"The acronym (a word formed from the initials of more than one word) SVOMPT stands for Subject-Verb-Object-Manner-Place-Time, which is the most usual order for a simple sentence or an independent clause. Students will notice that native speakers do not always follow this order strictly. They should know, however, that when they are in doubt about the place of these elements in a sentence, if they follow this simple rule, they will not make a mistake."
"Una minestra andrà bene, no, Helen? mi chiese. È una giornata troppo triste per mettersi a cucinare. Il tintinnio attutito ma costante del cucchiaio contro l'interno della pentola ricordava un cupo segnale di sofferenza."
Paula Fox: Il dio degli incubi Fazi editore, Roma - 2009 traduzione di Gioia Guerzoni pag. 16
"Il pesce d'acqua dolce, compreso lo storione per alcune aree geografiche (Arno e Po) era 'programmabile', il pesce d'acqua di mare era sempre 'casuale', anche quando la stagione lo rendeva relativamente frequente. Il cuoco del 'signore' e quello della taverna erano legati alla programmazione imposta dal venerdì, dal sabato, dall'avvento e dalla quaresima, ma non potevano 'prevedere' la cattura del pesce di mare di qualità, degno del signore; potevano invece prevedere la fornitura di un pesce d'acqua dolce.
Il caso dei gamberi è esemplare. Se l'Adriatico o il Baltico permettevano la pesca dello scampo (che non a caso si chiama Nephros norvegicus), gli strumenti a disposizione non raggiungevano l'habitat dei gamberi e tanto meno degli scampi del Tirreno (che abitano oltre i 200 e più metri di fondo). Questo tipo di pesca si è reso possibile grazie all'acciaio, al nylon ed alla trazione meccanica: i primi scampi del Tirreno sono stati scoperti nel 1925. I primi gamberi rossi furono pescati nel 1930. I gamberi di fiume erano invece pescabili con le mani nei fiumi e nei torrenti ed erano i gamberi raffigurati nei vari tacuina sanitatis del Medioevo, tant'è che si chiamano scientificamente gamberi; quelli di mare appartengono ad altre famiglie ed hanno altri nomi, salvo uno, l'astice o longobardo o lubrigante oppure homard, insomma l'Homarus gammarus."
"Una sera come d'uso Tre fanciulle erano al fuso. «Se mai fossi una regina, — Dice l'una sorellina, — Vorrei al mondo tutto quanto Preparare un grande pranzo». «Se mai fossi una regina, — Dice l'altra sorellina, — Sopra il mondo tutto quanto Vorrei tessere un gran manto». Fa la terza sorellina, — Vorrei tanto allo zar caro Un figliolo eroe figliare»."
"Три девицы под окном Пряли поздно вечерком. «Кабы я была царица, -Говорит одна девица, - То на весь крещеный мир Приготовила б я пир». «Кабы я была царица, - Говорит ее сестрица, - То на весь бы мир одна Наткала я полотна». «Кабы я была царица, - Третья молвила сестрица, - Я б для батюшки-царя Родила богатыря»."
Aleksàndr Puškin: Teatro e favole con tre capitoli su Puškin di Angelo M. Ripellino traduzione di Tommaso Landolfi Giulio Einaudi editore, Torino - 1961 pag. 283
"O Sorrow, wilt thou live with me No casual mistress, but a wife, My bosom-friend and half of life; As I confess it needs must be;
O Sorrow, wilt thou rule my blood, Be sometimes lovely like a bride, And put thy harsher moods aside, If thou wilt have me wise and good.
My centred passion cannot move, Nor will it lessen from to-day; But I'll have leave at times to play As with the creature of my love;
And set thee forth, for thou art mine, With so much hope for years to come, That, howsoe'er I know thee, some Could hardly tell what name were thine.
Pena, se vuoi vivere con me, Non amante occasionale, ma consorte, Intima amica e metà della mia vita - E confesso che deve essere così;
Pena, se vuoi dominare il mio sangue, Sii a volte attraente come sposa E deponi i tuoi umori più scortesi Se vuoi ch'io sia saggio e virtuoso.
La mia passione è salda e non mi lascia, Né da oggi potrà venir meno, Ma mi sia talvolta consentito Di giocare con te, nata dal mio amore
E, poiché tu se mia, manifestarti Con tale speranza per gli anni venturi Che, per quanto io ti conosca, altri a stento Possano dire quale fosse il tuo nome."
