lunedì 19 gennaio 2009

vedovanza

"Il giorno dopo i funerali Sonija cadde malata e per due settimane dovette rimanere a letto con forte febbre, una tosse ostinata e violente nevralgie. Arrivarono oltre duemilacinquecento telegrammi e un numero illimitato di lettere. Ma né le sofferenze fisiche né la simpatia potevano calmare la sua angoscia e il tormentoso rimorso che la sopraffacevano. Disperazione. Sgomento. Si recò barcollando e stracciandosi gli abiti alla tomba del marito. 'A che somiglierà la mia solitudine?' si chiedeva nel diario. 'Atroce! E non c'è futuro.' Perché era ancora viva, lei, la semplice corda dalla quale il grande nibbio era scappato, fuggito? '29 novembre - Insopportabile tormento; coscienza che rimorde: e compassione per mio marito. Quanto ho sofferto alla fine! Non posso vivere.' '7 dicembre - Disperazione insopportabile per tutta la giornata. Non riesco a dormire la notte e ho pianto tutta la mattina.' Tre giorni più tardi: 'Non ho dormito affatto. Oh queste notti atroci con i miei pensieri, coi rimorsi di coscienza. Oscurità delle notti invernali e tenebre della mia anima!'
L'insonnia si fece insopportabile. Il veronal che le somministravano la lasciava istupidita durante la giornata... 'Meglio così: la sofferenza diventa meno acuta. Il corpo perde una parte della sua capacità di soffrire. Ma, allora, dov'è l'anima?'"

Cynthia Asquith: Sposata a Tolstoj
casa editrice Valentino Bompiani, Milano - 1963
traduzione di Giorgio Ronano
pag. 338

catalogazione: libreria di fronte al divano
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