domenica 20 dicembre 2009

romane al trucco

Ovidio - Ars Amatoria – lll, 219- 246







220
quae nunc nomen habent operosi signa Myronis
pondus iners quondam duraque massa fuit
anulus ut fiat, primo conliditur aurum
quas geritis vestis, sordida lana fuit
cum fieret, lapis asper erat nunc, nobile signum,
nuda Venus madidas exprimit imbre comas.

225
tu quoque dum coleris, nos te dormire putemus
aptius a summa conspiciere manu.
cur mihi nota tuo causa est candoris in ore?
claude forem thalami! Quid rude cogis opus?
multa viros nescire decet pars maxima rerum

230
offendat, si non interiora tegas.
aurea quae splendent ornato signa theatro,
inspice, contemnes brattea ligna tegit
sed neque ad illa licet populo, nisi facta, venire,
nec nisi summotis forma paranda viris.

235
at non pectendos coram praebere capillos,
ut iaceant fusi per tua terga, veto.
illo praecipue ne sis morosa caveto
tempore, nec lapsas saepe resolve comas.
tuta sit ornatrix odi quae sauciat ora

240
unguibus et rapta brachia figit acu.
devovet, ut tangit, dominae caput illa, simulque
plorat in invisas sanguinolenta comas.
quae male crinita est, custodem in limine ponat,
orneturve Bonae semper in aede deae.

245
dictus eram subito cuidam venisse puellae:
turbida perversas induit illa comas.



Quelle che ora hanno il nome di statue dell’operoso Mirone un tempo fu(rono) peso inerte e solida massa, perché diventi anello prima si consuma l’oro, quelle vesti che portate furono lana sporca, ora una splendida statua mentre diventava (statua) era ruvida pietra, Venere spreme l’acqua dalle chiome madide

noi pensiamo che tu dorma mentre anche tu ti agghindi, in maniera più appropriata sarai guardata dopo l’ultima mano. Perché mi è nota la causa del candore del tuo viso? Chiudi la porta del talamo, quale rude lavoro esegui? E meglio che gli uomini ignorino molte cose.

La gran parte delle cose disturberebbe se non coprissi le cose più intime. guarda le statue dorate che splendono nel teatro ornato, non ne terrai conto (tieni presente che) la lamina d’oro copre il legno ma al pubblico non è concesso avvicinarsi ad esse se non (sono) finite né l’aspetto approntato se non sono stati allontanati gli uomini

Ma non proibisco di offrire alla vista i capelli da pettinare perché si allarghino sparsi lungo la tua schiena però soprattutto allora eviterai di essere noiosa e non sciogliere spesso i capelli scomposti. Sia sicura l’ancella che ti veste detesto quella che graffia la faccia con le unghie i visi e trafigge con uno spillone la braccia ghermite.

Quella maledice, mentre lo tocca, il capo della padrona ed insieme piange mentre sanguina, sulle odiate chiome. Quella che è mal fornita di capelli ponga una custode alla porta e si orni sempre nel tempio della dea Bona; ero stato annunciato improvvisamente come arrivato ad una ragazza: turbata si calzò la parrucca al contrario!

Ovidio: Ars amatoria
Einaudi, Torino - 1969

catalogazione: biblioteca di Paola

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sabato 19 dicembre 2009

ossa che parlano

"Al loro primo colloquio lui la ricevette nel salone rivestito di boiserie. «Si rende conto, vero, che sono totalmente cieco? Sono cieco da più di vent'anni.» «Sì. Il dottor James me lo ha detto.» Aveva lavorato per un dottore a Londra.
Armitage le tese la mano ma lei non la prese subito. Non era sua abitudine stringere la mano alla gente; ora, come sempre, quando cedette voltò la testa dall'altra parte. Lui le tenne la mano a lungo e Mrs. Johnson comprese che le stava tastando le ossa. Aveva sentito dire che così fanno i ciechi, e trattenne il respiro, come per impedire che le sue ossa o la sua pelle rivelassero qualcosa di lei. Ma sentì la propria mano asciutta prender vita e la ritrasse. Fu sorpresa che, al contatto, il nervosismo fosse sparito."


Victor Sawdon Pritchett: Amore cieco
Adelphi, Milano - 1998
traduzione di Paolo Dilonardo
pag. 16

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venerdì 18 dicembre 2009

il caso Leroy

"È tornata a casa dal bar. Mi ha visto, truccato come lei, con indosso il baby doll bianco che Jackson le ha comprato da Victoria's Secret, in piedi su una sedia pieghevole di metallo rossa, che lavavo le mutandine bianche intonate sporche di sangue. È andata a cercare Jackson e l'ha trovato addormentato sul letto, accanto ad una macchia umida e rossa sul copriletto bitorzoluto che ci siamo presi all'Holiday Inn. Ha strillato così forte che anche Jackson si è svegliato urlando. Gli ha urlato contro per averle messo le corna. Gli ha urlato contro per essersi scopato quella maledetta puttanella [di suo figlio] alle spalle. Gli ha urlato contro per avermi lasciato mettere le cose speciali che aveva comprato per lei da Victoria's Secret e che adesso sono rovinate!
Ha visto che avevo rovinato tutto, e stavolta cazzo mi avrebbe ammazzato.
Ma ci sono cose peggiori che finire ammazzati."


J.T.Leroy: Ingannevole è il cuore più di ogni cosa
Fazi editore, Roma - 2002
traduzione di Martina Testa
pag. 143

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giovedì 17 dicembre 2009

24 ore di orrore per Katherine

"Soffriva di due mali opposti: il male della tenebra e il male della luce. Quasi ogni sera, quando erano le undici e l'oscurità lambiva le cieche finestre, cominciava ad augurarsi che fossero le undici del giorno dopo. Camminava su e giù per la camera, guardava il letto, guardava nello specchio, spaventata da quella ragazza con gli occhi febbrili, si domandava se la candela le sarebbe bastata fino alla luce, e poi si sedeva fissando il tappeto - così a lungo, che soltanto per caso rialzava gli occhi. Si stendeva tra le coperte, mentre Ida Baker dormiva su un sofà nella stanza per proteggerla dall'orrore del buio; e la mattina le pareva di essere stata sferzata attraverso cento letti senza aver trovato dove acciambellarsi. Se la tenebra era l'orrore, anche la luce poteva esserle nemica. La luce brutale entrava dalle finestre, la feriva, l'accecava, la raggiungeva in ogni angolo, come se in tutto il mondo posseduto dal sole non ci fosse luogo dove nascondersi."

