idioletto.» «Che cosa?» chiesi. «Il suo modo unico, particolare di usare la lingua inglese. Qual è la sua parola preferita?» «La mia parola preferita? Non ne ho.» «Ma sì che ce l'ha!» insistette. «La parola che lei usa più di frequente.» «Probabilmente è il oppure un o anche e,» risposi. Lui scosse la testa con impazienza. «Noi insegniamo al computer a non tener conto di quelle che definiamo parole grammaticali: articoli, preposizioni, pronomi, verbi difettivi che si trovano in gran frequenza in ogni discorso. Noi andiamo all'essenziale, a ciò che chiamiamo parole lessicali, parole che recano un contenuto chiaramente semantico. Parole come amore, buio, cuore, Dio. Vediamo.» Batte sulla tastiera e all'istante compare sullo schermo la mia parola favorita. Quale credi che fosse?
«Birra?» azzardò Persse.
Frobisher lo guardò un tantino sospettoso attraverso i suoi occhiali da gufo e scosse la testa. «Riprova,» disse.
«Non ne ho idea,» rispose Persse.
Frobisher fece una pausa per bere e deglutire, poi guardò il giovane con gravità. «Unto,» disse infine."
David Lodge: Il professore va al congresso
Bompiani, Milano - 1993
traduzione di Mar Buckwell e Rosetta Palazzi
pag. 223
catalogazione: libreria in ingresso
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