Jurgen H. Schultz: Il training autogeno
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano -1982
traduzione di Lucia Cornalba
pagg. 29-30
catalogazione: libreria bianca in soggiorno


"È atroce nutrirsi di pappa per gatti. Prima di tutto perché è pessima. E poi perché dopo ti odi. Ti guardi allo specchio e dici: 'Questo moccioso ha fatto fuori la sbobba dei gatti.' Sai di essere soggiogato da una forza oscura e detestabile che, nel profondo delle viscere, sghignazza a crepapelle.

"Sul finire di quello stesso inverno, nel villaggio di Zardino incominciarono anche a manifestarsi alcuni fatti prodigiosi, o strani, o semplicemente curiosi, che però tutti denotavano in modo inequivocabile --così almeno, dissero le persone esperte -- l'esistenza in paese di una strega. Animali che improvvisamente si ammalavano di mali misteriosi, e stramazzavano a terra; bambini e donne che, dalla sera alla mattina, si ritrovavano senza più voce; segni indecifrabili che apparivano tracciati nella neve in alcuni punti dove questa si era conservata intatta, senza impronte umane e senza tracce di animali attorno: lettere dell'alfabeto scritte rovesciate, messe lì a formare parole misteriose, per chissà quale scopo... Queste cose, ed altre ancora di cui poi si fece cenno nel corso del processo, vennero subito collegate dalle comari con il gran parlare che s'era fatto nelle stalle, in quell'inverno appena trascorso, degli artifici diabolici e stregoneschi con cui Antonia accalappiava i suoi morosi; e non furono soltanto le comari a preoccuparsene ma anche i loro uomini. Si domandarono, in molti: "Come abbiamo potuto non pensarci prima? Avevamo una strega tra di noi, e nemmeno ce ne accorgevamo!"

"L'altro amico di Mario, quello che presto doveva rivelarsi suo nemico, era un certo Enrico Gaia, commesso viaggiatore. In gioventù, per un breve periodo, aveva tentato di fare delle poesie, e s'era trovato allora associato a Mario, ma poi in lui il commesso viaggiatore aveva strangolato il poeta, mentre, nell'inerzia del suo impiego, Mario aveva continuato a vivere di letteratura, cioè di sogni e di favole. Non è un mestiere da dilettante, quello del commesso viaggiatore. Prima di tutto, egli passa la vita lontano dal tavolo, l'unico posto ove si possa fare e versi e prosa; ma poi il commesso viaggiatore corre, viaggia e parla, soprattutto parla fino all'esaurimento."

"Davanti a me vidi un teschio di indio intatto, che i due uccelli dovevano aver dissotterrato. Mi misi a sedere, tenendo il teschio su un ginocchio, e mentre lo contemplavo fumai un'altra sigaretta. Mi chiedevo che tipo d'uomo fosse stato quell'indio scomparso. Me lo immaginavo acquattato sulla spiaggia che scheggiava con attenzione e perizia una pietra per farne una di quelle belle punte di freccia che ora mi cricchiavano e ciangottavano in tasca. Me lo immaginavo, con la bella faccia bruna e gli occhi scuri, i capelli spioventi sulle spalle e il gran mantello di pelle di guanaco stretto intorno alla figura impettita, mentre stava in groppa a un cavallo selvaggio i cui zoccoli non conoscevano ferratura. Fissai lo sguardo nelle orbite vuote e desiderai ardentemente di aver conosciuto l'uomo che aveva prodotto cose belle come quelle punte di freccia. Mi domandai se non dovessi portare quel teschio con me in Inghilterra e metterlo al posto d'onore nel mio studio, circondato dai suoi artistici prodotti. Ma poi mi guardai attorno e scartai l'idea. Il cielo era ormai di un vivido azzurro agonizzante, con ditate di nuvole rosa e verdi, e il vento faceva colare la sabbia in minuscoli rivoletti con un sibilo gentile. Gli strani cespugli dall'aspetto stregonesco scricchiolavano in maniera piacevolmente musicale. Sentivo che all'indio non sarebbe dispiaciuto condividere il luogo dell'estremo riposo con le creature di quella che un tempo era stata la sua terra, i pinguini e gli armadilli. Così scavai una buca nella sabbia, vi misi il teschio e con delicatezza lo coprii. Quando mi rialzai nell'oscurità che stava rapidamente addensandosi, tutto quel luogo mi parve intriso di tristezza, e sentii molto vicina la presenza degli indios scomparsi. Ero quasi convinto che se mi fossi guardato rapidamente alle spalle ne avrei visto uno a cavallo, nero contro il cielo colorato. Scacciai quella sensazione come frutto di pura fantasia, e feci ritorno alla Land Rover."
"Aratov decise che questa volta avrebbe dormito... Ma una nuova sensazione lo invase. Gli parve che qualcuno fosse ritto nel mezzo della stanza, non lontano da lui e di sentirne quasi il respiro. Si voltò e aprì gli occhi... Ma che cosa sarebbe stato possibile vedere in quella impenetrabile oscurità? Si mise a cercare uno zolfanello sul tavolino da notte... e d'un tratto gli parve che una morbida, silenziosa ventata passasse attraverso la stanza, attraverso lui... e la parola 'sono io!' risonò chiaramente alle sue orecchie..."
"Sono felice? mormorò in cuor suo provando un impulso improvviso. Strana domanda. Era un lusso che le sorgesse quel dubbio, ora che non avrebbero dovuto esserci insoddisfazioni di sorta, né materiali né spirituali. Ma lei, che di carattere non guardava al rovescio della medaglia ed era relativamente placida, cominciava a percepire una sorta di inquietudine per l'ingranaggio troppo oliato."
"L'allenamento come situazione piaceva al riformista che c'era in me. Sollevarsi per i capelli è un pensiero rivoluzionario. Crearsi forza lentamente e metodicamente è riformista. Il bodybuilding è la via dei piccoli passi. Corpo e società si costruiscono allo stesso modo: compiendo testardamente e instancabilmente un piccolo sforzo dopo l'altro.
"Purtroppo, con sorpresa di molti, la psicanalisi non fa sì che le persone si comportino meglio; né rende i pazienti moralmente migliori. Anzi può farli diventare più fastidiosi, più polemici, più esigenti, più consapevoli del loro desiderio e meno propensi ad accettare il dominio degli altri. In questo senso è sovversiva, e consente l'emancipazione. Ci sono poche persone che, da vecchie, desidererebbero aver vissuto un'esistenza più virtuosa. Da quello che posso sentire nella mia stanza, le persone preferirebbero avere peccato di più. Preferirebbero anche essersi prese più cura dei loro denti."