Alfred Tennyson: In Memoriam Giulio Einaudi editore, Torino - 1975 traduzione di Cesare Dapino pagg. 82-83
"Se lo invitate a cena a casa vostra, lasciate perdere le apparecchiature coordinate di Laura Ashley e il clima 'Nido d'Amore', ma ripiegate su un sano casual da single.
Fategli pure lo Stracotto Alla Bella Otero (con relativi tre giorni di preparazione), ma fatelo passare per Quello Che Avevo In Casa.Non Doris Day che invita a cena John Wayne, ma Montgomery Clift che fa una bistecca a Marlon Brando (pare sia stato un successo).
Insomma, è chiaro il quadro?
Se siete bravi, è probabile che, nel giro di poco tempo, sia assolutamente conquistato e sarà lui a proporre di restare a casa a chiacchierare."
Giovanni Lombardo Radice: Bello e impossibile - Come conquistare un eterosessuale e vivere felici Arnoldo Mondadori Editore, Milano - 1997 pag. 46
"È un posto pieno di aspettative e di dubbi, la stazione Termini. E in me, sotto quell'onda di cemento armato, tra tante nervose valigie, si fa più forte il sospetto che i miei giorni possano contenere ancora qualche sorpresa, che non debba per forza rimanere fermo e dignitoso a lasciarmi ricoprire i piedi dall'ultima gelida sabbia che sfugge alla mia clessidra. È una fregatura, la dignità, come la saggezza, io lo so bene. Vuol dire stare zitti e buoni in un angoletto, accettando ogni torto, ogni ingiuria, e tenere ben pulita la dentiera."
Marco Lodoli: I principianti [da: I fannulloni] Giulio Einaudi editore, Torino - 1994 pag. 230
"Una delle ultime sere di attesa mi sorpresi a pregare. No, non era una preghiera fatta nelle debite forme; ero cresciuto alla luce demistificatrice di un ateismo militante e quasi religioso nella sua incessante crociata contro Dio e quindi non conoscevo nessuna preghiera. No, era piuttosto una sorta di supplica confusa e dilettantesca il cui destinatario restava ignoto... Eppure, tutto quel beffeggiare non soffocò il vago sussurro interiore che avevo colto nel mio profondo." Andrei Makine: Il testamento francese
Einaudi, Torino - 2008 traduzione di Laura Frausin Guarino pag. 255
"Lode allora alla frutta, comprata 'mai sul principio de' tempi loro...' ma 'su la metà de la stagione, quando si vendono a peso per ogni cantone e allora serviranno comodamente per companatico: non si proibisce però, in qualsivoglia tempo, per non alterare l'amicizia, il mangiare in quantità e l'empirne anco il fazzoletto in conversazione nella vigna di un amico'. E soprattutto largo al digiuno e lode alle insalate, purché selvatiche e raccolte nei campi...'"
"«Non trovi che la tua bicicletta somigli a una bella ragazza?» dissi un giorno a Gino Bartali, che è mio conterraneo, visto che entrambi siamo nati sulle rive dell'Arno, il fiume divino che trapassa il cuore di Firenze come una freccia scagliata al rallentatore. «Non ti sembra una giovane fiorentina?»
«Troppo magra per i miei gusti» rispose Gino, carezzando distrattamente con una mano il cuoio morbido della sella.
«Voglio dire che somiglia a una giovane fiorentina nel modo di essere. Sarà pure una ragazza un po' troppo magra, come dici tu, ma è spiritosa, ed è sveglia. Non è vero, Gino, che è sveglia?»
«Sì che lo è,» rispose Gino Bartali «ma non sempre. Io la preferisco quando non è troppo intelligente, e non ha la pretesa di darmi dei consigli. Mi piace di più quando è malleabile, quando non vuole fare di testa sua e prendermi la mano, come tutte le belle donne. Se fosse un po' più stupida le vorrei piuù bene, ecco».
«Perché vorresti che la tua bicicletta fosse un po' più stupida? Guarda quella di Coppi. È molto intelligente. E si vede».
«Certo, si vede» replicò Gino Bartali con un sorriso sprezzante. «Si vede che è molto, molto intelligente, come dici tu. Se non fosse così intelligente, Fausto sarebbe tornato a fare il salumiere da un pezzo»."
