giovedì 11 dicembre 2008

morte di una macchina

"Il colpo partì, così secco e brutale che a Grange, steso contro il cannone, parve di sentire l'impatto ammaccargli la spalla.Un cupo singhiozzo scosse la macchina, che vomitò di colpo dall'arma una rosa di lunghi filamenti di carta, simili a serpentelli, poi il cofano deviò verso la banchina di destra, andando giù a capofitto, e, sbandando senza tuttavia ribaltarsi, s'immobilizzò definitivamente contro il ceduo.

«Béccati questo!» ringhiò Gourcuff, a denti stretti, e con il crepitio sussultante, furibondo, d'una motocicletta che parte in un garage angusto, svuotò sul relitto mezzo caricatore.


Nel cerchio del binocolo, dietro il parabrezza in briciole, il sedile pareva vuoto, ma i rami che spuntavano dal ceduo impedivano di vederlo distintamente. Una delle ruote anteriori era forata. Del resto, già la prima occhiata fugava ogni dubbio: la macchina era morta come può essere morto un uomo, già sposata alle erbacce, cancellata, consunta da un pallido scolorimento, dato probabilmente dalla polvere del parabrezza in frantumi; pareva avvolta nelle ragnatele. "


Julien Gracq: Una finestra sul bosco
Serra e Riva editori, Milano - 1990

traduzione di Giuseppe Lucchesi
pagg. 160-161


catalogazione: libreria dietro il computer

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