"L'unico tempo della vita di Charlotte era quello dell'attesa. Un tempo ('tempo di guerra', scrivevano i giornali) che assomigliava a un grigio pomeriggio domenicale nelle strade deserte di una città di provincia: una folata di vento si alza all'improvviso dall'angolo di una casa, solleva un turbine di polvere, fa muovere silenziosamente un'imposta, e come per incanto l'uomo si perde, confondendosi con quell'aria incolore, sparisce senza ragione. E proprio così sparì lo zio di Charlotte - 'caduto sui campi della gloria', 'morto per la Francia', secondo la formula adottata dai giornali."
Andreï Makine: Il testamento francese
Giulio Einaudi editore, Torino - 2008
pag. 57
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