"Nel desiderio dell'altro è infatti segretamente custodita la possibilità per il mio corpo di trascendersi. Allora il corpo si fa carne, ma non con la freddezza di chi si sta appropriando della carne dell'altro, ma con l'esitazione di chi sente la sua identità in pericolo. Se trascendersi è valicare la propria solitudine, non mi è dato di sapere ciò che sarò nella carne dell'altro, ma certamente non sarò più ciò che sono. La mia identità in pericolo rende il mio corpo esitante, maldestro, insicuro, non per imperizia ma per la vertigine che accompagna la scoperta di quegli aspetti di me che solo l'altro può svelarmi. Nella mia esitazione c'è il dramma di ogni trascendenza che consiste nel sapere qualcosa di sé per dono dell'altro."
Umberto Galimberti: Il corpo
Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano - 1998
pag. 128
catalogazione: una delle librerie in soggiorno
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