Pietro Citati: Vita breve di Katherine Mansfield
Rizzoli, Milano - 1980
pag. 64

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mercoledì 16 dicembre 2009

dio ne scampi dagli evangelisti!

"Di lei è stato detto che cerca di elevare ogni sua nuova passione (per il tennis, per le verdure crude, per Amnesty International) al rango di principio morale valido per la specie, di legge universale, e che questa sua tendenza risulta a volte leggermente seccante."


Joice Carol Oates: Un'educazione sentimentale
edizioni e/o, Roma - 2001
traduzione di Claudia Valeria Letizia
pag. 77





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martedì 15 dicembre 2009

com'è bella l'angoscia altrui!

"Non c'è dubbio che esista un'angoscia come consapevolezza, progresso; e una mancanza d'angoscia come reificazione, stasi. Si fanno belli di questo tutti i simpatizzanti e lodatori dell'angoscia, di solito simpatizzanti e lodatori dell'angoscia altrui, i quali sostenendo che le alienazioni consapevoli sono molto meno gravi di quelle inconsapevoli, si augurano l'angoscia e soprattutto la augurano agli altri."

Ottiero Ottieri: L'irrealtà quotidiana
Guanda editore, Parma - 2004-
pg 37

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lunedì 14 dicembre 2009

Ernest Renan et Rome

"Renan apparaît comme un médiateur, car il garde des liens constants avec l'Italie, grâce à ses voyages et à sa correspondance. Les critiques des périodiques romains suivent ses publications avec une attention remarquable. Il fait figure de guide intellectuelle, ou plûtot moral. Les Romains discernent, en effet, chez lui un mode de pensée spécifique, avec le quel ils se sentent en accord. Enrico Panzacchi note combien le philosophe est plein de foi dans l'avenir des Italiens. Il ecrit: 'Ernest Renan fut vraiment toute sa vie un ami de l'Italie...'. Il faut dire que c'est une véritable révélation de la poesie, de la couleur, de la religiosité qu'a eprouvé Renan à Rome, en 1849, comme l'expose Abel Lefranc qui lui consacre un essai. Gaspare Vallette déclare même, plus tard: "Renan a vu ce que Taine n'a pas su voir, car il a senti Rome en poète et non en logicien." L'influence considérable du séjour romain, du 28 octobre 1849 au 23 avril 1850, se lit dans les lettres qu'adresse Renan à sa soeur. Ainsi, en novembre 1849: 'Depuis mon séjour à Rome, ma bien-aimée, un immense changement s'est opéré dans toute ma manière de sentir[...]cette ville est une enchanteresse...'"

AAVV: La France et l'Italie - Polémiques et dialogues
Université de Caen - 1988
pag. 37

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domenica 13 dicembre 2009

la promessa della sera

"Sono le sette di sera e lui è seduto sul balcone di casa al terzo piano. Guarda il giorno che muore e aspetta: chissà che cosa promette l'ultima luce, che cosa ha in serbo. Ha davanti il cortile deserto con la sua striscia di erba, qualche oleandro, una panchina e un pergolato di buganvillea abbandonato a se stesso. Il cortile finisce con un muro di pietra su cui si delinea il profilo di una porta successivamente murata. Le pietre nel buco della porta sono più chiare, adesso gli sembrano persino un po' meno pesanti delle altre. Oltre il muro si ergono due cipressi. Nella luce della sera, hanno un colore che è nero, non verde. Oltre si dispiegano colline desolate: laggiù c'è il deserto. Laggiù un mulinello grigio s'alza a tratti, freme un istante, si contorce, corre, cala. Torna in qualche altrove."

Amos Oz: Non dire notte
Feltrinelli, Milano - 2007
traduzione di Elena Loewenthal
pag. 7

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sabato 12 dicembre 2009

ci stiamo dentro

"Ciò che il narratore scopre nel sud dell'Italia è che questa terra rappresenta oggi la sede della degradazione umana e civile, dove ancora qualcuno e qualcosa riesce a resistere, ma in cui corruzione e delinquenza, assenza dello stato e immondizia sono diventate dimensioni di vita: il rovescio della ricchezza invisibile e che pure c'è. Il rovescio della storia della cosiddetta civiltà occidentale -aggiungo io- che ha sempre mostrato a se stessa e al mondo fede e bellezza, arte e terre fortunate, intraprendenza e rigore, libertà e magnificenza, giuste leggi e saggezza del vivere; occultando lo zoccolo duro di dolore e malvagità, sfruttamento e miseria, pirateria e violenza su cui basava il proprio dominio e la sua supremazia sul mondo. Tutto ciò, ora, qui, nella sua culla e nella sua oasi di rinascenza, è capovolto e ci stiamo dentro, noi."

