"Se si ha l'amore in corpo, non serve giocare a flipper. L'amore esige una tensione tale che non c'è più bisogno di rivaleggiare con una macchina, con la quale del resto non si può che perdere. C'è una donna immobile sotto la pioggia, segno che il suo amante l'ha lasciata. Lei non ce l'ha fatta, ecco il punto, a legarlo a sé. L'amore costa fatica, proprio vero. Si è liberi soltanto nelle limitazioni. E non c'è cosa più terrificante dell'aver paura del terrore. Detto altrimenti: essere lasciati non ti fa piombare nella solitudine come quando si è presi dall'angoscia che sta finendo; perché quell'angoscia evoca un clima in cui tu hai addosso l'angoscia del terrore. Sarebbe bello smonatre la cosa nei suoi particolari, e poi rimontarla come prima. Bisogna sempre partire dalla situazione in cui si è. Non aver utopie è già un'utopia. Sognare un amore vero è proprio un bel sogno, ma le stanze hanno sempre quattro pareti, le strade sono quasi tutte asfaltate e per respirare c'è bisogno dell'ossigeno. Già - la macchina è il frutto perfetto della mente. Io ho deciso di ricominciare a giocare al flipper, e lascio vincer l'aggeggio, che importa, alla fine sono io che vinco."
Rainer Werner Fassbinder: I film liberano la testa
Ubulibri, Milano - 1992
traduzione di Roberto Menin
quarta di copertina
catalogazione: libreria londinese della Titta
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