"Scorrono lentissime le ore. Ancora una notte, e poi un eterno giorno, e poi una notte ancora.
Cosa è avvenuto in tutte queste ore? Mi sono alzato molte volte per leccare la crostina di ghiaccio sulla porta gelata, fino a quando un sapore dolciastro non mi avverte che la lingua sanguina. Rocca mi si è buttato sulle ginocchia, sfinito. Non ha più nemmeno la forza di alzarsi per evacuare nel mucchio vicino alla porta, e si fa tutto addosso. Un silenzio tragico s'è fatto nel carro. Anche i ragazzi tacciono esausti.
Viene l'alba. Il treno si ferma, le porte si aprono. Scendere. La sferzata di aria gelida ci rianima.
Una infinita distesa di neve, risalente a tratti, a tratti ondeggiante e a ridosso di una altura il fabbricato modesto di una piccola stazione, sul fronte del quale spicca una parola a caratteri gotici: Mauthausen."
Piero Caleffi: Si fa presto a dire fame
Edizioni del Gallo, Milano - 1965
pag. 115
catalogazione: libreria dietro il computer
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