giovedì 29 gennaio 2009

in primi e Antonia

"L'italiano è una lingua farcita di latino. Usiamo nel comune discorso virus, bonus, referendum, facsimile, lavabo e così via. Molto è passato all'italiano familiare-colloquiale e ai dialetti dal curiale avvocatesco e notarile o dal latino della amministrazione giudiziaria. Spesso si tratta anche di lasciti della scuola. L'italiano ottocentesco ne era colmo. Nel Novecento il loro uso è andato man mano scemando. Nel secolo scorso, a Milano (e non solo), apparteneva all'uso dialettale un latinismo come puta (Porta, LVIII, 2)'metti, supponi', per puta caso; il dizionario dialettale mantovano dell'Arrivabene (1882) e piacentino del Foresti (1855) ci attestano l'uso di sircum sirca, circumcirca, per 'a un di presso' (E' un'oretta circumcirca / che con lei girando vo: così già Da Ponte faceva cantare Leporello travestito da Don Giovanni, lui servo che il latino non sa ma che travestito da Don Giovanni per ingannare Donna Elvira deve imitare il linguaggio più elevato del suo signore: Don Giovanni, II,21). Da secoli 'venire al quia è in uso nel senso di venire al punto, a quel che più importa'. E potremmo piluccare qua e là, a man bassa. Ma prendiamo un testo celebre, le rime del Belli. L'impressione che il Belli ci dà del romanesco dell'ottocento è quella di un dialetto fortemente intriso di modi latini (in primi, verbo, ecc.), di concrezioni latinesche e curialesche (in verb'articolo 'in materia di, ecc.). In soli tre versi, 'Lui stenne justa solita la mano,/ippisi fatto poi la passa sotto, / e llì ssan bruto me je dà un cazzotto' (son. 884), riconosci immediatamente tre prelievi dal latino (juxta solito, ipso facto, ex abrupto). Altre forme latine sono meno evidenti, perché lo stravolgimento è più intenso, per esempio in primi e Antonia, deformazione di 'in primis et ante omnia'(son. 235, 408). Anche Porta pescava divertito dal latino di scuola incastonandolo a contrasto parodico nel testo in dialetto: ' Oh che tett! Oh che ciapp plusquam perfett!' (Porta, c, 5)."

Gian Luigi Beccaria: Sicuterat: Il latino di chi non lo sa - Bibbia e liturgia nell'italiano e nei dialetti
Grazanti, Milano - 1999
pag. 9

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