"Il viaggio deve essere avventuroso. 'La gran cosa è il muoversi,' dice Robert Louis Stevenson in Travels with a Donkey [Viaggi a dorso d'asino] 'sentire più da vicino le necessità e gli intralci del vivere; scendere da questo letto di piume della civiltà e trovare sotto i piedi il granito del globo, sparso di selci taglienti'. Le asperità sono vitali. Tengono in circolo l'adrenalina.
L'adrenalina l'abbiamo tutti. Non possiamo eliminarla dal nostro organismo o pregare che evapori. Privati dei pericoli, inventiamo nemici artificiali, malattie psicosomatiche, esattori delle tasse, e, peggio di tutto, noi stessi, se siamo lasciati soli nella stanza singola. L'adrenalina è la nostra indennità di viaggio. Tanto vale consumarla in modo innocuo. Viaggiare in aereo è tonificante da questo punto di vista, ma noi, come specie, siamo terrestri. L'uomo ha camminato e nuotato ben prima di cavalcare o volare. Le nostre possibilità umane si realizzano meglio in terra o in mare. Il povero Icaro si schiantò.
La cosa migliore è camminare. Dovremmo seguire il poeta cinese Li Po 'nelle fatiche del viaggio e nelle molte diramazioni della via'. Infatti la vita è un viaggio attraverso un deserto. Questo concetto, universale fino alla banalità, non avrebbe potuto sopravvivere se non fosse biologicamente vero. Nessuno dei nostri eroi rivoluzzionari vale un soldo finché non ha fatto una buona camminata."
Bruce Chatwin: Anatomia dell'irrequietezza
Adelphi edizioni, Milano - 1996
traduzione di Franco Salvatorelli
pag. 124
catalogazione: libreria bianca in soggiorno
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