Armando Gnisci: Il rovescio del gioco
Carucci editore, Roma - 1992
pag. 55

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venerdì 11 dicembre 2009

c'est évident

"Le linguistes ont généralement traité le genre en termes d'ordre grammatical, immotivé et arbitraire, indépendamment de toute forme d'attribution de valeur. Contre cette position mon intention est de soutenir que, au moins dans le cas du genre, la catégorie grammaticale s'appuie sur une base sémantique, ou, en d'autres termes, qu'elle existe parce qu'elle a une signification qui renvoie à un ordre déterminé, motivé et lié aux bases de notre experience corporelle. Le langage, loin d'être un système puremente abstrait, organisé selon la forme logique d'un code, est, dès sa structure grammaticale, conditionné, sujet à des déterminations d'autre nature. Il inscrit en lui-même certaines dimensions essentielles de notre expèrience, comme la difference sexuelle."
(Patrizia Violi)

Luce Irigaray: Le sexe linguistique
Langages édition Larousse, Paris - 1985

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giovedì 10 dicembre 2009

la filosofia dei cèssi secondo Ceronetti

"In fatto di cagòdromi, da filobritannico divento filoturco. Il gabinetto all'inglese ha peggiorato il carattere di questi poveri civilizzati. C'è anche un motivo più profondo per preferire quello alla turca: il suo grandissimo uso esorcistico (Nordafrica, arabi, ebrei d'Oriente)."

Guido Ceronetti: Pensieri del tè
Adelphi, Milano - 1987
pag. 76
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mercoledì 9 dicembre 2009

sottotitolo: "danza obbligata con la morte"

"Il tempo non passava mai. Qualcuno giocava con gli orologi, e non solo con gli orologi elettrici ma anche con quelli a carica. La seconda lancetta del mio orologio ebbe uno scatto, e passò un anno, e poi ebbe un altro scatto. Non potevo farci nulla. Come abitante della terra dovevo credere a tutto quello che dicevano gli orologi e i calendari."

Kurt Vonnegut, jr.: Mattatoio n. 5 o la crociata dei bambini
Oscar Mondadori, Milano - 1989
traduzione di Luigi Brioschi
pag. 37

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martedì 8 dicembre 2009

aprite le finestre

"Tutta d'un tratto arrivò quell'anno la primavera. Nelle stanze ristagnavano ancora il freddo e l'umida penombra dei giorni d'inverno. Si aprivano le finestre. Le case facevano pensare a sepolcri arieggiati e le persone che si affacciavano alle finestre a gialli, amichevoli cadaveri. Il suono dei risorti organetti che tutt'a un tratto passavano a frotte di cortile in cortile, come se fossero arrivati dal sud assieme agli uccelli migratori, accresceva anche negli scettici la voglia di vivere. Sempre più frequenti si facevano le manifestazioni di piazza dei radicali.
Le fedi politiche sbocciavano nel fulgore amico del giovane sole e sotto la feconda pioggia primaverile delle notti miti dolcemente velate."


Joseph Roth: Destra e sinistra
Adelphi, Milano - 1991
traduzione di Elisabetta dell'Anna Ciancia
pag. 111

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lunedì 7 dicembre 2009

una saggezza virile

"Le due sorelle erano estremamente diverse, sebbene ciascuna avesse avuto da ragazza i suoi corteggiatori. Scorreva nelle vene di Lady Bothwell un po' del sangue dell'antico lignaggio di King's Copland. Era audace, ma non temeraria; ambiziosa e desiderosa di elevare la sua casata e la sua famiglia. Fu, come è stato detto, un considerevole sprone per mio nonno che, d'altro canto, era un uomo pigro; il quale, però, a meno che non fossero calunnie, si trovò coinvolto a causa dei consigli di sua moglie in alcune faccende politiche che sarebbe stato più saggio lasciar perdere. Era tuttavia una donna di alti principi e possedeva una saggezza virile, come testimoniano alcune delle sue lettere che ho ancora nel mio stipo a muro."

Walter Scott: Il racconto dello specchio misterioso
L'Unità/Theoria, Roma - 1994
traduzione di Daniela Ruotolo
pagg. 34-35

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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domenica 6 dicembre 2009

in punta di dita


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sabato 5 dicembre 2009

imparare a sfidare i propri limiti

"POSIZIONI CAPOVOLTE

L'apprensione è l'ostacolo maggiore che l'allievo deve affrontare durante l'esecuzione di queste asana. Essendo molto impegnative, è necessario sfruttare al massimo le potenzialità del corpo, ma senza farsi male. È così che si impara a 'sfidare i propri limiti'. In tutte le posizioni presentate nelle pagine che seguono è fondamentale muoversi con attenzione e mantenere la concentrazione."

Kia Meaux: Yoga dinamico
Tecniche Nuove, Milano - 2004
traduzione di Silvia Punzo
pag. 131

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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venerdì 4 dicembre 2009

una pace sfilacciata

"Henri-Maximilien Ligre poursuivait par petites étapes sa route vers Paris.

Des querelles opposant le Roi à l'Empereur, il ignorait tout. Il savait seulement que la paix vieille de quelques mois s'effilochait déjà comme un vêtement trop longtemps porté. "

Marguerite Yourcenar: L'Œuvre au Noir
Éditions Gallimard, Paris - 1968
pag. 11 (incipit)

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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giovedì 3 dicembre 2009

Alfred si è cacciato nei guai

"Il signor Carr non nascose un certo imbarazzo di fronte alla risolutezza e alla semplicità della donna, e non seppe cosa aggiungere, così fu lei a chiedere,Alfred si è cacciato nei guai?
Sì. Ruba in negozio. L'ho pescato con le mani nel sacco. Piccole cose come portacipria, dentifricio e rossetti. Roba che può smerciare facilmente,disse il padrone.
Mentre ascoltava, la signora Higgins di tanto in tanto guardava Alfred annuendo con tristezza e quando Sam Carr ebbe finito, disse gravemente:È così, Alfred?
Sì.
Perché lo fai?
Mi servono soldi, credo.
Per cosa?
Per andarmene in giro con gli altri, credo,disse Alfred."

Morley Callaghan: Aprile è arrivato
Editoriale La Repubblica, Roma - 1997
traduzione di Giovanna Albio
pagg. 15-16

catalogazione: libreria sotto la finestra

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mercoledì 2 dicembre 2009

quello sì che è un cane, credi a me!

