"Il fatto che, nelle epoche passate, si usassero gli inabili congeniti come oggetti di divertimento non costituisce motivo di vanto per le consuetudini dei nostri ascendenti. In ogni modo, le classi elevate effettivamente dimostravano una costernante indifferenza nei confronti degli essere umani ai quali era toccata la disgrazia di nascere con difetti fisici. Carlo IX di Francia 'collezionò' nove nani, doni del re di Polonia e dell'imperatore di Germania. Evidentemente, concentrare nel proprio ambiente domestico e mettere in vista le sofferenze umane era stimato simbolo di raffinatezza estrema. Testimoniava l'appartenenza a un rango elevato il poter intrattenere gli ospiti conducendoli in visita a un reparto privato di teratologia. In confronto a una simile usanza, che ci colpisce oggi quale cruda barbarie, i costumi contemporanei sono davvero altamente civili. Ma si potrebbe anche sostenere che fosse allora in atto un meccanismo mentale che rendeva i nostri progenitori particolarmente insensibili alle avversità dei loro simili. Forse essi nei deformi non vedevano affatto degli esseri umani; poiché un impulso oscuro, irrazionale, ci forza a interporre un abisso tra noi e il mostruoso. Questa barriera concede un margine di sicurezza alla nostra esistenza, oltre il quale allignano l'inimmaginabile, il caos, la minacciosa anomalia."
Frank Gonzalez-Crussi: Note di un anatomopatologo
Adelphi edizioni, Milano - 1991
traduzione di Gabriele Castellari
pagg. 149-150
catalogazione: libreria dietro il computer
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