domenica 4 gennaio 2009

farsi scudo della lingua straniera

"A poco a poco comincio a riflettere sulle differenze tra il tedesco e l'inglese, per lo meno nell'uso limitato che sono in grado di farne. Quanto è più semplice dire I am ashamed rispetto a Ich shäme mich, mi vergogno, parole con un significato identico, un suono quasi identico, eppure il tedesco arriva dritto alle radici della mia sensibilità, si avvicina di soppiatto, le lambisce, le alimenta perfino, ma le colpisce anche, dolorosamente, allo stesso modo per me il termine inglese 'pain' non riuscirà mai a esprimere il dolore con cui ho a che fare, posso dire it is painful con una certa serenità, con la leggerezza di una bugia, mentre sudo freddo al solo pensiero di dover dire es tuth weh, fa male, e nel dirlo pensare alle cause di quel dolore, come può 'conscience' sostituire il termine tedesco per coscienza, una parola che ha in sé il rimorso e anche la certezza, quando la coscienza è stata violata, certezza della mancanza di coscienza, è impossibile ingannarsi su una cosa del genere e a cosa mi serve tradurre 'rimpianto' con 'rammarico', ossia 'rimpiango di' con 'I regret', he -she- regrets what he (she) has done. Rimpiango quello che ho fatto, o quello che non ho fatto, funziona solo in tedesco, forse perché si tratta di azioni o omissioni tedesche, la lingua straniera come nascondiglio, a volte come scudo. 1995"

Christa Wof: Con uno sguardo diverso
edizioni e/o, Roma - 2008
traduzione di Monica Pesetti
pag. 56

Condividi su Facebook

3 commenti:

benvenuti nella nostra biblioteca. Benvenuti due volte se venite accompagnati da un libro!