"«Se entri nella prima stanza vedrai in mezzo al pavimento un cassone con sopra seduto un cane: i suoi occhi sono grandi come tazze da tè, ma non dovrai badarci. Ti darò il mio grembiule a quadretti bianchi e turchini da stender sul pavimento. Avanza poi rapidamente verso il cane, afferralo, posalo sul grembiule steso, apri la cassa e prendi tutti i soldi che vuoi. Sono tutti di rame, ma se li preferisci d'argento non hai che da andare nell'altra stanza. Lì c'è un cane dagli occhi grandi come macine da mulino, ma non badarci, posalo sul mio grembiule e prendi fuori quel che vuoi! Se preferisci invece dell'oro, nella terza stanza puoi averne quanto ne puoi portare. Il cane che sta accovacciato sul cassone delle monete d'oro ha due occhi grandi come la Torre Rotonda di Copenaghen: quello sì che è un cane, credi a me! Ma non ci devi badare affatto: posalo pure sul mio grembiule e non ti farà nulla, e tu potrai togliere dal cassone quanto oro vuoi.»

«Non andrebbe male!», disse il soldato. «Ma io che cosa dovrò darti, vecchia strega? Perché qualcosa vorrai pure che ti porti, questo è certo.»"


Hans Christian Andersen: Fiabe
Giulio Einaudi editore, Torino - 1954

traduzione di Alda Manghi e Marcella Rinaldi
illustrate da bambini di tutto il mondo

pagg. 3-4


catalogazione: libreria di fronte al divano


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martedì 1 dicembre 2009

the importance of a good foundation

"Every builder knows how important it is to have a good foundation. In shooting accurately it is important to have a good base of support that allows the upper body to maintain T-alignment. Beginning archers often think that taking a stance is so simple that it is not important to check it carefully. Yet, many deviations from T-alignment can be traced back to the stance."

Kathleen M. Haywood, Catherine F. Lewis: Archery - Steps to success
Leisure Press, Champaign (IL) - 1989
pag. 91

catalogazione: libreria in ingresso
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lunedì 30 novembre 2009

un permesso speciale

"Dormi solo quattro ore per notte. Vai a letto alle undici e ti alzi alle tre quando tutto è luminoso come un cristallo. Allora cominci la tua giornata; bevi un caffè, leggi un libro per un'ora, ascolti la debole, lontana, irreale trasmissione radiofonica notturna, e forse esci anche per una passeggiata, dopo esserti accertato di avere il permesso speciale della polizia con te. Sei già stato fermato in quelle ore così insolite ed è stata una seccatura, così ti sei fatto rilasciare un permesso speciale. Ora puoi passeggiare e fischiettare dove vuoi, le mani in tasca, i tacchi che battono il tempo, con calma e tranquillità, sul marciapiede."

Ray Bradbury: Omicidi di annata
Editrice L'Unità, Roma - 1993
traduzione di Marzio Tosello
pag. 29

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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domenica 29 novembre 2009

la vita spiegata a chi ha la vista

"...e dopo che costoro ebbero mostrato di non tenere in nessuna considerazione i suoi miseri sforzi di spiegar loro la vista, considerandoli balbettamenti di un essere appena formato che descriveva come portenti le sue sensazioni slegate, egli si rassegnò, un poco mortificato, ad ascoltare le loro istruzioni. Il più anziano dei ciechi gli spiegò la vita, la filosofia, la religione; gli disse che il mondo (cioè la loro valle) era stato dapprima un buco vuoto tra le rocce, e poi erano venute cose senz'anima e senza il dono del tatto, poi i lama e alcune altre creature di scarso intelletto, poi ancora gli uomini, e infine gli angeli, che si udivano cantare e far rumori che battevano dolcemente l'aria, ma che non si riuscivano mai a toccare. Ciò lasciò Nunez molto perplesso, finché non pensò agli uccelli."

Herbert George Wells: Il paese dei ciechi
Editoriale La Repubblica, Roma - 1997
traduzione di Renato Prinzhofer
pagg. 22-23

catalogazione: libreria sotto la finestra
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sabato 28 novembre 2009

l'illusione della perfezione

"Siete tra quelle persone che vogliono sempre fare tutto in modo perfetto? Quelli che si sentono bene solo quando le posate si trovano esattamente perpendicolari al bordo del tavolo? Lasciatevi dire una cosa: non sarà questo il motivo per cui qualcuno vi preferirà agli altri. Al contrario, le persone con l'illusione della perfezione stressano se stesse e chi sta loro intorno. Fate allora una sfida con voi stessi: proponetevi di non fare per una settimana assolutamente niente di perfetto. Vedrete quanto risulterà rilassante questo esercizio."

Bettina Wenzel:
Walking & Co.
edizioni Mediterranee, Roma - 2008
traduzione di Lorenzo Triolo
pag. 156

catalogazione: libro sparso per casa
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venerdì 27 novembre 2009

creature velenose

"Don't underestimate their power!

Stings fron marine animals vary from annoying to life-threatening. Cone shells, sea wasps, Portugese man-o-war, sea snakes, and other venomous creatures have killed swimmers and divers. Whether a sting can be lethal depends on the organism, the severity of the wound and the victim's individual reaction."

Drew Richardson: Rescue Diver Manual
International PADI Inc., Santa Margarita (CA) - 2004
pag. 95

catalogazione: libreria di fianco al computer
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giovedì 26 novembre 2009

venerare le forze della Natura

"Ma esistono anche rappresentazioni rupestri della stessa età, ispirate a motivi di fecondità agricola, quali l'albero, l'aratro, il fallo e in alcuni casi la nave, che prefigura un pensiero di espansione possibile già rivolto verso i grandi spazi marini. Spesso tali pitture o incisioni rupestri sono sormontate dal benefico disco solare, fonte, evidentemente, di ogni energia. Tale fonte di energia è talora raffigurata nell'atto cultuale di accoppiamento con la Terra--la Madre, come per gli antichi abitatori del Mediterraneo--per dare origine alla grande famiglia delle genti del Nord. Perciò, gli antichi Nordici ritenevano che la società degli uomini dovesse essere governata dalle stesse leggi che governavano i ritmi della Natura, nei loro aspetti di vita, di morte, di rinascita."