Curzio Malaparte: Coppi e Bartali Adelphi edizioni, Milano - 2009 pagg. 15-16
"Io credo che la parola 'vergine' o 'parthenos', parola probabilmente scelta dalle stesse divinità femminili per indicare se stesse, abbia altri significati. Credo che le Dee vergini siano quelle divinità che appartengono solo a se stesse, che non sono mai state sottomesse né da un Dio né da un uomo, che sono capaci di amare senza nulla concedere della propria dignità e della propria libertà. Così che vergini sono anche le sacerdotesse che si prostituiscono, nei templi, incarnando le Dee nei loro rapporti sessuali con uomini vivi ma, al pari di esse, senza dipendere da alcuno sposo.
Dunque, non ci converrà più indicare, con il temine di parthenos, la fanciulla che è ancora contraddistinta dall'integrità anatomica, bensì colei capace di disporre della propria persona secondo i concetti fondamentalidi dignità e di libertà: libertà di rifiutare i rapporti intimi; libertà di accettarli; libertà di appartenere a se stessa, senza possibilità di essere costretta né a mantenere la castità, né a concedersi a un amplesso non desiderato. Voi conoscete molte di queste donne: che non si concedono a voi, ma al loro proprio istinto; che non dipendono da voi, né si aggrappano a voi, dopo il rapporto. Padrone di se stesse. Vergini."
Carlo Flamigni: Figli dell'acqua, figli del fuoco - Racconti di medicina della riproduzione edizioni Pendragon, Bologna - 1996 pag. 94
"In molti campi c'è la possibilità di influenzare per contagio comunicando per esempio il sonno o lo sbadiglio; così anche il ritmo può essere comunicato. Nel combattimento tra eserciti, quando il nemico è in stato di agitazione e mostra segni di impazienza, offrirgli l'immagine di completa rilassatezza, come se nulla potesse interessarti. Quando ritieni di averlo contagiato, potrai mirare alla vittoria attaccandolo repentinamente con lo spirito del Vuoto. Nel singolo combattimento puoi vincere mostrandoti rilassato nel corpo e nello spirito e cogliendo il momento in cui l'avversario si rilassa per contagio per attaccare forte e veloce, mirando alla vittoria." Miyamoto Musashi: Il libro dei cinque anelli Oscar Mondadori, Milano - 2006 traduzione di Cesare Barioli pag. 105
"Ma vediamo alcuni numeri: l’India ha 200 milioni di giovani fra i 15 e i 24 anni, con 2 milioni di laureati l’anno. Ha il 97% degli imprenditori che ha fiducia nel futuro e il 22% della popolazione che vive livelli di povertà indicibili (la casta degli intoccabili). In questo paese il 43% dei bambini non riceve le vaccinazioni previste dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), 260 milioni di persone sopravvivono con meno di mezzo dollaro al giorno, il 40% dei bambini è denutrito e 30 milioni di ragazzi e bambini lavorano illegalmente.
E ancora, l’età media del Top Management è di 27 anni e più del 20% dei politici ha una fedina penale da vergogna. Ne emerge un’analisi socio-culturale dove spiritualità, fatalismo e furore primitivo si fondono nell’India sfavillante che ha già un ruolo da protagonista nell’Economia e nella Politica Mondiale. E come dice un proverbio indiano: qualunque cosa tu dica dell’India, è sempre vero anche il suo contrario. Ma forse si potrebbe dire la stessa cosa anche dell’Italia di Oggi."
"- Sono Daniela Garnero Santanchè, ho un'anima, un cuore e plasmo gli eventi in sintonia con la mia personalità -. Ha sempre voluto essere come quelle donne di cui parlava Camilla Cederna, 'le signore che Irving Penn fa posare su Harper's Bazaar o su Vogue, quelle che danno il nome a una rosa, che sono forse cleptomani ma possiedono collane così belle che gli agenti le seguono ai balli, che si comprano da Dior perfino le calze, che hanno bambini bilingui a due anni e che, se sono in lutto, si guarniscono soltanto con brillanti e perle nere (perle grigie se la morta è una cugina)."
Gian Antonio Stella: Chic - Viaggio tra gli Italiani che hanno fatto i soldi
"Questa M.lle Vàrenka non soltanto non era più nella prima giovinezza, ma era in un certo senso un essere senza giovinezza: le si potevano dare diciannove come trent'anni. Se si esaminavano i suoi tratti, nonostante il colore malaticcio del viso, era piuttosto bella che brutta. Sarebbe stata anche ben fatta, se non avesse avuto un corpo troppo secco e una testa sproporzionata per la sua media statura; ma non doveva essere attraente per gli uomini. Assomigliava a un magnifico fiore, ancor pieno di petali ma già sfiorito, senza profumo. Oltre a ciò, essa non poteva essere attraente per gli uomini anche perché le mancava ciò che era persino troppo in Kitty: un fuoco contenuto di vita, e la consapevolezza di essere attraente."
