"Le eliche girano, l'aeroplano vibra e freme immobile, poi corre sul campo, ed ecco, è già in cielo. Ciampino, la via Appia, le tombe sono sotto di noi, e i saluti, le cerimonie, gli addii, il peso del distacco dalle persone, dalle cose della terra. Leggeri più dell'aria ci alziamo, legati ai sedili, senza pensieri, trascinati da un vento che ci deve portare lontano, in luoghi e in tempi, malgrado tutto, misteriosi, al di là di un invisibile muro d'aria, di pregiudizio e di mitologia, invisibile e compatto come uno specchio che riflette i visi e il terrore degli uomini, dove ciascuno, come in uno specchio, non sa più vedere altro che se stesso e le immagini infantili della meraviglia, dell'immaginazione e dello spavento."
Einaudi, Torino - 1982
pag. 5
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