Roberto Bosi: I miti dei Vichinghi
Convivio/Nardini editore, Firenze - 1993
pag. 76

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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mercoledì 25 novembre 2009

battersi in difesa delle Belle Lettere

"È successo stamattina, subito prima della telefonata di Louna. Uscivo da Lehmann, e avevo appena fatto un giro alla libreria del primo piano per verificare uno di quei dettagli apparentemente insignificanti, ma che fanno fare un bel balzo in avanti alle inchieste e permettono di economizzare le pagine.
Volevo giusto chiedere al vecchio signor Risson da quanti anni lavorasse al Grande Magazzino.
-- Quest'anno fanno quarantasette anni! Quarantasette anni a battersi, signore, in difesa delle Belle Lettere per poi vendere giusto quel che capita. Ma, grazie a Dio, sono sempre riuscito a mantenere un settore letteratura!
Quarantasette anni di bottega! Non gli ho chiesto a che età avesse cominciato, ho continuato a rovistare, a sfogliare, insomma a legittimare il suo orgoglio."

Daniel Pennac: Il paradiso degli orchi
edizione speciale per la Repubblica, Roma - 2004
traduzione di Yasmina Melaouah
pag. 136

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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martedì 24 novembre 2009

prima notte

"Trovò Pietro solo soletto nella camera nuziale, appena preparata dalla pronuba, in un'ala che non aveva uno strato di terra sopra il soffitto di legno (dimodoché gli sposini non andassero a letto come in una tomba). Pietro portava una veste regale destinata ad occasioni di poca importanza. In mano teneva ancora il fazzoletto di seta che gli avevano dato quando era uscito incontro alla pronuba. Il fazzoletto era stato tutto strappato coi denti. Pietro guardò di sfuggita Aleksaska e arrossì:
- Bello l'arredamento, - esclamò
Aleksaska, quasi cantando. - Sembra fatto per gli angeli, in paradiso...
Pietro disserrò i denti e rise controvoglia. Indicò il letto:
- Che sciocchezza!...
- Se la giovane sposa sarà bella e ardente, altro che sciocchezza!... Che mi possano accecare se non dico il vero, myn Herz, ma non c'è cosa al mondo più soave...
- Conti sempre frottole...
- Io ne so qualcosa da quando avevo quattordici anni... E pensa che mi capitavano delle ragazze brutte come la fame... La tua invece, dicono, è una donna di sette bellezze..."

Aleksej N. Tolstoj: Pietro il Grande
Edizioni e/o, Roma - 1986
traduzione dal russo di Renzo Oliva
pag. 130

catalogazione: libreria in camera da letto


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lunedì 23 novembre 2009

Cervelle au Beurre noir

“Cervelle au Beurre noir. - Escaloper les cervelle, les dresser en turban sur un plan rond et disposer au milieu les amourettes tronçonnées. Assaisonner de sel et de poivre; couvrir avec 150 grammes de Beurre noir additionné de 25 grammes de feuilles de persil jetées dans le beurre au dernier moment; completer par un filet de vinaigre passé dans la poêle brûlante.”

Auguste Escoffier: Le Guide culinaire
Flammarion, Paris - 1993
pag. 417

catalogazione: scaffale dietro il computer


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domenica 22 novembre 2009

imbonimento

"Ha un cesto di rugiada
il ciarlatano del cielo


[V. 19]"

Giuseppe Ungaretti
Vita d'un uomo - Poesie III
Poesie disperse
con l'apparato critico delle varianti di tutte le poesie e uno studio di Giuseppe De Robertis
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1945
(edizione provvisoria)

pag. 47

catalogazione: libreria di fianco al divano
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sabato 21 novembre 2009

in Italia, il disprezzo e l'opinione pubblica non significano nulla

"È anche soltanto in Italia che si vedono giovani milionari eleganti mantenere magnificamente delle danzatrici del gran teatro, alla vista e alla conoscenza di tutta una città, passando loro trenta soldi al giorno. I fratelli..., bei giovani sempre a caccia, sempre a cavallo, sono gelosi di uno straniero. Invece di andare da lui e fargli le proprie lagnanze, diffondono sordamente tra la gente delle voci sfavorevoli a quel poveretto. In Francia, l'opinione pubblica forzerebbe questa gente a provare quel che dice o a render ragione allo straniero. Qui l'opinione pubblica e il disprezzo non significano nulla. La ricchezza è sempre sicura di essere ben ricevuta ovunque. Un milionario disonorato e cacciato dappertutto a Parigi, può andare tranquillo a Roma; vi sarà considerato giusto proporzionalmente ai suoi scudi."

Stendhal: Dell'amore
Garzanti editore, Milano - 1982
traduzione di Maddalena Bertelà
pag. 123

catalogazione: libreria sotto la finestra
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venerdì 20 novembre 2009

parata a festa

"Lenehan rimase qualche minuto a guardarli. poi prese a camminare in fretta lungo le catenelle e quindi attraversò obliquamente la strada. Mentre si avvicinava all'angolo di Hume Street sentì nell'aria un profumo molto forte, e scrutò la ragazza con una rapida occhiata ansiosa. Era tutta parata a festa: aveva una gonna gabardine azzurra, stretta alla vita da una cintura di pelle nera con una grossa fibbia d'argento che sembrava comprimerle lo stomaco, stringendole come in una morsa la stoffa leggera della camicetta bianca. Aveva poi un giubbetto nero con i bottoni di madreperla e un boa nero piuttosto malandato. Aveva gualcito accuratamente le pieghe del collarino di tulle, e si era appuntata sul petto un grosso mazzo di fiori rossi, con il gambo all'insù."