Lev N. Tolstoj: Anna Karenina Garzanti editore, Milano - 1965 traduzione di Pietro Zveteremich pag. 219
"Curran lavora agli accadimenti della propria vita, lascia che essi si addensino nel pulviscolo della memoria in cui piccole particelle prendono a brillare di luce incerta, poi sempre più viva; sospese sulle altre esse si ricompongono in una sorta di realtà adiacente, questa non finita, fluida, procede su tragitti di mistero, corrispondenze arcane, riaffiora insistente nella valenza simbolica dei suoi segni, reclama il proprio essere nella materia sonora che ne decripta, nel suo svolgersi analogico, il senso nascosto. Infinitizzazione del reale: o delle possibilità di 'vedere l'universo in un grano di sabbia'; visione ineffabile che si origina da particolari elementari: essi fluttuano in spazi rarefatti d'inconscio, proiettando tutt'attorno un'aura di immobile perfezione che illumina vaste zone d'ombra di cui è dato ora scorgere lo spessore vertiginoso. Questo semplicemente lasciando che i suoni scaturiscano come anima vibrante da singoli oggetti, eventi anche, osservandone con innocenza la 'stranezza' acustica nella sua quiddità, pure senza trasformarsi in osservatore astratto del mondo, piuttosto divenendo parte che vibri in simpatia con il resto, giacché il processo sonoro diviene compendio simbolico della propria vita."
Fault (musique concrete with percussion, 1996; William Winant, 2:08)
Gaetano e Tomangelo Cappelli: Minimal, trance music e elettronica incolta Concerto editore, Viterbo - 1982 pagg. 61-62
"Se a questo punto qualcuno volesse obiettare che una frase come «questa è erba» non implica alcuna azione, la mia risposta sarebbe che se è vero che non indica alcuna azione, il fatto che io la pronunci è un'azione. Infatti l'azione sottintesa dietro tale frase consiste appunto nel comunicarla a un'altra persona. Ci si può facilmente rendere conto di ciò nel caso di un bambino che esclama «guarda!», poiché questo significa che noi siamo appunto invitati a guardare; e l'esclamazione più elaborata che può eventualmente far seguito: «un fiore!», ha lo stesso identico significato: che noi dobbiamo unirci a lui nella contemplazione di quel fiore."
Bruno Bettelheim: La fortezza vuota Aldo Garzanti Editore, Milano - 1979 traduzione dall'inglese di Anna Maria Pandolfi pag. 65
"Supponiamo di voler spiegare a qualcuno la differenza che esiste fra il sapore del vino bianco e quello del vino rosso; potrebbe sembrare una cosa semplicissima. La differenza ci è ben nota; perché dunque non dovrebbe essere altrettanto semplice spiegarla a qualcun altro? Eppure è difficilissimo rendere in parole questa differenza di gusto. E, con tutta probabilità si finirebbe per dire: 'Guarda, non riesco a spiegartelo. Bevi del vino rosso e poi del vino bianco e capirai da solo qual è la differenza.' Non incontriamo difficoltà nel trovare le parole adatte a spiegare l'ingranaggio più complicato, eppure esse sembrano inutili a descrivere una semplice esperienza del senso del gusto."
Erich Fromm: Il linguaggio dimenticato Aldo Garzanti editore, Milano - 1973 traduzione di Graziella Brianzoni pag. 15
" Poi che null'altro che vacuo vento ci resta d'ogni cosa ch'esiste, Poi che difetto e sconfitta colgono al fine ogni cosa, Considera bene: ogni cosa che è, è in realtà nulla; Medita bene: ogni cosa ch'è nulla, è in realtà tutto."
