"Una delle ultime sere di attesa mi sorpresi a pregare. No, non era una preghiera fatta nelle debite forme; ero cresciuto alla luce demistificatrice di un ateismo militante e quasi religioso nella sua incessante crociata contro Dio e quindi non conoscevo nessuna preghiera. No, era piuttosto una sorta di supplica confusa e dilettantesca il cui destinatario restava ignoto... Eppure, tutto quel beffeggiare non soffocò il vago sussurro interiore che avevo colto nel mio profondo."
Andrei Makine: Il testamento franceseEinaudi, Torino - 2008
traduzione di Laura Frausin Guarino
pag. 255
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