James Joyce: Gente di Dublino
Garzanti editore, Milano - 1991
traduzione di Marco Papi e Emilio Tadini
pag. 49

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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giovedì 19 novembre 2009

la folla dei Progetti

"La macchina di Lucas era una distesa incredibile di vernice nera punteggiata d'oro e finiture in ottone lucido come uno specchio, con ua collezione di aggeggi barocchi la cui funzione Bobby poteva solo immaginarla. Uno era un'antenna a disco, decise, ma assomigliava più a un calendario atzeco a ruota. Poi si trovò dentro, mentre Lucas si lasciava chiudere dolcemente la portiera alle spalle. I finestrini erano così scuri che fuori sembrava quasi notte, un incubo indaffarato dove la folla dei Progetti si aggirava intenta ai suoi affari mattutini. L'interno del veicolo era un unico grande spazio con tappeti dai colori vivaci e cuscini di pelle, e non sembrava esserci un posto particolare dove sedersi. E neppure un volante; il cruscotto era un pannello di pelle privo di qualsiasi comando. Bobby guardò Lucas, che si stava slacciando la cravatta nera. 'Come si fa a guidarla?'"

William Gibson: Giù nel ciberspazio
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1990
traduzione di Delio Zinoni
pag. 115

catalogazione: tirato fuori dal Bip non so da dove
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mercoledì 18 novembre 2009

una propria particolare voce

"«Gli altri animali non si servono della parola, o padre?» «No, figlio, non della parola, ma della voce solamente. La parola differisce completamente dalla voce. La parola infatti è comune a tutti gli uomini, mentre ciascun genere di esseri viventi possiede una propria particolare voce.»"



Discorsi di Ermete Trismegisto - Corpo ermetico e Asclepio
Editori Associati, Milano - 1991
Introduzione di Giovanni Filoramo
pag. 86

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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martedì 17 novembre 2009

non avrebbe dovuto nemmeno ucciderlo?

"— Non andare! — disse egli a Mara, come don Alfonso la chiamava perché venisse a ballare con gli altri. Non andare, Mara!
— Perché?
Non voglio che tu vada. Non andare!
— Lo senti che mi chiamano?
Egli non disse altro, fattosi brutto come la malanuova, mentre stava curvo sulle pecore che tosava. Mara si strinse nelle spalle, e se andò a ballare. Ella era rossa ed allegra, cogli occhi neri che sembravano due stelle, e rideva che le si vedevano i denti bianchi, e tutto l'oro che aveva indosso le sbatteva e le scintillava sulle guance e sul petto che pareva la Madonna tale e quale. Jeli a un tratto si rizzò sulla vita, colla lunga forbice in pugno, così bianco in viso, così bianco come era una volta suo padre il vaccajo, quando tremava dalla febbre accanto al fuoco, nel casolare. Guardò don Alfonso, colla bella barba ricciuta, e la giacchetta di velluto e la catenella d'oro sul panciotto, che prendeva Mara per la mano e l'invitava a ballare; lo vide che allungava il braccio, quasi per stringerla al petto, e lei che lo lasciava fare — allora, Signore perdonategli, non ci vide più, e gli tagliò la gola di un sol colpo, proprio come un capretto.
Più tardi, mentre lo conducevano dinanzi al giudice, legato, disfatto, senza che avesse osato opporre la menoma resistenza.
— Come! — diceva — Non dovevo ucciderlo nemmeno? ... Se mi aveva preso la Mara!..."

Giovanni Verga: Vita dei campi
editrice L'Unità, Roma - 1993
introduzione di Marco Lodoli
pagg. 58-59

catalogazione: libreria in ingresso
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lunedì 16 novembre 2009

melanzane a funghetto

"Adoperate una grossa melanzana per persona. Tagliare a cubetti, metterla in terrina, cospargerla di sale grosso. Lasciare per un'ora, lavare poi a grand'acqua, fare asciugare e friggere in poco olio. Aggiungere prezzemolo tritato, sale, pepe e gocce di limone e servire. Ottimo condimento per preparazione di varie pietanze."

Gennaro Ciaburri: Cucina vegetariana
Biblioteca Universale Rizzoli, Milano - 1987
pagg. 91-92

catalogazione: libreria di fronte al computer
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domenica 15 novembre 2009

if it ain't complicated up enough, it ain't right

"In almost sll of Faulkner's stories, time is treated in a special way. He uses the 'continuous present' style of writing, which was invented by Gertrude Stein (perhaps Faulkner learned this from Sherwood Anderson, who was greatly influenced by Stein). Past, present and future events are mixed: 'Yesterday and tomorrow are Is: Indivisible:One.' Everything--including events from a century before--seems to happen at the same time. Everything is part of the 'now' of the novel. Because of these techniques it is usually hard work to read a Faulkner novel. But the rewards are worth the effort. As Ratcliff, a character in The Hamlet, says: '... if it ain't complicated up enough, it ain't right'."

Peter B. High: An Outline of American Literature
Longman Group Ltd., Essex (UK) - 1986
pag. 154

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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sabato 14 novembre 2009

la presenza del sublime

"To go into solitude, a man needs to retire as much from his chamber as from society. I am not solitary whilst I read and write, though obody is with me. But if a man would be alone, let him look at the stars. The rays that come from those heavenly worlds will separate between him and what he touches. One might think the atmosphere was made transparent with this design, to give man, in the heavenly bodies, the perpetual presence of the sublime."

Ralph Waldo Emerson: Emerson
Penguin Books, Middlesex (USA) - 1982
pag. 37

catalogazione: sul comodino del Bip
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venerdì 13 novembre 2009

la vita in un'immagine

"Oui. C'est bien ainsi ce soir. A un certain degré de dénuement, plus rien ne conduit à plus rien, ni l'espoir ni le désespoir ne paraissent fondés, et la vie tout entière se résume dans une image."

Albert Camus: L'envers et l'endroit
Éditions Gallimard, Paris - 1970
pag. 67

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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giovedì 12 novembre 2009

il fioretto preferito

"«Qual è il suo fioretto preferito?» domandò socchiudendo gli occhi, abbagliato dalla luce che sembrava abbracciarla con voluttà. «Francese, spagnolo o italiano?»