Omar Khayyâm: Quartine Giulio Einaudi editore, Torino - 1997 traduzione di Alessandro Bausani pag. 13
"È oggi che si decide cosa sarà il mondo nel 2050 e si prepara quello che sarà nel 2100. A seconda di come ci comporteremo, i nostri figli e i nostri nipoti abiteranno un mondo vivibile o passeranno un inferno, odiandoci a morte. Per lasciar loro un pianeta abitabile, dobbiamo prenderci la briga di pensare al futuro, di capire da dove viene e come agire su di esso. È possibile: la Storia obbedisce a leggi che permettono di prevederla e indirizzarla. La situazione è semplice: le forze del mercato controllano il pianeta. Ultima espressione del trionfo dell'individualismo, questo mercato trionfante del denaro spiega il grosso dei più recenti sussulti della Storia: per accelerarla, negarla, dominarla.
Se questa evoluzione andrà a termine, il denaro porrà fine a tutto ciò che possa nuocergli, compresi gli Stati, che distruggerà a poco a poco, persino gli Stati Uniti d'America. Diventato l'unica legge del mondo, darà vita a quello che chiamerò 'iperimpero', inafferrabile e planetario, creatore di ricchezze commerciali e di nuove alienazioni, di estreme fortune e di estreme miserie.
La natura sarà sistematicamente depredata, e tutto diverrà privato, compreso l'esercito, le forze di polizia e la giustizia. L'essere umano sarà allora bardato di protesi, prima di diventare lui stesso un artefatto, venduto in serie a consumatori diventati a loro volta artefatti. Poi l'uomo, divenuto ormai inutile alle proprie creazioni, scomparirà."
"Quando il mare diventò una lastra nera su cui si specchiavano le stelle, ci staccammo in silenzio dalla banchina sgusciando fra le altre imbarcazioni senza dare nell’occhio. Altre barche si allontanavano silenziose e discrete nello stesso modo, molte con le vele nere. Ci scambiammo fugaci cenni di saluto.
Arrivati al faro, Tredita coprì e scoprì alternativamente il fanale nel segnale convenuto; quindi, usciti in mare aperto, spegnemmo ogni luce a bordo e voltammo la prua verso settentrione costeggiando la costa orientale dell’isola.
In lontananza si intravedeva la terraferma, suolo pirata e ostile: allontanarsi troppo dalle rive significava affidarsi all’azzardo del destino.
Altre volte avevamo tentato veloci sortite lungo le scogliere ricche di pesce delle insenature e delle piccole baie che si aprivano, inospitali e disabitate, da una parte e dall’altra del Canale di Saiquaton. Ne conoscevamo bene le insidie, con i barbareschi sempre appostati in attesa dei pescatori più imprudenti. Spesso le cale tranquille erano state teatro di feroci scaramucce.
Il vento era favorevole: non alzava il mare, lasciandolo piatto e liscio come una tavola, e nello stesso tempo spingeva di poppa la feluca.
Quasi tutta la notte trascorse così."
accompagnamento musicale: Fabrizio de André "Crueza de Ma"
Leonilde Bartarelli: Il fiore degli abissi
Edizioni Montag, Tolentino - 2009
pag. 40
catalogazione: nessuna, brano gentilmente offerto dall'autrice
"Straordinario come tutte queste dame ricche arrivano a Parigi e si trovano tutte un bello studio. Un po' di talento e la borsa piena. Se piove è una buona occasione per mostrare l'impermeabile nuovo, di marca. Mangiare è niente: a volte sono talmente occupate a ciacolare che si scordano il pranzo. Un panino, un biscottino, al Café de la Paix o al bar del Ritz. 'Riservato alle figlie della nobiltà', ecco cosa è scritto al vecchio studio di Puvis de Chavannes. Passato di lì per caso l'altro giorno. Ricche stronze americane con la cassetta dei colori in spalla. Un po' di talento e la borsa piena."
Henry Miller: Tropico del cancro Mondadori editore, Milano - 1996 traduzione di Luciano Bianciardi pag. 36
"Generally young people who had to be disciplined for failing to fetch firewood, or failing to milk the animals or work in the gardens were singled out by the elders. But they were not reprimanded directly; the elders would report the child to his mother and she would have to call him to order. If the mother resisted the disciplining of her child she could be driven out of the village, and kept out for some time, even for months. I can remember this happening in our family. I had neglected our animals one day but notwithstanding that my mother gave me food that evening. My mother was considered far too protective towards a boy who had done no work and we had both to spend three days out of the village, my brothers were left alone and our gardens untended. This was an admonition that could not be taken lightly. In our custom this is not really a harshness directed against the women, but an insistence that women are the custodians of the children, and their educators: if the children misbehaved it was their mother who had to be shown the error of her ways."
