"Dopo il cielo e la terra Kuru creò gli uomini. Chiamò il suo angelo e gli disse di separare le persone in bianchi e neri. L'angelo eseguì. Poi Kuru disse all'angelo di portare tutti i tipi di utensili e quando li vide impilati di fronte a sé, Kuru diede alla gente nera l'aratro, la zappa, il martello e l'incudine e li mandò a vivere sulle colline e nelle foreste perché fossero agricoltori e fabbri. Zapparono la terra e piantarono i semi, e si costruirono case di terra con i tetti ricoperti di foglie di palma. Ai bianchi diede una bussola, una squadra e un sestante. Loro costruirono navi e solcarono mari. Commerciarono e diventarono ricchi. Poi Kuru capì di avere diviso i doni in modo ingiusto. Così diede alla gente nera qualcosa che nessun altro aveva. Diede loro il potere della divinazione. I neri avrebbero potuto usare il loro dono per arricchirsi, ma non fu così. Parlavano agli spiriti e a chi li aveva preceduti. Chiedevano il loro consiglio e li consultavano sul da farsi. Questo era il modo in cui vivevano. Seppi questa storia prima di lasciare il villaggio per andare a scuola. A quel tempo era tutto una questione di istruzione, istruzione. Volevamo imparare i modi degli europei. Dapprima pensai che la storia servisse come un incoraggiamento allo studio. E come avvertimento a non copiare quegli sciocchi neri che non erano riusciti ad usare il loro dono per arricchirsi. Ma adesso non lo penso affatto. Adesso penso che forse eravamo così ansiosi di copiare gli altri da dimenticarci chi eravamo."
Aminatta Forna: Le pietre degli avi
Feltrinelli, Milano - 2007
traduzione di Katia Bagnoli
pag. 138
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