«Francese. Mi piace sentire le dita libere.» Con un lieve cenno del capo il maestro segnalò una compiaciuta approvazione. Anche lui preferiva il fioretto di tipo francese, senza gavigliani, con l'impugnatura libera fino alla coccia. Si avvicinò ad una delle panoplie della parete e studiò pensieroso le armi. Calcolando l'altezza della giovane e la lunghezza delle braccia, scelse il fioretto adatto, un'eccellente arma con la lama di Toledo, flessibile come un giunco. Adela de Otero la prese, e la osservò con la massima attenzione; chiuse la mano destra intorno all'impugnatura, soppesò il fioretto per valutarlo e poi, voltandosi verso la parete, ne provò la lama, spingendola affinché si curvasse fino a far avvicinare la punta a circa mezzo metro dalla coccia."

Arturo Perez-Reverte: Il maestro di scherma
Il Saggiatore, Milano - 2004
traduzione di Paola Tomasinelli
pagg. 74-75

catalogazione: libreria sotto la finestra
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mercoledì 11 novembre 2009

i quatrein i manda l'aqua d'isnò

"Fiabesco il matrimonio nel '63 tra Pier Paolo Amati e Franca Magnani. Nascono due figli ma quando la seconda, Francesca, ha sei mesi, Pier Paolo va a stare con una bella signora in attesa di divorzio e desiderosa di sposarlo. Dopo un po' anche Franca si sceglie un nuovo compagno, ed è Franco Zavatta, l'altro giovane leone dell'economia riminese. Ricchissimo, naturalmente, perché, come dicono a Rimini, 'i sald i ciama i sald' (i soldi chiamano i soldi) e 'i quatrein i manda l'aqua d'isnò' (i quattrini mandano l'acqua all'insù). Naturalmente uno dei figli è conteso, ed è il maggiore, cui il padre regala jeep e barca, ma resta comunque fifty fifty ai genitori."

Camilla Cederna: Casa nostra - Viaggio nei misteri d'Italia
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1983
pag. 83

catalogazione: libreria sotto la finestra
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martedì 10 novembre 2009

sesso al Politeama

"Inoltre, a partire dai tredici anni, Polifemo aveva sviluppato una specializzazione della sua scemenza. Era diventato maniaco sessuale. Si era fatto una cultura racimolando riviste porno di varia provenienza e grado di esplicitazione. Una, in particolare, gli passava per le mani. Si chiamava 'Caballero' e aveva in ogni numero tre o quattro fotoromanzi coi cazzi e tutto. L'andava a leggere, per timore di essere scoperto dal padre democristiano, al palchetto della musica del Politeama, a quel tempo invaso da un micidiale odore di ammoniaca. Poi, non potendo portare a casa 'Caballero', lo lasciava nascosto dietro un cespuglio dove contava di ritrovarlo la volta successiva, cespuglio che i suoi amici impararono subito a trovare. Andavano a prendergli la rivista, la leggevano a loro volta e poi la gettavano via per dispetto. Mai una volta Polifemo tornò arrapato al cespuglio e trovò il suo 'Caballero'."

Roberto Alajmo: Le scarpe di Polifemo
Feltrinelli, Milano - 1998
pag. 67


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lunedì 9 novembre 2009

cattiva coscienza

"[...] il discorso è questo, che noi non andremo verso il popolo. Perché già siamo popolo e tutto il resto è inesistente. Andremo se mai verso l'uomo. Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo - di noi e degli altri. La nuova leggenda, il nuovo stile sta tutto qui. E, con questo, la nostra felicità [...]. Proporsi di andare verso il popolo è in sostanza confessare di avere una cattiva coscienza." (Elio Vittorini)

Alberto Asor Rosa: Scrittori e popolo
edizioni Samonà e Savelli, Roma - 1965

pag. 213


catalogazione: libreria di fronte al divano


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domenica 8 novembre 2009

l'archetipo dell'effetto magico

"Quando Jung parla di 'archetipo del miracolo' o di 'effetto magico', dà un nome al particolare tipo di aspettativa che gli esseri umani hanno intuitivamente nei confronti delle capacità che il processo vitale possiede di determinare dei cambiamenti nel proprio funzionamento. L'umanità ha sempre intuito che le esperienze che avvengono al livello archetipico hanno il potere di cambiare le cose. Gli uomini hanno chiamato tale cambiamento con nomi diversi, dal divino al demoniaco. Ma il tipo di aspettativa che è associata a un simile potere è sempre il fattore prioritario. È misteriosa e magica, e diventa una fonte di forte credenza poiché affascina l'uomo nel senso che paralizza il suo conscio. Ha pertanto un effetto ipnoide e conduce a fedi di grande intensità psichica che vengono quindi rivestite con i vari simbolismi culturali della religione e della mitologia. Queste fedi si basano sulla fiducia intuitiva dell'uomo nel potere della forza archetipica di influenzare la vita in modi misteriosi, e operano nei termini di questa fiducia. Le strutture particolari di queste credenze Jung le chiama l'archetipo dell'effetto magico."

Ira Progoff: Le dimensioni non-causali dell'esperienza umana
casa editrice Astrolabio, Roma - 1975
traduzione di Jean Sanders
pag. 69

catalogazione: libreria di fronte al computer
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sabato 7 novembre 2009

tutta scena!

"Nella calma inquieta di via Casilina potei con agio deliziarmi di un blazer blu di fresco di lana, un paio di calzoni coloniali con riga e risvolto, una camicia di fine seta, calzini color cremisi, boxer bianco con un microscopico porcello sorridente giusto in corrispondenza dei gioielli di famiglia, scarpe traforate.

Sulla soglia del cortile, a donna Vincenza sfuggì di mano la scopa.

Gesù, avvocato, avete svaligiato una banca?

È tutta scena, Vincenza, niente paura mi schermii. Tra meno di un'ora grandi solchi di gelato righeranno questa meraviglia, le ascelle saranno fradice di enormi macchie di sudore e molti veri signori s'informeranno sul mio sarto per servirsene come tappezziere di fiducia.

