ATTO I - SCENA VI ***
Intendente (con voce incerta) Noi... noi ti cercavamo, Cesare.
Caligola (secco e deciso) Lo vedo.
Intendente Noi... cioè...
Caligola (duro) Che volete?
Intendente. Eravamo preoccupati, Cesare.
Caligola (furioso, andandogli incontro) Con che diritto?
Intendente Beh, insomma...
(Colto da improvvisa ispirazione, tutto d'un fiato) Sì, tutto sommato, sai che ci sono da sistemare certi problemi che riguardano le finanze pubbliche, il Tesoro.
Caligola (scoppiando a ridere) Il Tesoro? Ma certo, è vero, il Tesoro! È d'importanza capitale il Tesoro!
Intendente (soddisfatto) Ma certo Cesare, certo.
Caligola (continuando a ridere, a Cesania sua quarta moglie) Non è vero, cara? Non è vero che il Tesoro è fondamentale?
Cesonia (dolcemente) No, Caligola. Non fino a questo punto.
Caligola Non capisci niente. Il Tesoro è di un interesse estremo. È tutto così importante: le finanze, la morale pubblica, la politica estera, le spese militari, le leggi agrarie! Tutto fondamentale, te lo dico io. Tutto sullo stesso piano, la grandezza di Roma e la tua artrite. Ma ora ci penso io. Sentite un po'.
Intendente Ti ascoltiamo.
Caligola si siede accanto a Cesania e le cinge la vita.
Caligola Sentimi bene. Primo tempo: tutti i senatori, tutti i sudditi dell'Impero che dispongono di qualche ricchezza - piccola o grande, fa lo stesso - devono diseredare i propri figli e fare immediatamente testamento a favore dello stato.
Intendente Ma Cesare...
Caligola Zitto, non ti ho ancora data la parola.
A seconda delle nostre necessità, metteremo a morte questa gente seguendo l'ordine di una lista buttata giù a caso. Di volta in volta potremo modificare quest'ordine - sempre a caso. Ed erediteremo.
Cesonia (svincolandosi) Ma che stai dicendo?
Caligola (imperturbabile) L'ordine delle esecuzioni, in effetti, non ha nessuna importanza. O meglio, hanno tutte la medesima importanza, quindi non ne hanno affatto. D'altro canto, sono tutti egualmente colpevoli, gli uni come gli altri. (all'Intendente) Eseguirai questi ordini immediatamente. I testamenti dovranno essere firmati in serata da tutti gli abitanti di Roma, entro un mese, al massimo, da quelli delle province. Manda i corrieri.
Intendente (sempre più stupito) Ma Cesare, non ti rendi conto...
Caligola No, sei tu che non ti rendi conto. (Con rabbia) Sentitemi bene. Se il Tesoro è fondamentale, la vita umana non lo è. Ho deciso di essere logico. Vedrete quanto vi costerà la logica. Il potere ce l'ho io. Eliminerò chi mi contraddice, e anche le contraddizioni. Comincerò da te, se necessario. La tua prima parola per salutare il mio ritorno è stata il Tesoro. Te lo ripeto, non si possono mettere il Tesoro e la vita sulla stesso piano. Incrementare l'uno è svalutare l'altra. Tu hai già fatto la tua scelta. E io accetto il tuo gioco. Gioco con le tue carte.
(Pausa. Con calma) Del resto, il mio piano nella sua semplicità, è geniale. Hai tre secondi per sparire. Sto contando: uno...
L'intendente sparisce."
***nota: Caligola era scomparso per tre giorni all'annuncio della morte della sorella-amante Drusilla
Albert Camus: Caligola
Bompiani, Milano - 1983
traduzione di Franco Cuolo
pag. 9
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
RispondiEliminaimparato molto
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