"Così fummo di nuovo buoni amici.
Poi, di punto in bianco, egli si mise a parlare male delle donne. Restai a bocca aperta! Ora che lo conosco meglio, so che egli si lancia a un discorrere abbondante in qualsiasi direzione quando si crede sicuro di piacere al suo interlocutore. Io, poco prima, avevo parlato del lusso delle signorine Malfenti, ed egli ricominciò a parlare di quello per finire col dire di tutte le altre cattive qualità delle donne. La mia stanchezza m'impediva d'interromperlo e mi limitavo a continui segni d'assenso ch'erano già troppo faticosi per me. Altrimenti, certo, avrei protestato. Io sapevo ch'io avevo ogni ragione per dire male delle donne rappresentate per me da Ada, Augusta e dalla mia futura suocera; ma lui non aveva alcuna ragione di prendersela col sesso rappresentato per lui dalla sola Ada che l'amava."
Italo Svevo: La coscienza di Zeno
dall'Oglio editore, Milano - 1938
pag. 169
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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