Oginga Odinga: Not yet Uhuru East African Educational Publishers, Nairobi - 1995 pag. 11
"C'era la cugina Iris di Philadelphia. Infermiera. La cugina Isabel di Des Moines. Proprietaria di un negozio di fiori. La cugina Flora di Winnipeg, maestra; la cugina Winifred di Edmonton, ragioniera. Le signorine, le chiamavano. Zitelle era troppo restrittivo, non sarebbe bastato a definirle. Avevano petti poderosi e allarmanti - una massa unica, corazzata - e pance e didietro pieni e imbustati come quelli di ogni donna sposata. Al tempo pareva che, per un corpo femminile, dotato di una qualunque ambizione esistenziale, la tendenza giusta fosse lievitare e rimpannucciarsi fino al raggiungimento di una buona taglia cinquanta; poi, a seconda delle mire e del ceto, quel corpo poteva afflosciarsi in un budino tremulo e foderarsi di vestiti pallidi in tessuto fantasia e grembiuli umidi, o lasciarsi inguainare in stampi le cui curve immobili e le cui linee audaci non avevano alcuna pretesa di sensualità, e parecchie invece in fatto di diritti e di potere. Mia madre e le sue cugine appartenevano alla seconda delle due categorie. Portavano busti allacciati di lato da decine di ganci e occhielli, calze che sibilavano ogni volta che, accavallando le gambe, facevano frizione, abiti da pomeriggio in jersey di seta (quelli di mia madre, smessi da una delle cugine), cipria (tinta rachel), fard compatto, acqua di colonia, pettini in tartaruga o imitazione-tartaruga tra i capelli. Senza questo armamentario non erano nemmeno immaginabili, se non quando si fasciavano fino al mento in vestaglie di raso imbottito. Per mia madre non era facile mantenere quello stile: ci voleva ingegno, perseveranza, disciplina ferrea. Per il plauso di chi? Suo."
"Perché l'aspetto che più turba del legame maschile nei primati consiste in questo: esso agisce soltanto quando arriva il leopardo. E se è rimuneratore per tutta la coorte maschile, lo è particolarmente per il capo, il quale sa come l'arrivo del leopardo sia il segnale grazie al quale tutti i rivali cessano di sfidarlo, tutti i subordinati ribelli si rimettono in riga, e l'intera forza del branco è assoggettata alla sua volontà. Il maschio alfa dei babbuini assapora questa sensazione inebriante soltanto all'avvicinarsi di un nemico reale, ma un alfa di homo sapiens che sia sufficientemente ingegnoso può inventare il leopardo ad hoc. Per ripetere la definizione di Lionel Tiger: 'I maschi si alleano nei termini o di un preesistente oggetto di aggressione, o di un oggetto inventato'. (Il corsivo è mio).
L'intera faccenda della politica e del governo, così come i maschi svolgono tale attività, è imperniata intorno al processo consistente nell'identificare o inventare il tipo di leopardo capace di unire il maggior numero possibile di uomini mediante il legame più saldo possibile."
Elaine Morgan: L'origine della donna Giulio Einaudi editore, Torino - 1974 traduzione di Bruno Oddera pag. 183
"Dopo trent'anni si erano fatti la dichiarazione di disamore, cioè che nessuno dei due sopportava più l'odore dell'altro, il pulviscolo che ciascuno emanava camminando per casa..."
Paolo Tebaldi: La discarica edizioni e/o, Roma - 2002 pag. 11
"—Esto se ha debido hacer desde hace mucho tiempo—dijo la mujer—. Siempre es mejor entenderse directamente.
—Nunca es demasiado tarde—dijo el coronel, pendiente de la gotera—. puede ser que todo esté resuelto cuando se cumpla la hipoteca de la casa.
—Faltan dos años—dijo la mujer.
Él encendió la lámpara para localizar la gotera en la sala. Puso debajo el tarro del gallo y regresó al dormitorio perseguido por el ruido metálico del agua en la lata vacía.
—Es posible que por el interés de ganarse la plata lo resuelvan antes de enero—dijo, y se convenció a sí mismo—. Para entonces Agustín habrá cumplido su año y podremos ir al cine."
