"— Ma sono umanoidi? — chiese Donna Isabella.
— Su questo non c'è dubbio. A una distanza di cento metri è difficile distinguerli da un terrestre.
— E ho sentito dire che sono, in un certo senso, artisti — insisté Donna Isabella. — È proprio vero? Voglio dire, capiscono il processo creativo, la sublimazione dei fatti in simboli e l'uso dei simboli per suggerire delle emozioni?
— Perfettamente, benché anche in questo ci sia una grande differenza da tribù a tribù; infatti una delle caratteristiche più curiose della vita su Zade è l'assenza più assoluta di scambi culturali. Ogni tribù è sufficiente a se stessa, e si interessa ai vicini molto raramente, e solo per procurarsi degli schiavi.
Donna Isabella si accigliò.
— Voi pensate dunque che dando delle rappresentazioni per gli abitanti di Zade potremo trovarci in pericolo?"
Jack Vance: L'opera dello spazio
Arnoldo Mondadori editore, Milano - 1983
traduzione di Enrica La Viola
pag. 81
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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