lunedì 19 gennaio 2009

descrivere l'angoscia

"Immobile. Bisognava che il mondo si fermasse. Avevo bisogno di quella fissità, per fermare il montare della paura. La donna lottava per evitare la presa dell'angoscia che le si incollava addosso, all'improvviso, senza che avesse potuto prevederne l'aggressione. La donna si agitava, pensava: 'Non è niente, non è niente adesso passa.' E intanto il sudore ricopriva il suo corpo, e il cuore batteva forte. Bastava fermare tutto, accosciarsi, per terra, in un posto buio, liscio, silenzioso. Scacciare tutto, sopprimere tutto. Perché l'angoscia si aggrappava a qualsiasi cosa, alle particelle di luce in un raggio di sole, al cinguettio degli uccelli nell'albero della piazza, lontani, al rumore metallico del secchio che depositano da basso, nel cortile. S'aggrappava anche a me, al tipo di luce che indicava l'ora, all'aria che si infiltrava sotto la porta e che faceva capire com'era il tempo fuori, all'odore del vuoto, fra oggetti pieni di vita. Quale vita? Perché, forse questo vuol dire vivere?"

Marie Cardinal: In altri termini
Bompiani, Milano - 1977
traduzione di Laura Bruno Ventre
pag. 44

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2 commenti:

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