Gabriel García Márquez: El coronel no tiene quien le escriba colección Austral, Madrid - 1990 pagg. 92-93
"Io non voglio una donna soltanto da letto; né una soltanto splendida, e quando l'hai fatta vedere in giro tutto finisce lì e poi a che cos'altro serve, visto che è muta; né una trascurata che ciabatti in cucina; né una matta per i figli che badi soltanto a loro; né una intellettuale attaccabottoni; né una che vuole il suo mestiere e vivere la sua vita. Cerco una ragazza serena e di buonsenso; 'È preparata?' chiedeva una certa suocera. Non si pretendono delle doti eccezionali. Che sia carina; e di buon gusto: è una virtù che si ha o non si ha; e quando una la possiede si manifesta in tutto, nel vestire, nel camminare, nel muoversi, nel pettinarsi, mangiare, nel tratto, nella linea; e nel parlare, soprattutto. Che abbia 'una certa cultura', nel senso che sappia almeno l'italiano e 'qualche cosetta' in più per seguire i bambini, che poveretti, quante volte, tutto quel che imparano dalla madre è la confusione fra il condizionale e il congiuntivo. Che non spenda come una pazza. Che sappia tenere una casa e farla andare avanti senza sbalzi, sappia imporsi alla cameriera con calma, sappia affrontare l'entrata degli ospiti senza l'angoscia, sappia inserire una ferma coerenza fra le altre virtù materne. Non credo di richiedere tanto."
“Si chiede quando sbocceranno i tulipani. Era un preciso desiderio di sua madre avere dei tulipani sulla tomba: e aveva anche confidato a Suraya il motivo della sua preferenza, ma sembra che la figlia l’abbia completamente dimenticato. Ha piantato tutti i bulbi tranne uno in file perfette, perché sua madre soleva dire che solo Allah è perfetto, quindi quando eseguiamo un compito, dovremmo tenerne conto e introdurre una piccola imperfezione nell’oggetto che creiamo. ‘L’imperatore Shah Jahan si assicurò che ci fosse un’imperfezione nella struttura del Taj Mahal: i minareti pendono di tre gradi’, diceva sua madre.”
Nadeem Aslam: Mappe per amanti smarriti Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 2004 traduzione di Delfina Vezzoli pag. 160
"Non sono così accecato dal mio orgoglio nazionalistico da non vedere quali svantaggi ci siano derivati dal non aver potuto partecipare alla rivoluzione protestante: nel complesso, si potrebbe dire che questo ci è costato restare quasi quattro secoli fuori dal grande dibattito culturale moderno."
Alberto Asor Rosa: L'ultimo paradosso Einaudi Editore, Torino - 1985 pag. 162
"L'indomani mattina, come avevamo deciso il giorno prima, andai in avanscoperta a Yong Jing, capoluogo del distretto, dove avrei sondato le possibilità che offriva il reparto di ginecologia dell'ospedale.
Yong Jing, come sicuramente ricorderete, è quel paese così piccolo che quando alla mensa del comune preparano il manzo con le cipolle l'intero paese ne sente l'odore. Su una collina, dietro il campo di pallacanestro del liceo dove avevamo assistito alle proiezioni all'aperto, si trovavano i due edifici del piccolo ospedale. Il primo, riservato alle consultazioni esterne, era ai piedi della collina; su una grande parete dell'atrio campeggiava un immenso ritratto del presidente Mao in uniforme, nell'atto di agitare la mano verso la folla di malati che facevano la fila, tra i quali molti bambini che strillavano e piangevano. Il secondo, situato in cima alla collina, era un edificio a tre piani, senza balconi, di mattoni imbiancati a calce, e serviva unicamente ai ricoveri."
Dai Sije: Balzac e la Piccola Sarta cinese Adelphi edizioni, Milano - 2001 traduzione di Ena Marchi pag. 157
catalogazione: nessuna, libro scoperto a casa di Raffaela, la vicina alla quale sto facendo da cat-sitter
"Negli anni sessanta mancò completamente a Ponza una direzione dell'amministrazione comunale capace di programmare, per quanto era di sua competenza, un sano e ordinato sviluppo turistico; così come mancarono la capacità e la volontà politica di aprire con lo stato italiano una sorta di 'vertenza' per ottenere - anche a parziale indennizzo dei danni subiti a causa del domicilio coatto e del confino - il finanziamento delle opere pubbliche assolutamente necessarie per tutelare il diritto alla vita di una comunità civile in condizioni così particolari come quelle isolane."
Silverio Corvisieri: All'isola di Ponza - Regno Borbonico e Italia nella storia di un'isola Il mare Libreria Internazionale, Roma - 1985 pag. 345