"Although lamas and monks would be cremated, the most common way to dispose of the dead in Tibet was to take the corpse to a specially designated area outside the town or village, often at the top of a mountain, chop it into pieces and wait for the vultures and other birds of prey to come and eat it. The final religious rites would be performed by monks and relatives before taking the body away. According to Mahayana Buddhist beliefs, consciousness leaves the body about three days after clinical death. From this moment on the corpse is considered as truly lifeless, its purpose fulfilled. The manner of disposal is considered as a final act of generosity, enabling other animals to be nourished by one's remains."
"Strana storia quella della colpa. Pietro non aveva ancora capito bene come funzionava. Dovunque, a scuola, in Italia, nel resto del mondo, se sbagli, se fai fai qualcosa che non si deve fare, una stronzata insomma, hai colpa e vieni punito. La giustizia dovrebbe funzionare che ognuno paga per le colpe che commette. Però a casa sua le cose non andavano esattamente a questo modo. Pietro l'aveva imparato da piccolo. La colpa, a casa sua, piombava giù dal cielo come un meteorite. Alle volte, spesso, ti cadeva addosso, alle volte, per culo, riuscivi a schivarla. Una lotteria insomma. E dipendeva tutto da come giravano i coglioni a papà. Se era di buon umore, potevi aver fatto una cazzata grande come una casa, e non ti succedeva niente, se invece gli giravano (sempre di più nell'ultimo periodo) anche un incidente aereo nelle Barbados o la caduta del governo nel Congo era colpa tua."


"Andò alla scrivania, dove erano accatastati, in una gran confusione, tabulati, fotografie, appunti e messaggi telefonici. C'era una bottiglia di birra da un litro e una piastrella da pavimento con l'impronta sanguinosa di una scarpa, ambedue chiuse in buste di plastica, con il cartellino che le contraddistingueva come prove. Sparsi qua e là c'erano dieci piccoli vasetti di formalina, ognuno contenente una falange umana tagliata anatomicamente alla seconda giuntura. Quando si ha a che fare con corpi non identificati, decomposti oppure consunti dal fuoco, non è sempre possibile ottenere le impronte digitali con i soliti metodi. Incongruo in mezzo a questa confusione macabra, si vedeva un vasetto di lozione Intensive Care."
La sigaretta
"a Martha Bernays

"C'era un millepiedi e aveva esattamente mille piedi o giù di lì; correva svelto, e la tartaruga l'invidiava. 
"La chiesa, per evitare equivoci, ha ricostruito al computer un volto di Padre Pio senza barba. Ma il risultato era identico a Johnny Dorelli, e per evitare di alimentare un culto di Johnny Dorelli le autorità ecclesiastiche hanno tenuti nascosti i risultati dell'esperimento. Ancora una volta, di fronte alla fede popolare, la chiesa è in difficoltà. Come distinguere la credulità del primo babbeo di passaggio da quella del secondo babbeo di passaggio? E come spiegare che quasi tutti gli avvistamenti sono a tutt'oggi opera di pastorelle, pur essendo la pastorizia estinta da più di un secolo?"
"[...] il problema di avere una superficie su cui scrivere. Quel problema era nato con la scrittura; e l'invenzione dell'alfabeto, mettendo la scrittura alla portata di un maggior numero di persone, lo aveva reso più assillante. Ma non era di così facile soluzione come a qualcuno potrebbe sembrare. Scrivere, va bene; ma dove? E sino dai primi tempi, e per un pezzo, gli uomini continuarono a scrivere un po' dappertutto: sui muri, sulle tavole di legno, sulle porte, sulla pelle di vari animali, soprattutto cartapecora e cuoio, ma anche pelle di rettili e di cani, sulle foglie, sulle bucce dei frutti, su tessuti di seta o di lino, su lamine di piombo.
"Or, la vie est le plus grand de tous les romanciers, mais c'est un romancier inimitable. On ne peut prendre les pages qu'elle écrit si magnifiquement et les démarquer. Ce qui est remarquable chez elle, c'est qu'elle ne nous livre jamais du travail tout fait. Tel épisode de la vie réelle, transféré sans modifications dans un roman, peut paraître absolument faux; c'est là un fait qui n'a jamais suffisement retenu l'attention des hommes du métier et qui, pour ma part, ne cessera jamais de me surprendre, car il semble illogique."
"D. Lei usa la parola schizofrenico. Ha per lei un qualche significato o validità?
"337. Com'è necessario al pittore sapere la notomia.