Certo, certo rise lei ma almeno il cartellino del prezzo potevate togliervelo!"

Giancarlo De Cataldo: Nero come il cuore
Interno Giallo editore, Milano - 1989
pag. 62

catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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venerdì 6 novembre 2009

moglie / amante

"Ma io non avevo preso ancora alcuna decisione. Non ero propensa a tornare a essere una moglie. Tale malasorte mi era toccata col primo marito e mi ripugnava persino il pensarci. Avevo visto che una moglie è trattata con indifferenza; un'amante, con grande passione; una moglie è considerata niente più che una prima cameriera; un'amante è una sovrana; una moglie deve rinunciare a tutto ciò che ha, vedersi sfumare i risparmi personali e rinfacciare persino lo spillatico mentre un'amante avvalora il detto che 'quel che è dell'uomo è suo e suo ancora ciò che le appartiene'. La moglie sopporta mille insulti ed è costretta a restare e tollerare oppure andarsene e rovinarsi; l'amante insultata, invece, sa subito sistemarsi prendendosi un altro."

Daniel Defoe: Lady Roxana
Aldo Garzanti editore, Milano - 1978

traduzione di Giorgio Spina
pag. 124


catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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giovedì 5 novembre 2009

il pericolo delle infezioni alla gola!

AAVV: Alta infedeltà
Il meglio dell'eros italiano a fumetti
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 2007
pag. 69

catalogazione: una delle librerie in soggiorno


il grande Magnus (al secolo Roberto Raviola)


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mercoledì 4 novembre 2009

stimolare le facoltà inventive

"Negli stadi iniziali è difficile che l'invenzione del compositore fluisca liberamente, poiché il controllo dei vari fattori melodici, ritmici e armonici ostacola la concezione spontanea delle idee musicali. È possibile stimolare le facoltà inventive e acquisire la facoltà tecnica facendo moltissimi appunti di proposizioni basate su un'armonia prefissata. Inizialmente tali tentativi saranno forse stentati e goffi, ma con pazienza il coordinamento dei vari elementi diventerà rapidamente più fluido fino a raggiungere una vera scorrevolezza e perfino espressività."

Arnold Schönberg: Elementi di composizione musicale
Edizioni Suvini Zerboni, Milano - 1969
traduzione e prefazione di Giacomo Manzoni
pag. 4

catalogazione: libreria di fronte al divano
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martedì 3 novembre 2009

Barnaby A and Barnaby B

"Once upon a time there was a family named Willoughby: an old-fashioned type of family, with four children.

The eldest was a boy named Timothy; he was twelve. Barnaby and Barnaby were ten-year-old twins. No one could tell them apart, and it was even more confusing because they had the same name; so they were known as Barnaby A and Barnaby B. Most people, including their parents, shortened this to A and B, and many were unaware that the twins even had names.

There was also a girl, a timid, pretty little thing with eyeglasses and bangs. She was the youngest, just six and a half, and her name was Jane.

They lived in a tall, thin house in an ordinary city and they did the kinds of things that children in oldfashioned stories do. They went to school and to the seashore. They had birthday parties. Occasionally they were taken to the circus or the zoo, although they did not care much for either, excepting the elephants. Their father, an impatient and irascible man, went to work at a bank each day, carrying a briefcase and an umbrella even if it was not raining. Their mother, who was indolent and ill-tempered, did not go to work. Wearing a pearl necklace, she grudgingly prepared the meals. Once she read a book but found it distasteful because it contained adjectives. Occasionally she glanced at a magazine. The Willoughby parents frequently forgot that they had children and became quite irritable when they were reminded of it."

Lois Lowry: The Willoughbys
Houghton Mifflin/Walter Lorraine Books, New York - 2008
pagg. 11-12

catalogazione: nessuna, libro "soffiato" alla libreria Anobii di Yuki
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lunedì 2 novembre 2009

una migliore partenza per la vita?

"Il parto in acqua: una migliore partenza per la vita?

Ne abbiamo sentito parlare, lo abbiamo seguito in qualche filmato, ma a molti sembra una stravaganza, una bizzarria, un'usanza che viene da chissà dove. Eppure l'acqua è il principio della vita, come dimostrano le antiche origini dell'essere vivente. E nell'acqua il feto vive e cresce per nove mesi. Niente di più semplice, dunque, e di più fisiologico che iniziare la vita autonoma in questo naturale e primario elemento."


Giuseppe Grimaldi: Il parto dolce
Istituto Geografico De Agostini, Novara - 1989
pagg. 55-56


catalogazione: libreria di fianco al divano

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domenica 1 novembre 2009

cacio c'acitu

"Coniglio dell'argentiere (cacio c'acitu)

Leopardi nella tana del coniglio (Stelio Ricciardi)

Come nella tragedia greca l'atto fatale non avviene mai sulla scena, così nelle ricette dell'immaginario non si vedrà mai l'ingrediente protagonista, esso farà sentire la sua presenza solo attraverso il profumo, il sapore, il ricordo, la forma, la finzione e la fantasia.

Si racconta di un argentiere siciliano che essendo andato in disgrazia aveva difficoltà a mantenere lo stesso tenore di vita del glorioso passato. La moglie, donna intelligente e creativa, risolse il problema con un piatto che spandeva nell'aria uno straordinario profumo di coniglio con lo scopo preciso di colpire le narici dei vicini. L'aria si nobilitava di accattivanti e coniglieschi effluvi che toglievano agli interessati più prossimi il dubbio sulla situazione finanziaria del nostro argentiere. Nell'assolata Trinacria il tenore alimentare ha sempre indicato il livello di benessere della famiglia.

Il coniglio è status symbol elevato e anche se finto rassicura i vicini e assicura la cena inducendo col suo profumo al languore che sa di adescamento."

Mariano Pane: L'immaginario è servito
con versi di Stelio Ricciardi
casa editrice Fausto Fiorentino, Napoli - 1995
pag. 117

catalogazione: libreria davanti al computer
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