"La persona a cui voglio più bene di tutti è una suora. Si chiama Lulla, è vestita di bianco e anche di nero e quando cammina trascina i piedi e poi è anche grassa e quando cammina, grassa com'è, assomiglia tanto a un orso e a me mi viene da ridere a vedere come cammina, ma non posso ridere, se no mi picchia qui dietro la testa e mi fa scendere il sangue dalle orecchie, e allora non rido; vorrei almeno piangere, ma non posso piangere se no mi dice di non piangere e poi se piango viene da me con uno straccetto umido e ruvido, e mi asciuga le lacrime strofinando forte finché da sotto gli occhi viene giù il sangue e io allora non piango perché fa molto male piangere. La guardo e basta, ma non troppo fissamente, se no mi lega un braccio al letto e mi mette la coperta sulla faccia e mi fa stare al buio. Lei dice che è la mamma di tutti, e perciò è anche la mia, di mamma; dice anche che alla mamma bisogna volere bene, molto bene, ed ecco perché è la persona a cui io voglio più bene di tutti."
Bruno Brancher: Disamori vecchi e nuovi
Giangiacomo Feltrinelli, Milano - 1995
pag. 49
catalogazione: S S3 P4
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